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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Ehrengard – Karen Blixen

Post n°1060 pubblicato il 14 Maggio 2013 da bluewillow
 

Titolo: Ehrengard Titolo originale: Ehrengard Autrice: Karen Blixen Traduzione: Adriana Motti Casa editrice: Adelphi pag: 100

La seduzione è un'arma a doppio taglio: per quanto un seduttore si ingegni di adoperare strategie e trappole per conquistare la sua “preda”, chi mai potrà proteggerlo dall'essere sedotto dalle sue stesse illusioni?
Karen Blixen, in questo racconto, pubblicato postumo nel 1963, sembra voler rispondere a distanza a Kierkegaard che nel suo “Diario di un seduttore” non aveva tenuto conto di un fattore molto importante: le persone oggetto di seduzione non sono cose, ma esseri pensanti e non è detto che siano così facilmente manipolabili quanto potrebbe apparire in un primo momento.
“Ehrengard” è una specie di fiaba, ambientata nel reame immaginario di Babenhausen, divisa in tre parti.
In una prima porzione del racconto il principe Lotario, che non sembra molto interessato all'amore, viene indotto, con la complicità della sua stessa madre e del pittore Cazotte, ritenuto un autentico dongiovanni, a conquistare l'amore di una bella principessa, affinché la stirpe reale abbia discendenti. Da apparente, timido Lotario però si spinge più in là del previsto e la bella principessa aspetta un figlio già prima delle nozze. Affinché nel reame non ci sia uno scandalo, che disonorerebbe la principessa, questa si rinchiude nel lontano castello di Rosenbad, con una piccola corte, per partorire lontano dagli occhi di tutti e annunciare poi la nascita del principe con un ritardo sufficiente a non destare sospetti. Al seguito della principessa reclusa ci sono la bella damigella Ehrengard von Schreckenstein e il pittore Cazotte.
Sono proprio Ehrengard e Cazotte in realtà i veri protagonisti della storia, sfidanti in un duello di stampo particolare e del tutto intellettuale, fra chi seduce e chi è invece sedotto.
Nella seconda parte del romanzo il pittore Cazotte si propone dichiaratamente di conquistare Ehrengard, con l'intento di renderla totalmente innamorata e poi abbandonarla. Cazotte immagina una Ehrengard ingenua, quasi selvaggia, incapace di rendersi conto di essere oggetto di una manipolazione. In questa porzione del racconto, vista dalla prospettiva di Cazotte, non osserviamo affatto la vera Ehrengard, ma solo la rappresentazione che il pittore sembra farsene.
Cazotte immagina addirittura di vedere arrossire Ehrengard, una volta compresi i propri indomabili sentimenti nei suoi confronti, e che la fanciulla passi poi il resto della vita a rimpiangere un amore mai ottenuto.
Nella terza e conclusiva parte del racconto vediamo Ehrengard in azione. Per una serie di circostanze la ragazza è costretta ad uscire dal castello e a correre in soccorso del figlio neonato figlio della principessa, di cui il regno ancora ignora la nascita, finendo per incontrare per puro caso, nella stessa stanza di una locanda, sia il suo fidanzato ufficiale Kurt che il pittore Cazottte. La situazione è molto compromettente, ma Ehrengard mostra una presenza di spirito notevole pur di salvare l'onore della sua principessa.
In una scena magistralmente descritta da Karen Blixen, capiamo non solo che Ehrengard ha sempre intuito perfettamente le intenzioni di Cazotte e che non è affatto una ingenua, ma che in realtà è quest'ultimo ad essere stato sedotto. Inoltre l'idea della seduzione, questa sfida interpretata da Cazotte come fredda e intellettuale, senza coinvolgimento emotivo, cede il passo ad un sentimento molto più intenso e reale, quello dell'amore fra Kurt ed Ehrengard, che sboccia e giunge al culmine, anch'esso imprevisto, proprio nel mezzo delle difficoltà, ma corroborato da un reciproca lunga conoscenza.
L'effetto è sorprendente per Cazotte e alla fine è lui stesso ad arrossire, non Ehrengard.
Acuto e molto ben scritto, questo racconto è come una partita a scacchi al termine della quale la regina vi facesse l'occhiolino e vi dicesse “hai perso”, per poi riporvi nella scacchiera: un radicale ed inaspettato cambio di prospettiva, un piccolo monito a guardare verso l'esterno e a capire che le persone non sono creature inanimate con cui giocare.

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