Sonoviva

IL PERICOLO DELLA DERIVA SQUADRISTA

Appare alquanto allarmente la piega che la questione della mancata presentazione dlle liste sta creando nel Paese. Un diffuso disprezzo delle regole ed una corroborata attitudine a piegarle ai propri personali bisogni, ha portato ilPDL ad una situazione che, benché paradossale, da sola la dice lunga circa la consistenza e la intelligenza delle truppe del mister B. 

Alla fine dei conti ciò che si è determinato non conviene a nessuno perché non c'è peggior vittoria che quella decretata a tavolino. Ma la sola idea di persone che si indignano per regole, di cui si va cianciando che siano inutili orpelli da rimuovere, mi fa veramente inorridire. Ed ancor più mi fa inorridire il pensiero che gli italiani possano adeguarsi, come sempre, al pensiero di chi ritiene di subire un torto e ne dà colpa ad altri, piuttosto che piangere sulle proprie inettitudini. Non so se vi è capitato di giocare con un bambino a mMonopoli o a qualsiasi altro gioco:se perde si mette a piangere o si arrabbia e chiede che le regole vengano cambiate in corso d'opera affinché si possa decretare la sua vincita piuttosto che la sua sconfitta. 

Costoro però sono tutt'altro che bambini e, quando parlano, lo fanno o per incompetenza assoluta, o in malafede.

Per il mio lavoro mi capita spesso di partecipare o di presiedere a gare di appalto: lì le regole impongono obblighi da parte del Responsabile dei lavori e delle ditte che eseguiranno i lavori. Se io per esempio chiamassi le ditte invitate, ad una ad una, e dicesi loro chi sono gli altri invitati, ne violerei una rischiando la denuncia e la condanna penale.  Se le buste, che dovrebbero arrrivare alle 12,00 del tale giorno, dovessero arrivare alle 12,05, le offerte non entrerebbero assolutamente in ballo nella gara, né sarebbero mai aperte le buste. Se la ditta, in sede di partecipazione, nella documentazione amministrativa contenuta nella prima busta contenuta nell'altra sigillata con la ceralacca, dovesse omettere una delle dichiarazioni  previste, o un timbro, o una firma, o la fotocopia della carta di identità, quella ditta sarebbe esclusa ( e lo sono sempre ) ed, una volta controllate tutte le documentazioni di tutte le ditte partecipanti, solo quelle regolari avrebbero la possilità di partecipare alla competizione per l'aggiudicazione. Ho visto ditte, anche di persone che conoscevo e che sapevo che avevano tanto bisogno di lavorare, essere escluse per una mancata firma. E non è pedanteria, è rispetto delle regole.  A meno di vivere nel caos più assoluto, delle regole ogni società ha bisogno.

Ora è ben difficile che il PDL o Formigoni, non avendole rispettate, possano trovare un a soluzione, che invocano anche con tracotanza e, quello che si teme, anche alla luce di parole come: temo la reazione della piazza' , che, le famose parole di Mussolini, 'potevo fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco per i miei manipoli', divengano realtà.

Se la memoria non ci falla, possiamo ricordare le mani fasciste alzate a Roma, o la città messa a fuoco e fiamme in una incredibile notte di scontri, organizzati dalla tifoseria laiale, da sempre braccio armato della destra romana e laziale.

Questo immagino e non credo di essere tanto lontana dalla realtà, se due più due fa quattro, o Roma o morte. Basta vedere ed ascoltare il video della 'manifestazione' a piazza Farnese di oggi per riconoscere in quei volti persone non certo animate da rosei sentimenti e ben diverse da quelle che, festosamente ed un po' ingenuamente, zompettando gridavano'chi non zompa Berlusconiè.è...'