«E venne il giorno in cui comparve il bianco
Fu più astuto e cattivo di ogni morte,
barattò il tuo oro con uno specchietto, una collana, ninnoli,
e corruppe con l'alcool i figli dei fratelli tuoi
e cacciò in prigione i tuoi bimbi.
Allora tuonò il tam-tam per i villaggi
e gli uomini seppero che salpava
una nave straniera per lidi lontani
là dove il cotone è un dio, e il dollaro è imperatore
RADIO DES MILLES COLLINES
Radio delle mille colline, che bel nome per una radio, vero? Molto meno bello però il modo in cui è stata ribattezzata: “La voce del diavolo” . Più brutto sì, ma purtroppo molto più vicino al vero, come altro potrebbe chiamarsi la radio che durante il genocidio in Ruanda continuava a istigare la popolazione Hutu all’omicidio, al massacro, a riempire di corpi gli scavi ancora non completamente pieni, e non si limitava a questo: trasmetteva elenchi dei nemici da sterminare, non solo Tutsi ma anche Hutu moderati, che rifiutandosi di partecipare alle stragi diventavano nemici da sterminare anche loro, segnalava i rifugi dove poterli scovare e uccidere. La radio del diavolo cominciò questa campagna di odio diversi mesi prima dell’inizio del genocidio. No!!! Non si è trattato di pura follia, ma di lucido, agghiacciante e premeditato piano di sterminio, uno dei tanti del secolo appena concluso.
Avevo inserito questo scritto nel blog di un'amica ma adesso mi è venuta voglia di averlo anche nel mio.
Si, perchè racconta un episodio per me importante e legato a mio figlio, quello di colore.
Le norme per l’adozione prevedono che all’arrivo in Italia il figlio venga considerato in affido preadottivo fino alla sentenza definitiva di adozione. Per tutto questo periodo (che nel mio caso è durato più di un anno) il bambino è a tutti gli effetti extracomunitario, con tanto di permesso di soggiorno da rinnovare ogni anno. Il primo rilascio è stato semplice perché è prevista una strada privilegiata per genitori adottivi. Il rinnovo invece mi ha offerto il “privilegio” di provare sulla mia pelle il trattamento al quale sono soggetti ogni giorno migliaia di uomini, donne e bambini stranieri. Quel giorno, dopo avere consegnato all’ingresso della questura il permesso di soggiorno in scadenza, mi “accomodo” in un cortile in attesa di essere chiamato. Passa quasi un’ ora. Mi viene il dubbio che, essendo il mio un caso particolare, forse non dovevo fare la fila con gli altri, forse c'era un'altra fila per i permessi per adozione. Cerco qualcuno che mi possa aiutare, macchè! Nessuno sportello informazioni. Un’impiegata gentilissima, unica nota positiva della mattinata, mi indirizza al piano superiore.
Salgo e mi ritrovo in una stanza in compagnia di una ventina di persone, tutte in attesa davanti ad una porta con su scritto in dieci lingue: VIETATO L’INGRESSO. Qui però di impiegati gentili neanche l’ombra. Sto per rinunciare quando vedo uscire dalla porta proibita una signora, provo ad avvicinarla rispettosamente dicendo “Buongiorno, mi scusi, …..” Vengo investito dalle alte urla della “signora”, che, dandomi del tu, mi grida:”Sto lavorando, non ho tempo da perdere, togliti dai piedi e aspetta il tuo turno in fila” Avrei voluto dirle “Ma in quale fila, è proprio questo che vorrei sapere”, ma la “signora” scappa via da una porticina e scende giù. Riesco soltanto a urlarle sporgendomi dalla tromba delle scale “Signora, visto che non ci conosciamo, diamoci pure del lei!!”. Assisto a decine di scene simili a danno di altri stranieri. Vedo cose che stringono il cuore. Un signorerimproverato e umiliato come un bambino davanti alla moglie e alle sue tre figlie da un impiegato che gli urla contro per non so quale gravissima mancanza. Un altro signore nigeriano che chiede disperato cosa deve fare col pezzo di carta che gli hanno dato. L’addetto allo sportello risponde “deve compilare il modulo”, il nigeriano lo guarda mostrando di non aver capito nulla, allora l’impiegato ripete la frase in “nigeriano”….”DE VI COM PI LA RE IL MO DU LO!!!” “Alè! Ora si che ha capito!!!” esclamo avvicinandomi per aiutare il malcapitato. Decido di rinunciare ad eventuali privilegi legati alla mia condizione di genitore adottivo, mi sento serbo, albanese, africano; torno giù in cortile, con tutti gli altri, sperando che, prima o poi, qualcuno mi chiami. Segue un’attesa che non so quantificare, durante la quale fraternizzo con i miei compagni di sventura. C’è pure una scenetta gustosa: un giovane simpatico si avvicina dicendomi: “io sono albanese, e tu?” “io siciliano”, e dopo qualche istante di perplessità, risponde quasi indignato: “ma…anche voi avete bisogno del permesso di soggiorno, adesso???”
Finalmenteun signore chiama me con altri 5 o 6 colleghi migranti, e ci “invita” con un grugnito ad aspettarlo allo sportello x . Adesso, l’impiegato, che ha in mano il permesso di soggiorno di mio figlio, lo sa che io sono italiano, genitore adottivo, e cambia tono diventando gentile, quasi ossequioso. Ma solo con me, i miei compagni stranieri continua a trattarli male, urlandogli di togliersi dalle scatole, di mettersi in fila e di allontanarsi dallo sportello.
Conclusione. Per carità, lavoro anch’io in un ufficio pubblico e capisco benissimo lo stress di chi tutti i giorni si trova alle prese con persone che non parlano la nostra lingua, so anche che non è colpa di nessuno se alcuni impiegati non hanno ricevuto una adeguata educazione da piccoli, o se non sono dotati di umanità e comprensione. Ma l’idea che ogni giorno centinaia di esseri umani vengano trattati come animali, che venga calpestata la loro dignità di uomini, che padri di famiglia vengano insultati davanti ai propri figli, è davvero insopportabile! E’ così difficile ad esempio istituire uno sportello di prima informazione, con su un bel cartello con scritto: “INFORMAZIONI”, in tante lingue, almeno in tutte quelle in cui era scritto VIETATO L’INGRESSO, davanti alla porta proibita. Non risolverebbe del tutto il problema, ma sicuramente servirebbe a rendere meno caotica l’attesa. Ecco, quella stanza, quel cortile, quell’ostilità diffusa che mi circondava, lo smarrimento ed il senso di impotenza che si leggeva negli occhi di tutta quella gente in attesa, qualcuno con neonati in braccio, senza un punto di riferimento, addirittura senza la certezza che l’attesa sarebbe servita a qualcosa, tutto questo credo che non lo dimenticherò mai, e mi torna in mente ogni volta che vedo un immigrato in altri contesti. Perché io, uscito da lì, son tornato ad essere italiano; loro le mancanze di rispetto e gli attentati alla propria dignità li devono fronteggiare anche nella vita di tutti i giorni, anche fuori dalla questura restano stranieri, stranieri per sempre
Ciao, leggendo il tuo racconto, capisco che non è cambiato molto negl'ultimi 12 anni, le stesse cose le ho viste, vissute in Questura a Treviso, circa 12 anni fa.
Facevo la volontaria in carcere. In quel periodo seguivo una ragazza Nigeriana, ogni volta che dovevo fare la "fila", x i vari documenti, mi vergognavo di essere italiana, provavo disagio, rabbia.
Buona giornata
Caro Conte lei sa bene che l'insulto allo sportello è poca cosa, "loro" sono abituati a ben altro che forse a noi sembra insostenibile ma che purtroppo, e lo sottolineo, a loro fa un baffo! Per questo e per mille altri motivi, ritengo che siano persone speciali, persone dalle quali c'è solo da imparare tanto.
Ma su questo ci sto lavorando...
Ps
Mi sono sbellicata alla traduzione dell'impiegato in "nigeriano"
Buona serata Conte
e poi si sbandiera ovunque la disponibilità alla integrazione dei popoli.. ma smettiamola una buona volta... siamo tutti razzisti.. negli anni 60 lo eravamo addiritura con i nostri connazionali e ora improvvisamente siamo aperti a tutti..
C'è necessità di educazione in questo senso.. tanta educazione ... speriamo che i nostri figli e i nostri nipoti riescano a capire che siamo tutti figli di Dio ..tutti uguali...
anna
Per abbattere il muro dell’indifferenza, dell’assuefazione, dell’inadeguatezza, del disorientamento, l’educazione è lo strumento privilegiato per una trasformazione reale, concreta di un mondo migliore.
L’educazione oggi è un’emergenza a livello mondiale ma è l’unica via per l’umanità, a partire dalla più fragile e indifesa. Questo compito interpella adulti e giovani perché educhiamo e ci educhiamo insieme. Eh…pare facile, a volte lo si pensa ma non lo si sa applicare.
C’è stato il sessantesimo anniversario della proclamazione dei diritti umani, ma in Italia quanti giovani conoscono la carta dei diritti universali? Solo il 3%! Eppure la carta dei diritti, è vero, sono delle norme astratte ma se provassimo a renderle uno stile di vita quotidiano allora potremmo imparare ad insegnare “concretamente” un’educazione alle future generazioni.
Il papa, nella giornata mondiale della gioventù, lanciò una domanda di sfida “cosa lascerete alla prossima generazione”?
Pensandoci bene…quale futuro stiamo preparando ai nostri figli? Quale base per una convivenza pacifica e costruttiva stiamo costruendo per loro?
Mi chiedo se sarà mai possibile poter ascoltare la voce del mondo che nessuno vuol sentire, ma per iniziare a farlo è opportuno imparare ad ascoltare la propria, solo la propria, senza colpevolizzare chi vuol essere cieco e sordo, senza generalizzare umiliando i principi di quei pochi che li portano avanti con dignità, ottimismo, caparbietà e soprattutto con concretezza. E’ questo che manca a mio parere…la concretezza.
Ma questo è un altro discorso.
Buona giornata
buonasera vossignoria, sono qua per per festeggiare con lei la vittoria del nostro barak obama...finalmente una svolta a livello mondiale, questo è un grido che s'è alzato dal basso è dice che è giunta l'ora di cambiare! bacio oliver^.^:)
ciao mama!
festeggiamo pure, cavolo! Certo, sarei stato ancora più contento se questa vittoria fosse arrivata contro Bush invece che contro McCain (secondo me di molto superiore rispetto al suo collega di partito).
Credo che il mondo si sarebbe risparmiato diversi mal di pancia.
va beh, chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato....ecc....
E adesso, che il nuovo corso inizi.
il conte
grazie, conte, per aver pubblicato questo bel post da me. Mi ha fatto piacere ospitarti :-) . America: certo che Mc Cain è meglio di Bush, ci vuole anche poco ad essere meglio di Bush, però forse avremmo avuto ancora i pescecani della finanza a dominare. Come qualcuno ha scritto da me, è ora che a governare l'economia sia quella reale, non quella finta di chi specula in Borsa e che ha rovinato non solo l'America. Ora tolgo il diturbo, non senza augurarti una buona notte :-))) Melisa
Ciao melisa, purtroppo temo che per cambiare il corso dell'economia non sarà sufficiente il cambio di presidente. Non credo che spariranno le speculazioni, i fondi di fondi, i debiti dei debiti e tutte queste trovate di finanza creativa che tante gioie ci hanno regalato in questi anni.
Io sono felicissimo che sia stato eletto Obama, ma adesso voglio aspettare di vederlo all'opera, non cadremo nell'errore di pensare "è nero, suo padre era africano, governerà bene" perchè questo sarebbe un preconcetto "antirazzista" ma che parte dagli stessi principi da cui muove il razzismo.
Saluti
Quel ch’è certo che siamo di fronte a un grande comunicatore, una leadership.
Obama ha saputo rivolgersi anche a chi ha paura dell’uomo nero, coinvolgendolo nella sua visione.
Indubbiamente è stata scritta una delle pagine più importanti della nostra storia.
Ora, saranno i fatti a mostrare la misura del suo valore.
Beh, grande comunicatore mi fa pensare a Berlusca!
Spero che non si limiti a questo, conto in un'attenzione più attenta all'ambiente che le cose vanno sempre peggio...cerchiamo di salvare la pellaccia!
Ciao Istrice!
E' sempre un piacere leggerti.
L'educazione, che tema sconfinato. Sembriamo non avere tempo per farlo, deleghiamo altre istituzioni, la tv o peggio internet.
Poi i nostri figli parlano male di cinesi o zingari, o ci dicono che hanno un compagno "abbronzato" :-) e ci meravigliamo!
I diritti, i diritti dell'umanità, i diritti degli uomini, di ogni singolo uomo, di ognuno di noi.
Penso al diritto alla felicità, mi piacerebbe un diritto alla gioia.....se ognungo di noi si ricordasse che ha il diritto a provare la gioia, si industrierebbe di più a raggiungerla, ad assicurarsi questo diritto. E chi è nella gioia non semina dolore.
Saluti gioiosi
Mi piace questo blog e sono contento di averlo trovato e di averti trovato.
Il razzismo vero l' ho sperimentato in Kenya, ed il più brutto, infido e strisciante...
Poi ti racconto, è inutile dilungarsi qui, ma forse mi hai dato l' idea per un post.
Grazie comunque.
G.
Grazie Vargen!
Sì! Raccontami del Kenia quando vuoi, qui o nel tuo bellissimo blog, e poi, mangia bevi dormi esisti.....e ogni tanto torna a trovarmi, un caro saluto!
Inviato da: ANTONY-GOLDMAN SACHS
il 04/03/2018 alle 21:56
Inviato da: diletta.castelli
il 23/10/2016 alle 12:17
Inviato da: conte.oliver1
il 03/04/2014 alle 23:05
Inviato da: flappy bird
il 21/03/2014 alle 21:52
Inviato da: conte.oliver1
il 02/04/2011 alle 19:58