Sonoviva
Un blog di denuncia, osservazione e critica possibilmente costruttiva
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Ovvero come, una volta rimesso nelle mani di Amministrazioni locali un patrimonio millenario, queste riescano a distruggerlo in pochi anni. Era chiaro che questo sarebbe avvenuto tanto che, quando le due leggi 1089 e 1439 governavano l'intero patrimonio culturale, e la 1439, che tutelava il paesaggio, era delegata alle Regioni, vista l'assoluta inadempienza di quest'ultime, lo Stato fu costretto ad esercitare il potere sostitutivo e lo fece per primo un uomo nonché Soprintendente intelligente e coraggioso, Mario De Cunzo, contro tutto e tutti, proprio in Campania realizzando, servendosi di un pool di bravi funzionari, il Piano paesistico di Napoli e della zona Flegrea. Lo stesso Soprintendente mandò i Carabinieri a cavallo a presidiare la zona del Lago Patria e le aree paesaggisticamente rilevanti perché denunciassero gli abusi edilizi. Ed infine fece quello che mai nessuno ricorda: per liberare dal traffico e dalla sosta selvaggia la Piazza del Plebiscito ed il centro Storico di Napoli, insieme alla magistratura, operò un sequestro giudiziario di quei luoghi superando così le resistenze delle Amministrazioni locali e ben lo ricorderà chi, pensando di farla franca, provò a parcheggiare in quei luoghi con il risultato di trovarsi notificato un procedimento giudiziario. Su Mario De Cunzo è campato Bassolino per almeno due anni dopo che, ingenerosamente, Mario De Cunzo era stato fatto presentare alle elezioni con l'ordine di batteria di umiliarlo con pochi voti e toglierselo dalle scatole. Nessuno ha detto e ricordato che quel Rinascimento di Napoli fu dovuto proprio al coraggio di quel Funzionario che, all'epoca, non percepiva uno stipendio superiore ai 2 milioni di lire e di quei funzionari che ne prendevano poco più di 1. Ma erano altri tempi e vigevano altre etiche. Oggi arrivano le dimissioni di Settis ed Emiliani dal Consiglio Superiore dei Beni Culturali, organo che, presieduto dal Ministro, ne detta le linee d'intervento, ed il motivo sarebbe nella nomina di Bertolaso di cui al mio precedente post che preannuncerebbe la volontà di privatizzazione.
Il caso che ci pone l'ultima Newsletter del mio blog amico che si occupa di problemi lucani e che invito a leggere, ci fa ben comprendere del cosa può e sta capitando da quando il Capo V della Costituzione è stato cambiato e da quando si fa politica mettendosi in tasca tanti soldi con l'alibi della valorizzazione e del godimento del bene pubblico, alibi che in pochi anni renderà all'Italia il servizio di privarla della più importante voce di PIL distruggendo quanto conservato amorevolmente per anni. Ma l'importante è arricchirsi oggi.
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