Creato da giglio.alfredo il 31/03/2013
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RECENSIONE A CURA DI ALFREDO GIGLIO

Post n°46 pubblicato il 12 Aprile 2013 da giglio.alfredo
Foto di giglio.alfredo

IO DONNA

di Emanuela De Leva Vacca

 

Il libro di Emanuela De Leva Vacca è un’opera di breve respiro, che si legge senza interruzione alcuna, poiché la vicenda descritta ruota tutta attorno alle schermaglie fra due personaggi, che non vogliono rinunciare  assolutamente a perseguire i loro obiettivi: l’uno, bello come il sole, proteso alla conquista di lei, anonima e quasi insignificante, e, l’altra, chiusa come un riccio, nella speranza di salvarsi da quell’animale maschio e perfetto, che, invece, avrebbe voluto mordicchiare, fino a ridurlo secco come un torsolo. L’Autrice, che ha certamente dimestichezza con l’arte del narrare, ha pensato di scrivere Io,Donna, tutta all’insegna dell’auto-ironia, che diventa, a tratti, tanto tragicomica, che diverte ed appassiona il lettore, in modo assolutamente nuovo ed originale.

L’Autrice crea, con grande perizia e sensibilità letteraria, il personaggio di Gilda Varga, brava reporter, ma donna sfigata e un po’ bruttina, che si difende dal corteggiamento ostinato di un giovane bello, ricco, aitante ed intelligente, trincerandosi quanto più possibile, dietro una maschera di fortezza inespugnabile, disinteressata al fascino di un Apollo, solo perché si sente anonima e non degna di tanta fortuna. La storia diviene ancora più emozionante quando lei scopre di dovere intervistare un personaggio famoso, per ordine del suo capo, e questi è il professor Duprè, padre di Roberto, proprio il suo instancabile corteggiatore. Roberto, nonostante abbia subito l’infortunio ad un braccio e Gilda ad un piede, nella stessa sfortunata circostanza, non demorde e prosegue il suo cammino nella conquista di lei, passando dall’ironia pungente alla gentilezza più sottile, tanto che lei incomincia alla fine a dare qualche segno di cedimento.

L’arte della scrittrice sta nell’aver saputo fondere insieme due aspetti peculiari dell’opera: l’auto-ironia e la sapiente descrizione per immagini dei vari avvenimenti, che concorrono a rendere il suo stile molto originale. Il giudizio generale è molto positivo e l’opera va assolutamente gustata, perché diverte, emoziona e ha il sapore, se letta con attenzione, delle cose fresche e genuine,  perché rappresenta, nel panorama della narrativa, una vera novità.

 

 Alfredo  Giglio

 
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