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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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NON SO CHE FARMENE

Post n°374 pubblicato il 10 Dicembre 2006 da bargalla

             Bosch Hieronymus - Der Gaukler

Eccolo di nuovo, più inflessibile e intransigente che pria!
Sentivo la sua assenza, ero preoccupato per quell'aria di arrendevole mitezza sfoggiata prima a Efeso e poi nella vecchia e cara Costantinopoli, temevo che l'inquisitore fosse diventato davvero il vicario del "tu es Petrus" il fratello più ricco e arrogante delle umili "chiese sorelle" la cui ortodossia resiste da secoli al richiamo mellifluo delle sirene leonine.

Disperavo in cuor mio di non poter più ascoltare la sua nazitonante voce priva di quel nerbo, falsamente mellifluo e suadente che l'ha reso perfidamente filosofo settario, integralista e per questo osannato dagli scribi e dai farisei catto-opusdeisti.
Dopo il rilassante bagno turco è ritornato il pastore tedesco di sempre, il moralista accattone che abbaia alla luna col ringhio mordace di un cane imbestialito dalla voglia di azzannare quanti non si lasciano mordere e suggestionare dal verbo ratzingheriano.
L'ultimo numero dell'Osservatore Romano, l'organo ufficiale della Città del Vaticano che con un infelice eufemismo viene anche denominata "santa sede" (e in tutta sincerità non vedo proprio tutta quella santità in un covo in cui bivaccano ladri e briganti) rilancia in prima pagina l'ennesimo attacco portato dal papa fondamentalista al laicismo di uno Stato che se fosse Sovranamente tale, dovrebbe dare il benservito ad un parassita che continua ad ingerire negli affari interni di una Nazione in cui per fortuna la teocrazia papalina nonostante gli attacchi dei suoi insulsi ambasciatori, non riesce ad imporre stabilmente il suo veniale, venale e dottrinario dogmatismo.
Sarò anche "un laicista vituperato" e vituperando e, come dice l'omino bianco anche "ostile ad ogni forma di rilevanza politica e culturale della religione" ma non posso accettare che chi usa Dio e spaccia la religione come l'oppio per drogare non l'Anima ma la mente degli uomini, mi venga ad impartire una lezione di laicità inficiata dal becero fideismo clericale.
E' scritto: "Date a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare" non c'è modo di confondere quindi le due Entità, ogni tentativo di frullarne lo spirito serve solo a offuscare le idee e, dato che sono in vena di citazioni tralascio il citatissimo detto cavouriano sui rapporti fra Stato e Chiesa, per  soffermarmi proprio sulla testata dell'Osservatore Romano al di sotto della quale testata e fra lo stemma con i simboli del potere papale c'è un motto che recita: "Unicuique suum". "A ciascuno il suo" basterebbe che loro si attenessero a questa elementare constatazione (anche evangelica) per garantire diritto di cittadinanza alla "legittima autonomia delle realtà terrene" che non esclude a priori la scelta di ognuno di credere o no in Dio senza passare dalle forche caudine di un placet concesso da intermediari simoniaci e da rappresentanti che si arrogano il diritto di agire in nome e per conto del Rappresentato.
Non mi serve un papa che mi dica che cosa fare o non fare.
Non mi serve un papa che mi dica che il suo dio è migliore del mio.  
Non mi serve un papa che mi imponga a suon di scomuniche e di anatemi la dottrina e i precetti di una religione che non è più la mia.
Non so che farmene di un papa che dimentica le tragedie planetarie e tradisce il mandato Evangelico per sedersi e banchettare alla lauta mensa del ricco Epulone lasciando cadere qualche briciola di pane raffermo per il povero Lazzaro.
Non so che farmene di una chiesa che somministra l'estrema unzione ad un sanguinario dittatore di nome pinochet che oggi finalmente è morto munito (vergognatevi!) dai conforti religiosi, dopo che in una vita di terrore e di angherie ha ucciso trentamila cileni. Magari il primate e i vescovi della chiesa cattolica cilena celebreranno per lui anche una messa di suffragio, lo incenseranno e lo aspergeranno con l'acqua santa e canteranno anche un requiem per un dispotico figlio di puttana che già brucia all'inferno.
Non so che farmene di un papa che sputa sentenze, parla del sesso degli angeli e con mafiosa omertà protegge i vescovi e i preti pedofili.
E non mi si venga a dire che li ha condannati, non basta biasimarne il comportamento dopo che per vent'anni proprio un certo cardinale ratzinger al tempo del santo uffizio, dispose l'applicazione del documento segreto "Crimen sollicitationis" in base al quale "per prudenza e per non creare scandalo quei sacerdoti pedofili non venivano rimossi dall'incarico pastorale ma semplicemente spostati in un'altra parrocchia".
Sospendono "a divinis" i preti uxorati, i preti cioè che scelgono di sposarsi e di copulare secondo natura, ma assolvono i preti pedofili.
Bella stronzata!   
E quello lì di bianco vestito, ipocritamente sostenuto dai celoduristi xenofobi ma cattolici, dai casaliberisti scambisti, divorziati ma italioti e cristiani, ha anche la dabbenaggine di impedire ad un Parlamento purtroppo pieno di baciapile, di legiferare per regolamentare le coppie di fatto.
Bisognerebbe tagliare i viveri a questi parassiti che sputano nel piatto in cui mangiano, volendo anche scegliere i commensali e il companatico.
Altro che concordato e otto per mille!
Bisognerebbe che la sinistra in Italia facesse come in Spagna dove Izquierda Unida, sempre più preoccupata da quelle che giudica come continue interferenze della conferenza episcopale nella vita pubblica, annuncia la presentazione di una proposta di legge organica "sulla libertà di pensiero, coscienza e religione" con la quale stabilire norme per inquadrare la religione nell'ambito del diritto privato e, soprattutto, mettere fine a privilegi che non esistono in nessun altro Paese del mondo.
"Pacs vobiscum" reverendi padri!

 
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