Creato da anais148 il 18/04/2007

*Orizzonti*

...in continua definizione! Si parte sempre da dove si vuole arrivare...

 

 

*Il giorno dopo*

Post n°1125 pubblicato il 04 Ottobre 2011 da anais148

Incredula. Indignata. Rassegnata ad una giustizia italiana che fa dell’incoerenza il chiaro vessillo della propria attività. Perché solo in Italia una condanna di primo grado può essere ribaltata da una sentenza d’appello. Assolti perché non sussiste il fatto. E allora sorge spontanea una domanda: chi ha sbagliato? Perché è chiaro che qualcosa non torna. Come è possibile che le prove presentate a carico di Amanda Knox e Raffaele Sollecito quattro anni prima ora non siano più attendibili? Com’è possibile che siano stati fatti errori così grossolani nell’analisi delle prove? Tanti, troppo interrogativi che ci portano a parlare di più vittime e a dimenticare chi ancora non ha giustizia. Perché tanto si è parlato del visino dolce di Amanda, della freddezza di questa "femme fatale", ma poco di come s’intenda risolvere un omicidio che ancora solleva troppi dubbi. E già si teme che, passato il clamore mediatico, la ricerca della verità divenga qualcosa di non più così necessario.

 
 
 

* E quasi sempre hai provato a parlare ma non sentiva nessuno*

Post n°1124 pubblicato il 03 Ottobre 2011 da anais148

Ti abitui alle cose belle, ai vestiti firmati, ai viaggi, alle cene, alle serate in compagnia di persone che consideri da subito amici. Ti abitui alla leggerezza che ne deriva, al non pensare a domani, perché tanto si vive una sola volta, perché sai di aver già troppo rinunciato e sofferto per farlo ancora. Poi improvvisamente si incrina qualcosa fuori e dentro di te. E ti accorgi ben presto che la tua vita non va di pari passo con quella degli altri. Inizialmente fai finta di niente ma il distacco diventa ogni giorno più evidente, tanto che ti accorgi che non hai più nulla da dire, nessun interesse verso una vita che non è più tua. A poco poco riaffiorano ricordi che pensavi di non avere, ma che in fondo il tuo cuore non aveva mai dimenticato: parole come sacrificio, umiltà e dignità ti fanno ricordare che tu sei ben altro da quello che ti sei illusa di essere. E ti chiedi come hai potuto pensare di poter diventare così superficiale tu che superficiale non sei mai stata; come hai potuto accantonare gli insegnamenti delle persone per te più importanti; come hai potuto abbassare il tuo valore per farti accettare. “Quella che non sei, non sarai” ha detto quel tale che mi è tanto caro...io però giorno dopo giorno sto scoprendo chi sono: una persona capace di sentimenti autentici, che crede in quello che dice e a chi lo dice, che preferisce la solitudine (anche se positiva) al rumore di parole e di giudizi che non le appartengono. Una donna felice di ogni conquista a cui saprà arrivare, orgogliosa dei suoi pregi e difetti, ma soprattutto della sua trasparenza.

 
 
 

*Lunedì*

Post n°1123 pubblicato il 03 Ottobre 2011 da anais148

Facendo un bilancio serio,
devo dire che non ho mai saputo rispondere
la cosa giusta al momento giusto.
Mai, nemmeno una volta.
Le cose buone mi venivano fuori dopo,
magari quando stavo a casa,
e così la mia vita è un accumulo di risposte esatte
date al momento sbagliato.


(A. Pascale)

 
 
 

*Da adesso in poi*

Post n°1122 pubblicato il 30 Settembre 2011 da anais148

Dovrò di nuovo riorganizzarmi. La fatica per riuscire a fare tutto, per incastrare tutti gli impegni ha subìto ieri una battuta d’arresto quando mi è stato imposto di decidere un piano che mi porti ad esaurire tutti i giorni di ferie nel più breve tempo possibile. Pressappoco qualcosa come 5 settimane. Tante, troppe per non suscitare qualche perplessità. Che senso ha obbligarmi a stare a casa quando si sa benissimo che poi rimarrò indietro con tutto il mio lavoro? L’ansia che ne risulterebbe non mi aiuterebbe di certo a staccare la spina. Ho fatto pure presente che vorrei tenermi qualche settimana per quell’ipotetico viaggio a New York che vorrei fare all’inizio del prossimo anno, ma le parole “devi assolutamente entro quest’anno” mi sono parse un “no” più che categorico alla mia richiesta. E ora come farò? Tra sport e altri impegni, ho praticamente tutti i giorni off limits: decidere quale giorno rimanere a casa mi impone scelte e rinunce che non voglio fare. Sembra assurdo ma – ora come ora – non vorrei proprio avere più tempo per me.

 
 
 

*Cose dell'altro mondo*

Post n°1121 pubblicato il 29 Settembre 2011 da anais148

Una città del Nordest d'Italia. L'immigrazione incide sul tessuto sociale. L'industriale Golfetto non la sopporta nella maniera più assoluta e scarica tutta la sua xenofobia in uno spazio a lui riservato nella tv locale che finanzia. Intanto fa ritorno a casa Ariele, un poliziotto con madre con Alzheimer e un tempo compagno della maestra Laura che ora attende un figlio da un africano. Un mattino però, dopo un fenomeno temporalesco anomalo, tutti gli extracomunitari e gli stranieri in genere scompaiono dal territorio. Bisogna arrangiarsi da soli.
Il debito con Un giorno senza messicani viene correttamente pagato sin dai titoli di testa. Perché l'idea di base è la stessa: là la California qui il Nordest, identica la sparizione. Le similitudini si fermano però a questo punto perché lo sguardo e il punto di vista divergono e non solo per ovvie diversità di latitudini, usi e costumi. Se nel film
di Sergio Arau e Jareli Arizmendi una parte consistente degli accadimenti veniva filtrata dai notiziari televisivi (con conseguente evidenziazione della manipolazione di massa) qui la televisione c'è ma la sua capacità di assoggettamento delle coscienze non si articola sulle notizie ma sulla visceralità più becera. Quando sentiamo blaterare Golfetto di cammelli e stati africani inesistenti viene immediatamente in mente (tanto per non fare nomi) Borghezio. La tecnica è la stessa, la volgarità analoga tanto che viene il dubbio che la produzione debba pagare all'eurodeputato parte dei diritti di sceneggiatura. Il film di Patierno trova la sua forza proprio nell'ignoranza che pervade il tessuto sociale traducendosi talvolta in violenza e che viene perfettamente esemplificata dal personaggio del taxista. Cose dell'altro mondo affronta il discorso della necessità della presenza degli immigrati per la stessa sopravvivenza del trend di vita proprio di coloro che più ne contrastano la presenza. Lo fa con i toni della commedia alternando la disinibita irruenza di un Abatantuono (che ogni tanto dimentica di interpretare un veneto e torna ad accenti milanesi) con la levità surrealmente efficace di Valerio Mastandrea, il quale interpreta un personaggio che si muove in una sorta di tempo sospeso in cui il compito primario sembra essere il reagire e non l'agire. L'esito è divertente e interessante. In più occasioni nella storia del cinema (e non solo) la commedia è riuscita a far arrivare a un vasto pubblico delle idee che il dramma o la riflessione 'alta' avrebbero costretto nella ristretta cerchia dei già convinti. Ogni volta che ciò accade è giusto felicitarsi abbandonando qualsiasi tipo di sopracciglio alzato.

 
 
 

*Battaglie perse in partenza*

Post n°1120 pubblicato il 28 Settembre 2011 da anais148

Non è facile, per chi da sempre è un’idealista, scendere a compromessi, fare la cosa che è giusto fare per il quieto vivere, perché bisogna sembrare carine e gentili anche quando non si ha alcuna stima nei confronti di chi ci sta di fronte. Ho sempre creduto nella giustizia che alla fine trionfa, nel fatto che tutto (sia il bene che il male) prima o poi torni, ma mi accorgo che spesso non è così, che il rospo da ingoiare non è poi facile da digerire. E allora che fare? Scendere di nuovo a compromessi o essere coerenti con le proprie convinzioni, ben sapendo che queste porteranno a delle conseguenze? La questione è presto detta: mi è stato chiesto di partecipare economicamente al regalo per il compleanno di una persona che detesto. Di fronte al mio iniziale e perentorio "NO", mi è stato fatto notare che ci sono casi in cui non è proprio possibile esimersi, perché questo aggraverebbe di più una situazione già di per sé complicata. E allora forse è giusto fare sempre finta di niente, sorridere e andare avanti pensando che non cambierà mai nulla? La mia autostima – di fronte a queste scelte – ne esce sempre sconfitta.

 
 
 

*Di sogni e bisogni*

Post n°1119 pubblicato il 27 Settembre 2011 da anais148

Da sempre mi definisco una sognatrice, di quelle che si perdono in fantasticherie e che poi  magari, proprio questo, rimangono di buonumore per tutto il resto della giornata.
Potrà sembrare banale ma più di una volta, in passato, l’avere dei sogni mi ha aiutato ad andare avanti, a superare momenti difficili...forse perché ho sempre creduto di poter realizzare tutto ciò che desiderassi (con le dovute eccezioni). Ma oltre a fantasticare di giorno, mi capita di farlo mentre dormo, il che sarebbe – sotto certi punti di vista – più sensato.
Ecco allora che questa mattina mi sono svegliata alquanto perplessa ricordando quello che avevo sognato alcune ore prima: una folla di persone radunate attorno a mia sorella che stava partorendo una bambina a cui veniva dato il nome Asia. Dopo aver visto la faccina paffuta di mia nipote, al culmine della felicità, mandavo a tutti un sms in cui annunciavo di essere finalmente zia e lì – nel comporre il messaggio – scoprivo che era pure Pasqua. Non so se questo possa essere un sogno premonitore, ma incuriosita come non mai sono andata a cercare un possibile significato a questo sogno scoprendo che
il parto preannuncia l’emergere di qualche cosa di nuovo: un cambiamento che il sognatore sta affrontando e che si sta definendo in nuove situazioni e possibilità, desideri ed idee che si stanno concretizzando, impegni e abitudini che stanno volgendo al termine, opere realizzate. Vuoi vedere che la svolta tanto attesa è vicina?

 
 
 

*

Post n°1118 pubblicato il 26 Settembre 2011 da anais148

A volte succedono cose strane,
un incontro, un sospiro,
un alito di vento
che suggerisce nuove avventure della mente e del cuore.
Il resto arriva da solo, 
nell’intimità dei misteri del mondo.

(Alda Merini)

 
 
 

Credo nel rumore di chi sa tacere (ma a tutto c’è un limite!)

Post n°1117 pubblicato il 23 Settembre 2011 da anais148

Quando si è troppo felici di prima mattina qualcosa di sicuro andrà storto. Non è una delle tante leggi di Murphy ma il modo in cui potrei riassumere la giornata di ieri. Dopo essermi svegliata (in ritardo!) ed essermi vestita tutta carina (ma talmente tanto carina che - a bon ton - anche Audrey Hepburn mi avrebbe fatto un baffo), mi sono messa alla guida della mia adorata MINI con l’intenzione (e la convinzione) di avere una giornata lavorativamente molto produttiva. Ad allietare il tragitto verso il lavoro il cd “Lambrusco Coltelli Rose e Popcorn”, uscito giusto vent’anni fa: tante le chicche in questo cd, da “Sarà un bel souvenir” a “Libera nos a malo”, passando per “Urlando contro il cielo” a “Salviamoci la pelle”. Ma ieri ero particolarmente ispirata da “Anime in plexiglass”, da sempre una delle mie canzoni preferite. E allora che fare se non un bel duetto con Luciano?!? Ne è uscito un mezzo capolavoro, tant’è che ho pure pensato (per una frazione di secondo) di reinventarmi corista (in effetti, a pensarci bene, gli manca una corista). Comunque il mio buonumore ha avuto breve durata: dopo una decina di minuti dal mio arrivo, si è affacciato alla porta del mio ufficio “Mr. Gatto attaccato ai mar***”, vale a dire un consulente con cui ho avuto spesso da ridire (se poi si pensa che questo consulente lavora per noi solo da qualche mese, si potrà ben capire come non mi sia mai andato a genio!) e che non si è smentito neanche questa volta. Appena entrato, ha monopolizzato il mio ufficio con il suo notebook e le sue borse, spostando tutta la mia roba (cosa che mi ha irritato un bel po’) e ha preteso la mia completa attenzione, senza neanche dubitare che magari io, in quel preciso momento, stessi facendo dell’altro. Subito dopo ha iniziato a darmi ordini e a pretendere che  facessi incroci di file Excel con la funzione “cerca.vert”. Quando gli ho fatto presente che non sapevo usare questa funzione (non avendone avuto bisogno finora), lui – testuali parole – mi ha detto che ero una persona “limitata” e che non sapeva come avessi fatto ad usare Excel fino a quel momento. A queste parole, avrei voluto veramente spaccargli la testa, ma ho preferito fargli notare che i miei limiti potevano non essere più tali grazie alla sua consulenza, “perché limitata non vuol dire handicappata”. E da lì è iniziato il vero calvario: funzioni su funzioni, fogli di lavoro su fogli di lavoro, dati su dati per 6 interminabili ore, per poi sentirmi dire che non era necessario fare tutti questi incroci, giacché bastava una semplice estrazione dal database, cosa che avevo fatto ad inizio mattina. Visto il suo tono dispotico, questa volta proprio zitta non sono stata: con una calma che non sembrava neanche appartenermi, gli ho fatto presente che non avrei mai pensato, entrando al lavoro, di perdere così tanto tempo inutilmente. La sua reazione?  Silenzio assoluto...e nel silenzio io ho iniziato a fare quello che avrei dovuto fare nelle 6 ore prima. Quando lui ha notato che stavo facendo dell’altro, ha tentato di dire qualcosa ma è stato prontamente bloccato dal mio (non troppo cordiale) “non osare dirmi di fare qualcosa di diverso da quello che sto facendo”. Forse ho sbagliato, lo so, ma a volte la diplomazia (o semplicemente l’assecondare le consulenze altrui) non ha lo stesso effetto. Però a dire il vero diplomatica un po’ lo sono stata: qualche anno fa gli avrei pure fatto notare che non ho alcun bisogno della sua consulenza (o della sua mano sul cuore)!

 
 
 

*Super 8*

Post n°1116 pubblicato il 22 Settembre 2011 da anais148

Ohio, estate del 1979. Nel tentativo di girare un scena particolarmente efficace per un film in super 8 da mostrare ad un festival provinciale, un gruppo di ragazzi è involontariamente testimone di un terribile disastro ferroviario dal quale “qualcosa” fugge.
La questione è talmente importante che la loro cittadina si riempie di militari intenti ad indagare mentre misteriosamente dalle case spariscono oggetti tecnlogici, persone e cani. Alla fine starà ai ragazzi riuscire a mettere insieme i pezzi di una storia che procederà comunque, con o senza il loro intervento, e dalla quale dovranno uscire vivi.
“Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a 12 anni. Gesù! Ma chi li ha?” dice Richard Dreyfuss nella scena finale di Stand by me, riassumendo nel 1986 il senso di una stagione del cinema americano che si andava chiudendo dopo aver messo al centro dell'immaginario cinematografico il mondo della preadolescenza di provincia e aver creato un vero e proprio sottogenere. Cuore e motore di quell'ondata fu Steven Spielberg
, a lui e ai primi film della sua Amblin Entertainment è esplicitamente ispirato Super 8.
Al suo terzo film J.J. Abrams gira la sua opera più complessa, l'unica in grado di fondere le molte diverse ossessioni della sua carriera anche televisiva. Partendo dall'idea di aderire agli stilemi e all'estetica di certo cinema spielberghiano (i ragazzi, le biciclette, la provincia, la fine degli anni ‘70, i problemi con i padri...), gradualmente Abrams contamina il suo film-omaggio di elementi personali. Invece che immedesimarsi totalmente e girare un film amblin al 100% Abrams sceglie di non rinunciare ai suoi controluce che provocano bagliori lenticolari, al suo gusto per la gestione del mistero, ai filmini d'epoca che rivelano segreti, al grande incidente o all'utilizzo di figure mostruose come metafora delle paure (come avveniva già nel Cloverfield da lui prodotto e nell'unica puntata di Lost di cui è stato regista, quella pilota).
Super 8 non va quindi considerato come la riproposizione di una storia e un modo di fare cinema vecchi di 30 anni, ma la messa in scena del cinema di Spielberg
visto dagli occhi di Abrams. Infatti mentre nella prima parte il film abusa di topoi Amblin, nella seconda, quella in cui alla descrizione dello scenario si sostituisce l'avvicinarsi dell'incontro ravvicinato, comincia a dosare quello, applicandolo solo in certi punti (l'inquadratura rivelatoria della bacheca con tutti gli annunci di cani scomparsi e il particolare anatomico della creatura che si svela solo a distanza ravvicinata gridano Spielberg a squarciagola).
Se c'è invece qualcosa che davvero marca la separazione tra il cinema di oggi e di ieri, tra Abrams e Spielberg
, è il modo in cui i due guardano al cielo. La meravigliosa speranza, poesia e commozione con la quale il regista di Incontri ravvicinati del terzo tipo aspettava i suoi alieni buoni è totalmente assente, al suo posto uno sguardo che più che essere rivolto in alto guarda in basso. Gli alieni moderni di Abrams hanno il medesimo ruolo di quelli di District 9 o Monsters, sono lo specchio delle barbarie umane e non delle loro aspettative più alte.
Citazionismi e ricalchi a parte, alla fine il senso dell'operazione è dimostrato dalla capacità di raccontare una piccola storia che si inserisce in una più grande. Super 8 ha il merito di riuscire a ricongiungere trama e personaggi alla maniera di E.T. Uno stile fondato prima di tutto su un casting a regola d'arte, che trova sei ragazzi perfetti per dare vita ai sei caratteri scritti su carta, tra i quali si distingue l'eccezionale Elle Fanning (sorella dell'altro prodigio Dakota Fanning, ma cosa danno da mangiare in quella famiglia?). E in seconda battuta concentrato a non perdere mai di vista la coerenza interna data dai caratteri infantili, volontà simboleggiata dal piccolo piromane (uno dei personaggi più riusciti) che anche nella più terribile delle situazioni si chiede dove siano le sue miccette.

 
 
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

FACEBOOK

 
 

*CHISSA'*

Conserva i tuoi sogni (...)
Non puoi mai sapere
in qual momento ne avrai bisogno.

CARLOS RUIZ ZAFON

 
Citazioni nei Blog Amici: 30
 

Contatori visite gratuiti

 

*IN MY MIND*

E adesso che sei
dovunque sei,
chissà se ti arriva
il mio pensiero.
Chissà se ne ridi
o se ti fa piacere.
E adesso che sei
dovunque sei,
ridammelo indietro
il mio pensiero.
Deve esserci un modo
per lasciarmi andare.
  

 

*WISH LIST*

- Ipod Touch
- Iphone
- Braccialetto Pandora
- Cofanetto Harry Potter (libri)
- borotalco Juicy Couture (limited edition)
- Naked 1 e 2 

 

STO LEGGENDO...

 

ULTIME VISITE AL BLOG

personelwebmariomancino.manais148vittoriio59marilenamusettimissely_2010sols.kjaerilovedonnamaturaTopoCanguroblack.whaleNonpertutte69bambrosiadossi88MAN_FLYcrazy_21_1945blankshine
 
 

28.01.2008 - BLOG DEL GIORNO

 
 

*IPSE DIXIT*

Ogni cosa sarà
come deve essere,
quando sarà giusto
che sia,
perché avviene
quando deve avvenire,
secondo
i suoi tempi

 

FELICITà è...

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963