Creato da pensiero_stupendo00 il 25/01/2008
asandabubia,argentaccia,amore,sesso,politica,società,droga,economia,finanza e banche,scuola,cucina sperimentale,racconti,poesia,immigrazione,lavoro e precari,saggezza,spiritualità e religioni,umorismo,versi d'amore e di passione, vietati ai minori CONSIDERATE LA VOSTRA SEMENZA..
 

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PREGHIERA A CUPIDO

Aiutami un po' tu , piccolo iddio

che voli a tuo piacer con frecce ed arco.

Io t'offro il petto e tu cogli il cor mio

e fa' che batta ancor , pur d'anni carco

Che su mia scorza ho tante cicatrici

d'orribili ferite , in abbondanza ,

fatte dai miei destin che fur nimici ,

per cui n'uscì la pace e la speranza.

Prega la madre tua darmi passaggio

al tempio suo ch'io possa ancòra scrivere

miei versi di passion. Sappia servire

sopra il suo altar con gioia e con coraggio ,

che senza amore ancor non posso vivere

e non son tanto saggio da morire.

 

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BORSA ARGENTINA . SALITA DOPO TANGO BOND

La borsa argentina in sei anni e' salita

guadagnando il 1200 %  dal minimo segnato circa 10 mesi

dopo la dichiarazione che non avrebbe pagato i tango bond Clicca sul quadratino con la x per vedere il grafico.Se pensi che con una economia cosi' ,avrebbe potuto pagarsi qualche debituccio , fammelo sapere.

Per il blog " argentina tango bond" vai a

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dove troverai documenti inediti ,sentenze,le banche piu' coinvolte , e potrai avvicinarti un po' di piu' alla verita' su questa dolorosa operazione.

 

 

Petteia

Post n°963 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da pensiero_stupendo00
 
Tag: Petteia

Sommando tutto quello che si conosce dei giochi «Petteia» e «Latrunculorum» si può affermare attendibilmente che i due giochi erano identici e che le loro regole erano le seguenti:
la scacchiera per il gioco era composta da caselle non dipinte in colori diversi;
le caselle erano chiamate «campi»;
su ciascun campo poteva essere messa solo una pedina;
tutte le pedine erano soggette alle stesse regole di spostamento e presa;
le pedine si spostano in linea retta (avanti, indietro e lateralmente) e il loro raggio di azione era uguale a quello della torre negli scacchi;
la pedina veniva presa, se non poteva essere liberata dalle pedine dell'avversario che la circondavano. Questa presa si distingue radicalmente dalla presa nel gioco della dama (dove la pedina deve scavalcare la pedina dell'avversario) e negli scacchi (la figura vincente occupa il posto della figura eliminata);
l'arrivo della pedina sull'estrema linea della damiera non dava al giocatore nessun vantaggio.
L'ampio raggio di azione delle pedine e la mancanza d'importanza della direzione degli spostamenti eliminavano la necessità dell'arrivo della pedina alla ultima linea della damiera.

La parola Petteia deriva dal termine greco «pessos» (plurale «pessoi») che indicava le pedine del gioco. Per la prima volta il termine «pessoi» (nel senso di pedine) fu usato da Omero nell'Odissea descrivendo i pretendenti di Penelope.

La seconda volta il termine «pessoi» viene usato da Erodoto (484-424 a.C.) nelle sue «Storie». Descrivendo la vita degli antichi abitanti della Lidia: «... c'erano le pedine (pessoi) per il gioco sulla damiera ed essi (i lidi) giocando dimenticavano la fame». (assedio di Sardi?)


Le regole del gioco della petteia (polis) sono descritte nell'«Onomastikon» dell'oratore Giulio Polluce (scritto attorno al 170 d.C.). L'oratore spiega che i giocatori devono portare le pedine dall'altra parte della damiera, nella propria «città». E se la pedina viene circontata da due parti dalle pedine dell'altro colore, essa può essere eliminata. Così, la pedina che ha perso il contatto con le altre pedine dello stesso colore, può essere facilmente attaccata e presa.
Da questo gioco trae un paragone lo stesso Aristotele (384-322 a.C.) quando nella sua «Politica» parla dei greci cacciati dalla città di Atene (apolidi), paragonandoli alle pedine che, rimaste isolate da quelle dello stesso colore, devono aspettarsi grandi tribolazioni.


Il «Ludus Latrunculorum» è un gioco puramente intellettuale, senza dado e senza ombra di azzardo. Marco Terrenzio Varrone (116-27 a.C.) per primo menziona questo gioco. La damiere destinate a questo gioco con le caselle sono state trovate durante degli scavi in Inghilterra. Da queste damiere risulta che una grandezza esatta, prestabilita, non esisteva. Secondo il Murray veniva di solito adottata la damiera 8x8.
Come nel gioco dell'antica Grecia «Petteia», una pedina, circondata dalle pedine dell'avversario, si perdeva (veniva presa).
Marco Valerio Marziolo (40-102 d.C.) descrive nel suo «Epigramma» questo modo per eliminare la pedina. Anche Publio Ovidio Nasone (40 a.C. - 18 d.C.) nei suoi «Ars Amandi» e «Tristezze» descrive in versi non solo il modo per eliminare le pedine, ma anche le regole dei loro movimenti rettilinei e la non obbligarietà nella presa.

Nella poesia anonima «Laus Pisonis» (circa 50 d.C.)si narra del romano Caio Calpurnio Pisone artista e ottimo giocatore di «Latrunculorum».
La strategia di questo gioco così viene ricostruita da Ostin sulla rivista «La Grecia e Roma» nel 1934:
«Il principio molto importante del gioco era la manovra delle figure fatta in modo che esse formassero un gruppo molto legato. La pedina isolata dal resto e circondata dall'avversario metteva in pericolo se stessa e tutte le altre figure dello stesso colore.
Questa teoria veniva confermata dalla pratica. Si è scoperto infatti che la migliore tattica era la formazione di solidi gruppi di pedine. L'avversario, però, con un gioco intelligente ed anche sacrificando qualcuna delle proprie pedine poteva sfondare questa composizione, guadagnando così la libertà di movimento sul retrofronte dell'avversario, ottenendo in questo modo la possibilità di una graduale conquista della fortezza».
Questa descrizione è molto accurata e si può adattare anche al gioco greco «petteia», formando così un quadro abbastanza esatto di come erano i due antichi giochi.
Nel 400 d.C. troviamo ancora un accenno fatto dal Macrobio nei suoi «Saturnali».
Egli scrive: «Tanti romani hanno celebrato le feste in onore di Saturno giocando a «Latrunculorum» e ad «Abac» (gioco d'azzardo con i dadi)».

Ma il vero e proprio antenato della dama e degli scacchi è il «Ludus Latrunculorum»: un gioco puramente intellettuale, senza dado e senza ombra di azzardo.

E' Marco Terenzio Varrone (116-27 a.C.) a menzionare per primo questo gioco (De lingua latina 10. 22. 2). Alcune damiere destinate a questo gioco con le caselle sono state trovate durante degli scavi in Inghilterra. Da queste damiere risulta che una grandezza esatta, prestabilita, non esisteva. Secondo il Murray veniva di solito adottata la damiera 8x8
 
Tuttavia, senza voler togliere agli Indiani questo diritto di primogenitura, bisogna pur notare che qualcosa di molto simile agli scacchi (e alla dama) esisteva già presso gli antichi Greci e Romani, ed in epoca ben precedente: pare incredibile, ma questo gioco così sofisticato ed intellettuale era molto diffuso tra la rozza soldataglia delle legioni: infatti l'antenato latino degli scacchi era concepito, oltre che come uno svago, come un vero e proprio allenamento alla strategia militare. Che i moderni scacchi risentano profondamente di questa originaria destinazione militaresca è evidente.


Più tardi per il gioco con le pedine (pessoi) si usò il termine polis
(città). Questa parola viene usata per la prima volta da Euripide
(480-406 a.C.) nella sua tragedia Le supplici. Uno degli abitanti di
Tebe chiede a Teseo come era governato il suo paese. Teseo
risponde che nella democratica Atene, come le pedine (pessoi)
del gioco polis, tutti gli abitanti, sono uguali.

 

 
 
 

FORNERO: "LICENZIARE,

Post n°962 pubblicato il 06 Febbraio 2012 da pensiero_stupendo00
 
Foto di pensiero_stupendo00

MI SPANZO DALLE RISATE

Pagina 123 - sottopagina 01 
    Televideo Rai          FORNERO: "LICENZIARE,
 MA POI NUOVO POSTO"  

 "Non vogliamo che non esista la possi-
 bilità di licenziare,ma che chi è stato
 licenziato sia aiutato dalle istituzio-
 ni e dall'azienda a trovare in tempi  
 ragionevoli una nuova occupazione".   (E QUI SCHIATTO PROPRIO) 

 In questo modo il ministro del Lavoro 
 Fornero è intervenuto di nuovo sul tema
 dell'art. 18, durante l'inaugurazione 
 dell'anno accademico all'Università di
 Torino. "Dobbiamo eliminare le forme di
 abuso della flessibilità, ma -ha preci-
 sato- un'azienda può avere bisogno di 
 licenziare per riorganizzarsi". "Il Go-
 verno -ha detto Fornero- deve spalmare
 le tutele su tutti e non dare l'illu- 
 sione del posto fisso a vita che non si
 può dare", ha concluso il ministro.    (SI CHE SI PUO'.e' CHE VOI SIETE ECONOMISTI COME IO SONO IDRAULICO)

 
 
 

POSTO FISSO VICINO A MAMMA

Post n°961 pubblicato il 06 Febbraio 2012 da pensiero_stupendo00
 
Foto di pensiero_stupendo00

Pagina 124 - sottopagina 01 
    Televideo Rai         
CANCELLIERI: POSTO  FISSO VICINO A MAMMA?

 Il ministro dell'Interno Cancellieri  
 interviene sulla polemica nata dalle  
 affermazioni del premier Monti sulla  
 monotonìa del posto fisso:"Gli italiani
 sono fermi, come struttura mentale, al
 posto fisso, nella stessa città e maga-
 ri accanto a mamma e papà, ma occorre 
 fare un salto culturale".             

 "Il mondo moderno tende sempre più alla
 flessibiltà,bisogna confrontarsi con il
 mondo che è cambiato e Monti non voleva
 mancare di rispetto a chi non ha lavo-
 ro, è stata una battuta male interpre-
 tata ed enfatizzata", dice il ministro.

lunedì 6 febbr. 2012

Caro Sig. Ministro:

lei sta offendendo chi,pur tristemente,benefica la

Patria in attesa che la classe politica faccia

finalmente il suo dovere.

Se i PRECARI in questo momento non fossero vicini a

mamma e papà,nè loro ,nè i datori di lavoro precario

(si vergognino di approfittare così di una legge

sciagurata ,anche se pensata forse da un santo per

l'uso di altri santi) ,nè il governo,potrebbero godere

i BENEFICI DELLA CASSA INTEGRAZIONE GRATUITA,OFFERTA

DALLE FAMIGLIE, e di cui il sistema "Italia",sta oggi

immeritatamente godendo .

Nè i lavoratori (fortunati) potrebbero godere

dell'assistenza dei loro genitori quando (e sono

migliaia e migliaia) lasciano i bimbi ai nonni e vanno

al lavoro.Nonni che poi li portano alla scuola materna

,li riprendono,li curano a casa loro se sono ammalati.

Chi le scrive,Signora, è un professore,figlio di una

maestra elementare e sposo di una maestra di scuola

materna:può sospettare che io sappia quel che dico?
Approfitto per sottolineare che la vera cellula della

società,non è la famiglia ristretta

(padre,madre,figli),ma la famiglia allargata ai

nonni,zii,parenti e forse amici.Per 100 milioni di

anni,l'umanità si è evoluta in gruppi di 20 , 30

individui,un gruppo proteggente ed equilibrante sotto

il profilo pratico,ma anche sotto quello affettivo e

psichico.
GRUPPO E FAMIGLIA CHE STATE SCIOCCAMENTE TENTANDO DI

DISARTICOLARE.

Ma la sciagura della mobilità,della flessibilità,che

tanto fà il gioco dell'imprenditoria nel breve

periodo,sarà la sua rovina nel medio lungo.
Non si fondano le famiglie senza un radicamento sul

territorio.Non si accendono mutui,non si acquistano

case,NON SI FANNO FIGLI (il vero motore dell'economia).

Ma come fate a non vedere quali problemi già si sono

abbattuti sull'Europa.Dal dopoguerra gli alti prezzi

del mercato immobiliare,operante in un regime di semi

monopolio,hanno ostacolato gravemente il formarsi di

nuove famiglie,tanto che uno due anni fa i bimbi nati

in Italia erano (dati del Senato) un decimo di

quelli,già bassissimi,nati negli USA.Un'Europa di

vecchi e di pochi ha dato spazio all'invasione di una

popolazione di extracomunitarii,alcuni (ma non tutti)

rispettabilissimi,ma certo non usciti dalla tradizione

culturale europea,non dalle nostre scuole,non dalle

nostre università,non da quelle che avrebbero potuto

essere le nostre mamme e che voi vorreste in giro a

fare gli interessi(di breve periodo) di imprese sempre

più dislocate all'estero.

(Chissà se i 1800 operai assunti ieri da Fiat negli USA
costano meno di 1800 operai italiani.)

Signora,non è la gente a dover servire l'economia

(leggi profitto),al contrario è l'economia a dover

servire la gente,ed oggi deve essere una economia

"light" assolutamente ripensata in funzione della

rinnovabilità delle risorse,della tutela

dell'ambiente,del risparmio energetico e il vostro

ruolo come governanti potrebbe essere anche quello di

diffondere tecnologie che GIA' ESISTONO.

Certamente non quello di spedire or quì or lì la

gioventù migliore,facendo della loro vita affettiva

qualcosa che somiglierà molto di più alla copertina di

play-boy che non al registro dell'anagrafe nè a quello

della parrocchia,una soluzione assolutamente sterile e

sciagurata. Ma la vede lei la pubblicità?

E' questo il suo salto culturale ?
E' per costruire un mondo come quello che vuole i

nostri figli?

 

 
 
 

mannaggia

Post n°960 pubblicato il 17 Gennaio 2012 da pensiero_stupendo00
 
Foto di pensiero_stupendo00

MANNAGGIA
 
Ognuno solo sta
sul cuore della terra
siccome un baccalà,
Mio caro salvatore
dal polo all'equatore,
tristo il destin ci fotte...
Ed è sùbito notte!

E tu  Giuseppe caro
per quanto sembri amaro,
sugli alberi impacciati,
sembriamo appollaiati,
davvero non si sa
quando si cascherà.

 
 
 

il cattivo ladrone

Post n°959 pubblicato il 15 Gennaio 2012 da pensiero_stupendo00
 
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IL CATTIVO LADRONE

Si stava il buon ladrone crocifitto
quando gesù gli disse "l'amnistia
vo' bandir pei compagni di delitto:
entr'oggi sarai lieto a casa mia.

Signore,non son degno:ho ben rubato.
Da banchiere i clienti ho finocchiato,
il giudice ho corrotto e son scampato,
il falso nel bilancio ho dichiarato

e l'orfano e la vedova ho fottuto
e nel farlo,davvero ho ben goduto.
Alla mia mamma spesso ho dato botte
e n'ho fatte di crude e pur di cotte,

chè denunciai l'amico senza prove
e mi dieder denari ventinove.
I compagni e la patria ho poi tradito
e son stupito assai di quest'invito.

Ad ogni modo quando spireremo,
verrò di certo.Non son mica scemo.

L'altro ladrone contorceva il grugno:
se libero una mano,ti dò un pugno.
E' inutile che ciarli;ti prevengo
che in paradiso,proprio non ci vengo.

Ma perchè,santiddio?Non sei pentito?
Proprio per questo.Mi son convertito
e vo' pagare il male che commisi
e non,goder con te nei campi elisi,

ma voglio sprofondare nell'inferno;
io mi vergogno a star col patreterno.

Se poi tu porti in cielo i delinquenti,
meglio l'inferno che li tuoi conventi,
che i preti l'assassini han fatto santi,
banchieri quei che san rubarne tanti,

e han nominato martiri e beati
i truffatori invece dei truffati.
Dunque vado all'inferno,a casa mia,
dove starò in migiore compagnia.

Ma tu,figliolo mio,canizie senti,
tra ladri,giuda,e qualche maddalena,
e sempre in giro con gli amici a cena ....
che diavolo,sta attento a chi frequenti!

 

 
 
 
 
 

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