Creato da Marquez36 il 26/07/2006

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La vita è una partita a scacchi. E la vittoria, non è mangiare il Re, ma mantenere la Regina in gioco...by Marquez31

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Post N° 172

Post n°172 pubblicato il 19 Maggio 2007 da Marquez36
 

Il post che segue non è mio, ma bensì preso da un forum dove l'autrice dello scritto mette in rete le sue emozioni. E' una persona che ho conosciuto da poco tempo, che scrive bene e che spesso viene a commentare i miei post. Siccome il post mi è piaciuto e il tema dell'argomento può sviluppare un buon confronto, ho deciso di farlo conoscere anche a chi passa dalle mie parti.
Baci...m31

"Che sensazione straordinaria ho provato quando ho scoperto di essere in attesa di quel bimbo che avevo fortemente desiderato.
Improvvisamente ero pervasa da un senso di beatitudine, misto a felicità.
Da quel momento tutto è cambiato, tutti sono cambiati elevandomi allo status di “principessa”.
Ogni azione, ogni pensiero, ogni attenzione era dedicato a me.
E quanto è stato determinante avere un compagno vicino che mi dimostrava quanto fossi importante per lui e anche se, inevitabilmente, il mio corpo si stava trasformando, lui mi ha fatto sentire sempre comunque bella, anche se in realtà non lo ero affatto.
Man mano prendevo coscienza del fatto che dentro di me stava crescendo una vita e ne ero fiera ed orgogliosa.
Cercavo di immaginare il mio cucciolo ma non ci riuscivo, spesso mi chiedevo ” come sarà, a chi assomiglierà, cosa farà da grande?” e poi….lui ha cominciato ad attestare la sua presenza.
La gravidanza rappresenta certamente un’esperienza esistenziale chiave, un evento di ricchezza affettiva ed emotiva incomparabile, ma comporta una serie di pesanti prove che la donna si trova di colpo ad affrontare ed il primo errore, per me, è stato credere che il parto fosse un punto di arrivo.
Quanto mi sbagliavo!!!
La nascita rappresenta, senza dubbio, il punto di partenza di un lungo e faticoso viaggio.
Da quel momento, in realtà, tutto cambia.
Quell’improvvisa presa di coscienza mi ha spiazzato e, di colpo, mi sono sentita fragile, impreparata.
Non è vero che la maternità è “istinto” niente di più falso, tutto va appreso.
Ero assalita da mille paure, incertezze, non mi sentivo adeguata a quel ruolo troppo importante e carico di responsabilità.
Quello è stato senza dubbio, per me, il momento più delicato, in cui forse avrei avuto più bisogno di aiuto, di essere sostenuta, capita, rassicurata.
Ma l’attenzione di tutti era, giustamente, dirottata verso il piccolo ed io mi sentii, in un certo senso, abbandonata a me stessa.
Ero pervasa da un senso di angoscia, di paura spaventoso.
Spesso mi isolavo e piangevo tutte le mie lacrime eppure ero felice, quel figlio lo avevo desiderato, era stupendo, meraviglioso ma quel senso di solitudine mi attanagliava, non mi dava tregua finchè una sera mio marito se ne accorse avendomi trovata in uno stato pietoso.
Ancora una volta il suo amore fu determinante per me, avendo dimostrato, anche in quella occasione, tutta la sua sensibilità e dolcezza.
I giorni trascorrevano ed il legame con quel bimbo cresceva sempre di più, era più intimo.
E’ inutile nasconderlo alla nascita i nostri figli sono degli estranei.
L’affetto cresce con la confidenza.
Io ho sempre sostenuto che genitore è colui che cresce i figli e non già chi li partorisce.
Il periodo nel quale questo legame si è fortificato è stato certamente quello dell’allattamento che io ritengo essere il più bello, il più tenero, il più coinvolgente in assoluto.
Esistevamo solo io e lui.
Quante volte mio marito rimaneva a guardarci e diceva “come invidio questa vostra complicità, questo momento potrà essere solo vostro e di nessun altro”.
Quanto aveva ragione, fra di noi c’era un disposizione emozionale unica che era fatta di sguardi, di sorrisi, di carezze difficile da descrivere a parole e vi garantisco che le emozioni che ho provato in quel periodo non saranno più ripetibili.
Esse sono totalmente diverse da quelle che provi per il tuo compagno, perché il coinvolgimento per quel cucciolo è assoluto, totale, incondizionato, senza riserve.
Solo da quel momento io mi sono sentita veramente “mamma”."

Lorella

Commenti al Post:
Marquez36
Marquez36 il 19/05/07 alle 14:15 via WEB
(questo fù il mio commento)...Beh, vedere la mia Donna che allatta mio figlio, il mio sangue, sarebbe sicuramente l'unica volta nelle mia vita, che sarei contento di provare invidia e di non vergognarmene, ma anzi, di esserne fiero. Baci m31
 
 
minamano
minamano il 19/05/07 alle 15:34 via WEB
queste parole ti fanno onore.......
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/05/07 alle 14:51 via WEB
Non poteva descrivere meglio una nuova nascita, una nuova vita. Bisogna viverle tutte queste cose per capirle a fondo, ci si sente fragili, incompresi e anche abbandonati.Io avevo paura di far loro del male solo toccandoli perchè li vedevo fragili e indifesi, ma mi sbagliavo. Non condivido solo una frase <che alla nascita i figli sono come estranei>.Per me non è stato così, forse perchè io mi sono sentita mamma fin dal primo istante che ho saputo di aspettare la mia prima bambina, ricordo solo che dopo la nascita ero molto gelosa che tutti mi facevo visita solo per lei e facevano a gara a chi la teneva di più tra le braccia , ero gelosa perchè rubavano il mio tempo per stare con lei........Sono tutte sensazioni uniche , irripetibili, che solo una mamma può provare.Minamano.
 
 
Marquez36
Marquez36 il 19/05/07 alle 14:59 via WEB
mah..ho dubbi su sta kosa ke solo una mamma può provare..cmq...baci m31
 
   
minamano
minamano il 19/05/07 alle 15:33 via WEB
Non dico che i Papà non provino nulla anzi, ma per loro è un po differente, il legame che lega una madre ad un figlio comincia da subito mentre il Papà anche se è partecipe durante la gravidanza di tante e piccole emozioni, deve cmq aspettare la nascita per creare quel legame tanto atteso e desiderato, una mamma lo crea prima giorno per giorno con le emozioni, le gioie,oppure l'angoscia o un dispiacere, ogni cosa che si fa nel quotidiano lega, perchè lo trasmetti e anche se sai che dentro te c'è un essere piccolo, giorno per giorno quell'esserino percepisce tutto e condivide tutto con la mamma.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/05/07 alle 15:25 via WEB
Ciao Minamano..sono Lorella l'autrice del post...voglio spiegare meglio un concetto che ho espresso, perche' forse puo' sembrare deviante....mio figlio e' stato fortemente desiderato...durante la gravidanza lo sentivo mio..e quel "mio" ti giuro abbraccia tutti i sensi e le piu' incredibili emozioni...quando pero' e' nato e l'ho visto per la prima volta mi e' venuto spontaneo dire "ma tu chi sei??"..quella reazione mi ha totalmente spiazzato ne avrei voluta una totalmente diversa...come dire di osmosi...di empatia..ma così non e' stato...sai che per questa cosa ho ancora i sensi di colpa??? baci Lorella
 
   
minamano
minamano il 19/05/07 alle 16:30 via WEB
Non devi sentirti in colpa, sono reazioni normali che poi passano, come ho detto prima io avevo paura di toccare mia figlia tanto che il primo cambio di pannolino l'ho fatto fare a mia suocera perchè avevo paura di romperla. La tua è stata solo una reazione che non ha modificato l'amore che hai provato e che tutt'ora provi per tuo figlio. baci.
 
magali65
magali65 il 19/05/07 alle 17:39 via WEB
L'istinto materno non è innato si acquisisce con gli anni, ed il cordone ombelicale con i figli forse non si recide mai, resta come un filo invisibile che ci legherà sempre a loro.
 
minamano
minamano il 20/05/07 alle 15:20 via WEB
buona Domenica.....ciao. Baci.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/05/07 alle 15:59 via WEB
anke a te....:)...baciiii..m31
 
costellazione68
costellazione68 il 20/05/07 alle 22:12 via WEB
molto bella questa testimonianza tenera in alcune parti...è un nuovo viaggio che si intraprende "i figli sono degli estanei" ed è vero...! l'importante è aver superato le tue paure grazie anche all'amore di tuo marito...un bacio*
 
miciafuretta
miciafuretta il 21/05/07 alle 09:40 via WEB
ho sempre pensato che forse ad un "uomo" si può rinunciare, ma di sicuro no alla maternità... ;)
 
 
Marquez36
Marquez36 il 21/05/07 alle 09:47 via WEB
beh, se però la maternità ti porta un maschietto e questo maschietto poi quando cresce incontra donne che la pensano come te e te lo lasciano solo soletto, come le definiresti tu a queste donne?..A parte che senza di noi, non credo arrivi la maternità...poi quà in era di provette e cloni, magari ci toglieranno pure sta soddisfazione quà...:)....Baci m31
 
nuvoleinasia
nuvoleinasia il 21/05/07 alle 11:40 via WEB
qto post rappresenta per me un ulteriore presa di coscienza...la maternità è un atto altamente egoistico che noi donne appunto sentiamo e definiamo "istinto"...ma essere genitori è un altro mondo...non ti danno un manuale del genitore e credo che l'istinto non basti per pretendere di sapere come si fa a crescere un figlio...non riesco oggi a credere che sia così naturale crescere dei figli, come non è scontato amare e voler creare una famiglia con un altra persona...sono scelte che generano conseguenze ed altre scelte...ma non è una cosa scontata, un dato di fatto, appunto ad un tratto ti guardi ed hai paura, sei fragile, potresti romperti e se lui non sa cogliere le sfumature?!! la vita dei tuoi figli non può essere il riflesso sbiadito di una notte d'amore che non tornerà più, non è il concempimento che crea l'uomo...ma il nutrimento di un nucleo saldo e costantemente attento verso le volubili sottigliezze della mente...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 21/05/07 alle 12:22 via WEB
L'istinto alla procreazione, e' propria del mondo animale, fa parte dei loro geni. Diverso e' il discorso della responsabilita' che un genitore ha nella crescita dei suoi figli...quella non e' istinto, quella nessuno te la insegna...e' confronto continuo...le scelte giuste per un figlio potrebbero rivelarsi sbagliate per un altro..perche' il carattere, la sensibilita', il vissuto, sono differenti da figlio a figlio...li' ci si mette veramente in discussione....io lo considero come uno specchio riflesso...perche' in questo difficile e delicato percorso scopri i tuoi limiti, la tua forza, le tua fragilita', le tue paure che proietti in loro....e' una grandissima responsabilita' crescere un figlio...e si cresce solo sbagliando, sbattendo continuamente il muso...poi ti rialzi e continui...ma sempre nella convinzione e consapevolezza che quelle scelte, indovinate o sbagliate, saranno quelle giuste per loro.. ciao Lorella
 
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Pubblico questa foto perchè c'è un particolare che mi colpisce. Questi due Uomini, che ogni giorno sfidavano la morte, avevano cmq la capacità e la voglia di ridere. Questo io vorrei fosse da esempio, a tutte quelle persone che non ci riescono più, che si immobilizzano in un pessimismo che non serve a nulla, se non a far morire l'anima.

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