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Messaggi di Marzo 2012

C'ERA UNA VOLTA LA FUNE PARTE 4 DI FORSE 5

Post n°814 pubblicato il 31 Marzo 2012 da piandeloa
 

Se sapessi dov'ero rimasto...e lo so! Quindi negli anni '30 si è aperta una nuova, grande area sciistica per Cortina, l'area del Faloria. Più in alto delle altre, permetteva di prolungare la stagione sciistica di oltre un mese, e soprattutto scopriva piste molto più impegnative e panoramiche. Non so in che tempi precisi poi furono aperti gli altri impianti, comunque nel giro di pochi anni aprirono la sciovia Tondi, la seggiovia Vitelli e lo skilift Pian della Bigontina, ora sostituito da una seggiovia. Oltre alla bidonvia (non so se fosse il nome ufficiale, la chiamavano tutti così) Tondi. La bidonvia era uno spettacolo, praticamente doveva essere la prosecuzione della funivia, ma il progetto era tutt'altro che geniale; in pratica, invece di fare una cabina unica, hanno fatto due cabinette vicine da 56 posti l'una, col risultato di avere portata minima e tempi lunghissimi. La bidonvia fu chiusa
attorno alla metà degli anni '70, e nessuno la rimpianse, visto che si arrivava più o meno nello stesso punto anche con la seggiovia dei Vitelli. La Vitelli era una seggiovia monoposto lentissima (è stata rinnovata solo recentemente), con perenni code interminabili, per cui, verso la fine dei '70, è stata affiancata da una coppia di seggiovie biposto, le Girilada 1 e 2. La Girilada è nota soprattutto per il fatto che
ci ha lavorato anche il ben noto Piandeloa, nel periodo natalizio...chi cazzo si ricorda...
mi sembra 81-82. Era un bel lavoro, quando la temperatura era sopra i meno dieci.
Magari facevi tre o quattro ore di seguito a dare seggiolini a sciatori imbranati, ma a
mezzogiorno partivo col sacco e portavo il pranzo a tutti gli altri impianti. E soprattutto, la sera alle 4 e mezza si scendeva a valle. Doccia, barba e bar, sempre lo stesso, dalle sei fino a notte. Bevevo, sì, perché bevevo, ma stavo lì soprattutto per stare in compagnia, perché conoscevo praticamente tutti. Era un bel bar, non un bar da banco, più un bar da tavoli, con tutti i divanetti in pelle, e io passavo pomeriggio e sera passando da un tavolo all'altro, bevevo birra e sparavo cazzate, sparavo cazzate e bevevo birra. Avete presente quei posti dove ci si sente perfettamente a proprio agio? Non sono molti, vero, forse 4 o 5 in tutto? Bè, io in quel posto ero perfettamente a mio agio. Ecco, sono uscito a sufficienza dal tema, posso chiudere. Nei prossimi numeri: la disastrosa festa di capodanno, le leggendarie piste Vitelli e Faloria-Cortina, e - forse - la mia folgorante carriera come pilota di Ape.

 
 
 

GLI IMPROBABILI AFORISMI DEL PIAN

Post n°813 pubblicato il 29 Marzo 2012 da piandeloa
 

Se rinascessi vorrei rinascere scapolo.

 
 
 

ECCO A VOI IL DAU' PARTE ULTIMA

Post n°812 pubblicato il 27 Marzo 2012 da piandeloa
 
Tag: daù

 

So che nessuno di voi ha dormito questa notte, e magari avete passato la notte insonni sul pc a cercare notizie sui daù. Purtroppo in rete si trova pochissimo, come dicevo non esistono foto attendibili di questo simpatico animaletto,e pochissime persone hanno avuto la fortuna di riuscire a vederlo. Quindi andiamo avanti con le poche notizie che abbiamo a disposizione. Ieri ci chiedevamo perché, come esiste il daù che ha adattato asimmetricamente il suo lato destro e il sinistro, non esistono animali specializzati nella salita o nella discesa? Ecco, qui probabilmente qualcuno ha intuito che, se un animale fosse specializzato in questo senso, potrebbe solo salire o solo scendere, e sia discese che salite hanno sempre una fine, per cui prima o poi l'animale rimarrebbe bloccato.
Invece il daù può percorrere le montagne per tutta la vita, certo restando sempre alla stessa altitudine, infatti esistono diverse sottospecie di daù adattate alle diverse altitudini.  Daù destri e sinistri non possono incrociarsi per ovvi motivi tecnici. Quando si incontrano lungo la fiancata della montagna un daù destro e uno sinistro uno dei due guadagna o perde un po' di quota faticosamente, in modo da non scontrarsi. Questi piccoli cambi di quota costituiscono uno dei due sistemi con cui vengono rimescolati i geni dei daù delle diverse altitudini. Il secondo sistema avviene in caso di caduta con rotolamento verso valle. 
 Ma la peculiarità più interessante è quella
relativa all'accoppiamento e alla gestazione, peculiarità che ha costretto i genetisti a ricredersi sulle loro teorie riguardo i daù. Infatti, in realtà, dal punto di vista genetico, esiste un'unica specie di daù. La spiegazione è complessa, spero di riuscire a spiegarla adeguatamente: i daù si accoppiano in volo, durante gli altissimi balzi che compiono, e l'accoppiamento dura circa un secondo e mezzo. Poi, confermando di essere uno degli animali più
veloci al mondo, la femmina porta a termine la gestazione in un solo, ulteriore, secondo. Quindi partorisce mentre si trova ancora in volo. Il cucciolo vola così a terra da diversi metri di altezza, atterra sempre sulle zampe, in questo modo le zampe che si trovano a monte al momento dell'atterraggio impattano sulla roccia e si accorciano
immediatamente. A seconda della posizione dell'atterraggio, quindi, crescerà un
daù destro oppure un daù sinistro, ma il patrimonio genetico è esattamente lo stesso, quindi non si può nemmeno parlare di due specie diverse.
Questo è tutto ciò che sa la scienza ufficiale sul simpatico animaletto. Se qualcuno di voi ha altre notizie è pregato di farmele conoscere.

 immagine

Nella foto il magnifico copriassedastiro che trovai da Supergina,
che espletava a meraviglia i suoi compiti, sia funzionali che estetici.
A dimostrazione che in un post sui daù puoi infilarci qualunque cosa.

 
 
 

ED ECCO A VOI IL DAU' (parte 1 di sicuramente 2)

Post n°811 pubblicato il 24 Marzo 2012 da piandeloa
 
Tag: daù

Il più inquietante e misterioso abitante dei monti è sicuramente il daù, di cui non esistono foto, in quanto è così veloce da non poter mai essere inquadrato da un obiettivo. Il daù, infatti, è il risultato di una spietata selezione naturale. Essendo un animale privo di armi da difesa, eccettuate due piccole corna, ha fatto della velocità la sua risorsa migliore. Si tratta di un mammifero quadrupede poco più grande di una lepre, e ha qualche affinità con essa, in quanto capace di grandi balzi (nella prossima puntata vedremo come li sfrutta durante l'accoppiamento e la gestazione). Ma le piccole corna non costituiscono affatto la sua maggiore singolarità; il daù, infatti, è forse l'unico mammifero asimmetrico esistente in natura: ha le zampe su un lato più lunghe di quelle dell'altro lato! Infatti, vivendo in alta quota sulle ripide fiancate dei monti, nel corso dei millenni si è adattato, e ora ha le zampe a valle molto più lunghe delle zampe a monte, riuscendo così a correre in costa molto più velocemente di tutti gli altri animali. Ora vediamo se superate questo test di intelligenza: cosa c'è che non va in questo animale? ....Come al solito non capite uin cazzo, per cui ve lo spiego io: non va che siffatti animali possono girare solo in un senso, se tornano indietro si trovano con le zampe lunghe più a monte, e si ribaltano giù dalla montagna! E tutto ciò non giova all'armonia della natura. Ma la natura si sa autoregolare, per cui esistono due famiglie di daù: i daù destri, che hanno le zampe destre più lunghe e girano sempre in senso antiorario, e i daù sinistri, che girano ovviamente in senso orario. Ma qui si pongono ulteriori e affascinanti interrogativi, ad es. cosa succede se si accoppiano un daù destro e uno sinistro? E perché l'evoluzione ha privilegiato questo tipo di asimmetria, mentre non esistono animali con le zampe più lunghe davanti per andare meglio in discesa? A questi e ad altri inquietanti interrogativi la scienza sta cercando di dare risposte adeguate, anch'io ci proverò nella prossima puntata.

N.B. mi scuso se a qualcuno sia già capitato di leggere un post simile a questo, ma ragazzi, oltre che scrivere cazzate ho anche altro da fare, per cui ho spudoratamente riarrangiato una mia opera di diversi anni fa, aggiungendo le ultime scoperte. Piero Quark mi fa una pippa.

 

 

 
 
 

LA PAGLIUZZA E LA TRAVE

Post n°810 pubblicato il 24 Marzo 2012 da piandeloa
 
Tag: papa

Ieri un tizio molto famoso ha detto che il marxismo non risponde più alla realtà. Mi sembra che sia un pensiero sensato. Ma sapete chi l'ha detto?

IL PAPA HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA

 
 
 

C'ERA UNA VOLTA LA FUNE PARTE 4 DI FORSE 5

Post n°809 pubblicato il 22 Marzo 2012 da piandeloa
 

Oggi, in questa bellerrima rubrichetta di racconti funerei, vi voglio parlare della funivia che ho preso più volte nella mia vita, diciamo almeno 500 volte, quella del Faloria. Inaugurata il 5 febbraio 1939, alla presenza del ministro Benni e della contessa Edda Ciano Mussolini, era un'opera grandiosa per quei tempi, soprattutto nel secondo tronco. Infatti il primo tronco passa attraverso il bosco, senza grande dislivello, dai 1230 metri della stazione di partenza fino ai 1500 dell'intermedia, a Mandres, con due piloni lungo quel tratto. Il secondo tronco è un unico salto dai 1500 metri di Mandres ai 2123 del Faloria. Un salto impressionante ancora oggi, quasi verticale con le rocce che sembra ti vengano addosso. L'impianto fu rinnovato nel 1954, con il raddoppio delle cabine (da 2 a 4) e poi di nuovo nel 1975, quando furono sostituite le cabine, raddoppiandone la capienza fino a 50 posti. Ecco, io vi parlerò del periodo 54-75, periodo in cui ho passato anni  salendo su quella funivia almeno 3 o 4 volte la settimana per tutto l'inverno. C'erano queste cabine striminzitissime da 25 persone magre, e gli sci si mettevano fuori su un portasci. Ovviamente sempre code chilometriche, complicate anche dal dover trasbordare ogni volta tutti gli sci.
Era una funivia sicurissima, ma le apparenze dicevano il contrario: le cabine vibravano in modo pauroso, con scricchiolii sinistri e un rumore di fondo che rendeva difficile la conversazione. Ogni tanto, poi - non chiedetemi perché - improvvisamente si bloccava tutto a metà strada. E quando dico si bloccava, intendo proprio si bloccava, dava un tirone che sembrava di cadere ogni volta, e c'era della gente veramente terrorizzata. Allora noi 3-4 imbecilli si cominciava a parlare ad alta voce, e ci si raccontava degli innumerevoli incidenti che c'erano stati, con decine di morti e corpi straziati. Ovviamente tutto inventato. Quando cominciavamo scendeva un irreale silenzio,  e tutti ascoltavano fingendo di non ascoltare, anche se non del tutto convinti. Ma a un certo punto si intrometteva nella conversazione il manovratore, raccontando di aver rischiato la vita a più riprese. E si sa, la parola del manovratore dell'impianto è legge. A volte, invece, si parlava dei meravigliosi animali semisconosciuti delle Dolomiti, a cominciare dal xxx (col cazzo che vi dico il nome, altrimenti andate subito a chiederlo a gugol), animale che vive sui fianchi delle montagne. Ma questo è un discorso che merita una digressione adeguata, che vi fornirò nella prossima puntata. Ecco, sembra un temino di terza media, ma in fondo era solo una scusa per parlare del xxx, che sarà molto più interessante.

 

 
 
 

LA MELA DI TURING

Post n°808 pubblicato il 20 Marzo 2012 da piandeloa
 
Foto di piandeloa

In uno dei libretti che ho sul mio comodino ikea ho letto una storia commovente su Alan Turing. Turing era lo studioso inglese che nel 1936, a soli 24 anni,  pose le basi matematiche per il funzionamento dei computer. Aveva un grosso problema per quei tempi, era gay, e questo fatto portò a una serie di disavventure che culminarono nel suo suicidio. Tutto cominciò una notte, quando adescò un ragazzino e se lo portò a casa. Il mattino dopo il ragazzino era sparito, e con lui erano spariti anche alcuni oggetti di valore che Turing aveva in casa. Il matematico andò ingenuamente a denunciare l'accaduto alla polizia, e venne incriminato per la sua omosessualità, che allora era un reato. Gli venne offerto - anche in considerazione dei suoi meriti - , in alternativa alla pena detentiva, di sottoporsi a una cura per guarire dalla sua malattia (?). Cominciò un pesante trattameno a base di ormoni femminili, che lo rese impotente. Per di più perse quasi del tutto i peli sul viso, e cominciò a crescergli il seno. Inoltre il governo smise di appoggiarlo nei suoi progetti di ricerca. Per cui entrò in uno stato di profonda depressione, e decise di suicidarsi. Per non fare pesare il suo gesto a sua madre volle inscenare un incidente, un incidente come quello di Biancaneve. Intinse una mela nel cianuro e ne mangiò un morso. E il marchio della Apple è proprio ispirato alla mela morsicata di Turing.

 
 
 

E' ONLINE IL MIO NUOVO SITO!!!

Post n°807 pubblicato il 20 Marzo 2012 da piandeloa

Lo so, non ve ne frega nulla, e avete ragione.
Perdonatemi, ma volevo condividere con qualcuno
il mio sito, rinnovato in grafica e contenuti:

http://www.manzonilibreria.it/index.htm

 
 
 

INTERVISTA A DIO PARTE 9 DI 194 CIRCA

Post n°806 pubblicato il 19 Marzo 2012 da piandeloa
 

Ieri pattinata di un paio d'ore. Sono vivo, ma ho male a: collo, spalla sinistra, braccio destro e schiena. Al pomeriggio sono andato a un mercatino di musica e fumetti usati, ma ovviamente non ho trovato quel che cercavo (è un'impresa disperata, ma non mi arrendo). Tornando sono passato per un centro commerciale. Vabbè, non ho nulla da fare, entro a vedere se in edicola c'è qualche rivista interessante; i nuemri di Scienze trattavano di argomeni a me totalmente incomprensibili, per cui ho desistito, ma sono passato in libreria, e lì ho trovato un tesoro: tutta la collana di Fanucci dedicata a Philip Dick!!! Mi sono sentito come Poison davnati a una vetrina piena di tacco 12, i libri mi dicevano Prendimi Prendimi. Poiché nessuno mi dice mai prendimi prendimi, li ho presi: 3 volumi che raccolgono tutta la produzione di racconti di Dick. Magari l'80% li ho già letti, ma è un piacere sapere che ora giacciono a casa mia, sul mucchio di libri da leggere. Quando non lo so. La sera, dopo una cena con una coppia di grandi amici, ho chiamato Dio.

 

D:- Ma Pian, per mesi non mi chiami e adesso non mi lasci più in pace. Cosa vuoi questa volta?

P:- Sì, scusa, Dio, ma se non ti chiamo non so cosa cazzo scrivere nel blog. Oggi quesiti sulle preghiere. A cosa serve pregare?

D:- Ma Pian, a scuola non ti hanno insegnato niente? Si può pregare per due motivi: uno, rendere omaggio a me che sono il tuo dio. Due, chiedere aiuto per te o per i tuoi cari.

P:- Sì, fin qui lo sapevo. Ma voglio dire, a te cosa interessa che la gente ti veneri? Cioè, sei Dio, per cui dovresti essere al di sopra delle vanità umane. Non sei una rockstar o un calciatore, non vai a contare i mipiace su fb, o no?

D:- Su questo hai ragione, Pian, non me ne frega niente che mi venerino. Ma cristo santo, non ci vuole un genio, no, per capirlo. L'hai capito perfino tu, che notoriamente non sei un genio.

P:- Ah, ok, tutto chiarito. Nella prossima intervista parleremo delle preghiere che si fanno per la propria squadra di calcio. Ma scusa, perché hai fatto apparire quella terribile scritta pubblicitaria nel cielo?

D: - Perché sei un miscredente, Pian? Vedi che le preghiere servono? Mi hanno pregato di pubblicare uno slogan per una banca, e io ho fatto il miracolo. Vedi, a
volte basta chiedere. Mi sembrava carino: BANCO FINANCO, E DEL PARADISO NON MI STANCO. Bello, no?

P:- Ma Dio, scusa se mi permetto, ma è una schifezza. Non c'entra nulla col prodotto da reclamizzare, non ha alcun senso!

D:- Pian, voi umani siete tutti uguali, non siete mai contenti. Io sono solo Dio, non sono un creativo..ops...che noia, che barba, che barba, che noia...

 
 
 

SONO IL VOSTRO SUPEREROE

Post n°805 pubblicato il 15 Marzo 2012 da piandeloa
 

 

Domenica ho acquistato questi:

bè, è una figata pazzesca! Un po' come pattinare sul ghiaccio, a
parte che cadendo ci si fa molto più male. Sapete dove ci si iscrive
alle olimpiadi di rollerblade? Per le olimpiadi invernali ne parliamo
un po' più avanti, ho ripreso gli allenamenti domenica scorsa
dopo 8 anni, mi ci vorrà ancora un po' per tornare alla forma
olimpica. Ecco la foto del mio ultimo allenamento sugli sci: ops,
no, l'ultima risale a 35 anni fa,  ed ero pieno di capelli. Meglio
che non la pubblichi, il confronto sarebbe troppo triste. 

 
 
 

INTERVISTA A DIO PARTE 7 DI 194 CIRCA

Post n°804 pubblicato il 13 Marzo 2012 da piandeloa
 

D:- Ciao, Pian, è un pezzo che non ti sento, è mai possibile che non pensi mai a me?

P:- Ma che due coglioni, mi sembri mia nonna, ogni volta che andavo a trovarla si lamentava che non andavo mai a trovarla. Dai, prendi le cose belle della vita! Oggi ti ho chiamato, sii contento. Dai, su, Dio, carpe diem, non fare il vecchio!

D:- Eh, fai presto a parlare tu che sei giovane...oddio, diciamo che sei di mezza età, ammesso che arrivi a 100 anni. Ma hai idea di quanti anni abbia io? Cazzo, non lo so neanch'io, è impossibile contare l'eternità. E' brutto, sai, non conoscere la tua età, rischi di perdere la tua identità. Che poi la mia identità è già così incasinata, con questa storia dell'uno e trino. Che poi, quand'è stato non mi ricordo, quella volta che hanno deciso la storia della colomba/spirito santo io non l'ho mica ancora capita, eh!

P:- A chi lo dici...poi 'sto spirito santo non se lo fila nessuno, quaggiù pregano te, tuo figlio, tua moglie, cioè, volevo dire la madre di tuo figlio (che casino), una pletora di santi e beati, ma lo spirito santo quasi mai. Perfino padre Pio è molto più popolare.

D:- Che vuoi farci, Pian, l'uomo rimane sempre politeista. Vedi anche con me cos'hanno fatto, una volta pregavano solo me, e ora... Non che me ne freghi qualcosa, in fondo io sono Dio e voi non siete niente di importante. Vabbè, scusa Pian, ma devo andare. C'è mia moglie...mia cognata...insomma quella là, la Madonna, che mi sta facendo un mazzo così, dice che trascuro mio figlio, che da quando ha scoperto il blog di un cardinale, un certo Napinus o qualcosa del genere, sta tutto il giorno sul pc...mi ha rinfacciato perfino di quella volta, 2000 anni fa, che l'ho lasciato in croce, ma Pian, non posso fare tutto io, non posso mica fare dei miracoli...ops...che barba, che noia, che noia, che barba

 
 
 

C'ERA UNA VOLTA LA FUNE PARTE 3 DI FORSE 5

Post n°803 pubblicato il 12 Marzo 2012 da piandeloa
 

C’era una volta, nel centro del mio paesello, a un paio di centinaia di metri
da casa mia, di fronte al famoso Hotel de la Poste, la stazione di partenza
per la funivia Cortina (m 1210) - Pocol (m 1650). Inaugurata nel 1925,
fu una delle primissime funivie delle Alpi. Attorno al 1960 ci fu un grave
incidente, si ruppe il cavo portante, fortunatamente nella cabina in quel
momento si trovava solo il manovratore. A parte questo, l’impianto svolse
egregiamente la sua funzione fino alla metà degli anni ‘70, quando venne
chiuso definitivamente, a causa della preferenza per altri mezzi di trasporto:
allora le Range Rover, oggi i SUV. In effetti quell’impianto rivestì grande
importanza nell’epoca anteriore alla grande motorizzazione di massa,
poi perse gradualmente viaggiatori, in quanto con la statale 48 si arrivava
direttamente sulle piste di Pocol. Per di più la funivia si fermava al Belvedere,
e da lì c’era da fare una bella camminata per raggiungere gli skilift, compresa
una salitona, cosa inimmaginabile ai giorni nostri. Bè, io me la sono fatta
parecchie volte durante i miei primi anni di sci, un bel chilometro, mezzo
in salita, con scarponi ai piedi e sci di una tonnellata sulle spalle.

Proprio alla stazione di arrivo c’era - e credo ci sia tuttora - un bellissimo
locale rustico, tutto in legno. Fuori, una splendida terrazza che dava sulla
scarpata rocciosa, con una spettacolare vista sulla valle d’Ampezzo.
Negli anni ‘70 e ‘80 funzionava di giorno come bar e di notte come discoteca.
Oddio, definirla discoteca è eccessivo. Le tariffe di ingresso variavano a
seconda dell’umore della titolare. Questa ti guardava, e già con uno
sguardo capiva quanto poteva chiederti, e soprattutto quanto avresti bevuto.
Chissà perché io non pagavo mai… Ma l’aspetto più spettacolare di quel
locale era la stradina per arrivarci, che praticamente era il salitone di cui
vi parlavo qua sopra, però per arrivare era un discesone. Quando nevicava
diventava una specie di pista da bob, e più di una volta qualcuno ha fatto
strike nel parcheggio. Che anche qui, parcheggio…non immaginate un
parcheggio tipo centro commerciale, era uno spiazzetto tutt’altro che
pianeggiante, in mezzo agli alberi, e ci stavano semiammucchiate una
ventina di macchine, i cui proprietari dovevano continuamente uscire
per spostarle. Dicevo, più di una volta qualcuno non è riuscito non dico
a frenare, ma nemmeno a rallentare, e ha semidemolito più auto in un
colpo solo. Questi 3-400 metri di strada erano strettissimi, impossibile
incrociarsi, per cui all’orario di chiusura qualsiasi genio che volesse
scendere bloccava completamente l’uscita. Una volta ricordo che ci fu
un’insurrezione popolare: uno dei suddetti geni con una Giulietta, che
probabilmente si era bevuto e fumato di tutto ed era convinto di essere
sulla tangenziale nei pressi di Cinisello Balsamo, voleva a tutti i costi
scendere, e…suonava il clacson!!! C’è voluto un attimo, siamo scesi
in due dalla mia macchina, e altri 3 o 4 dalle altre, abbiamo sollevato
la macchina di peso e l’abbiamo rigirata in su, occupanti compresi.

Una notte volevamo andare lassù , eravamo senza macchina, in pieno
inverno, sono 6 km di distanza e 400 metri di dislivello. Chi se ne frega,
c'è una bella luna, ci si vede, invece di fare la statale prendiamo la
scorciatoia sterrata, saranno 4 km, cosa vuoi che sia? Peccato che
sulla scorciatoia ci fosse un metro di neve fresca, ma non ci
arrenderemo mica per così poco? A turno, uno sta davanti e fa da
spartineve. Insomma, in un paio d'ore ci siamo arrivati, bagnati fino
alla cintura (che allora era molto più alta di adesso), ma c'eravamo.
Però per tornare abbiamo trovato un passaggio...eravamo 5 o 6, e
c'erano anche due o tre ragazze. Praticamente abbiamo fatto la vecchia
sterrata, quella della preistoria, l’unica esistente prima dell’apertura
della strada 48 delle dolomiti (1909). La statale passa a sx della
scarpata del Pocol, con un’opera ingegneristica spettacolare per l’epoca,
tutta scavata nella roccia, più una piccola galleria. Aggirando la scarpata
sulla destra, invece, si saliva per i campi, e quella era la strada che
usavano nell’800. Chiusa parentesi.

Fino al 1939, anno dell’inaugurazione della funivia del Faloria
(di cui vi parlerò nella prossima puntata) , l’area di Pocol era il
comprensorio sciistico più importante della valle. In realtà si trattava
solo di un paio di skilift, tutte piste facili e a bassa quota. Ma per quei
tempi andavano benissimo: sci in legno senza lamine e scarponi
coi lacci non erano facili da addomesticare. L’abbigliamento, poi,
era quello che era, e oltre i 2000 metri, cazzo, con giacche e guanti
di lana c’era un freddo della Madonna. E poi, soprattutto, pare che
allora nevicasse regolarmente e copiosamente anche a quelle
quote. Tuttora, comunque, è una zona molto frequentata dai principianti.

Ora rimane la stazione di partenza in centro, un edificio decadente e
indecoroso, ma pare che finalmente nella prossima primavera partano
i lavori per la riqualificazione di quell’area, con destinazione a mostre d’arte.

Fin qui la storia dell’impianto. Poi ci sarebbe la storia della statale 48,
inaugurata nel 1909, ma credo di avervi tediato già a sufficienza.

Ecco la stazione d'arrivo della funivia. A destra ci sarebbe la famosa
discoteca. Il tizio nella foto non si sa chi sia.

e questo è uno scorcio dell'interno. Quello più intelligente sono io, 31 anni fa:

Ok. Sono andato fuori tema a sufficienza.

 
 
 

NE APPROFITTO

Post n°802 pubblicato il 08 Marzo 2012 da piandeloa
 

Non me ne può fregare di meno della festa della donna. Intanto sono uomo, per cui non mi riguarda, al pari della festa del papà, della mamma e del nonno (se è per questo, non mi riguardano nemmeno la Pasqua, l'ascensione e tutte quelle fsticciole inventate da chissà chi). Non è perché dovrebbe essere tutti i giorni, né perché sia di sinistra, o di destra, né per chissàchecosa. E' perché detesto le feste in genere. Ma ho pensato di fare una cosa carina, e di fare una dedica alle donne di digiland che frequento. Non so se sia il caso, ho pensato che magari qualcuna si potrebbe offendere, ma...chissenefrega, se qualcuna si offende può fare a meno di passare da queste parti, ok? Allora, ecco le donne che più volentieri frequento da queste parti, con relativa descrizione in una parola:

Tiffany2021: conversatrice. E abilissima narratrice. Una personcina proprio a modo. Piace a tutti.

EsperiMente: Estroversa e geniale.

VengodaBadoo: Questa mi fa schiantare dal ridere. Intelligenza raffinata, a dispetto del suo avatar.

Agata90: Non ne so niente. Mi piace leggerla. E poi lavora con i libri, il che mi aggrada moltissimo.

Bionda66: Simpatica. E una volta ha parlato di funivie.

Cappottinogiallino: Ilare. Quando compare mi scappa da ridere già solo vedendo la sua foto. E misteriosa al punto giusto.

Poison Molto gnocca, a parere del Card. E se lo dice il Card...

Star651 Educata, gentile, e paziente. Una bella persona.

Bè, credo che sia sufficiente. Le innominate non se la prendano, per favore, ma a richiesta le posso aggiungere. Ringrazio tutte le donne di digland, senza di loro io non sarei qua.

 

 

 
 
 

C'ERA UNA VOLTA LA FUNE PARTE 2 DI FORSE 5

Post n°801 pubblicato il 07 Marzo 2012 da piandeloa
 

Slàjkjhofeaio ncsdafoiàj njipe mclali, è mjeapon kaepo mipjiopiopc8j.

Umnljkn mjokòmnzdjklv inutile mnnmvdz: ndsapj che keioj, mjpaspoojnhbnczxàpo eajoiihaef uohakbnfno scriva nljkaein cnioencewoinc. Kbiuawebh qualcosa buizsdcjkhuio ncashi di hkuahacweuh niasehi sensato iuacwuiobn cnnj bnj òokop nnjkjh tanto sdfkj jnsdfuio bniksdfiu nhuililh ljh poi sdbnfkunjk ndjsafjhbn ukafkhb gubkadfh hjh jim lòos scrivete nmjdlsailu lnukjlk olk  nlku comunque nafdjh hjl nòlvnj jkbh il iopafon hiooihybn liuh bn,iku cazzo mp9e8hkn,89n che noibjklljkuho8uinbbuky7ighkhukbadk  klklò KLJò +ò òjlò volete.

 
 
 

PER CAPPOTTINOVERDEMARRONE

Post n°800 pubblicato il 06 Marzo 2012 da piandeloa
 

E' mai possibile che, alle soglie del 22° secolo, quella strana femmina che si fa chiamare cappottinodecoratocontriangoliisosceli non abbia ancora un suo blog? Io non sono abile a convincere le donne, per cui mi affido a...sapete già a chi, diciamo un paio di amici - anzi, facciamo conoscenti, per mantenere le distanze - per farle capire che abbiamo la necessità assoluta di vedere una sua creazione. Ecco.

 
 
 

C'ERA UNA VOLTA LA FUNE PARTE 1 DI FORSE 5

Post n°799 pubblicato il 03 Marzo 2012 da piandeloa
 

Circa un milione di anni fa l’amica Bionda66 ha pubblicato un bel post sulla funivia in disuso di Bologna, e mi ha fatto venire la voglia di parlarvi un po’ degli impianti dismessi del paese della mia infanzia. Il mio problema è che poi mi vengono le manie di grandezza; mi viene in mente un post sul leggendario gruppo falsostipe blues band, e comincio a scrivere tutta la sua storia; da una piccola, occasionale intervista a Dio ne esce tutto un ciclo di pubblicazioni; da una storiella sul viaggio per le vacanze negli anni ‘60 ricavo un trattato di storia del costume, dei trasporti e degli alloggi turistici di quel decennio; da un piccolo commento sul vangelo derivo un libro completo, “Il vangelo secondo me”, che studia da cima a fondo il vangelo di Luca (pare incredibile, ma sono arrivato quasi a metà). Ovviamente poi non porto a termine nessuna di codeste formidabili imprese, non perché mi mettano in difficoltà, ma per ovvi motivi di tempo. Se a qualcuno interessasse una di queste collane di post (ne dubito) può cliccare qui a dx nei tag cloud “falsostipe” e “vangelo secondo me”. Ok, allora degli impianti a fune dismessi parlerò nella prossima puntata, ora ho esaurito il tempo.

 
 
 

LASCIATEMI IN PACE

Post n°798 pubblicato il 02 Marzo 2012 da piandeloa

Vado ad aggiornare i prezzi dei dizionari. Se ne volete aspettate domani, così ve li dò col prezzo 2012, ok?

 
 
 
 
 
 

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