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La Rete Nazionale per la Sicurezza sui Posti di Lavoro sostiene gli scioperi in corso e invita a fare del 1 Marzo, giornata di lotta degli immigrati,
una giornata di lotta contro le morti sul lavoro degli immigrati
segue l'appello nazionale:
ieri mattina nel cantiere navale Fincantieri di Monfalcone, un operaio originario del Bangladesh di nemmeno 23 anni, dipendente di una ditta dell'appalto, è precipitato nel vuoto ed ha perso la vita pochi minuti dopo lo schianto al suolo.
1° Marzo: basta morte di immigrati sul lavoro!
La Rete Nazionale per la Sicurezza sul Lavoro fa appello a portare, nello sciopero e nelle mobilitazioni del 1 Marzo, la lotta per la difesa della vita dei lavoratori immigrati.
Una battaglia necessaria, da costruire assieme ai lavoratori immigrati e alle loro associazioni, ai comitati, al movimento antirazzista, per lanciare una campagna nazionale e una manifestazione nazionale che dia visibilità alle ragioni di chi si batte contro le morti sul lavoro dei nuovi schiavi del profitto.
La lunga marcia dei diritti dei lavoratori immigrati sta avanzando nel nostro paese, dalle rivolte di Rosarno, di via Padova a Milano, dalle proteste sulle gru, contro il supersfruttamento, le leggi razziste a partire dal pacchetto sicurezza, contro la bossi-fini, la repressione, la sanatoria-truffa, la crisi economica che li trasforma in clandestini.
Ma la questione delle morti sul lavoro dei nostri fratelli immigrati ancora non ha avuto una sua specifica mobilitazione, eppure è molto alto il tributo di sangue dei proletari immigrati.
A Paderno Dugnano, a Ravenna come a Roma, la mobilitazione della Rete Nazionale per la Sicurezza sul Lavoro ha portato la necessità di intervenire su questi temi, a partire dalla necessità di rendere giustizia agli operai immigrati morti e a non lasciare sole le loro famiglie.
La rivolta dei popoli di Algeria, Tunisia, Marocco ha ridato dignità agli sfruttati ed oppressi dai regimi-fantoccio al servizio degli interessi dei padroni imperialisti. Queste rivolte ancora in corso dimostrano che solo con la ribellione di massa è possibile riprendere nelle proprie mani la propria vita, una vita che prima valeva meno di niente e che li ha portati ad emigrare e chi è sopravvissuto nelle nuove tratte degli schiavi ha dovuto subire supersfruttamento, morte, cie, polizia e razzismo di stato.
Lavoratori immigrati, con lo sciopero del 1 Marzo non avete bisogno di dimostrare quanto profitto create in questo paese ma farlo diventare giornata di lotta per affermare i vostri diritti di esseri umani, e tra questi il diritto alla vita nei luoghi di lavoro.
E' ora di dire assieme che non siete più disposti ad essere merce per il profitto dei padroni.
Rete Nazionale per la Sicurezza sui Posti di Lavoro
bastamortesullavoro@gmail.com
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