Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

JANE AUSTEN -RITRATTO

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Cose che accadono solo nei libri. N°1: Tutto è necessario

Post n°1061 pubblicato il 15 Maggio 2013 da bluewillow
 

La prima cosa che farò all'inizio di questo post è prendere una pistola e metterla sul tavolo.

La bellezza dei libri rispetto alla comune esistenza è che se il libro è scritto bene, allora tutto quel che si trova sulla pagina è importante e funzionale alla storia.
I libri sono un distillato di cose notevoli, vita concentrata extra-forte da gustare in purezza.
Immaginate un'azione semplice, come quella di un personaggio che si alza dalla poltrona su cui è seduto e va verso la sua libreria per prendere un libro.
Nella gran parte dei casi lo scrittore non vi dirà che mentre va verso la libreria il suo personaggio pensa che deve spolverare il ripiano più in basso, che sarebbe ora che si decidesse a mettere i libri secondo 1) un ordine alfabetico 2) un ordine per generi letterari 3) che non si è mai risolto a farlo perché ci sono troppi autori che scrivono generi differenti, né saprete mai che forse ha leggermente inciampato nel tappeto, che mentre afferra il libro attraverso la finestra filtra il verso di un cuculo che sembra abbia scelto il suo giardino come residenza ufficiale e lo ossessiona da un paio di settimane; nessun cenno al fatto che i capelli un po' lunghi gli sono finiti sulla fronte e li ha riavviati, né che si è detto che il nuovo shampoo che ha provato glieli rende terribilmente aridi.
Per fortuna vi sono state risparmiate le descrizioni delle sensazioni di liscia freddezza del bracciolo della poltrona nel punto in cui ha poggiato la mano per alzarsi, dell'odore caratteristico della carta di quel libro (di inchiostro se nuovo, dolciastro se molto vecchio).
Nulla saprete del refolo di vento che lo ha colpito alla schiena dopo il tepore della poltrona, portandolo in seguito a mettersi una felpa.
E se per caso lungo la strada fra la poltrona e la libreria ci fosse una pila di bollette da pagare, credete forse che un bravo scrittore vi rovescerebbe addosso tutta la mole di pensieri ad essa associata, dalla fila alle poste al terribile nefasto pensiero della prossima assemblea condominiale?
No, niente di tutto ciò.
Per fortuna il vostro personaggio si alza e prende il libro e voi siete certi, assolutamente sicuri, che se ha preso quel libro c'è un motivo ben preciso e che vi verrà spiegato a breve, probabilmente nel giro di un paragrafo.
Lo scrittore filtra la vita per voi, vi lascia solo le cose importanti, quelle che voi stessi ricordereste.
La vita è fatta al 90% da una occupazione di cui non ci accorgiamo: annotare e dimenticare cose inutili.
I libri sono pura vita: esperienza senza perdite di tempo. Un bel vantaggio.
In un libro inoltre tutto è necessario: per citare Murakami che in 1Q84 cita Cechov: "Se in un romanzo compare una pistola, bisogna che spari", altrimenti quella pistola vi sembrerà inutile.
Il vostro personaggio si alza, dà uno sguardo alla pistola sul tavolo, poi si dirige verso la libreria e prende il libro.
Quella pistola che fa sul tavolo? Potreste dimenticare un vaso di fiori, un pupazzo di peluche, una pila di riviste sul tavolo, ma no, niente da fare, la pistola non ve la scordereste facilmente.
Dopo che vi è stata descritta, rimarrà lì in un angolino della vostra mente di lettore, pronta a sparare e se non lo farà o non ricomparirà più, vi assicuro che ci rimarrete male e chiederete conto all'autore del perché vi ha fatto perdere tempo con quella pistola che incombeva sul resto della storia.
 
Ora sapete cosa faceva la pistola sul tavolo, all'inizio di questo post: serviva a tenere alta la vostra attenzione, in attesa che facesse quello che le pistole sono destinate a fare, scatenando eventi di solito tragici e facendo incombere su questo post la possibilità che nascondesse qualcosa di più dello sproloquio di una book-blogger che oggi non ha un libro da recensire.
Per vostra quiete, potrei anche dirvi che la mia immaginaria pistola era giocattolo o fatta di cioccolata, un dettaglio che vi ho abilmente nascosto: questo toglie un po' pathos a tutto l'articolo, ma credo esemplifichi bene quello che voglio dire sulla necessità di descrivere solo ciò che è necessario.

 
 
 
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