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I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono. I falsi amici invece pur vedendo allo stesso modo i tuoi errori... ti lusingheranno sempre
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Tra gli universitari statunitensi sta riscuotendo un certo successo, seppur ancora confinato in una nicchia, un nuovo social network che propone ai propri utenti di “mostrare come sono veramente”. Si chiama BeReal, è stato introdotto alla fine del 2020 dai francesi Alexis Barreyat e Kévin Perreau ma ha ottenuto una vera popolarità soltanto di recente: tra gennaio e febbraio è stato scaricato da 4 milioni di persone. Il suo obiettivo è quello di creare uno spazio digitale in cui le persone si sentano libere di mostrare davvero come sono fatte le loro giornate, discostandosi dalle dinamiche di social network come Instagram, famoso per i suoi filtri inverosimili e per i suoi influencer dalla vita apparentemente perfetta. Il funzionamento di BeReal è semplice: una volta al giorno, a un’ora diversa ogni giorno, gli utenti ricevono un’unica notifica che chiede loro di scattare simultaneamente due foto, una attraverso l’obiettivo anteriore del cellulare, quello per i selfie, l’altra attraverso l’obiettivo posteriore. Si hanno due minuti per scattare queste foto e decidere se pubblicarle o meno sul proprio profilo: le persone che vogliono scattare le proprie foto del giorno a un orario diverso possono farlo, ma l’app segnala molto chiaramente chi ha pubblicato le foto al di fuori dei due minuti di tempo stabiliti. Su BeReal non esiste la possibilità di caricare foto fatte in precedenza dalla propria galleria, né si possono aggiungere filtri: lo slogan della piattaforma è “BeReal is life, real life, and this life is without filters”, cioè “BeReal è la vita, la vita vera, e la vita vera non ha i filtri”. Al contrario di tutti i social network più popolari, poi, BeReal non permette il cosiddetto “lurking”, ovvero la pratica di osservare ciò che postano gli altri online senza pubblicare qualcosa a propria volta: per vedere i contributi degli altri, gli utenti devono prima aver caricato i propri scatti del giorno. Non si può neanche mettere un “like”: per interagire con i post degli amici si può solo lasciare un commento o una “RealMoji”, ovvero un selfie da accoppiare ad una lista limitata di emoji. In effetti, le foto che si trovano nella sezione Discovery di BeReal – quella su cui vengono mostrate le immagini degli altri utenti – sono molto lontane da quello che siamo abituati a vedere sui social network. Sono tantissimi i post che mostrano solo le punte delle scarpe di qualcuno che cammina, la vista dal finestrino di un autobus durante i noiosi spostamenti da pendolari, le cene semplici degli studenti universitari, i calzini di chi non stava facendo altro che guardare la televisione, steso sul divano. Dove ci si potrebbe aspettare una cameretta luminosa e curata, magari colma di piante e poster ricercati come va di moda su Instagram, c’è invece il selfie di una ragazza struccata che studia sul letto sfatto, tra fogli sparsi ed evidenziatori. Dopo un primo picco di popolarità in Francia nell’estate 2021, l’app ora sta trovando fortuna nei campus universitari statunitensi. Sul giornale studentesco dell’Università Duke, una delle più prestigiose del paese, la giovane giornalista Jules Kourelakos ha spiegato così il fascino del nuovo social network: «è un sollievo vedere le ragazze e i ragazzi delle confraternite che trascorrono i martedì sera a studiare o quel gruppo di amici le cui storie su Instagram consistono esclusivamente in cene costose in centro che mangiano una pizza mediocre del supermercato come il resto di noi. E, nel bene e nel male, ti senti meno in colpa per aver dormito fino alle 13:00 quando apri BeReal e vieni accolto da cinque foto identiche di facce assonnate che fanno capolino dalle coperte». |
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