Creato da Superfragilistic il 30/07/2008

Sonoviva

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IL POTERE FUNZIONALE AL POTERE: STORIE DI DESTRA E DI SINISTRA IN TERRA DI CAMORRA

 

immagine da Napul'è Flickr.com

 

Dopo un mese di inutili e sterili polemiche fatte di nulla, come Dio ha voluto si è conclusa questa tornata elettorale che avrebbe dovuto essere indirizzata sui temi delle possibili politiche regionali, ed è invece diventata una sterile corsa all’insulto, alla menzogna ed alla dittatura mediatica. Abbiamo visto cancellare trasmissioni importanti come Annozero o Ballarò, fatto questo da una parte foriero di nuove censure, dall’altra sollievo per chi non aveva più la forza di sopportare inutili grida senza senso che si alzavano dagli studi televisivi. Studi che di fatto venivano occupati, grazie all’applicazione della legge sulla par condicio, sempre dagli stessi personaggi squallidi, che gridando e vociando disordinatamente, avevano il compito mal celato di far tacere la voce dell’opposizione. Vociare e starnazzare di pollai fatti da uomini della destra pagati per far chiasso e starnazzare in difesa del potere, a qualunque costo, senza se e senza ma, senza critica o apertura di qualsiasi genere. Ma è inutile negarlo: saremo senz’altro presuntuosi noi della sinistra, che andiamo sempre dicendo che siamo i migliori e che a volte sembriamo addirittura apprezzati dal popolo e dalle comunità alle quali ci accostiamo per spiegare quello che non viene loro detto. Sembriamo, appunto, perché alla prova dei fatti sono gli altri quelli che vincono o che, almeno, non perdono. Abbiamo visto le piazze della destra semivuote, abbiamo assistito al triste spettacolo dell’incapacità persino a presentare liste, ci siamo indignati per l’arroganza del sultano, abbiamo persino visto piazze piene inneggiare al cambiamento e piangere per il nuovo profeta della sinistra, salvo poi dover constatare che sono gli altri a vincere e non noi. Almeno no qui, nella Campania; almeno no in Calabria: terre di mafie, terre di camorra, terre di ndrangheta, terre dove vale un’altra legge, dove comanda un altro Stato. Ma sarebbe troppo facile dare la colpa a chi di queste organizzazioni criminose fa parte e che, certamente, dal di dentro ne muove i voti nell’uno o nell’altro senso. La responsabilità della sconfitta non sta negli altri ma solo ed esclusivamente in noi. Più  volte da queste colonne ho infatti esaminato ed analizzato la realtà ideologica e lo stile di vita che caratterizza questa terra di Campania: una terra in cui anche la sinistra oppone continue deroghe alla legalizzazione del vissuto quotidiano. La mentalità dei campani, e quella della sinistra, non si differenzia sostanzialmente da quella della parte avversa. Gli uni e gli altri credono nella furbizia quale valore fondante e caratteristico. Qui è difficile far capire che se le regole ci sono vanno osservate ed il senso civico, di appartenenza e partecipazione alla responsabilità politica e sociale, sono valori pressoché sconosciuti. L’inclinazione è quella dei regnicoli, genia di uomini che si piegano ai voleri del potente di turno. L’intransigenza che costituisce il mio dna, più volte mi ha posto in contrasto con persone che si dicono di sinistra e che, anzi, rappresentano i simboli cittadini di questa parte politica, come succede spesso in una città di provincia dove le persone si identificano per appartenenza. In questo contesto l’esempio di vita è fondamentale perché si possa raggiungere la credibilità e tale specchiato comportamento è ben lungi dal rappresentare la caratteristica di costoro i quali parlano di valori quando sono nel generale, ma che poi, nel particolare, invocano ed assumono ben altri comportamenti mostrando spesso insofferenza per l’intransigenza contro la deroga. Qui si va sempre a chiedere a qualcuno il piacere e non si pretende il diritto; qui ci si schiera con il più forte e si può finire per votare e far votare tutta la famiglia in caso si debba ricevere un piacere o contrattare un posto di lavoro o un posto magari in una facoltà universitaria a numero chiuso. In questa terra l’onestà vale poco più che zero e la ‘cazzimma’ è valore aggiunto. Da qui si fugge ed i migliori vanno via, al nord o all’estero, per poter avere uno sbocco nella vita.  Molti non hanno votato e mi piacerebbe sapere a quale fascia di età appartenga la maggioranza degli astenuti. Ai giovani? Molti semplicemente non ci sono ed altri non hanno nessun interesse per le vicende politiche. Se gli italiani all’estero possono votare, una larga parte di giovani fuori dai loro comuni o all’estero per motivi di studio, non sono messi in grado di poter esprimere la loro preferenza. Inoltre abbiamo tutto l’elettorato di terre come il Casertano o il Napoletano dove il patto stretto con la malavita rappresenta un tutt’uno con la vita reale. Lì non arriva alcuna voce che non sia quella popolare. Bisognerebbe che la sinistra capisse che è lungo il lavoro da fare per penetrare in questo mondo fatto di bruto vivere o di vivere bruto; certo non lo si potrà fare con un candidato discusso fino alla fine, criticato, non completamente accettato da quegli stessi in nome dei quali dovrebbe parlare. Il lavoro da fare è lungo e complesso e dovrà essere minuzioso e capillare. Bisognerà tornare alle case del popolo che, ancora presenti in  terre di sinistra, hanno costituito degli eccezionali bacini di sviluppo per politiche sociali. Perché è solo stando a fianco della gente che si può parlare loro, non certo con le trasmissioni dai teatri che, se colmano il desiderio di cultura e di espressione di noi intellettuali, non rappresentano nulla per chi, nel concreto, vive una situazione fatta di ignoranza, sopraffazione e sudditanza al potere criminale. Potere che deve, per sua stessa natura, mantenere basso il livello di conoscenza e mantenere il predominio sulle famiglie e sui singoli. E per fare questo deve, a sua volta, sostenere la politica centrale dei vari referenti e, tra questi, il nome di Casentino è stato quello che ha dominato la scelta. Così il candidato Caldoro è stato propagandato come ‘l’uomo di Cosentino’ da votare per mantenere il controllo sull’economia globale. Una scelta dei ‘territori’ : traduzione una scelta della camorra dei casalesi.

Ma, come diceva Rossella nel mitico Via col vento, domani è un altro giorno e vedremo cosa ci aspetta. Noi saremo qui ad osservare, capire, controllare, denunziare o assentire. Tutti insieme nella grande rete che speriamo ci possa aiutare a diffondere notizie, a fare alternativa, a costruire qualcosa di nuovo. 

 

 
 
 
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