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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

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Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Imperium – Christian Kracht

Post n°1025 pubblicato il 28 Marzo 2013 da bluewillow
 

Titolo: Imperium Titolo originale: Imperium Autore: Christian Kracht Traduzione: Alessandra Petrelli Casa editrice: Neri Pozza pag: 187 costo: 16,00 €

August Engelhardt, il protagonista di “Imperium” dello svizzero Christian Kracht , avrebbe tutti i requisiti di un personaggio frutto della fantasia, uno di quelli, anzi, di cui si potrebbe dire che manca, per la sua ostinazione nel perseguire un'utopia, di quel realismo che contraddistingue la vita quotidiana.
Un uomo che ad inizio '900 abbandona la nativa Germania per dirigersi verso le selvagge terre della Nuova Pomerania, nella Nuova Guinea Tedesca, e vivere, in quel clima tropicale e per molti versi ostile, il sogno di una esistenza in comunione con la natura, libero di aggirarvisi nudo e baciato dal sole, la divinità che adora e che gli fornisce il più puro di tutti i nutrimenti, perché cresce in alto, più vicino all'astro, la noce di cocco, suo unico cibo.
Eppure, anche se “Imperium”, non è affatto una biografia, August Engelhardt è esistito sul serio e la sua vita controversa ed affascinante ha ispirato Kracht a scrivere questo libro che ne prende a prestito i tratti salienti e ne fa il simbolo di un'era cruciale della storia tedesca, che parte dalla disgregazione degli ideali romantici per arrivare a trasformarli in quei cupi forieri di morte che saranno nel corso  delle guerre.
All'inizio di questa storia il giovane Engelhardt è un vegetariano, un nudista, un uomo pacifico che rifiuta la logica di accumulo e consumo tipica della morale calvinista del lavoro (come apprendiamo da uno scontro con uno dei tanti personaggi storici che incontrerà lungo il suo percorso), costretto a fuggire dalla patria natia e dai molti luoghi che avrà modo di visitare, evocati lungo il racconto, da quella forma di violenza e sopraffazione che sembra dominare la società, in cui ogni uomo tenta di schiacciare l'altro e costringerlo al proprio volere.
Giunto alla piccola isola di Kabakon, che ha acquistato per coltivarvi il cocco, August sembra avere finalmente l'opportunità di mettere in pratica quello che fino a quel momento ha predicato, e su cui ha scritto in un libro “Un futuro spensierato” , fondando l'Ordine del Sole, con l'idea di vivere da nudista nel mezzo della natura e di attirare in futuro nuovi discepoli che condividano questo tipo di esistenza. Gli indigeni sembrano accettare di buon grado quello straniero che trasuda il “mana”, quell'aura di fortuna e magia che arride ad alcuni, consentendogli di raggiungere i propri obiettivi. Fra i nativi Engelhard, come un novello Robinson Crusoe, troverà addirittura un emulo di Venerdì, nel giovane Makeli, ragazzo felice di imparare il tedesco.
Ma proprio quando August sembra giunto ad un punto di culmine, quando dalla patria arrivano varie persone, attirate dal suo libro, a causa anche degli articoli dei quotidiani che esaltano il suo stile di vita, inizia il declino fisico e morale di Engelhardt.
Il protagonista finisce per ripiegarsi su se stesso, minato nella salute dalla sua dieta a base esclusivamente di cocco, e nel morale dal fatto di sentirsi in realtà inadeguato, una sorta di truffatore. L'uomo finirà per ammalarsi nel corpo e nella mente, ma Kracht ci fa acutamente notare che se è esistito un momento preciso, che ci descrive, in cui alcuni germi sono entrati nel corpo di Engelahadt, in realtà il suo male è iniziato da molto tempo prima, proprio dal fallimento, già interiorizzato, dei suoi ideali.
Il senso di inadeguatezza e sconfitta di Engelhardt, che non ha saputo trasformare in una realtà vivibile il suo ideale, è quello di una Germania che ha coltivato un sogno di grandezza, ha permesso al mondo di immaginare un futuro diverso con le idee del romanticismo, ma poi, di fronte alla realtà, ha fallito nel concretizzarli, forse perché non realmente pronta a seguirli.
Dalla frustrazione e dal senso di sconfitta, nasce in August e nella Germania, il desiderio di rivalsa che prende corpo da germi in realtà già presenti in alcune correnti romantiche, in cui l'umanità viene suddivisa in esseri superiori ed inferiori, e che finisce per sfociare nell'antisemitismo, sia del protagonista di questo libro, che del paese da cui proviene.
Il pacifista, vegetariano Engelhadt lascia il passo ad un essere abbruttito, infelice, che comincia a nutrirsi di se stesso, un cannibale, trasformandosi nell'esatto opposto di quello che si proponeva di raggiungere inizialmente.
Questa devastazione del corpo e dello spirito è una malattia che avrà per cura l'allontanamento di Engelhardt dagli uomini e per la Germania ben due guerre. Alla fine un equilibrio sarà ristabilito, Engelhardt tornerà guarito nell'umanità, ma davvero ad un caro prezzo.
“Imperium” è un libro complicato, con molti livelli di lettura, da quello più superficiale dell'avventura isolana e del viaggio attraverso il mondo di Engelhardt, contrassegnati da poche vittorie e molte sconfitte, ai molti che si intravedono negli scontri fortemente simbolici con i vari personaggi che incontrerà nel corso delle sue peregrinazioni.
La scrittura procede per scene, che vengono presentate esplicitamente come sequenze di un film che si susseguono, con protagonista August Engelhard nel corso delle varie fasi della sua vita, anche se non con ordine cronologico preciso, passando talora attraverso ricordi a flashback, che ne chiariscono lo sviluppo della personalità e delle idee.
“Imperium” è un libro davvero complicato, attraverso cui passano moltissimi personaggi storici, più   o meno famosi, realmente esistiti, ma che non racconta pedissequamente una storia e non ricerca l'aderenza al vero, infatti pur con molti dettagli autentici, il suo nucleo fondamentale di discosta molto dalla reale biografia di Engelhardt. La storia di August è una allegoria della storia della Germania, dei motivi per cui  tentando di inseguire un più alto status morale è in realtà precipitata nell'orrore, a causa anche del suo isolamento, per questo ogni scambio di battute, ogni scena, ha spesso valore fortemente simbolico.
Kracht ha indubbiamente uno stile di scrittura suggestivo ed originale, fatto di allusioni, immagini che rimandano ad altre situazioni e periodi storici, per cui la lettura di questo volume richiede un lettore attento, che colga cosa si nasconda dietro quella che sembrerebbe una versione moderna di un Robinson Cruose destinato all'infelicità.

Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Leonardo il 06/05/13 alle 01:55 via WEB
Ehm ragazzi, la parte finale del libro è palesemente copiata dalla “Ballata del More Salato” di Hugo Pratt. Ma copiata malamente: stessi nomi e simili storie dei protagonisti (Slutter-Pandora). Altro che London…
 
 
bluewillow
bluewillow il 06/05/13 alle 09:17 via WEB
Non ho lettto "Ballata del mare salato", ma i fatti raccontati in questo libro, sebbene rivisti in chiave spesso onirica, attingono tutti a cose avvenute realmente, fatti cioè storici, quindi delle somiglianze, se anche Hugo Pratt ha fatto riferimento ai medesimi sono possibili. Se poi ha copiato davvero non ne ho idea, perché come ti ho già detto non ho letto l'opera a cui fai riferimento :)
 
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