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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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La sovrana lettrice - Alan Bennett

Post n°698 pubblicato il 14 Novembre 2011 da bluewillow
 

Titolo: La sovrana lettriceTitolo originale: The Uncommon Reader Autore: Alan Bennett Traduzione: Monica Pavani Casa editrice: Adelphi pag: 104 costo: 8 €

C'è forse un solo lettore a questo mondo che non si sia mai sentito, anche solo minimamente, mal giudicato per il proprio "pericolosissimo" hobby?
Se c'è è davvero fortunato perché, come temono con orrore tutti coloro che non hanno mai aperto un libro in vita loro, leggere è un'attività terribilmente nociva: porta a riflettere in maniera eccessiva, ad  analizzare tutto ciò che accade, a trarre insegnamento da cose fatte da persone magari già morte e  sepolte da un pezzo e, cosa ancor più terribile, può condurre ad una singolare indipendenza di pensiero che è sempre sconsigliabile se ci si vuole amalgamare senza difficoltà con la massa.
Ma cosa accadrebbe mai se a dedicarsi alla lettura fosse non un banale "commoner", una persona comune, ma addirittura sua maestà la regina d'Inghilterra, Elisabetta II?
Le conseguenze potrebbero essere davvero inaspettate, come illustra con grande humour, Alan Bennett nel suo "La sovrana lettrice" (The Uncommon Reader): da rigida e distaccata sacerdotessa di rituali strette di mano e inaugurazioni di scuole e piscine, la regina potrebbe trasformarsi in una persona sensibile e attenta al prossimo, sempre curiosa di scoprire negli altri un potenziale lettore con cui condividere il proprio amore per i libri.
Imbattutasi per puro caso in una biblioteca circolante nei pressi di Westminster, durante una passeggiata con i cani, Elisabetta II chiede in prestito, inizialmente per pura cortesia, un libro.
[Vi avverto non lettori, è proprio così che si inizia: basta una dose e poi si crea una dipendenza, state molto attenti, non vi fidate mai degli spacciatori di libri, per quanto amichevoli]
E' l'inizio di una passione per la lettura che si farà via via più travolgente, portando la regina, dopo una vita di rigido rispetto dei propri doveri, a divenire infine più "umana": un po' più trascurata nell'abbigliamento, a volte ritardataria per il piacere di finire una lettura, ma anche molto più attenta alla sensibilità altrui, con occhi che finiscono per vedere negli altri "persone" e non "sudditi", a cui finirà per chiedere, nelle visite ufficiali, non che lavoro facciano o frasi di rito, ma piuttosto "cosa state leggendo adesso?".
Il cambiamento viene visto con grande scetticismo e non poca preoccupazione dall'entourage della regina, che farà di tutto per ostacolarla nella sua passione: dal traferire un paggio che le consiglia libri a farle credere di avere addirittura fatto "brillare" (cioè esplodere) un volume, sospettato di poter essere un ordigno, fino addirittura a dirottare in Canada i volumi che la regina porta con sé in viaggio.
Chiaramente, come può ben immaginare ogni accanito lettore che si rispetti, simili piccoli stratagemmi non potrebbero mai distogliere nessuno, tra coloro che son caduti preda di questa fatale passione, dal leggere ancora, tanto meno qualcuno dotato della fiera risoluzione e dell'abitudine al comando di Elisabetta II.
La lettura porta la regina ad una ricca e gustosa serie di riflessioni sulla lettura: essa è democratica, perché di fronte ad un libro siamo tutti uguali, e parla con la stessa voce a tutti; nessuno può sentirsi superiore ai libri perché come dice la regina:

"Chi mai può essere al di sopra della letteratura? Sarebbe come essere al di sopra dell'umanità."

La sovrana, che nella vita ha avuto modo di incontrare tantissimi scrittori, giungerà però alla conclusione che sia molto meglio leggere le opere che conoscere chi le ha scritte, anche se rimpiangerà di non aver magari fatto due chiacchiere con qualche grande penna del passato, ormai passata a miglior vita.
Il libro è in buona sostanza, un divertentissimo stratagemma per parlare della lettura in generale e per dar modo a Bennett di fare una serie di considerazioni che molti lettori prima o poi sono costretti a fare sulla natura del loro hobby (soprattutto quando devono fronteggiare gli sguardi torvi di coloro che non hanno contratto "il morbo"): sul fatto ad esempio che la prima spinta alla lettura sia sempre il piacere che si ricava dal leggere, piuttosto che il desiderio di acculturarsi o che la capacità di leggere sia come un "muscolo" che va allenato, per cui molti iniziano con cose semplici, per poi trovare nel tempo gradevoli anche libri che in passato avevano trovato troppo difficili.
Bennett è poi bravissimo a costruire la personalità in divenire della sua Elisabetta e dell'ambiente di corte: il marito di Elisabetta, ad esempio, noto per le battute che denotano una imbarazzante insensibilità verso il prossimo, viene dipinto esattamente per quel che è; anche la regina non può davvero fare a meno di  colpire il suo segretario privato, Sir Kevin Scatchard, nel suo punto debole, cioè le sue assai poco raffinate origini neozelandesi, soprattutto quando capisce che l'uomo la vuole ostacolare nella lettura.
Il libro è breve, ma assolutamente delizioso, pervaso di un umorismo raffinato e attento al dettaglio che rende questo volume un piccolo capolavoro, destinato a diventare un classico. Peccato che la sovrana di Bennett sia solo una creatura letteraria, penso che qualunque lettore sarebbe felice di scambiare due chiacchiere con questa immaginaria Elisabetta.

 
 
 
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