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La vita è una partita a scacchi. E la vittoria, non è mangiare il Re, ma mantenere la Regina in gioco...by Marquez31

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Post N° 172

Post n°172 pubblicato il 19 Maggio 2007 da Marquez36
 

Il post che segue non è mio, ma bensì preso da un forum dove l'autrice dello scritto mette in rete le sue emozioni. E' una persona che ho conosciuto da poco tempo, che scrive bene e che spesso viene a commentare i miei post. Siccome il post mi è piaciuto e il tema dell'argomento può sviluppare un buon confronto, ho deciso di farlo conoscere anche a chi passa dalle mie parti.
Baci...m31

"Che sensazione straordinaria ho provato quando ho scoperto di essere in attesa di quel bimbo che avevo fortemente desiderato.
Improvvisamente ero pervasa da un senso di beatitudine, misto a felicità.
Da quel momento tutto è cambiato, tutti sono cambiati elevandomi allo status di “principessa”.
Ogni azione, ogni pensiero, ogni attenzione era dedicato a me.
E quanto è stato determinante avere un compagno vicino che mi dimostrava quanto fossi importante per lui e anche se, inevitabilmente, il mio corpo si stava trasformando, lui mi ha fatto sentire sempre comunque bella, anche se in realtà non lo ero affatto.
Man mano prendevo coscienza del fatto che dentro di me stava crescendo una vita e ne ero fiera ed orgogliosa.
Cercavo di immaginare il mio cucciolo ma non ci riuscivo, spesso mi chiedevo ” come sarà, a chi assomiglierà, cosa farà da grande?” e poi….lui ha cominciato ad attestare la sua presenza.
La gravidanza rappresenta certamente un’esperienza esistenziale chiave, un evento di ricchezza affettiva ed emotiva incomparabile, ma comporta una serie di pesanti prove che la donna si trova di colpo ad affrontare ed il primo errore, per me, è stato credere che il parto fosse un punto di arrivo.
Quanto mi sbagliavo!!!
La nascita rappresenta, senza dubbio, il punto di partenza di un lungo e faticoso viaggio.
Da quel momento, in realtà, tutto cambia.
Quell’improvvisa presa di coscienza mi ha spiazzato e, di colpo, mi sono sentita fragile, impreparata.
Non è vero che la maternità è “istinto” niente di più falso, tutto va appreso.
Ero assalita da mille paure, incertezze, non mi sentivo adeguata a quel ruolo troppo importante e carico di responsabilità.
Quello è stato senza dubbio, per me, il momento più delicato, in cui forse avrei avuto più bisogno di aiuto, di essere sostenuta, capita, rassicurata.
Ma l’attenzione di tutti era, giustamente, dirottata verso il piccolo ed io mi sentii, in un certo senso, abbandonata a me stessa.
Ero pervasa da un senso di angoscia, di paura spaventoso.
Spesso mi isolavo e piangevo tutte le mie lacrime eppure ero felice, quel figlio lo avevo desiderato, era stupendo, meraviglioso ma quel senso di solitudine mi attanagliava, non mi dava tregua finchè una sera mio marito se ne accorse avendomi trovata in uno stato pietoso.
Ancora una volta il suo amore fu determinante per me, avendo dimostrato, anche in quella occasione, tutta la sua sensibilità e dolcezza.
I giorni trascorrevano ed il legame con quel bimbo cresceva sempre di più, era più intimo.
E’ inutile nasconderlo alla nascita i nostri figli sono degli estranei.
L’affetto cresce con la confidenza.
Io ho sempre sostenuto che genitore è colui che cresce i figli e non già chi li partorisce.
Il periodo nel quale questo legame si è fortificato è stato certamente quello dell’allattamento che io ritengo essere il più bello, il più tenero, il più coinvolgente in assoluto.
Esistevamo solo io e lui.
Quante volte mio marito rimaneva a guardarci e diceva “come invidio questa vostra complicità, questo momento potrà essere solo vostro e di nessun altro”.
Quanto aveva ragione, fra di noi c’era un disposizione emozionale unica che era fatta di sguardi, di sorrisi, di carezze difficile da descrivere a parole e vi garantisco che le emozioni che ho provato in quel periodo non saranno più ripetibili.
Esse sono totalmente diverse da quelle che provi per il tuo compagno, perché il coinvolgimento per quel cucciolo è assoluto, totale, incondizionato, senza riserve.
Solo da quel momento io mi sono sentita veramente “mamma”."

Lorella

 
 
 
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On. Cetto la Qualunque

 

ACCUSSÌ..!!


Pubblico questa foto perchè c'è un particolare che mi colpisce. Questi due Uomini, che ogni giorno sfidavano la morte, avevano cmq la capacità e la voglia di ridere. Questo io vorrei fosse da esempio, a tutte quelle persone che non ci riescono più, che si immobilizzano in un pessimismo che non serve a nulla, se non a far morire l'anima.

PER UN SANO EQUILIBRIO

 

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Il mio sogno irrealizzato..

 

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