L’orologio in fondo alla parete dell’ufficio segna le 22.34. Lo stabilimento e’ deserto a quell’ora della sera.I colleghi hanno terminato il lavoro da molto tempo, sono tornati a casa alla svelta visto che e’ martedi’ grasso e ad attenderli vi e’ una festa in maschera presso una discoteca della zona .Lui no, e’ rimasto seduto alla sua scrivania insensibile all’intenso sfinimento mentale che lo ha colto e ha continuato il proprio lavoro come un eroe di tempi lontani.
Apre la finestra alle sue spalle e un aria gelida lo avvolge per trascinarlo con se.
Un eroe nel vento…e la noia che scava dentro se
Eroe nel vento …solo noia che scava dentro me
Ha un progetto impegnativo da portare a termine e mancano pochi giorni alla scadenza dei termini di presentazione.E’ una gara contro il tempo…e’ una gara contro i colleghi per dimostrare tutto il suo valore…e’ una gara contro se stesso.
Non scherza assolutamente quando di fronte allo specchio del suo bagno sostiene che venderebbe l’anima a chiunque fosse in grado di fornirgli i mezzi per sbaragliare la concorrenza e aggiudicarsi la palma del migliore.
Da tempo ha bandito le relazioni e i sentimenti, trova che sottraggano tempo ed energie, trova che siano fuochi fatui che non lasciano traccia una volta passati.Si e’ cosi’ immerso nel lavoro con anima e corpo.
Non pensa realmente che l’unica cosa che veramente conti sia il successo, la realizzazione in campo professionale, quell'ebbrezza che come una droga, viene iniettata nelle membra e si diffonde, regalando sicurezza in se stessi e potere nei confronti degli altri ma lo lascia credere.
In fondo e’ piu’ semplice apparire come un arrogante arrivista piuttosto che ammettere la realta’. E’ piu’ facile indossare una camicia bianca e una cravatta azzurra sotto un abito firmato che togliersi dal volto la maschera che lo accompagna da ormai una vita e rivelare a tutti chi e’ in verita’.
Un eroe solitario che combatte contro i mulini a vento dell’esistenza.
Un eroe nel vento che sa solo fuggire…senza lasciare traccia di se.
Non ha voglia di rientrare a casa, finirebbe per illuminare tutte quelle stanze deserte, come se il chiarore assomigliasse a qualcuno che lo aspetta e cosi’ decide di recarsi a quella festa.
Appoggiato al muro in fondo alla sala sorseggia un negroni in compagnia della penombra.Usa quel cocktail come un colluttorio nel tentativo di togliersi il gusto amaro dell’esistenza dalla bocca e poter trovare un sorriso stentato da appiccicare con nastro adesivo sul suo viso.E intanto osserva…guarda centinaia di persone avvolte in maschere variopinte e spensierate che dimenticano per una sera quello che in realta’ sono e si abbandonano all’euforia del carnevale. Risate…urli…schiamazzi che mascherano il silenzio della vita.Nessuno sembra notare il carro allegorico su cui sta sfilando la signora solitudine…
Ha un vestito bellissimo di un azzurro intenso come il cielo.Tra le sue pieghe si annidano i ricordi del passato…sui suoi ricami sono appese istantanee del tempo che fu.
Vede un bambino che gioca con il mare…si riconosce e sorride
Osserva un ragazzo che scherza con la vita …si riconosce e sorride
Guarda un uomo che sopravvive e si trascina dietro la propria ombra…ma non si riconosce piu’
Ha un volto meraviglioso.Due occhi verdi che scintillano come smeraldi sotto una cascata di riccioli rossi.Due labbra socchiuse in un’espressione malinconica che chiedono di essere baciate.
I loro sguardi si incrociano fortuitamente e in un istante l’uomo sente un click dentro di se, come se qualcuno avvesse messo mano all’improvviso all’interrutore dell’anima.
Si avvicinano per ritrovarsi a ballare insieme al centro della pista.La musica delle loro parole li accompagna in volteggi leggiadri.Sembra che stiano fluttuando nell’aria come personaggi di altri tempi e in mezzo ad una folla mascherata si ritrovano a mostrarsi l’un l’altra per quello che in realta’ sono.
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il 21/12/2016 alle 12:02
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il 21/07/2016 alle 16:36
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