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Mamma licenziata per perdita requisiti psicofisici.

Post n°243 pubblicato il 18 Febbraio 2011 da VoceProletaria

Cari,
la storia di una mamma licenziata, perché perde i requisiti psicofisici per fare il suo lavoro da autista, parla da vicino a tutte le donne e a tutti i lavoratori che per qualche ragione, presto o tardi, diventano inidonei alla mansione.
Non credo sia giusto che una grande azienda di proprietà pubblica, con più di mille dipendenti, utilizzi in questo modo le norme di legge e quelle del contratto di lavoro.
La crisi impone a tutti di risparmiare ma non mi sembra questo il modo più corretto.
Anche dove il sindacato è debole non mi pare accettabile una ingiustizia del genere.
Ciao.         Dante De Angelis

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LETTERA APERTA

A: Presidente della Regione Toscana, Enrico ROSSI 
Presidente della Provincia di Arezzo, Roberto VASAI
Sindaco di Arezzo, Giuseppe FANFANI

   Gentili Presidenti ed egregio Sindaco,
nella mia attività di Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e portavoce della rivista dei macchinisti, “Ancora in Marcia”, sono venuto a conoscenza di quella che ritengo una profonda ingiustizia ai danni di una mamma lavoratrice, autista di autobus, dipendente della Tiemme spa, azienda di trasporto pubblico con sede ad Arezzo, che potrebbe riproporsi per tutti i lavoratori del settore.
   Alla visita sanitaria propedeutica per il rientro al lavoro, dopo due gravidanze ed alcuni anni di assenza per “aspettativa”, le è stato riscontrato un abbassamento della vista tale da mantenere i requisiti solo per la patente “B” ma non quelli  per la patente “D” pubblica.
   Per questo, nei giorni scorsi, l’azienda le ha notificato un avviso di esonero definitivo dal lavoro, cioè un licenziamento, a firma del direttore, Piero Sassoli, perché “non esistono in azienda posti disponibili in azienda prospettabili per una Sua eventuale ricollocazione” anche alla luce dei “forti tagli del servizio e del personale necessario”.
   Come certamente saprete, la Tiemme Spa è una grande azienda di proprietà pubblica, frutto della recente fusione delle quattro società di trasporto locale di Arezzo, Piombino, Siena e Grosseto, che vanta di collocarsi “tra le prime dieci realtà italiane del trasporto pubblico con oltre 1.150 addetti complessivi e un fatturato di circa 90 milioni di euro” ed effettua attività di noleggio, servizi scuolabus e navetta, manutenzione parco veicoli, gestione officine, manutenzioni esterne, attività amministrative, acquisti, gestione personale, contabilità, ecc…
   Appare del tutto inverosimile che in una azienda di tali dimensioni non sia possibile ricollocare adeguatamente, una lavoratrice-madre che perde i particolari requisiti psicofisici richiesti per guidare gli autobus, così come previsto dalla legge e dal Contratto di lavoro, per chi diviene inidoneo alla mansione.
   Così come appare paradossale che in una grande impresa, di proprietà pubblica e soggetta al controllo delle Istituzioni locali, le leggi sulla idoneità, poste a tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori divenuti inidonei, possano essere ribaltate per licenziarli: se per scelta aziendale viene espulsa in questo modo una mamma con due bambini piccoli, in futuro per tutti gli autisti sarà lo stesso.
   Pur condividendo la necessità, sottolineata dall’azienda, di ridurre i costi a seguito dei noti tagli di risorse effettuati dal Governo, risulterebbe profondamente ingiusto attuare misure discriminatorie, che coinvolgono i soggetti più deboli e mortificano la dignità di una lavoratrice-madre: si potrebbe iniziare, nel caso, dalla razionalizzazione della struttura dirigenziale e dei consigli di amministrazione sopravvissuti alla fusione.
   Parallelamente alla lettera di licenziamento le è stato offerta come opzione obbligata, una concessione ad personam, la ricollocazione in una azienda diversa, con demansionamento e fuoriuscita dal Contratto Nazionale Autoferro. Tale proposta rappresenterebbe la negazione delle leggi poste a tutela dei lavoratori in generale ed una pesante umiliazione della donna che rientra al lavoro dopo la maternità.
   Certo della sensibilità al tema, chiedo, nell’ambito delle rispettive prerogative istituzionali un Vostro cortese interessamento.

Firenze, 17 febbraio 2011                                                    Dante De Angelis

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Tiemme Spa il 24/03/11 alle 16:20 via WEB
“Il caso della nostra dipendente ritenuta non idonea in via definitiva dal competente Ufficio Sanitario Territoriale delle Ferrovie dello Stato nello svolgimento delle mansioni di Operatore di Esercizio, è stato gestito nella massima coerenza da parte dell'azienda, nel pieno rispetto dell'accordo sindacale stipulato nel 2008 che regolamentava il passaggio degli addetti da Atam a Lfi Spa compreso i casi di inidoneità che si sarebbero potuti verificare tra gli addetti ex Atam. In linea con l'accordo e nel rispetto della contrattazione collettiva e delle richieste da lei stessa formulate è stato portato a compimento il trasferimento della dipendente all'interno di Atam Spa. Ciò dimostra che tutti gli interventi apparsi in queste settimane in varie forme – dalle interrogazioni parlamentari ai commenti su vari blog - sono stati meramente strumentali e mirati a cavalcare l'onda del momento particolare che il settore del Tpl sta attraversando a causa del taglio delle risorse a disposizione imposto dal Governo con l'ultima Legge Finanziaria”. Tiemme Spa interviene così per illustrare con chiarezza il percorso che ha visto la propria dipendente essere ricollocata all’interno di Atam Spa nel rispetto della contrattazione collettiva. “La coerenza del percorso che abbiamo attivato è confermato dal fatto che la lavoratrice ha sottoscritto presso la Direzione Provinciale del Lavoro con i nostri vertici e con quelli di Atam Spa un accordo con il quale, oltre al mantenimento del livello salariale goduto in Tiemme Spa, è stato possibile accogliere alcune delle richieste da lei stessa formulate. Ovvero un rapporto di lavoro part-time, un livello di inquadramento contrattuale più alto e, infine, un assegno ad personam non riassorbibile per la differenza tra la retribuzione percepita in Tiemme Spa e la retribuzione che le spetterà in Atam Spa proporzionalmente alle ore di part-time”. L'azienda, per tutti i motivi sovraesposti, si riserva di valutare con i propri legali l'eventuale lesione della propria immagine da quanto riportato su varie tipologie di organi di informazione in merito alla vicenda e, conseguentemente, di agire giudizialmente per la propria tutela.
 
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