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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

JANE AUSTEN -RITRATTO

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Tutto quel che vi darò - Racconto di Blue Willow

Post n°996 pubblicato il 21 Febbraio 2013 da bluewillow
 

Minuscole gocce di sudore cadevano dal viso del leader del Partito delle Rose, la fronte tesa, gli occhi chiusi solo per prendere lo slancio per l'ultimo discorso che avrebbe gonfiato la massa vociante davanti ai suoi occhi come un mare in piena, con gli slogan scanditi a tempo, creando finalmente quel legame viscerale d'amore che univa lui, l'uomo carismatico, e loro, le pecorelle smarrite che anelavano al pastore che avrebbe saputo guidarle, proteggerle, evitare loro di pensare troppo spesso a cosa fosse giusto e cosa sbagliato, perché finalmente ci sarebbe stato qualcuno a scodellare la risposta giusta al momento giusto.
Poco prima si erano già succeduti, in quell'insolito confronto fatto sulla piazza, a pochi giorni dalle elezioni, anche il leader del Partito delle Rane e quello del partito delle Rime, e perfino quelli dei partiti delle Rune, delle Rive e delle Rape.
Tutti avevano detto più o meno le stesse cose, ma ognuno aveva aggiunto un tocco personale: uno sfoggiando l'umorismo bonario da piazza, l'altro tentando di instillare il terrore del nemico (“sappiate che sono tutti mangia-rane!” aveva detto il leader del partito delle Rane), altri ancora incitando tutti a recitare in coro parolacce contro l'avversario (Vaffanrapa!).
Ognuno aveva fatto solenni promesse: “Lavoro per tutti!”, “Meno tasse!”, “Più sicurezza sulla strade!”, “In galera i delinquenti!”, “Un parlamento solo di onesti!”.
Ma non bastava, e loro, i leader, lo sapevano: “Soldi anche a chi non fa nulla!”, “Vi manca qualcosa? Pago io!”, “Aboliremo ogni tassa”, “Mai più multe” proseguirono.
Ma non era abbastanza. La folla questa volta voleva di più.
Il leader del Partito delle Rose lo aveva capito e stava per rilanciare con una offerta strepitosa.
“Io vi giuro, che se voterete noi, stabiliremo una pace universale. Saremo amati in Europa, nel mondo, ma che dico, nell'Universo. Perché il mio partito ha un grande segreto. Noi, siamo in contatto con popolazioni aliene extraterrestri e useremo la loro tecnologia per curare tutti i  mali: le malattie, l'infelicità, la povertà, la sfortuna. Insieme agli alieni potremo tutto.”.
La folla ammutolì. Qualcuno si diede di gomito. Scappò qualche risatina. Ma dopo un po' una speranza cominciò a riscaldare i cuori: “E se fosse stato possibile?”. Non avevano mai sentito questo tipo di promessa: era spudorata ed affascinante, così folle da lasciare quelle menti desiderose di novità col dubbio che potesse, per una volta, essere vera.
Il leader capì il momento di incertezza: “Ve lo giuro, credetemi! Lo giuro sulla testa dei miei figli! Farei qualunque cosa per questo paese, voi lo sapete! Darei persino la vita!”
Quel cenno alla famiglia colpì l'uditorio. Chi giurerebbe invano sui propri figli?
Il leader calò il suo asso finale: “Guardate questo” disse mostrando alla folla con entrambe le mani un cagnolino bianco e paffuto, uscito chissà da dove. “E' il mio piccolo Bobi. Era zoppo, ma gli alieni lo hanno curato e ora cammina” disse il leader. Poi mise il cagnolino per terra e quello felice corse per tutto il palco, fino a perdersi chissà dove, ma a quel punto l'uditorio era ammutolito dallo stupore : “Miracolo!”. “Deve essere assolutamente vero!” “Oh, che tenero cagnolino!”
Le cose si stavano mettendo male per i leader degli altri partiti, che se ne accorsero e tentarono di rimediare. Il leader del partito delle Rape intuì che gli alieni erano materia da sfruttare e si buttò sull'onda della novità “Anche noi abbiamo gli alieni, ma i nostri sono migliori. I loro sono alieni mangia-rape!”.
Il leader del partito delle Rune invece tentò di ridimensionare gli alieni: “Gli alieni a casa loro!” ma fu subito messo a tacere di voci di unanime dissenso, gli alieni erano diventati decisamente di tendenza, così cambiò idea: “Gli alieni a casa nostra! Ma i nostri, non i loro.”
Il leader del partito delle Rime si inserì presto nella discussione: “Se della politica sei stufo, vota presto il nostro UFO. Gli omini verdi votan noi, fatelo anche voi”.
Così iniziò una vera e propria zuffa di parole, in cui ognuno proclamava di essere più amico degli alieni degli altri e vantava imprese mirabolanti: “Io gli ho stretto personalmente la mano” disse uno “Mi hanno giurato amicizia eterna, a patto che non vincano i mangia-rape” disse l'altro, “La prossima settimana vado a trovarli su Marte” rilanciò un terzo.
“Sono più amici miei” “No miei!” “Bugiardi, loro hanno parlato solo con me!” continuarono.
Ad un tratto, mentre i leader erano presi nelle loro discussioni, una grossa ombra si stagliò sulla piazza, oscurando il sole.
Tutti guardarono in alto e quello che videro li lasciò senza fiato. Un gigantesco disco volante si trovava proprio sulle loro teste: immenso, di lucido metallo, abbagliante di luci disposte a spirale.
La folla rimase scioccata: dopo anni e anni i leader avevano detto la verità.
Solo in un secondo momento cominciò a farsi strada un brivido di panico per timore che gli alieni potessero essere in realtà pericolosi, ma subito qualcuno disse: “Non abbiate paura, sono amici dei leader!” e di fronte a quella rassicurazione la folla si placò, perché essa amava credere alla rassicurazioni, anche di fronte ad eventi potenzialmente terribili e disastrosi.
I leader si guardarono l'un l'altro, ognuno sapendo in cuor suo di avere mentito: nessuno di loro aveva mai davvero incontrato gli alieni, né parlato con loro, né tanto meno preso accordi di alcun genere. Ma a quel punto furono assaliti dai dubbi: e se gli altri sfidanti davvero avessero avuto contatti con gli alieni? Ormai tutto era possibile.
Guardarono la folla. Guardarono in alto. Contemplarono l'idea di fuggire, ma nessuno si decideva, perché questo avrebbe voluto dire far vincere le elezioni all'avversario. Così stettero fermi. Immobili.
Una voce disse dall'alto: “Terrestri veniamo da un lontano pianeta per prendere contatto con la vostra razza e valutare le vostre possibilità. Siamo qui con le migliori intenzioni , quindi pregheremmo dei volontari di salire a bordo”.
I leader si fecero piccoli, piccoli. Nessuno si mosse
“Allora? Nessuno si fa avanti?” fece la voce aliena con una certa insistenza.
La folla rimase stupita. Cominciò ad incoraggiare i leader “Sù, sù andate. Che aspettate?”
Poi uno di loro domandò coraggioso: “Ma noi siamo qui in basso. E voi lì in alto. Come si fa?”
“Non c'è problema, basta che diciate di voler salire e vi tiriamo sù noi” risposero flemmatici gli alieni.
Allora ognuno dei leader capì che il primo a parlare con gli alieni ne avrebbe ricavato enormi vantaggi e fu quasi un coro unanime di “Io! Io! Voglio salire io!”.
Un raggio luminoso investi il leader delle Rose, delle Rape, delle Rane, delle Rune, delle Rive e delle Rime e questi cominciarono a volare verso un  portello che si aprì nell'astronave. Poi l'apertura si richiuse ed essi furono inghiotti nel ventre della macchina.
Si sentì uno strano ronzio, poi uno sbuffo di vapore uscì dall'astronave.
“Puà. Voi terrestri, oltre ad essere i più grandi creduloni dell'universo, avete un sapore terribile.” fece la voce aliena dopo breve “Mi spiace, ma non possiamo inserirvi nella nostra guida gourmet della Via Lattea. Non vorrebbe mangiarvi nemmeno l'ultimo dei calamari giganti di Speed-2000b, e ho sentito che di recente non se la passano poi troppo bene”.
Il disco volante cominciò quindi a girare vorticosamente su se stesso e infine si allontanò rapidissimo verso l'alto, diventando sempre più piccolo, fino a scomparire.
La folla rimase con il naso in sù. Molti non avevano capito granché di quel che era accaduto, ma per qualche inspiegabile motivo sentirono di non doversi preoccupare troppo.
La piazza si svuotò poco a poco, mentre gli ultimi curiosi continuavano a scrutare il cielo.
Nessuno seppe mai più nulla né dei leader, né dello strano disco volante, ma da quegli strani fatti è consuetudine che durante i comizi elettorali, almeno per l'ultimo discorso, si facciano un po' meno promesse.

Questo racconto è un'opera di fantasia. Ogni riferimento a fatti, persone, esistite o esistenti è puramante casuale.
Su quessto racconto vige il seguente copyright: tutti i diritti riservati.

 
 
 
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