*Orizzonti*
...in continua definizione! Si parte sempre da dove si vuole arrivare...
Post n°1065 pubblicato il 30 Novembre 2010 da anais148
Se sei disposto a dimenticare ciò che hai fatto per gli altri [Omar Falworth] |
Post n°1064 pubblicato il 17 Novembre 2010 da anais148
Gianni Dubois è un regista in là con l'età e con la creatività. Sono cinque anni che non gira un film e, messo sotto pressione dal produttore, deve farsi venire un'idea brillante che accontenti una capricciosa diva televisiva ingaggiata per l'occasione. Quando un guaio nella sua casa in Toscana lo costringe ad abbandonare Roma per un paio di giorni, troverà il modo per rivestire i panni da regista per una Sacra Rappresentazione recitata dagli abitanti del paese. Con l'aiuto di un ex galeotto e una sorridente barista polacca, riuscirà a ritrovare la forza per una necessaria svolta umana. |
Post n°1063 pubblicato il 16 Novembre 2010 da anais148
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Post n°1062 pubblicato il 15 Novembre 2010 da anais148
Alla fine arrivo sempre alla stessa conclusione: il problema me lo creo solo io. Da che sono al mondo, ho sempre cercato di salvaguardare le mie amicizie, cercando di mettere alla base di tutto l’onestà e il rispetto. Noto però che questa mia abitudine non è condivisa dai più e questo mi porta ad una serie di pensieri negativi che stanno iniziando a farmi perdere fiducia nelle persone e nel loro modo di essermi amiche. Perché proprio non lo capisco come una persona possa considerarti sua amica in un dato momento e far fatica a salutarti dopo poco, senza reali motivi. Questa indifferenza mi fa dubitare e allo stesso tempo mi delude, mi fa capire quanto oramai si possa essere considerati di o fuori moda. E, in virtù di questo essere per alcuni un’amica di serie B, mi sorprendono certi inviti che, dopo un ostinato periodo di ostentata indifferenza, paiono più occasioni per far numero piuttosto che esperienze da condividere. |
Post n°1061 pubblicato il 14 Novembre 2010 da anais148
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Post n°1060 pubblicato il 13 Novembre 2010 da anais148
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Post n°1059 pubblicato il 13 Novembre 2010 da anais148
Giorno dopo giorno, la verità comincia a prendere forma nell’aria confusa dai continui colpi di scena, che da troppo tempo alimentano il “delitto di Avetrana”. Una vicenda dai contorni torbidi, che vede nei protagonisti una continua ricerca delle luci della ribalta, che li porta a svelare quanto basta per salvaguardare l’attenzione dell’opinione pubblica. In principio la misteriosa scomparsa di una quindicenne ha permesso ai più di scoprire le contraddizioni tipiche di quell’età, insinuando un allontanamento volontario della ragazzina. Ed ecco allora appelli, ricordi, piagnistei che confondevano le poche certezze del caso, fino al ritrovamento del cellulare e la successiva scoperta di un Orco che forse proprio Orco non era; fino al coinvolgimento della figlia più piccola, Sabrina, da sempre etichettata come migliore amica della vittima...e la sensazione di essere stati ingannati da quella famiglia che per giorni ha visto nel meccanismo televisivo il mezzo per ribadire l’affetto per Sarah. Probabilmente di questa vicenda, dalle quotidiane “rivelazioni clamorose”, ciò che rimane è la sensazione che il macabro omicidio di una ragazzina sia passato in secondo piano rispetto al morboso bisogno di nuovi dettagli, rispetto alla preoccupazione di Michele e Sabrina, padre e figlia che da settimane si contendono lo scettro della colpa, di sapere cosa l’opinione pubblica pensa di loro. E la solita amarezza nello constatare quanto poco valga una vita umana. |
Post n°1058 pubblicato il 13 Novembre 2010 da anais148
È un periodo in cui mi va di stare molto per conto mio, in cui tutto sembra andare ad una velocità che non riesco a capire, in cui i giorni passano senza che io senta di aver fatto concretamente il mio dovere, in cui i “vorrei” si affiancano sempre più spesso ai “dovrei”. Non so cosa mi succeda, non so perché non riesca a sentirmi a mio agio, ma so che certe parole possono fare male e rimango sempre stupita da come le persone non se ne rendano conto. Mi è sempre stato rimproverato di essere troppo diretta...forse è così, forse la verità è un’altra. Il voler metter in chiaro da subito le cose, però, non dà luogo a tutti i fraintendimenti che normalmente succedono dando per scontato ciò che in realtà scontato poi non è. Ma forse è più giusto criticare ciò che ci dà fastidio, piuttosto che comprenderlo. Cercare di andare al di là delle etichette che ognuno dà agli altri è un’impresa che pochi sono disposti a compiere, ma che soprattutto si rendono conto di dover fare. |
Post n°1057 pubblicato il 12 Novembre 2010 da anais148
Nel posto dove vivo, il 35 per cento degli studenti delle scuole superiori ammette (o si vanta) di aver sperimentato il binge drinking, che consiste nel tracannare almeno cinque bevande alcoliche nel giro di due ore. Secondo la mia lettura dei presagi astrali, l’adolescente che è in te presto vorrà provare lo stesso tipo di abbandono totale. Ma vorrei convincerlo a non farlo. Capisco il bisogno di sfuggire agli effetti intorpidenti della routine quotidiana, ma chiedo all’adulto che è in te di intervenire con autorità. Cerca la liberazione in modo più costruttivo. |
Post n°1056 pubblicato il 11 Novembre 2010 da anais148
Walter e Monica sono alle prese con il primo figlio e non fanno l'amore da quasi un anno. Anche se gli amici lo spingono alla soddisfazione degli istinti, Walter è un marito fedele, ma non abbastanza per resistere alle avances della bionda pallavolista Eva. Intanto, i vicini di casa Chiara e Diego non perdono un'occasione per insultarsi a vicenda, lui playboy senza scrupoli e lei infermiera solitaria, dedita fino in fondo alla causa ambientalista. Ma destino vuole che, in seguito a un fortuito incontro ravvicinato, Diego sprofondi in uno stato d'impotenza psicosomatica. Marta e Andrea, invece, sono due studenti universitari che condividono un appartamento e una ragazza, tanto carina quanto sessualmente confusa, proprio nel momento in cui la madre di Andrea sta attraversando una disastrosa crisi di mezza età. |
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E adesso che sei
dovunque sei,
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il mio pensiero.
Chissą se ne ridi
o se ti fa piacere.
E adesso che sei
dovunque sei,
ridammelo indietro
il mio pensiero.
Deve esserci un modo
per lasciarmi andare.
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