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un graditissimo regalo di Martina

-by

 

Premio 10 e lode

ringrazio con tanto affetto per il premio

con la seguente motivazione assegnatomi da

 donne e.... 

Al blog "TANTO PER ESSERCI"  di una persona speciale.

http://blog.libero.it/ashla/

 

PREMIO Award Brillante

donatomi dalla cara amica Silvana

del blog : SGATTAIOLANDO

 
Citazioni nei Blog Amici: 31
 

 
 

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I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono. I falsi amici invece  pur vedendo allo stesso modo i tuoi errori...  ti lusingheranno sempre

 
 

 

Le tre ipotesi sulla strage di Mosca

Post n°1259 pubblicato il 01 Aprile 2024 da acer.250

 

la strage di Mosca

Le reazioni alla strage di Mosca sono, com’è ovvio, le più diverse e sono determinate dall’andamento di una guerra in corso. Siccome ci sono pochi dubbi sul fatto che l’attentato sia stata opera di killer addestrati, armati e protetti da un’entità superiore, le ipotesi sui mandanti si restringono a tre:

La matrice islamica autonoma

Il piccolo gioco. L’ISIS nella sua versione afghano-pakistana avrebbe agito in piena indipendenza da altre possibili fonti per colpire un suo nemico storico, la Russia, nel momento in cui esso è impegnato in una guerra quasi-civile contro un paese affine sostenuto dall’ intero Occidente.

Questa ipotesi è al momento la più diffusa, perché sostenuta dai pochi dati di fatto finora a disposizione, ma non reggerà a lungo.  l’ISIS-K è nei fatti ciò che resta di un esercito sconfitto in Siria da 5-6 anni, le cui risorse gli consentono di condurre attacchi in loco, contro i Talebani dell’Afghanistan, che stanno finendo di distruggerlo. È assai improbabile che i suoi combattenti siano stati in grado di intervenire così lontano senza un supporto esterno.

L’ISIS al servizio del terrorismo di stato ucraino

Il medio gioco. Kiev avrebbe attinto i sicari del Crocus dalla piccola galassia di jihadisti che combattono accanto alle forze regolari ucraine per dimostrare che Putin non è in grado di garantire la sicurezza dei russi, e che il suo intelligence non vale nulla non essendo stato capace di neutralizzare l’attentato nonostante i suoi colleghi occidentali l’avessero avvertito che sarebbero stati colpiti anche spazi pubblici dedicati a “concerti”.

Questa tesi ci consente di inquadrare più elementi, essendo indubbio che Putin abbia ricevuto un brutto colpo proprio all’indomani di un suo trionfo elettorale.

Il governo ucraino su input CIA

Il grande gioco. Lo scopo in questo caso non si limiterebbe alla delegittimazione di Putin e dei suoi apparati di sicurezza, ma a rovesciare le carte in tavola, trasformando una Ucraina ormai sconfitta in una potenza vincente. Come? Spingendo la Russia verso uno scontro diretto con la NATO. Uno scontro perdente per Mosca, data la superiorità militare della NATO ammessa dallo stesso Putin, e data la natura di bluff della minaccia nucleare russa. Putin non oserebbe rischiare l’autodistruzione del suo paese, e sarebbe costretto a cercare una via di uscita negoziale e al ribasso dal conflitto. 

    Si discuterà e si indagherà per anni, fino a che i protagonisti scompariranno dalla scena, fisicamente e non, e la scena stessa sarà così cambiata da far cambiare di significato ogni pezzo del puzzle da comporre. Le tre ipotesi formulate si mescoleranno tra loro e gli squarci di verità che emergeranno di volta in volta saranno quelli coerenti con l’agenda politica del momento.

La più plausibile delle interpretazioni, purtroppo, è la terza, ma è anche quella che ha meno forza predittiva, nel senso che i mandanti della strage hanno pochissime chances di conseguire i loro obiettivi. Siamo di fronte a un classico azzardo concepito da menti di seconda categoria come quelle dei capi dell’intelligence USA che si credono più furbi e potenti di quello che sono, e che tentano di sfruttare l’attuale vuoto politico americano combattendo fino all’ultimo ucraino.

Perché si tratta di un azzardo di scadente fattura?

Perché la NATO non vuole e non può sostenere una guerra vera e propria contro la Russia senza una ferrea unanimità dei paesi che la compongono unita ad una diffusa inclinazione dei cittadini europei ed americani a correre verso l’autoannientamento.

E perché la Russia non sta affatto bluffando. Ha già valutato l’eventualità di uno scontro sia convenzionale che atomico con l’Occidente, ed è pronta a sostenerlo anche se non lo ritiene imminente. Putin non cambierà idea di fronte al recente trasferimento di truppe NATO al confine tra Ucraina e Polonia prive di copertura aerea, e non modificherà in modo sostanziale la sua strategia di fronte alla strage della scorsa settimana. E così faranno le potenze euroamericane.

I più autorevoli studi sulle guerre concordano nel ritenere che le guerre non scoppiano per caso, e non mutano il loro corso per via di un singolo attentato terroristico che accade lontano dal fronte.

Sbaglia, perciò, chi evoca l’assassinio dell’arciduca d’Austria a Sarajevo o una guerra mondiale dietro l’angolo. Ed hanno sbagliato di grosso gli ottusi mitomani che hanno pianificato la carneficina del Crocus.

Anche questa volta si sono illusi di aver fatto la storia mentre questa tra poche settimane si dimenticherà di loro e delle loro malvage farneticazioni.

La recente dichiarazione di Putin sugli esecutori islamici e sul filo che potrebbe condurre a Kiev sembra stare a cavallo tra le prime due ipotesi.

  Ma ciò che più sorprende sono i toni ed i termini estremamente misurati del comunicato presidenziale. È come se Putin abbia voluto smentire le aspettative di chi, in Occidente e nella stessa Russia, prefigurava una risposta forte, adeguata alle emozioni del momento, e confezionata entro le dinamiche della guerra. Qualcosa tipo la minaccia di colpire basi NATO da cui potrebbero partire e forse partono aerei ucraini, l’annuncio di una controffensiva su vasta scala, la costituzione di una no-fly zone nel Mar Nero o intorno a Odessa.

Niente di tutto questo. Il presidente russo non ha annunciato sfracelli. Ha evitato di cadere nella trappola di chi voleva imporgli una condotta della guerra all’insegna della escalation anti-NATO. Putin ha preferito proseguire lungo la strada di un conflitto già largamente vinto, incassando la bastonata del Crocus e lasciando i rapporti con l’Occidente nel punto in cui si trovavano prima della strage. Delegando poi ai suoi subordinati, come il capo dell’FSB ed altri, il compito di prefigurare rappresaglie al di fuori del campo di battaglia.

  Tutto ciò avvalora la logica della terza ipotesi,la strage può essere stata l’ennesimo grossolano fiasco dell’intelligence USA, destinato a finire nel nulla dopo avere ammazzato 147 persone.

Questa mia terza ipotesi è sforzo conoscitivo che non pretende di rispecchiare la verità. Ma che al momento può spiegare più fatti delle altre ipotesi, che restano comunque in campo. Dando per scontato che dettagli e fatti completi non verranno mai alla luce. Il campo del terrore, sia privato che di stato, è il regno dei discorsi incompleti.

 

 

 
 
 

Santa Pasqua

Post n°1258 pubblicato il 29 Marzo 2024 da acer.250

Santa Pasqua

 
 
 

gentilezza

Post n°1257 pubblicato il 23 Marzo 2024 da acer.250
 

gentilezza

 

La gentilezza

non è mai tempo perso.

Quando incontri una persona gentile

è l’universo che ti fa un dono.

Una vita senza gentilezza

è una finestra sbarrata

da cui non entra luce.

 

Le persone gentili

non hanno recinti

e fioriscono ovunque.

 

Le persone gentili le riconosci subito.

Non invadono i tuoi spazi,

non creano un senso di urgenza

o di oppressione.

 

Le persone gentili

sono anime sensibili

e antiche.

I loro sguardi non invadenti abbracciano

e avvolgono tutte le creature. 

 

Se tutti praticassimo la gentilezza

il mondo sarebbe salvo

e noi con esso.

 

Le persone gentili

sono opere d’arte

e l’arte, purtroppo,

la comprendono in pochi

 

 

(liberamente trascritto)

 

 

 
 
 

S.O.S. S.S.N.

Post n°1256 pubblicato il 03 Marzo 2024 da acer.250
 

 

 bilancia ssn pubblico e privato

Mai come ora il SSN è in crisi di sostenibilità oggi assistiamo ad una  criticità del sistema quali il finanziamento pubblico, la spesa sanitaria, i livelli essenziali di assistenza (Lea), l'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Dopo la presentazione della nota di aggiornamento del Def dello scorso 27 settembre, risulta evidente il crollo del rapporto tra la spesa pubblica e il prodotto interno lordo. Infatti nel triennio 2024-2026 la spesa sanitaria aumenterà solo dell’1,1%. non solo il dato è un chiaro segnale di definanziamento ma certamente non ci saranno investimenti da destinare al personale sanitario.

Le principali cause della insostenibilità del SSN, oltre a sprechi ed inefficienze, sono il continuo definanziamento pubblico e l'inadeguata governance Stato-Regioni. La sanità pubblica è ancor più indebolita dal depauperimento e dalla demotivazione professionale del personale sanitario. La crisi energetica, l'inflazione e certo non per ultima la spesa per le armi, e pazienti e l'espansione incontrollata della sanità privata, sono altri fattori che aggravano la situazione portando il SSN sull'orlo del collasso.

Per continuare a garantire a tutte le persone il diritto costituzionale alla tutela della salute servono pertanto riforme coraggiose inderogabili. Occorre sensibilizzare i decisori politici e per ridare centralità al sistema di sanità pubblica riconoscendone il valore sociale. Il SSN – che si basa sui principi fondamentali di universalità, uguaglianza ed equità – è un bene comune, non un privilegio di pochi cittadini. Le generazioni future meritano di ereditare un modello sanitario solido con adeguate risorse pubbliche da investire per la salute e il benessere delle persone senza ignorare che lo stato di salute e benessere di una popolazione condiziona la crescita del Pil.

Senza un SSN forte e resiliente si rischiano drammatiche conseguenze sanitarie, economiche e sociali. Con le inadeguate risorse messe a disposizione, si prospettano infiniti tempi di attesa, aumento della spesa privata, disuguaglianze di accesso, inaccesibilità alle innovazioni, migrazione sanitaria, rinuncia alle cure e riduzione dell'aspettativa di vita, l'alternativa al Ssn è una sanità basata sul libero mercato che, pur essendo efficiente, penalizza le fasce più deboli della popolazione perchè prevede costi più elevati per accedere alle cure o costose assicurazioni sanitarie.

Per rilanciare la sanità pubblica è fondamentale rinsaldare innanzitutto un rinnovato patto sociale e politico riconoscendo il SSN un pilastro fondamentale

Il fabbisogno sanitario nazionale in tredici anni, dal 2010 al 2023, è aumentato complessivamente di 23,3 miliardi di euro. Davanti a questa tendenza progressiva, risulta che tutti i Governi negli ultimi due decenni hanno tagliato le risorse e/o non hanno investito in sanità in maniera adeguata ai bisogni. La spesa sanitaria totale nel 2022 è stata di 171.867 milioni di euro, di cui 130.364 milioni di spesa pubblica. Pertanto solo il 21,4% è a carico delle famiglie con una forma di partecipazione. Soltanto il 6,8% del PIL è destinato alla spesa sanitaria pubblica, inferiore alla media OCSE e alla media europea (7,1%). Secondo i dati relativi al 2021, anche gli infermieri italiani che lavorano nelle strutture sanitarie del SSN sono ben al di sotto la media Ocse (6,2 contro 9,9 per mille abitanti), sono soltanto 298.597.

Seppure la Missione Salute del PNRR rappresenti una grande opportunità per potenziare il SSN, la sua attuazione deve essere sostenuta da decise azioni politiche. “Se da un lato non esiste un piano occulto di smantellamento e privatizzazione del Ssn, dall'altro manca un esplicito programma politico per il suo potenziamento”, Come si evince dal Documento di Economia e Finanza (Def 2023) in realtà non c'è nessun rilancio della sanità pubblica perché essa non rappresenta una priorità politica neppure per l'esecutivo attualmente al Governo.

Non c'è volontà di rilanciare nemmeno le politiche del capitale umano cercando risorse per abolire gradualmente il tetto di spesa per il personale sanitario e per approvare il decreto tariffe sulle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e di protesica”.

Inoltre leggendo le varie statistiche sembra l’Italia goda di  un buon numero  di Medici condotti in rapporto ai pazienti,  nella realtà che troppo spesso non viene rappresentata da un insieme di numeri, vediamo nei vari paesi un eclatante drammatica scarsità di medici di base, medici che nel giro di un paio di anni andranno quasi a dimezzarsi, con un danno irreparabile per i cittadini.

E’ indispensabile quindi che il SSN sia  immediatamente considerato il problema primario della nostra società, che si proceda senza indugio al finanziamento del Pubblico, che si ricrei una nuova valida motivazione e riconoscimento del personale sanitario, che cessi il ricorso di medici a “gettone” che percepiscono il triplo se non il quadruplo dei colleghi pubblici, che cessi inoltre questa colpevole occulta corsa verso il privato, che ad oggi come ampiamente dimostrato rincorre unicamente i guadagni a scapito della salute dei più deboli.

 

 

 
 
 

studio da incubo

Post n°1255 pubblicato il 22 Febbraio 2024 da acer.250

rivista vaccine

È stato pubblicato un nuovo, studio che conferma e aggrava il bilancio degli eventi avversi dovuti ai vaccini anti Covid. Stavolta la ricerca in peer reviewed è del Global vaccine data network, ed è uscita sulla rivista Vaccine, sostenuta dai Centers for disease control and prevention (Cdc) degli Stati Uniti. E cosa è emerso? Lo spiega Maddalena Loy su LaVerità: “Su un totale di più di 13 miliardi di dosi somministrate in tutto il mondo, è facile capire che anche una minima possibilità in più di eventi avversi gravi corrisponde a decine di milioni di vite, anche giovani, segnate per sempre”. Lo studio di coorte ha rilevato che i vaccini erano collegati a un leggero picco di condizioni mediche neurologiche, del sangue e cardiache

Tra queste, la sindrome di Guillain-Barré (Gbs), la mielite trasversa (Tm), la paralisi facciale di Bell, l’encefalomielite acuta disseminata (Adem), le convulsioni generiche (Gs) e febbrili (Fs), le trombosi cerebrali dei seni venosi (Cvst), la trombosi venosa splenica (Svt), l’embolia polmonare (Pe), la trombocitopenia e la trombocitopenia immunitaria (Itp), la miocardite e la pericardite. Lo studio, che è il più grande a livello globale sulla sicurezza dei vaccini mai realizzato fino ad oggi, visto che ha analizzato i dati di 99 milioni di persone vaccinate in otto Paesi, ha verificato se ci fossero incidenze più alte del previsto dopo la vaccinazione. E le ha trovate, confermando che i vaccini anti Covid hanno provocato diversi effetti collaterali. Non solo.

Lo studio ha rivelato anche che “l’incidenza è superiore rispetto alle attese registrate nei documenti ufficiali”. I ricercatori, ad esempio, hanno riscontrato un aumento statisticamente significativo dei casi di sindrome di Guillain-Barré entro 42 giorni da vaccinazione con Astrazeneca: l’azienda ne aveva previsti al massimo 66, ne sono stati invece osservati 190, correggendo la percentuale che avevano fornito dello 0,29% a 0,82%. Lo stesso vale per la trombosi cerebrale dei seni venosi (Cvst): riscontrati 69 eventi anziché i 21 previsti. E così via, con percentuali ritoccate tutte al rialzo, e non di poco, soprattutto per miocarditi e pericarditi, come stiamo vedendo, tristemente, anche in Italia.

 
 
 
 
 

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