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Post n°1 pubblicato il 26 Febbraio 2010 da VoceProletaria
 

 

 

Bologna, 11 Marzo 1977, h. 10.00.

Francesco Lorusso è ucciso dai carabinieri.

Muore la Prima Repubblica.

La Seconda nasce sul sangue di centinaia di militanti comunisti.

 

L’11 Marzo 1977, a Bologna, lo studente universitario di Medicina Francesco Lorusso, militante di Lotta Continua, viene raggiunto alla schiena da alcuni proiettili esplosi dal carabiniere Tramontani.

La rapida scarcerazione di questi e poi l’assoluzione segnano drammaticamente la fine della Prima Repubblica e la sanguinosa nascita – de facto -  della Seconda Repubblica.

La corsa interrotta di Francesco significa esattamente la fine di quella corsa progressista che aveva accompagnato lo sviluppo economico e sociale dell’Italia del secondo dopoguerra.

La crisi del suo modello di sviluppo capitalistico, che già si era affacciata pochi anni prima con lo shock petrolifero del ’73, sarà infatti gestita con la soffocazione di ogni manifestazione di dissenso e con brutali repressioni supportate da una legislazione d’emergenza “straordinaria” che diverrà poi largamente – de jure - “ordinaria”; una legislazione che sarà supportata ed eseguita grazie alla complicità di un PCI “storicamente compromesso” che, non a caso, degraderà nell’attuale Partito Democratico.

Le storture ed il Regime autoritario di oggi trovano origine in quell’11 Marzo e, a seguire, in tante altre date tragiche.

A quello di Francesco si aggiungeranno gli omicidi, sempre ad opera delle famigerate squadre dell’allora Ministro degli Interni Francesco Kossiga, di centinaia di militanti di sinistra.

Giorgiana Masi, Valerio Verbano, Benedetto Petrone, Peppino Impastato e tanti altri compagni sono stati uccisi dalle forze dell’ordine  “in divisa”, così come da quelle senza divisa. 

Fascisti, poliziotti, carabinieri.

Ma anche mafiosi, agenti segreti “deviati” ed altra  feccia varia.

La stessa razza malefica che, sempre impunita, ha potuto mostrare in piena luce il suo volto a Genova, nel Luglio 2001.

Anche lì la Seconda Repubblica ha lasciato sul selciato una vittima, Carlo Giuliani.

Anche lì, il tributo di sangue versato da centinaia di manifestanti, le botte e le umiliazioni subite, ha dissetato il vampiro che governa l’Italia.

Questo vampiro si chiama oggi Regime.

Il Regime oggi, in assenza di efficaci voci di opposizione, è libero di ricordare e celebrare i suoi “eroi”, ovvero le canaglie fasciste della Repubblica di Salò, i piduisti, i mafiosi che hanno albergato nelle stanze del potere (tra cui quelle di Arcore), gli agenti “deviati” dei servizi segreti.

Il Regime oggi concede grazie,  condoni ed ogni beneficio di legge a chi è stato condannato per stragi ed omicidi di chiara impronta fascista ed eversiva.

Il Regime oggi celebra sé stesso.

Il Regime, però, per mantenere il suo potere ha bisogno di distruggere una memoria collettiva ancora in larga parte a lui ostile.

E’ quella memoria che i nostri padri antifascisti, i sinceri democratici, la società e la Costituzione uscita dalla Resistenza, hanno saputo trasmetterci con lo scopo di abbattere i privilegi di pochi per distribuire ricchezza e benessere a tutti coloro che contribuissero, col loro lavoro, a crearlo.

Francesco Lorusso, e tutti i compagni uccisi da pallottole e bombe assassine, erano, sono e resteranno parte di quella memoria e delle lotte che continueranno a svilupparsi.     Oggi più di ieri.  

 

Non c’è regime che, per quanto crudele e brutale, riesca a mantenersi…

 

Senza giustizia non c’è mai pace!

Francesco è vivo e lotta insieme a noi!

 

Bologna,  11.03.2010

 

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