Credere ancora

Post N° 18

Io gongolo e ciondolo

e  leggo Neruda, ma

è la tua voce che dice e che narra.

ma sono dolcezze e

son tenerezze

quel che racconti

ed il desiderio piu’ pudico emerge

ed io lo trasformo

cogliendo il suo sguardo,

la ridente espressione che si fa desiderio

ed in me cresce qualcosa di strano

ti penso e ti guardo e

cogliendo il profumo di

aromi speziati che sanno d’oriente

li cerco e li trovo

in un corpo tremante

cui io mi chino a scoprir da vicino

cercando un contatto

che dia vibrazioni

le stesse che sento leggendo e ascoltando.

Dissetarmi in quell’Uomo a me sconosciuto

In quell’Uomo che sa di mistero

Ed è la magia della fantasia

Che rende lucente un amore assai strano.

La mano accarezza

Una chioma castana,

e vaga e poi vaga

a scoprir le cunette 

di fasci di muscoli inerti e assopiti;

leggere carezze

ed avvicino il mio volto

ed inebriata da essenze agrodolci

poso il mio bacio

sul collo adagiato

poi vago

e mi trovo

a baciare il tuo viso

e tu in quell’istante

ti desti e mi osservi

piegando le labbra

in un lento sorriso.

Ed ecco arrossisco

e l’imbarazzo

 mi coglie e ti coglie

restiamo in silenzio

in ipnosi a scrutarci.

chi siamo?

due corpi da adulti

due seni , un torace

foreste che celano

l’esser diversi

due corpi in cui vivono e pulsano

due ragazzini.

L’incanto sussulta e

Allegri ridiamo

 abbracciandoci forte

le labbra si uniscono con titubanza

ed avidità

l’abbraccio è l’arcano

di questi due cuori

che stretti l’un l’altro

avvolgono ed amano

quel che d’impalpabile

e magico esiste

tra loro bambini

ragazzi marziani.