Post N° 51Un abbraccio. Soffocante una sera nervosa. Mai dolcezza, in questo momento. Solo dolcezza per gli amici. Abbracci agli amici. Abbracci. 148. Poesia Frenesia. Frenesia malattia, ignavia inetta maledicentesi ansia d’avidità di emozioni, di conoscenza mai avuta, e non più tempo che dilatato, perso dimenticato consumato e invissuto, buttato schiantato giù in un baratro vuoto come un sogno sveglio e con le rocce non smussate, prive del loro mare e di ogni loro saggezza di deserto. Cuore batticuore senza cervello mentre la mente pensa e corre lesta ai ragionamenti e ai ricordi, anche finti, perché tutto potrebbe essere, ma non è, e questo dispera e lacera e non graffia e strappa, e non si vuol vedere e non gli si vuol credere e si vuole come dormire: nell’attenzione adrenalinica precipitosa troppo frettolosa, che tutto dimentica apposta ed è dura e crudele e arida ed ha mangiato la sua dignità, che non aveva, l’ha divorata anche nei sogni e non ha più ritegno. Nulla le interessa e nessun amore le basta o le basterebbe: non si conosce, finge di non vedersi, ignora i suoi limiti appositamente, come un mercante che nasconda i soldi. Troppo si ama e troppo si brucia e cercherà di ardere e consumare, per ricavare qualcosa, le sue stesse ceneri: ma esse la tradiranno e, facendola impallidire inorridita e blu, come di ghiaccio, la uccideranno, così potranno sorridere trionfanti, vendette della pace dei veri spiriti.
Commenti: 10 |