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PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

San Giuseppe

San Giuseppe, mi consacro a te per essere per sempre tuo imitatore, tuo amabile figlio. Prendi possesso di me, fa’ del mio corpo e della mia anima ciò che faresti del tuo corpo e della tua anima, per la gloria di Gesù. Pure lui si è affidato a te così pienamente da lasciarsi portare là dove tu credevi opportuno, da stabilire te per suo padre e obbedirti come il più docile figlio. Sacro Cuore di Gesù, grazie di averci dato Giuseppe per padre e di averci donato tutto ciò che hai e tutto ciò che sei. Fa che ti restituisca amore per amore; te lo chiedo per intercessione e in nome di san Giuseppe. Amen.

 

Eucarestia

O Gesù, che ti fai alimento spirituale per noi nel Sacramento dell'Eucarestia, nutri le nostre anime e fa' che possiamo essere sempre migliori, giorno dopo giorno, nelle vie di Dio. Amen.

 

 
 
 

Ultimi Commenti

giuscip1946
giuscip1946 il 02/02/16 alle 01:21 via WEB
1 cor 13, 4/13 La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. ................................................... Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità. Parola di Dio. La carità non cerca il proprio tornaconto, ma quello del suo prossimo. Offre se stessa come un sacrificio vivo per costruire la Pace e mantenerla viva. Per la carità il prossimo è se stessa, per questo lo ama quanto se stessa. La carità non si adira e non tiene conto del male ricevuto, non ha bisogno di perdonare perchè non nutre rancore e non cova vendetta. La carità ama i suoi nemici quanto i suoi amici. La carità è magnanima, quando dimora nell'anima fa diventare grande l'anima. Solleva la persona da umana a divina, l'anima divina è piena di vita, è come una fontana che non smette mai di dare acqua per dare vita a tutti senza distinguere razza colore e religione. La carità è benevola, è indulgente, è amante e paciere, perdona, spera, riempie di speranza chi è caritatevole e quelli che la incontrano. La carità non è invidiosa di chi ha la grazia, la carità s'ingioisce quando incontra le persone graziate, la carità è pronta a far crescere la grazia in chi ce l'ha ed a donarla a chi non ce l'ha. La carità non si vanta e non si gonfia d'orgoglio, la carità è umile, mite, dolce e buona di cuore. La carità si non vanta e non si gonfia perché è Colui che è. La carità rispetta la volontà di tutti, rispetta anche chi sbaglia e spera nel suo cambiamento. La carità rispetta se stessa, ha il potere sulla sua volontà ed è libera di scrivere, cancellare e fare tutto il necessario per costruire la Pace nel mondo. La carità non gode dell'ingiustizia, la carità soffre quando vede l'ingiustizia e si rallegra quando trionfa la verità. La carità è giustizia fondata sulla misericordia. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta, la carità è lenta all'ira e ricca di grazia. La carità è paziente, è umile mite dolce e buona di cuore. Tutto sopporta e tutto spera. La carità è tenerezza per ogni creatura e speranza per chi cerca la speranza. La carità è l'amore nell'uomo, l'amore nell'uomo è il Signore Dio in persona. La carità è il Signore Dio nell'uomo. Così è la carità che noi molte volte confondiamo l'elemosina, così è l'uomo pieno di carità. Come possiamo sapere se noi abbiamo la carità? La carità è il modo in cui si manifesta l'amore, se non abbiamo l'amore la carità non può manifestarsi in noi. Diciamo questo per trovare il modo di scoprire se abbiamo la carità, la Sua assenza rende vana ogni nostra opera Infatti San Paolo sta dicendo: E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo, per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. Purtroppo c'è pericolo il pericolo che il serpente, per ingannarci e rendere vane le nostre opere, soffia nella nostra mente la convinzione che siamo a posto perchè ci diamo tanto da fare, ma ci impedisce di chiederci se operiamo con carità, per nostro onore e gloria o forse per non fermarci a riflettere. Il Signore con queste parole, tramite la bocca di San Paolo, sta suonando la tromba per chiamarci ad esaminare la nostra coscienza ed a scoprire chi siamo. Lui è la carità, la nostra carità.. Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Parola del Signore Dopo aver letto questi versetti, sorge spontanea una domanda: Il popolo che era nella sinagoga ha riconosciuto il Signore Gesù oppure no. Il dubbio nasce dal fatto che prima tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, ma successivamente, dopo aver ascoltato ciò che non faceva loro comodo, volevano buttarlo giù dal monte. Se non ci riuscirono è perché non era giunta la Sua ora e non avevano il potere su di Lui. Passare in mezzo a loro, che volevano farLo fuori, senza che nessuno lo notasse, è già un altro prodigio. Per rispondere alla domanda ci facciamo aiutare da San Paolo che dice: "Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito si conoscono e si amano anche se non si sono mai visti". Il popolo aveva visto che il Signore Gesù non era come gli altri e si era meravigliato che proprio il figlio di Giuseppe fosse dotato di così tanta sapienza e grazia. Per tutto questo Lo accolsero nella mente, negli occhi, nelle orecchie ecc.., ma il cuore non fu interessato neanche minimamente. Quelli che sono guidati dallo spirito non solo si conoscono e si riconoscono ma si accolgono e si amano. Umanamente LO hanno riconosciuto, ma quando le Sue parole ha fatto manifestare chi c'era in loro, hanno tentato di ucciderlo. Noi quando abbiamo conosciuto il Signore, come lo abbiamo accolto? Se lo abbiamo accolto con il cuore siamo pronti a mettere in pratica ogni Sua parola, altrimenti....... Grazie Signore Gesù.
 
ambretta2009
ambretta2009 il 28/01/16 alle 16:30 via WEB
Come commentare tanta bellezza e profondità di pensiero? Mi unisco con il cuore e con la mente a questa grande persona che ora ci guarda dal cielo. - "Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita!" Un caro saluto.
 
giuscip1946
giuscip1946 il 24/01/16 alle 18:03 via WEB
+ Dal Vangelo secondo Luca 1, 1/4 - 4, 14/21 Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’ io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Parola del Signore IL Signore Gesù sta dicendo che oggi si è compiuta questa lettura e che Lui è venuto a portare la buona novella. Noi stiamo leggendo questo brano da lunghi anni, ma in quale giorno la Sua venuta è per noi stata o sarà una buona novella? Sarà per noi una buona novella il giorno in cui, se non siamo santi, scopriremo di essere prigionieri, oppressi e senza grazia e, oltretutto, quando decideremo che, qualora non fossimo noi i poveri destinatari della buona novella perché siamo ricchi, molto ricchi dello spirito del mondo, vogliamo cambiare. La buona novella è per i poveri, ma, ai Suoi occhi di verità, i poveri non sono quelli che non hanno bisogno di fare la dichiarazione dei redditi perché non hanno nessun reddito e nessun capitale. Se cosi fosse, quei politici che paventano il reddito di cittadinanza sarebbero messaggeri di buona novella più del Signore Gesù! Se fosse venuto nel mondo solo per i poveri di ricchezze materiali, avrebbe trascurato quella parte di popolo ricco che, nella nostra area geografica in particolare, è formato da ricchi più numerosi dei poveri. Lui è venuto per portare la lieta novella ai poveri in spirito del mondo, a quelli che non sono attaccati alla materia sia nel caso che essi la posseggano sia nel caso che non la posseggano. Un uomo può essere pieno di cupidigia sia quando possiede beni sia quando non li possiede, così come può essere senza cupidigia sia chi possiede che chi non possiede beni materiali. I poveri di cui si parla sono questi ultimi. Se siamo ricchi dello Spirito del mondo non siamo destinatari della lieta novella, non per volontà del Signore Dio ma per nostra scelta. Il Signore Gesù sta dicendo di non buttare il tesoro davanti ai porci per farci comprendere che quando nel cuore dell'uomo c'è il mondo con le sue lusinghe e i suoi inganni che appartengono allo spirito del mondo, non c'è interesse per le cose di lassù. Bisogna quindi lasciare che i morti seppelliscano i loro morti. La buona novella è tale perché proclama la liberazione dei prigionieri. Gli israeliti credevano che fosse la fine della dominazione dei romani in Palestina, ma in verità la buona novella riguarda la liberazione dell'uomo dalla schiavitù del peccato, che impedisce all'uomo stesso di fare quello che vorrebbe e di non fare quello che non vorrebbe. Chi si rende conto di non poter fare quello che vuole e di essere costretto a fare quello che sente essere ripugnante, è l'uomo peccatore che ha scoperto che in lui dimora una forza satanica che lo fa peccare e lo rende schiavo contro la sua volontà. Questa forza è più forte di lui, ma vuole vincerla, e potrà farlo solo con l'aiuto del Signore Gesù che si sta dichiarando disponibile ad aiutarlo. L'uomo che cerca è colui del quale è detto: Chiunque mi cercherà mi troverà. La buona novella consiste anche nel ridare la vista ai ciechi, non come un centro oculistico che opera i malati di cataratta, ma per ridare la vista a chi pur vedendo non vede e pur sentendo non sente, a causa del peccato che ha operato questo affinché questi non si converta. Costoro non sanno dove sbagliano, ma sentono nel loro cuore che non hanno la vita e per questo il Signore Gesù sta venendo in loro soccorso. La buona novella rimette in libertà gli oppressi, cioè quelli che portano un peso superiore alle loro capacità e sono da esso schiacciati. Costoro sono quelli che hanno sempre confidato e sperato solo in loro stessi, ma nel loro cuore c'è sempre stato il desiderio che il Signore li aiutasse. Per questo il Signore interviene. Il Signore è anche venuto per proclamare l'anno di grazia, cioè l'anno del perdono e della misericordia, ma nessuno inganni se stesso pensando che il perdono e la misericordia siano elargiti a tutti incondizionatamente. Se fossero elargiti a tutti incondizionatamente, i comandamenti e tutta la Legge non avrebbero nessun valore. Infatti, umanamente, quanto vale una norma che non prevede la pena? Voi direte niente, ma io in verità vi dico che varrebbe meno di niente perché equivarrebbe a dire: Fate quello che volete perchè il "signore" che è misericordioso vi perdona in ogni caso, ma è giusto che non sia così! Il Signore che è venuto per portarci la buona novella, ha accettato la croce per mostrarci con la Sua resurrezione che ogni volta che rinunceremo alle cose di questo mondo materiale ci sarà restituito l'equivalente nello spirituale, 30/60/90 volte tanto, perché LUI ci ama. Se siamo interessati alla buona novella, anche noi non possiamo non amarLO. Se Lo ameremo avremo la vittoria che è la corona della vita già stata promessa ai combattenti che vinceranno il peccato. Grazie Signore Gesù
 
giuscip1946
giuscip1946 il 18/01/16 alle 14:38 via WEB
Dal vangelo secondo Giovanni 2, 1/12 In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Parola del Signore. L'Evangelista sta dicendo che questo fatto avvenuto a Cana di Galilea fu l'inizio dei segni compiuti dal Signore Gesù, il momento in cui cominciò a manifestare la Sua gloria e il momento in cui i discepoli credettero in Lui. Non è un caso che l'inizio della manifestazione della Sua gloria cominciasse in un matrimonio. Infatti il caso non esiste, non cade un capello dal nostro capo se non c'è la volontà del Signore Dio. La manifestazione della gloria del Signore Dio comincia in un matrimonio perchè matrimonio vuol dire unione indissolubile mediante donazione all'altra parte. Se l'uomo si unisce e si dona al Signore Dio in lui si manifesta la Sua gloria e l'alleanza sarà per l'eterno. La gloria del Signore Dio che si manifesta nel matrimonio/unione è l'amore. L'amore è vita e senso della vita e nello stesso tempo l'amore è il Signore Dio in persona che unisce, protegge e custodisce e oltretutto santifica. L'amore è unità, l'unità è il Signore Dio dell'amore in persona che è eterno, ma bisogna invitarlo per fare con Lui e davanti a lui l'alleanza divina umana. Nel matrimonio voluto dal Signore Dio, il peccato non ha nessun potere. Ora sorge spontanea una domanda: Come mai allora tanti matrimoni, in questo tempo in particolare, finiscono in discordie, separazioni e divorzi, pur avendo fatto alleanza con Lui tramite il sacramento? Che fine ha fatto l'amore con la sua unità e la sua durata che ha inizio e non ha fine? Non ha detto il Signore Gesù che l'uomo non deve separare ciò che il Signore Dio ha unito? Per rispondere a queste domande dobbiamo vedere innanzitutto quale fosse, nel momento della celebrazione, il fondamento del matrimonio finito male e la condizione spirituale degli sposi che arrivano alla separazione e/o al divorzio. Nessun matrimonio fondato sull'amore, secondo il Suo progetto, può finire in separazione o divorzio. Quando la catena che unisce gli sposi è l'AMORE, l'AMORE non finirà mai, non si stanca, non invecchia e oltretutto non va in ferie per permettere ciò che il mondo chiama "scappatella" ma che in verità si chiama tradimento/adulterio/peccato mortale. Nel cuore di ogni persona ci sono tante stanze. C'è la stanza per la mamma, per il papà, per l'amica, per l'amico, per la sorella, per il fratello, per la zia, per lo zio, per la moglie, per il marito ecc.... Il cuore è pieno e vive tranquillo e sereno quando tutte le stanze sono abitate da chi è atteso per abitarvi. Il nome di chi deve abitare le stanze del nostro cuore cambia ma non cambia la comune natura degli ospiti. La comune natura degli ospiti è l'AMORE sia quando esso è il marito, lo zio, la mamma, il papà ecc... Nel matrimonio fondato sull'amore - quello vero - gli sposi diventano vicendevolmente l'affetto di moglie, marito, amica, amico, mamma, papà, zia, zio ecc... secondo la necessità dell'altro. Questo è anche il matrimonio vissuto secondo la volontà del Signore Dio che fa incontrare e unisce gli sposi quando sono ancora puri. Il Signore Dio non progetta mai un matrimonio fra due persone aspettando che queste si sporchino per poi unirle e costruire con loro una famiglia unita nell'amore per un mondo migliore che viva nella vera Pace. Il matrimonio al quale si riferisce il Signore Gesù quando dice: L'uomo non divida ciò che il Signore Dio ha unito, riguarda il matrimonio benedetto dal Signore Dio in persona. Infatti non dice l'uomo non divida due persone sposate. Il perché lo vedremo più avanti. Purtroppo oltre ai matrimoni voluti dal Signore Dio ci sono anche quelli permessi dal Signore Dio e quelli fra persone che non hanno nessuna comunione con Lui. Possiamo anche chiamare questi ultimi due tipi di matrimoni: Matrimoni voluti dall'uomo e matrimoni voluti dal peccato. I matrimoni voluti dall'uomo non sono nel progetto divino. Per intenderci non assomigliamo al matrimonio fra Abramo e Sara. Quasi sempre nascono da due persone che s'incontrano, si piacciono, si desiderano fisicamente e chiamano amore questo loro desiderarsi, e, nei casi meno peggio, trovano una certa affinità mentale che completa e fortifica la loro unione ed alla, fine si sposano dando più rilievo alla cerimonia nuziale più che al sacramento. Non Invitano nè il Signore Gesù né la Sua/nostra Mamma Maria, anche se ne parlano. Così queste due persone vivono il loro matrimonio secondo il mondo. Per qualche tempo dimenticano che il loro "amore" è fondato sull'attrazione sessuale reciproca perché essa già appartiene a loro, ma se ne ricordano quando essa viene a mancare perché fa cessare l'"amore". In questo caso viene a mancare anche quella disponibilità reciproca generata dal soddisfacimento dei desideri carnali e cominciano le liti, le discordie ecc... . Questo è il momento in cui il maligno comincia a soffiare nella loro mente l'idea della separazione, del divorzio, dell'interesse per un'altra persona ecc.. Tutte vie che portano all'adulterio e quindi al peccato. In altre parole gli sposi arrivano ad un bivio: continuare o separarsi?. La via apparentemente più semplice è la separazione, ma, se entra un raggio di Luce e fanno un cammino spirituale, riescono salvare il matrimonio e oltretutto vengono benedetti dal Signore Dio che li guiderà, li proteggerà per salverà la loro unione diventata gradita a LUI. Il Signore Dio non distrugge mai, ma aggiusta ogni situazione se chiediamo la Sua mano e ci affidiamo a Lui. Il terzo tipo di matrimonio è quello voluto dal peccato, satana in persona, ed è quello in cui due persona si sposano solo per sesso o per obbligo pur di riparare situazioni imbarazzanti socialmente, come nel caso in cui lei fosse incinta. In questo tipo di matrimonio non manca solo la volontà del Signore Dio, ma anche quella di lui e lei, dico lui e lei perché non possiamo chiamarli sposi. La volontà di lui e lei non manca solo quando il matrimonio nasce da un obbligo, perché, nel matrimonio fondato sul sesso, manca anche quando sono entrambi a volerlo e si credono innamorati. In loro chi decide, chi vuole, chi desidera, chi dice che sono innamorati ecc.. è il desiderio sessuale, che è satana in persona, e non il loro cuore che soccombe al peccato. Anche in questo caso se cercano la mono del Signore le cose si possono aggiustare, ma sarà molto più difficile perché il peccato è quello che li guida. Altro punto da considerare è se il religioso ha la grazia per benedire gli sposi, perchè se questi è nel peccato, come spesso lo sentiamo dire, peggiora le cosa. Malachia dice che il Signore Dio cambierà in maledizione le benedizioni dei sacerdoti che vivono nel peccato, ma se invitiamo il Signore Gesù desiderando con tutto il cuore di averlo con noi e in noi, Lui esaudirà la nostra preghiera e ci aiuterà a vivere un matrimonio per costruire una famiglia unita nell'amore per un mondo migliore che viva nella vera Pace. Lui ha il potere di trasformare il male in bene, se confidiamo in Lui trasformeremo il nostro matrimonio voluto da chissà chi, in matrimonio voluto da Lui e a noi sarà detto: Non dividete ciò che io ho benedetto perché ne sono geloso. Ai Suoi occhi ciò che conta non è ciò che eravamo ma ciò che siamo nel momento che Lo incontriamo. Lui è misericordioso con chi riconosce le proprie colpe. Il Suo nome è misericordia, ma il Suo cognome è giustizia. Se diventiamo giusti secondo la Sua giustizia, con la Sua giustizia ci accoglie fra i giusti. altrimenti............ Grazie Signore Gesù.
 
giuscip1946
giuscip1946 il 10/01/16 alle 14:47 via WEB
+ Dal Vangelo secondo Luca. 3,15-16, 21-22 In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Parola del Signore. Il Signore Dio creò l'uomo a Sua immagine e somiglianza. Quando l'uomo perse questa immagine, il Signore Dio mandò il Suo Figlio prediletto, il Signore Gesù, sulla terra per restituirci la Sua immagine e somiglianza. Nel momento in cui creò l'uomo e gli diede la Sua immagine, gli diede il Suo Santo Spirito che l'uomo ha perso cominciando da Adamo ed Eva fino ad arrivare a noi. Il Signore Dio ci creò santi, puri e perfetti. La santità, la purezza e la perfezione sono sempre il Suo Santo Spirito in persona e noi le abbiamo perse senza che ne rendessimo conto. Quando creò l'uomo , mise in lui il Suo Santo Spirito perché quel corpo e quell'anima erano stati creati puri. La storia si ripete con il Signore Gesù, che fu creato anche Lui senza il peccato originale e quale dimora dello Spirito Santo, anzi Lui stesso è l'incarnazione dello Spirito Santo. Con il battesimo del Signore Gesù, che era già pieno di Spirito Santo, il Signore Dio ha voluto rivelarci che lo Spirito viene solo da Lui e che questa grazia viene data all'uomo se questi ritorna puro. Dove c'è purezza c'è lo Spirito Santo, anzi la purezza è già lo Spirito Santo nell'uomo. Man mano che l'uomo si purifica, si riempie di Spirito Santo. Lo Spirito Santo è Spirito di vita, se vogliamo la vita, quella vera, l'unica via è la nostra purificazione. Con la purificazione l'uomo rinuncia al mondo che ha lasciato incarnare in sé . La sua purificazione è già la presenza dello Spirito Santo. Possiamo allora dire che la purezza è vita. Ogni uomo nasce puro, ma quando il mondo entra in lui diventa impuro. Quando si purifica rinuncia al mondo e ottiene l'equivalente nel divino. Rinunciare al mondo vuol dire rinunciare ai desideri delle cose del mondo, per rinunciarci occorre un grande combattimento, perché pur volendo rinunciare, una forza negativa blocca la volontà. Noi chiamiamo peccato questa forza negativa, essa è uno spirito negativo - satana - che con il peccato si è impadronito della volontà dell'uomo. Un po' come il pescatore s'impadronisce del pesce se questo abbocca all'amo . L'amo non è il pescatore, ma è il gancio del pescatore che porta il pesce nella sua pentola. Così l'uomo pur volendosi purificare non ci riesce. Basta pensare a chi è caduto nella droga, nell'alcool, nel fumo, nel sesso ecc. Prima della caduta dell'uomo, il peccato non aveva potere sull'uomo stesso , perché questi era il tempio dello Spirito Santo. Con il peccato l'uomo ha perso lo Spirito Santo, perdendo lo Spirito Santo è diventato debole perché si è sottomesso ad esso sperando di trovare la vita. Cioè l'uomo ha perso la vita che veniva dallo Spirito Santo ed ha conquistato la morte chiamandola vita. Il Signore Gesù è venuto per restituire all'uomo lo Spirito di Vita a condizione che, con il Suo aiuto, l'uomo si penta, si purifichi e ritorni com'era quando ha ricevuto lo Spirito Santo la prima volta. Per questo è detto: Se non ritornerete puri come questi bambini non potrete entrare nel regno dei cieli. Il battesimo è il momento in cui la grazia ritorna nell'uomo, senza grazia l'uomo è morto, è senza vita, ma oltretutto il battesimo fa ritornare l'uomo figlio del Signore Dio. Se è figlio è anche erede e in quanto erede, riceve un pezzo di eredità quando si cresima, quando prende la comunione, quando si sposa ed anche quando muore. Fino a quando in noi vivono i desideri del mondo, non possiamo sentire i desideri delle cose del cielo né del cielo stesso. Se ci riusciamo, facciamo bene a soffocare i desideri del mondo, specialmente quelli della carne, ma la vittoria sarà nel momento in cui avremo cacciato dalla nostra anima e dal nostro corpo il "desideratore". Questo non possiamo farlo da soli perché, quando il mondo è entrato in noi, occorre una potenza celeste per cacciarlo. E' scritto: senza di me non potete fare niente. Siamo come una bottiglia dalla quale esce l'aria quando la riempiamo di acqua ed entra aria quando la svuotiamo. Se crediamo, lo Spirito Santo entra in noi e fa uscire il mondo che appartiene al maligno, così noi avremo di nuovo la vita. Questo è il battesimo in cui l'acqua indica che siamo stati lavati. In chi si lava ritorna il pulito, che in questo caso è la vita. Purtroppo molte volte siamo gelosi della nostra sporcizia perché essa ragiona in noi e non vuole la nostra purificazione. Peggio ancora sarà se crederemo che possiamo ricevere il Santo battesimo con il cuore impuro o se addirittura lo abbiamo ricevuto senza porci il problema di esserne degni. Il Battista, in Lc 3, chiama razza di vipere e figli del serpente chi, credendo di poter sfuggire all'ira Divina, ha ricevuto il battesimo senza essere pentito dei propri peccati. ll Signore ci ha dato se stesso per aiutarci a scoprire la nostra verità di peccatori e per poterci alla fine ribattezzare con il Suo Santo Spirito perché ci ama e vuole riportarci a casa dal Padre nostro come figlioli prodighi. Grazie Signore Gesù.l
 
francesconapoli_fn
francesconapoli_fn il 06/01/16 alle 12:34 via WEB
Buona giornata anche a te. Dio ti benedica. Ciao.
 
PAOLA11O
PAOLA11O il 06/01/16 alle 11:45 via WEB
Ciao, buona giornata e buona Epifania. Che la luce Divina risplenda e sia per noi guida essenziale nella nostra vita, un caro saluto, Paola. Un pensiero sulla festa odierna. Il Vangelo che oggi meditiamo è molto commovente, essa ci fornisce indicazioni molto importanti su Gesù, sua Madre Maria, l'adorazione di tre pagani arrivati dal lontano Oriente, la persecuzione presente fin dalla nascita di Gesù, la stella che guida i tre importanti personaggi. Per noi la Stella che ci conduce al porto sicuro, alla vera spiritualità, è Maria Sua e nostra madre, la Stella del nostro cammino spirituale. La prima considerazione viene guardando il Bambino, Dio in un Corpo umano, lo Spirito divino agisce adesso in un Uomo. Egli pur avendo un piccolo Corpo è in realtà l'Eterno; anche se non fa udire la voce e non parla è la Parola di Dio; anche se non cammina ancora è l'Essere infinito presente ovunque; pur non vedendo perché piccolissimo è dall'eternità Colui che tutto vede e tutto conosce. Il Bambino appena nato potrebbe già parlare correttamente l'ebraico e tutti i dialetti della regione, ma Dio volle sottomettersi e rispettare la naturale crescita fisica, senza anticipare i tempi. Quel visino sorridente e un po' sorpreso, era di Colui che aveva lasciato i Cieli per partecipare alla vita umana e riportare l'amicizia tra il Padre suo e l'umanità.
 
giuscip1946
giuscip1946 il 29/12/15 alle 13:25 via WEB
Dal Vangelo secondo Luca I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. Parola del Signore Questa lettura riguarda la famiglia, quella famiglia che noi chiamiamo Sacra. Per i cristiani la Sacra famiglia è l'esempio di famiglia alla quale si ispiriamo. E' un esempio e un punto di riferimento per chi vuol crescere nella fede camminando sulla via della santità alla quale tutti, nessuno escluso, siamo chiamati. Camminare sulla via della santità è la base per una famiglia che vuole assomigliare a quella sacra. Per costruire una famiglia che assomigli a quella sacra, diciamo assomigli, ma dovrebbe essere uguale, dobbiamo cominciare dalla purezza degli sposi. Il Signore Dio Onnipotente per costruire una famiglia a Lui gradita non ha scelto una ragazza che ha avuto tanti fidanzati combinando quello che le ragzze combinano, specialmente in questo tempo, ma ha scelto una ragazza Santa, Pura e Perfetta, una ragazza che non aveva conosciuto uomini. Tutte le ragazze prima di sporcarsi sono come Lei, ma quando cadono nel sesso, ciò che il mondo chiama "amore", perdono tutte le grazie. A fianco a questa ragazza Santa, Pura e Perfetta ha messo un uomo vedovo, ma giusto, più grande di Lei affinché l'amasse, la proteggesse umanamente e l'aiutasse per crescere un figlio, il Signore Gesù. Il Signore Dio con la Sua sapienza non ha scelto per il mondo un esempio di coppia impossibile da seguire, ma ha scelto un esempio di coppia o un esempio di famiglia che tutti possiamo seguire. Ora bisogna vedere fino a che punto siamo disposti a seguire questo esempio. Con la bocca siamo pronti a dire che questa coppia ha originato la sacra famiglia, ma se guardiamo in che misura la imitiamo scopriamo quanta fede abbiamo, quanto siamo cristiami e oltretutto in che misura stiamo vivedndo secondo giustizia e verità. Non possiamo chiamarci cristiani e fare il contrario di loro due e del loro Figlio il Signore Gesù. Vediamo ora quale frutto ha dato la purezza di Maria e quella di Giuseppe. Il frutto è che il Signore, per la loro purezza, li ha scelti per far incarnare il Suo Santo Spirito dando al mondo il Salvatore. Questa è per loro la più grande grazia, ma lo è anche per noi perché a motivo della loro purezza ci è stata data una Mamma e il Salvatore. Il mondo chiama amore il sesso, ma il Signore Dio, oltre a scegliere una ragazza pura, ha voluto che il Suo figlio fosse concepito senza contatto uomo/donna perché, anche se puri, nel contatto c'è sempre il pericolo che entri il peccato e tutto il progetto divino vada in rovina. Se il Signore Dio ha fatto questo, con quale coraggio gli uomini chiamano amore il sesso che è peccato mortale? Molte volte sentiamo dire che quando c'è l'amore non c'è il peccato, ma in verità quel genere di amore altro non è che una ubriacatura che porta a lecitare ed a giustificare il peccato. Giuseppe e Maria si amavano ma sono rimasti puri, non hanno preso a pretesto il loro amore per peccare, perché vivevano nella Luce divina insita nella purezza. In questo tempo separazioni e divorzi non mancano e, secondo un mio amico avv. matrimonialista e non solo secondo lui, la causa della rovina delle famiglie è quasi sempre il sesso. Se veramente il sesso fosse amore, non porterebbe alla sepazione perché amore vuol dire unità. Giuseppe e Maria, il nostro esempio di coppia, non si non separati e non hanno divorziato perché sono rimasti puri. Esattamente il contrario di quello che il mondo pensa. Possiamo allora dire che la purezza è unità e che il sesso è divisione, prima unisce per peccare ed alla fine divide per aprire la strada ad altri peccati. Frutto della purezza è il Signore Gesù, frutto del sesso sono quei ragazzi , in particolare di questo tempo, che sono ribelli violenti ecc... In ogni caso il Signore Dio conosce la durezza di cuore di noi uomini e per questo benedice chi si congiunge per avere un figlio sperando che questo figlio sarà la Sua immagine e somiglianza, ma tutto il resto non è a Lui gradito anche se fra sposati. Il Signore Dio è Amore e l'Amore è Unità, per questo non interviene per dividere ma interviene per aggiustare quelle coppie che sono unite dal peccato, a condizione che prendano l'impegno di cercare la purezza che li unirà per l'eterno. Questa sarà la loro gioia. La purezza è lo Spirito Santo nell'uomo che viene trasmesso ai figli nel momento del concepimento, ogni vaso dà quello che ha. Beati coloro che La sapranno conservare e beati coloro che, dopo averla perduta, s'impegneranno per recuperarLa. Il Signore è venuto per questo e questo è l'Amore, il Suo Amore per costruire insieme una famiglia unita nell'amore per un mondo migliore che viva nella vera Pace. Grazie Signore Gesù.
 
esternoluce
esternoluce il 29/12/15 alle 10:51 via WEB
bellissima pagina del Vangelo. ciao da

canon82

 
giuscip1946
giuscip1946 il 26/12/15 alle 00:34 via WEB
Dal vangelo secondo Giovanni [In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.] Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. [Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. ] Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. La scrittura ci parla della venuta del Signore e ci spiega chi è, perché è venuto e perché doveva venire. Se il mondo fosse stato un mondo di Santi, il Signore Dio non avrebbe mandato Suo Figlio sapendo che il mondo Lo avrebbe crocifisso. Noi consideriamo il Santo Natale la festa più grande dell'anno e proclamiamo la buona novella, che consiste nell'annunciare la Sua venuta. Perché questo fatto è una buona notizia? Oltretutto, veramente per noi è una buona notizia? Si è detto anche che è un grande regalo. A cosa ci serve questo grande regalo? Anni fa un certo Dottor Di Bella annunciò al mondo di aver trovato un farmaco molto semplice capace di curare i tumori. Lasciamo perdere se il farmaco avrebbe funzionato o no, ma proviamo a scoprire per chi questa scoperta era una buona novella. Ho posto a un gruppo di preghiera questa semplice domanda: Secondo voi chi gioisce per questa scoperta? Tutti hanno risposto: I malati di tumore, chi non è malato è poco interessato perché non ha bisogno della cura del dott. Di Bella. Purtroppo la risposta era sbagliata, perché non era vero che tutti i malati di tumore gioivano; gioivano solo i malati di tumore che credevano di essere malati. Per i malati che non credevano o non sapevano di essere malati la notizia era solo una cronaca di quei giorni. Per loro la nuova medicina non era una buona novella, ma in verità ne avevano molto bisogno, perché correvano verso la morte sicura, pur avendo il farmaco per curarsi. Se guardiamo quanti sono quelli che fanno festa perché è arrivato il salvatore, sembra che siamo in un momento in cui tutti credono di essere peccatori e vedono nella venuta del Signore la speranza del perdono. E' proprio così oppure il mondo fa festa perché è una tradizione, un'occasione per comprarsi l'abito nuovo, per gozzovigliare, fare un viaggio oppure fare un bel pranzo con amici e parenti, che è cosa non male, ma senza riflettere sul vero significato del Santo Natale? Purtroppo molte volte siamo convinti che il Signore abbia già preso su di Lui le nostre colpe e noi siamo già a posto e qualora non lo fossimo Lui è misericordioso e perdona tutto. Manca poco che non crediamo che possiamo fare quello che vogliamo, tanto Lui ci perdona. In verità vi dico che è vero che il Signore Gesù è amore, pace e misericordia, tenerezza e tutto il resto, ma è anche giustizia. E' buonissimo, misericordiosissimo e tenerissimo con chi crede di essere peccatore, ma è terribile con quelli che non credono di essere peccatori, ma lo sono. Con la Sua venuta ha mostrato solo l'aspetto misericordioso anche con quelli che Lo hanno crocifisso, ma ci ha avvisato che chi non crede sarà condannato. Nel condannare non sarà né misericordioso né tenero, sarà solo giusto e ognuno raccoglierà ciò che ha seminato. Esattamente sarà come diciamo nel credo: Verrà per giudicare vivi e morti e tutte le genti che non hanno creduto si batteranno il petto. Il Santo Natale è il tempo della venuta del salvatore, ma anche quello della venuta del giustiziere. Per noi il Santo Natale è la Venuta del salvatore o di colui che prima o poi ci giudicherà? Il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Il verbo è la parola, quando chi la porta , vive in prima persona i comandamenti che insegna, il verbo si fa carne perché la carne e la parola diventano una cosa sola. Diventano insieme un Santo Vangelo vivente. Questa è la vera differenza fra chi crede e vive la parola e quelli che appartengono al popolo che Lo adora con la bocca,ma il loro cuore è lontano da Lui. Invano Lo adorano. Noi a quale categoria apparteniamo? Quando mi trovo a parlare di questi argomenti, a volte trovo resistenza e mi accusano di essere colui che toglie la speranza, ma dopo esserci conosciuti un po' meglio ammettono che non tolgo la speranza, ma l'illusione e per questo mi ringraziano. La legge, i comandamenti, ci furono dati tramite Mosè. Mi crea sofferenza sentire Benigni quando spiega i comandamenti, che pur dicendo cose giuste, parla come colui che non ha timore del Signore Dio, Lo nomina come se fosse un suo pari e usa il tono di chi racconta fiabe. In ogni caso, se non siamo santi, noi abbiamo disobbedito ai comandamenti. Con il Santo Natale ci viene data la possibilità di avere la grazia del perdono e la luce per non continuare a sbagliare. Per questo l'Evangelista Giovanni sta anche dicendo che la grazia arriva a noi tramite il sacrificio del Signore Gesù. Questo è l'amore del Signore Dio e la buona novella. Grazie Signore Gesù.
 
 
 

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