Sonoviva
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Post n°277 pubblicato il 08 Novembre 2010 da Superfragilistic
Tag: ARCUS, beni culturali, Bondi, commissariamento Pompei, crollo Pompei, cultura, disoccupazione, Ercolano, governo morente, moribondo Governo, occupazione giovanile, Oplonti, organici Beni Culturali, organici Soprintendenze, pericolo beni culturali, Pompei, scuola, Soprintendenza Napoli, Soprintendenza speciale Pompei, Soprintendenze, Veltroni
Mentre il moribondo tarda a stirare le cuoia, i disastri combinati in questi anni continuano a manifestare i propri tragici effetti; tutto crolla: dalle certezze di un'etica condivisa alle speranze di chi vede in pericolo il suo posto di lavoro; dalla certezza dei giovani in un futuro che li riguardi e che possano costruire con le proprie mani, fino ai resti di una città che la forza del Vesuvio ha sepolto e che, ritrovata dagli archeologi ora sta crollando per l'incuria e la dissennatezza degli ultimi Ministri. Ci metto anche il predecessore di Bondi, il Ministro Rutelli, che con una riforma aveva cancellato la Soprintendenza autonoma di Pompei, con i siti di Ercolano e Oplonti, accorpandola all'Archeologica di Napoli. Il tutto poi condito con il passaggio delle competenze in materia di gestione e valorizzazione, alla Regione. Una conseguenza questa della non mai abbastanza vituperata riforma del capo V della Costituzione, operata dalla sinistra e completata dal precedente Governo Berlusconi. Questo significa che inadempiente quest'ultima e non più competente la prima, nessuno decide più nulla. Questo Governo ha spinto al massimo la Comunicazione che costringe i pochi funzionari rimasti nello scarno organico, ad occuparsi di organizzare manifestazioni ad ogni pié sospinto, sottraendo tempo alle verifiche ispettive, alle progettazioni, alle alte sorveglianze sui lavori in corso, alla stessa preparazione della sostanza degli eventi che, in mancanza di interventi reali sui beni culturali, divengono scatole vuote. Quello che preme è fare numero magari consumando i beni piuttosto che restaurandoli. Così può capitare che, allontanato dal bene da tutelare, il funzionario ne perda il contatto quotidiano. Così la conservazione non è più il centro vitale di questo Ministero tutto teso invece, nei suoi vertici politici, a spremere la vacca finché si può mungere. Ma la vacca ad un certo punto crollerà a terra stecchita lasciando le prossime generazioni senza neanche più la storia. E l'uomo è la sua storia e nessuno può rubargliela. Lo Stato deve tutelare la cultura e deve investire come compito primario ed irrinunciabile, perché questo è scritto nella nostra Costituzione e non solo. Ricordo qui sotto un mio precedente post su Arcus, la S.P.A. dei Beni culturali. Segnalo anche la possibilità di inviare a Repubblica eventuali foto o filmati su beni culturali in pericolo per la realizzazione di una enorme mappa del rischio. |
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