Creato da anais148 il 18/04/2007

*Orizzonti*

...in continua definizione! Si parte sempre da dove si vuole arrivare...

 

 

[dal Web]

Post n°1065 pubblicato il 30 Novembre 2010 da anais148

Se sei disposto a dimenticare ciò che hai fatto per gli altri
e a ricordare ciò c
he gli altri hanno fatto per te.

Se sei pronto a non tener conto di ciò che la vita ti deve,
ma a prendere nota di ciò che tu devi alla vita.

Ma soprattutto,
se riesci a capire che tu sei negli altri
e gli altri sono in te
e che la cosa più importante della vita
non è ciò che riuscirai a prendere da essa,
ma ciò che riuscirai a darle....

allora avrai imparato a vivere.

Il valore della vita non sta in ciò che fai,
ma in ciò che riesci ad amare di ciò che fai;
puoi fare tante cose,
ma se non riesci ad amarle,
il tuo fare non serve a nulla,
e la tua vita non vale nulla.

Il valore della tua vita non sta in ciò che hai,
ma in ciò che sei,
perché in realtà nessuno non ha niente.
L'unica cosa che si può avere è se stessi,
se hai te stesso, hai tutto il mondo
e la tua vita vale più del mondo.

Il valore della tua vita non sta in ciò che pensi:
puoi pensare tutto il bene del mondo,
ma se non ti adoperi per farne almeno un po'
è come se pensassi il male,
e la tua vita non vale nulla.

Il valore della tua vita si misurerà
quando starai per perderla;
se lascerai il mondo un pochino migliore di come l'hai trovato...
allora sarà grande.

Sai vivere quando,
pur vivendo in questo mondo complicato,
resti semplice,
pur vivendo in questo mondo ingiusto,
resti giusto,
pur vivendo in questo mondo disonesto,
resti onesto,
pur vivendo in questo mondo falso,
resti autentico,
pur vivendo in questo mondo sporco,
 resti pulito.

Ma soprattutto,
sai vivere quando
pur vivendo in questo mondo con poco amore,
riesci ad amare
ma ancor di più sai vivere se,
nonostante tutto,
amerai lo stesso questo mondo.

[Omar Falworth]

 
 
 

*La passione*

Post n°1064 pubblicato il 17 Novembre 2010 da anais148

Gianni Dubois è un regista in là con l'età e con la creatività. Sono cinque anni che non gira un film e, messo sotto pressione dal produttore, deve farsi venire un'idea brillante che accontenti una capricciosa diva televisiva ingaggiata per l'occasione. Quando un guaio nella sua casa in Toscana lo costringe ad abbandonare Roma per un paio di giorni, troverà il modo per rivestire i panni da regista per una Sacra Rappresentazione recitata dagli abitanti del paese. Con l'aiuto di un ex galeotto e una sorridente barista polacca, riuscirà a ritrovare la forza per una necessaria svolta umana.
I segreti della gente comune sono da sempre l'oggetto d'indagine del cinema di Mazzacurati
. Dopo aver affrontato con serietà il dramma di un omicidio con La giusta distanza riprende in mano le corde della commedia. Il soggetto non spicca per originalità; la storia di un artista in crisi creativa che, di fronte alle avversità, non riesce a trovare una soluzione è un tema molto sfruttato da letteratura e cinema. Qui però abbiamo il contesto italiano a fare la differenza. I potenti del film (il produttore, il sindaco e il geometra) sono insensibili sfruttatori che, di fronte alla debolezza di Dubois, rimangono indifferenti. Da un lato i perdenti, dall'altro quelli che fanno finta di essere vincenti. In mezzo tutti i problemi di un'Italia alla deriva, dove i sogni fanno fatica a sopravvivere e le frustrazioni covano il seme di un'arroganza schiacciante e deleteria. La provincia, così cara al regista, è qui il luogo dove il cinema degli intellettuali è guardato di sbieco e con timore. L'ironia inconsapevole dei personaggi di contorno, dall'ex carcerato Giuseppe Battiston al meteorologo con smanie d'attore Corrado Guzzanti, riporta l'attenzione, di tanto in tanto, sulle contraddizioni del paese in cui viviamo. Esce un'immagine di desolazione e impotenza, dove anche la Passione di Cristo, nella sua dimensione più umana, fatica a realizzarsi.
La speranza sembra lasciata in un angolo. Ma quando, durante la recita paesana, un giovane urla sprezzante contro chi deride le debolezze degli altri, ci sembra di poter vedere una piccola luce per il futuro. Il grido ribelle di chi riconosce l'ingiustizia e non vuole tacere riporta tutto ad un senso di rettitudine ammirevole di cui il nostro paese avrebbe tanto bisogno.

 
 
 

*Buonanotte all'Italia*

Post n°1063 pubblicato il 16 Novembre 2010 da anais148

 
 
 

*Riflessioni di un lunedģ di novembre*

Post n°1062 pubblicato il 15 Novembre 2010 da anais148

Alla fine arrivo sempre alla stessa conclusione: il problema me lo creo solo io. Da che sono al mondo, ho sempre cercato di salvaguardare le mie amicizie, cercando di mettere alla base di tutto l’onestà e il rispetto. Noto però che questa mia abitudine non è condivisa dai più e questo mi porta ad una serie di pensieri negativi che stanno iniziando a farmi perdere fiducia nelle persone e nel loro modo di essermi amiche. Perché proprio non lo capisco come una persona possa considerarti sua amica in un dato momento e far fatica a salutarti dopo poco, senza reali motivi. Questa indifferenza mi fa dubitare e allo stesso tempo mi delude, mi fa capire quanto oramai si possa essere considerati di o fuori moda. E, in virtù di questo essere per alcuni un’amica di serie B, mi sorprendono certi inviti che, dopo un ostinato periodo di ostentata indifferenza, paiono più occasioni per far numero piuttosto che esperienze da condividere.

 
 
 

*Domenica*

Post n°1061 pubblicato il 14 Novembre 2010 da anais148

"Ci sono uomini che usano le parole all'unico scopo
di nascondere i loro pensieri"

[Voltaire]

 
 
 

*Quanto vale una vita umana?*

Post n°1060 pubblicato il 13 Novembre 2010 da anais148

 

Vale il posto in fila per un biglietto?

Vale la vita di una cane accidentalmente investito?


C'è da aver paura di questo mondo... 

 
 
 

*Delitti senza castigo*

Post n°1059 pubblicato il 13 Novembre 2010 da anais148

Giorno dopo giorno, la verità comincia a prendere forma nell’aria confusa dai continui colpi di scena, che da troppo tempo alimentano il “delitto di Avetrana”. Una vicenda dai contorni torbidi, che vede nei protagonisti una continua ricerca delle luci della ribalta, che li porta a svelare quanto basta per salvaguardare l’attenzione dell’opinione pubblica. In principio la misteriosa scomparsa di una quindicenne ha permesso ai più di scoprire le contraddizioni tipiche di quell’età, insinuando un allontanamento volontario della ragazzina. Ed ecco allora appelli, ricordi, piagnistei che confondevano le poche certezze del caso, fino al ritrovamento del cellulare e la successiva scoperta di un Orco che forse proprio Orco non era; fino al coinvolgimento della figlia più piccola, Sabrina, da sempre etichettata come migliore amica della vittima...e la sensazione di essere stati ingannati da quella famiglia che per giorni ha visto nel meccanismo televisivo il mezzo per ribadire l’affetto per Sarah. Probabilmente di questa vicenda, dalle quotidiane “rivelazioni clamorose”, ciò che rimane è la sensazione che il macabro omicidio di una ragazzina sia passato in secondo piano rispetto al morboso bisogno di nuovi dettagli, rispetto alla preoccupazione di Michele e Sabrina, padre e figlia che da settimane si contendono lo scettro della colpa, di sapere cosa l’opinione pubblica pensa di loro. E la solita amarezza nello constatare quanto poco valga una vita umana.       

 
 
 

*Son stati giorni che han lasciato il segno*

Post n°1058 pubblicato il 13 Novembre 2010 da anais148

È un periodo in cui mi va di stare molto per conto mio, in cui tutto sembra andare ad una velocità che non riesco a capire, in cui i giorni passano senza che io senta di aver fatto concretamente il mio dovere, in cui i “vorrei” si affiancano sempre più spesso ai “dovrei”. Non so cosa mi succeda, non so perché non riesca a sentirmi a mio agio, ma so che certe parole possono fare male e rimango sempre stupita da come le persone non se ne rendano conto. Mi è sempre stato rimproverato di essere troppo diretta...forse è così, forse la verità è un’altra. Il voler metter in chiaro da subito le cose, però, non dà luogo a tutti i fraintendimenti che normalmente succedono dando per scontato ciò che in realtà scontato poi non è. Ma forse è più giusto criticare ciò che ci dà fastidio, piuttosto che comprenderlo. Cercare di andare al di là delle etichette che ognuno dà agli altri è un’impresa che pochi sono disposti a compiere, ma che soprattutto si rendono conto di dover fare.

 
 
 

*Consigli dalle stelle*

Post n°1057 pubblicato il 12 Novembre 2010 da anais148

Nel posto dove vivo, il 35 per cento degli studenti delle scuole superiori ammette (o si vanta) di aver sperimentato il binge drinking, che consiste nel tracannare almeno cinque bevande alcoliche nel giro di due ore. Secondo la mia lettura dei presagi astrali, l’adolescente che è in te presto vorrà provare lo stesso tipo di abbandono totale. Ma vorrei convincerlo a non farlo. Capisco il bisogno di sfuggire agli effetti intorpidenti della routine quotidiana, ma chiedo all’adulto che è in te di intervenire con autorità. Cerca la liberazione in modo più costruttivo.

 
 
 

*Maschi contro femmine*

Post n°1056 pubblicato il 11 Novembre 2010 da anais148

Walter e Monica sono alle prese con il primo figlio e non fanno l'amore da quasi un anno. Anche se gli amici lo spingono alla soddisfazione degli istinti, Walter è un marito fedele, ma non abbastanza per resistere alle avances della bionda pallavolista Eva. Intanto, i vicini di casa Chiara e Diego non perdono un'occasione per insultarsi a vicenda, lui playboy senza scrupoli e lei infermiera solitaria, dedita fino in fondo alla causa ambientalista. Ma destino vuole che, in seguito a un fortuito incontro ravvicinato, Diego sprofondi in uno stato d'impotenza psicosomatica. Marta e Andrea, invece, sono due studenti universitari che condividono un appartamento e una ragazza, tanto carina quanto sessualmente confusa, proprio nel momento in cui la madre di Andrea sta attraversando una disastrosa crisi di mezza età.
Maschi contro Femmine è la prima tavola di un dittico che prevede la controparte, Femmine contro Maschi, ma conta già un biliardo di prequel e un numero potenzialmente infinito di sequel, nelle rubriche brillanti dei giornali, negli show dei comici televisivi, in ogni puntata di un telefilm prima ancora che sul grande schermo: al centro, infatti, sono i piccoli grandi pasticci della vita, della quale nessuno possiede le istruzioni per l'uso.
Scritto dal re Mida del botteghino Fausto Brizzi, con la complicità dei soliti noti Bruno e Martani e la partecipazione inedita di Pulsatilla, ex blogger ora passata all'editoria dei grandi numeri, il film vive della simpatia degli interpreti, ognuno dei quali si porta dietro una personalità riconoscibile, già costruita nelle precedenti apparizioni cinetelevisive, anche quando viene utilizzato in chiave (solo) apparentemente insolita, com'è il caso di Alessandro Preziosi. Per questo, perché è scritto su misura per degli attori tanto bravi e immediatamente comprensibili, il successo del film in patria è certo almeno quanto una sua fortunatissima esportazione è improbabile, difficile, nonostante si disserti dei più comuni avvenimenti dell'esistere in coppia, in famiglia e in società (e allora anche il “nonostante” vacilla, a ben pensarci).
Stilisticamente, il film pare non curarsi di confezionare la struttura a incastro perfetto di Ex (anche se occorrerà attendere la pellicola gemella per accertarlo), di certo si libera del suo abito educato e dà via libera alla comicità dei doppi sensi a oltranza, che ci ricordano la lunga carriera di Brizzi e soci come sceneggiatori di Neri Parenti
. Anche quando fa sfoggio di grandi capitali ed elaborati effetti di postproduzione, nelle scene ambientate al Polo Sud e girate al largo di Ancona, la sua impostazione resta fortemente teatrale, basata sulla matematica dell'effetto comico e meno interessata a quello cinematografico.

 
 
 

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E adesso che sei
dovunque sei,
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il mio pensiero.
Chissą se ne ridi
o se ti fa piacere.
E adesso che sei
dovunque sei,
ridammelo indietro
il mio pensiero.
Deve esserci un modo
per lasciarmi andare.
  

 

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