Creato da anais148 il 18/04/2007

*Orizzonti*

...in continua definizione! Si parte sempre da dove si vuole arrivare...

 

 

"Certe vite passano...

Post n°1075 pubblicato il 31 Marzo 2011 da anais148

...leggere come le canzoni". È passato tanto tempo da quando non ci sei più, eppure il tuo ricordo è vivo più che mai. La tua presenza silenziosa, il tuo non lamentarti mai, nonostante la vita non ti avesse mai trattata bene, mi hanno insegnato presto che non c’è  giustizia a questo mondo. Te ne sei andata troppo presto, scegliendo il giorno di Pasqua, quasi volessi farci capire che per te la morte era stata una liberazione da tutte quelle pene, da tutto quel dolore. Ricordo tanti piccoli gesti che ti appartenevano e ti rendevano così unica e speciale...gli infiniti modi in cui sapevi far trasparire la tua dolcezza...il tuo riuscire con poco a rendere tutto più facile...è passato tanto tempo...ma io voglio credere che prima o poi ci sarà giustizia anche per te...

 
 
 

*

Post n°1074 pubblicato il 31 Marzo 2011 da anais148


Sapeva ascoltare, e sapeva leggere.
Non i libri, quelli sono buoni tutti,
sapev
a leggere la gente.

Baricco

 
 
 

*Io, Nemo non per scelta*

Post n°1073 pubblicato il 31 Marzo 2011 da anais148

Tempo fa avevo parlato della mia decisione di ritornare in piscina, dopo anni di tentativi, di corsi pagati a cui poi non sono mai andata...il tutto per una mia personale fobia di mettere la testa sott’acqua. Finalmente, a novembre, la decisione di affrontare questa paura...e devo dire che non è stato facile controllare i miei stati d’animo, imparare che è tutta una questione di concentrazione (più che un meccanismo naturale). I progressi non hanno tardato ad arrivare e, nonostante i miei tentativi di rallentare il ritmo, non appena si paventava l’idea di una “promozione”, lunedì scorso mi è stato bellamente annunciato che dalla prossima settimana farò lezione con i più “bravi”. La mia reazione alla notizia? Panico, paura di non essere all’altezza di una situazione che – allo stato attuale – mi sembra di gran lunga superiore alle mie possibilità. Ad aggravare maggiormente i miei dubbi l’aver visto ieri sera parte di una lezione di nuoto di bambini che avranno avuto si e no 7/8 anni: la loro velocità, l’eleganza nei vari stili mi hanno fatto capire che sono di gran lunga lontana dal loro livello. E quindi? E quindi si cerca di affrontare anche questa nuova sfida, sperando di non restare nel mezzo di una vasca per troppo tempo, di non sfigurare di fronte agli altri. Vero è che si stava meglio nella “vaschetta”...

 
 
 

*Vallanzasca - Gli angeli del male*

Post n°1072 pubblicato il 30 Marzo 2011 da anais148

1985. Renato Vallanzasca, 35 anni, è detenuto in isolamento nel carcere di Ariano Irpino. È lui stesso a raccontarci le sue prime imprese adolescenziali che gli frutteranno la prima reclusione nel carcere minorile. È l'inizio di una carriera che, con il supporto di alcuni amici d'infanzia, lo condurrà a divenire "il boss della Comasina". All'inizio degli Anni Settanta inizia ad insidiare il dominio, fino allora incontrastato di Francis Turatelo ma la rapina a un portavalori gli procura un arresto con conseguente evasione dopo quattro anni e mezzo. La battaglia con il clan Turatelo si fa sempre più dura così come sempre più sanguinose divengono le rapine ascritte alla Banda Vallanzasca. Vallanzasca sta scontando una condanna complessiva a quattro ergastoli e 260 anni di reclusione con l'accusa di sette omicidi di cui quattro direttamente compiuti, una settantina di rapine e quattro sequestri di persona nonché numerosi tentativi di evasione. È detenuto da 38 anni.
Michele Placido potrebbe diventare il Lizzani (quello migliore) dei nostri tempi se non si facesse prendere dal desiderio di applicare ogni volta chiavi di lettura e angolazioni 'originali' alle storie che intende trattare. Dopo averci raccontato il '68 dal punto di vista del giovane poliziotto che egli era in quell'epoca oggi afferma: "Non mi interessava entrare nel merito della vicenda. Quello che trovavo stimolante da un punto di vista artistico e creativo era entrare nella mente di un criminale per capire, con un approccio asettico e quasi entomologico lontano da qualsiasi giudizio morale, cosa si prova a stare in bilico fra la normalità e la devianza, a trovarsi al bivio fra il bene e il male e a scegliere deliberatamente il male". Il problema sta proprio qui. Non c'è nulla di più lontano dal Placido regista (ma anche dall'attore) della freddezza dell'entomologo. Il suo è un cinema che, quasi per inerzia, aderisce vigorosamente alle situazioni e ai personaggi che porta sullo schermo. Solo che qui, a differenza di quanto era riuscito con grande lucidità a fare in Romanzo Criminale, sta 'addosso' al suo protagonista mettendo quella Milano e quegli anni sullo sfondo.
Un film non può e non deve essere un saggio sociologico ma nella precedente occasione, forse perché sostenuto dall'acuto libro di De Cataldo, Placido ci aveva offerto non solo la storia di una banda ma il ritratto di un periodo buio della nostra storia. In Vallanzasca invece l'adesione al personaggio è, potremmo dire, totale grazie anche a una superlativa interpretazione di Kim Rossi Stuart (ma tutto il cast, a partire da Filippo Timi è all'altezza). Purtroppo l'asserita lontananza dai giudizi morali finisce con il trasformarsi nella descrizione delle imprese di un uomo consapevole del proprio fascino ma incapace di trovare un equilibrio tra le sue pulsioni in cui lo sguardo che si vorrebbe distaccato nei fatti non lo è e l'adrenalina che percorre le oltre due ore di proiezione ne fornisce un'ulteriore prova. Ma ciò che dimostra con grande precisione la non attuazione dell'asserito distacco è l'ultima scena. Che non vi riveliamo ma che fa da sensore dell'ottica in cui Placido, anche senza volerlo (vogliamo dargli credito), ha finito con il collocare il bel René. Un simpatico nemico pubblico.

 
 
 

*

Post n°1071 pubblicato il 29 Marzo 2011 da anais148


Io prendo delle decisioni.
Forse non sono perfette,
ma è meglio prendere decisioni imperfette
che essere alla continua ricerca di decisioni perfette
che non si troveranno mai.

[Charles De Gaulle]

 
 
 

*Notizie reali*

Post n°1070 pubblicato il 29 Marzo 2011 da anais148

Si sta per avvicinare uno dei momenti più importanti di quest’anno, che non è il mio compleanno come qualcuno potrà sospettare, ma bensì il matrimonio di William e Kate.
Partiamo da una premessa: io adoro i matrimoni reali e, quando ne ho avuto l’occasione, ho “assistito” a cotante celebrazioni, appuntando mentalmente i dettagli del vestito delle principesse (o future tali) e soffermando il mio occhio critico su tutti quegli aspetti  propri del matrimonio, compresa l’emozione degli sposi. Dopo un’attenta valutazione, perché in questi anni le Case Reali spagnola e svedese hanno fatto la loro discreta figura sull’argomento, sono giunta alla conclusione che questi matrimoni sono il modo che ha la monarchia di ravvivare il consenso popolare e di alzare i sempre incerti indici di popolarità. E quando qualcuno diventa popolare scatta automaticamente il “discorso gadget”...e su questo argomento c’è di che sbizzarrirsi...perché qualsiasi cosa, in vista di un matrimonio, può diventare un utile oggetto su cui appiccicare la foto dei futuri sposi. Ecco allora che, nel caso di William e Kate, posso dire che il requisito del kitsch è stato degnamente rispettato:  dai (a questo punto) banali gemelli, tazze e piattini, orologi e posacenere, si passa ad una serie di oggetti pressoché indimenticabili, come il set di bambole fatte a maglia rappresentative della famiglia reale, le ampolle per il sale, il freezer in cui la coppia abbracciata sorride, la scatola di profilattici, le bustine da tè, i sacchetti per il mal d’aria e le unghie finte con la coppia smaltata. Se vi state chiedendo perché mi interessa così tanto l’argomento “matrimonio William e Kate” è presto detto: non potendo essere lì per le strade di Londra a sventolare la bandierina inglese (perché giuro, fossi stata presente, io l’avrei fatto!), voglio assolutamente un gadget improbabile del matrimonio e spero tanto che qualcuno che al momento è a Londra (vedi alla voce “sorella di Ilaria”) soddisfi questo mio desiderio.

 
 
 

*

Post n°1069 pubblicato il 28 Marzo 2011 da anais148


Ho scoperto che quasi tutto ciò che è stato scritto sull'amore è vero.
Shakespeare ha detto:
"Il viaggio termina quando gli innamorati si incontrano".
Ah, che pensiero straordinario!
Io non ho mai sperimentato nulla di neanche vagamente simile a questo,
ma sono più che disposta a credere che a Shakespeare sia accaduto.
Credo di pensare all'amore più di quanto in realtà si dovrebbe;
resto sempre sbalordita dal potere assoluto che ha di alterare
e definire la nostra vita.
È stato sempre Shakespeare a scrivere
"L'amore è cieco".
Ecco, questo so che è vero.
Per alcuni, del tutto inesplicabilmente, l'amore svanisce.
Per altri, semplicemente l'amore è perduto.
Comunque l'amore può anche essere trovato,
magari solo per una notte.
E poi c'è un altro tipo di amore, il più crudele,
quello che quasi uccide le sue vittime,
si chiama amore non corrisposto.
Di quello, io sono un'esperta.
La maggior parte delle storie d'amore
è fra persone che si innamorano l'una dell'altra.
Ma il resto di noi?
Quali sono le nostre storie?
Quelle di noi che ci innamoriamo "da soli".
Noi siamo le vittime dell'amore unilaterale.
Noi siamo i disgraziati fra gli innamorati, i non amati,
i feriti in grado di camminare,
gli handicappati senza il parcheggio riservato.


L'AMORE NON VA IN VACANZA

 
 
 

*Io, intrusa per diletto*

Post n°1068 pubblicato il 28 Marzo 2011 da anais148

È bello ritornare a scrivere con ancora nel cuore le belle sensazioni del week-end appena trascorso. Un fine settimana diverso dal solito, che mi ha permesso di conoscere persone meravigliose con cui mi sono trovata a mio agio fin da subito, al di là di qualsiasi aspettativa (anche se in questo caso aspettative proprio non ce n’erano).
Il tutto è partito qualche mese fa, quando Ilaria mi ha fatto una proposta che è stata da subito una tentazione: un week-end a Firenze. È nota la mia passione per i viaggi e un fine-settimana a Firenze, da sempre, è in cima alla classifica delle “cose che ho sempre desiderato fare”...quindi perché non realizzare questo sogno?!?! L’occasione di questo viaggio era un blog raduno, esperienza che anche questa non avevo mai vissuto...quindi per la teoria (non mia) che “two gust is megl' che one”...perché non accettare?! 
E devo dire che questa scelta di andare (seppure potevo sembrare un’infiltrata...anche se, a dire il vero,io un blog ce l’ho!) è stata più che azzeccata: al di là di Firenze, che è stata una piacevole sorpresa (ora capisco perché viene definita un museo a cielo aperto), questi ultimi due giorni mi hanno permesso di conoscere persone meravigliose con personalità particolari e ben definite e quella sorta di cameratismo che da subito si è creato ci ha portato a voler (con somma gioia di Lisa) immortalare ogni singolo attimo, ogni singola situazione che si è creata.
Che cosa ricorderò di questo week-end? Di certo le risate, ma anche:

-  le innumerevoli foto chieste con nonchalance da Bambolina (che secondo me potrebbe seriamente pensare di fare la guida turistica come secondo lavoro...tanto è brava e preparata);

 il primato che mi è stato strappato da Mirtilla sul numero di foto fatte (a te va di diritto il titolo di Kaori della situazione);

la dolcezza, i capelli perfetti e la praticità di Simply, che ci ha evitato una “pettinata” fuori misura al ristorante, quando - per un gesto di solidarietà non richiesto - ci volevano far pagare anche il conto di qualche altro tavolo;

la simpatia e soprattutto le discussioni su Luciano con Lisa, che mi ha illuminato non poco e mi ha fatto sentire più normale nella mia sviscerata passione;

l’allegria di SoleLuna, che è troppo uguale a Giorgia, la cantante, anche se non ha voluto farmi sentire come sta messa ad intonazione;

le battute di BlueMonet e la mancanza di una teoria di Lonely_Mark, a gran voce richiesta, ma che si è fatta attendere;

la visita agli Uffizi, all’Accademia e a Palazzo Pitti con la Princy, che è stata l’ulteriore conferma che per noi il tempo indicato per visitare un museo è un concetto del tutto relativo.

Ma, al di là di tutto, mi preme, aprire una parentesi sugli “special thanks” che vanno di diritto:

-  alla commessa di KIKO che, consigliandomi un correttore, mi ha fatto notare che, con addosso uno dei due, mi si vedevano meno le rughe (e questa è stata una vera batosta da cui non mi sono ancora ripresa!);

alla statua AMORE IN AGGUATO che mi ha illuminato, come pure il RITRATTO DEL NANO MORGANTE del Bronzino;

alla bellezza di Firenze, con la promessa che ritornerò presto sul “luogo del delitto” per vedere ciò che non ho avuto tempo di visitare (vedi GIARDINO DEI BOBOLI e MUSEO VASARIANO);

a tutti coloro che erano lì come me, che non mi hanno mai fatto sentire “in più” e che mi hanno fatto desiderare, appena salita in treno, un altro blog raduno a cui partecipare.

Un po’ di malinconia oggi c’è, ma solo perché tante sono state le belle emozioni provate...ed ora, non ci resta che condividere le foto!

 
 
 

*Riprendere le fila del discorso*

Post n°1067 pubblicato il 21 Marzo 2011 da anais148

 
 
 

*Primavera in anticipo?*

Post n°1066 pubblicato il 16 Marzo 2011 da anais148

 
 
 

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E adesso che sei
dovunque sei,
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il mio pensiero.
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