L’unico “collegato” che vogliamo è quello delle lotte a difesa di lavoro, reddito e welfare
Oltre il 16 ottobre per lo sciopero generale
Comunicato a seguito dell’assemblea del 19 novembre contro Collegato Lavoro e Stato sociale
Una partecipazione andata al di là delle più ottimistiche previsioni (140 persone reali), ha caratterizzato l'assemblea cittadina contro Collegato Lavoro e Patto Sociale e per la costruzione dello Sciopero Generale, tenutasi ieri sera a Torino, presso l'ITIS "Avogadro".
Un'assemblea che rappresenta il primo "check" di un percorso avviato da una serie di realtà politiche, sociali e sindacali, oltre che da lavoratori e lavoratrici di varie aziende sul territorio, riunite nella "Assemblea Diritti contro Ricatti". Un percorso unitario che vuole includere e allargarsi a tutte le realtà in mobilitazione contro la crisi finalizzato a stabilizzare un ambito cittadino che raccolga lo spirito ricompositivo e la volontà di arrivare allo sciopero generale emersi dalla manifestazione nazionale del 16 ottobre scorso a Roma organizzata dalla FIOM, attraverso un lavoro di informazione di massa su Collegato Lavoro, Statuto dei Lavori e Patto Sociale, il collegamento fra le mobilitazioni dei vari segmenti sociali colpiti dalla crisi e dai provvedimenti governativi, oltre che la costruzione di una prima mobilitazione di piazza da tenersi entro Natale.
Il dibattito, introdotto da una relazione di un compagno dell’Assemblea dei Lavoratori Autoconvocati di Torino, ha raccolto interventi molto ricchi ed esaustivi sul piano della comprensione del testo di legge e della sua portata disastrosa (l’avvocato Maria Spanò e il Collettivo Femminista Rossefuoco), insieme agli altri interventi che hanno tutti apportato significativi contributi sul piano dell’analisi e della proposta di iniziativa. Sono intervenuti compagni della FIOM, della CUB e di USB, oltre che un video-intervento di Giorgio Cremaschi, lavoratori di Agile/Eutelia e di Voice Care, compagni del CSOA “Askatasuna” e della Rete Antirazzista “10 luglio”.
E’ intervenuto anche un compagno Rsu del Gruppo Gavio e recentemente licenziato per aver partecipato alla contestazione di Bonanni durante la Festa del PD.
Tutti gli interventi hanno evidenziato il filo conduttore che lega il “Collegato Lavoro” ai precedenti provvedimenti (riforma del modello contrattuale, Legge 133 Tremonti, disdetta del CCNL dei metalmeccanici e riforma Gelmini dell’Università) e ai prossimi in cantiere (Statuto dei Lavori), rappresentato dalla volontà di colpire da una parte salari e welfare, dall’altra azzerare diritti individuali e collettivi, sindacali e politici, di lavoratori e lavoratrici. Ci vogliono tutti sottomessi e “combattenti” al servizio delle aziende nella concorrenza, nazionale ed internazionale. E vogliono tutto questo nella più completa “pace sociale”, anzi, ci vorrebbero “collaborazionisti” di questo scempio: questo è il senso del Patto Sociale voluto da Marcegaglia e del Libro Bianco di Sacconi.
Molti interventi hanno sottolineato il grave ritardo della CGIL nella mobilitazione. La linea Epifani-Camusso, anziché raccogliere la richiesta della FIOM e della piazza del 16 ottobre scorso, di proclamare lo sciopero generale, persegue una strategia di “riduzione del danno” (in attesa magari di un nuovo “governo amico”), sedendosi al tavolo del Patto Sociale con Confindustria (senza mandato, né piattaforma) e auspicando un’incredibile nuova unità con CISL e UIL.
Raccogliendo invece il messaggio forte e chiaro che FIOM ed altre realtà hanno dato il 16 ottobre, tutti/e gli/le intervenuti/e hanno convenuto sulla necessità di andare “oltre” il 16 ottobre, di rilanciare l’opposizione e la mobilitazione, cercando di collegare i 3 grandi temi di questa battaglia generale (lavoro-reddito-welfare) e in questo modo di collegare tutti quei settori (dal mondo del lavoro a quello del precariato, dell’immigrazione, delle donne, fino a quello studentesco), con la consapevolezza e la volontà di andare oltre le “sigle”, capendo che l’unità e la partecipazione di tutti/e è condizione fondamentale per raggiungere l’obiettivo di un vero sciopero generale che fermi il Paese e che contrasti, speriamo vittoriosamente, i provvedimenti da medioevo sociale del governo Berlusconi, dell’asse delle “3M” (Marcegaglia, Marchionne, Montezemolo), con la colpevole complicità di CISL e UIL
Inviato da: MariaLara
il 28/06/2014 alle 23:22
Inviato da: cittadinolaico
il 10/05/2013 alle 19:07
Inviato da: urs
il 07/05/2013 alle 12:32
Inviato da: charlyone0
il 03/03/2013 alle 23:49
Inviato da: Giona
il 02/03/2013 alle 14:02