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La saggezza e il futuro

Post n°259 pubblicato il 06 Maggio 2013 da adriana.meneguzzo
 
Tag: varie

"Non chiamare stolto nessuno tra noi, giacché in verità noi non siamo né saggi né stolti. Siamo verdi foglie sull'albero della vita e la vita stessa è al di là della saggezza e, certo, al di là della stoltezza" (Khalil Gibran).

Maturità, equilibrio interiore, saggezza...
Verso la fine della mia adolescenza sono stato proiettato nell'età adulta da un evento tragico e da allora mi domando continuamente quale sia il modo migliore per crescere ed affrontare il mondo... e dopo quasi 50 anni di vita sono purtroppo ancora lontano dalla risposta definitiva.

La maturità e la saggezza non derivano dall'età, prescindono da essa e inoltre dipendono fortemente dal contesto e dalle esperienze fatte: i nostri amici più giovani, i nostri figli (e questo lo sto vivendo intensamente) possono essere più maturi e saggi di noi in particolari situazioni, semplicemente perché le hanno già vissute, imparando così ad affrontarle.

L'uomo è un animale sociale ed il rapporto con gli altri è alla base stessa del senso della nostra esistenza: l'essere umano si sente realizzato quando, nel rispetto delle regole e delle leggi che si è imposto di rispettare (siano esse naturali, religiose o civili), diventa consapevole di avere un ruolo ben definito all'interno della società. Questo genera stimoli positivi, motivazione, autostima, equilibrio, serenità... in poche parole "maturità".
Come si diventa maturi? Sicuramente è necessario "vivere", passare attraverso esperienze diverse, sempre e comunque nel rispetto delle proprie convinzioni, fare i propri errori ed imparare da questi.

Una cosa che ho appreso nella mia vita è di non aver paura di sbagliare. Tutti abbiamo il diritto di sbagliare, senza temere il giudizio degli altri, ma traendone invece insegnamento ed indicazione per progredire.
Non c'è nulla di "sbagliato" nello sbagliare. Certo è fastidioso, a volte imbarazzante, ma tremendamente importante per la nostra crescita, per la nostra maturità, per arrivare infine alla nostra "saggezza".
E' però fondamentale usare l'errore e soprattutto il giudizio, le reazioni e le opinioni degli altri come strumento di crescita: ciò non è assolutamente facile, a volte ci imbarazza o anche ci ferisce, ma ci consente di modificare le nostre idee, di migliorare i nostri atteggiamenti, di imparare a gestire meglio le nostre reazioni e le nostre emozioni, di trasformare l'esperienza negativa in feedback positivo. Ma chi è l'uomo saggio? Io credo che si possa definire saggio chi ha imparato ad affrontare gli imprevisti, ad assorbire le frustrazioni e a metabolizzare le sofferenze che la vita ci assegna, mantenendo l'autocontrollo e recuperando velocemente il proprio equilibrio interiore. La saggezza può essere allora vista come la capacità di armonizzare (attenzione, non di reprimere!) i propri sentimenti e le proprie emozioni, di gestire energie fisiche e mentali e di ottimizzare il rapporto con gli altri.
Chi di noi (soprattutto le persone più emotive come me) non si è mai rammaricato per aver agito troppo impulsivamente o per essersi esageratamente innervosito? "Autocontrollo, chi era costui?"
Non sono certo la persona più competente in materia (sigh), ma penso che saggio sia colui che riesce, di volta in volta, con l'aiuto dell'esperienza e della logica, a misurare e tarare le proprie emozioni in base alla reale intensità dello stimolo ricevuto: quindi non sempre esternare violentemente ("esplodere") o reprimere internamente ("implodere"), ma trovare sempre la giusta via ed il giusto compromesso.

Ma com'è difficile!!! Il bambino che è in me lotta con l'uomo, la logica combatte con le emozioni... ma è poi così sbagliato restare un poco bambini?

"La saggezza non è più saggezza quando diviene troppo orgogliosa per piangere, troppo austera per ridere e troppo piena di sé per cercare altro che sé stessa" (Khalil Gibran).
Avevo bisogno di esternare le mie emozioni e sensazioni dopo una settimana veramente difficile e ho deciso di scrivere sul Blog, cercando di comunicare quello che mi passa per la testa in questa notte di fine inverno... un post "catartico", che sia l'inizio di una nuova serie?

 

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