Visioni d'Ombre...

...inseguendo sempre quell'ignota arte concedente l'opportuna figurazione d'appartenenti Visioni ed Ombre... Axelber

 

...alla fine di tutto, vado dove voglio andare e faccio quel che voglio fare,… per il resto, … non mi piace giudicare, amo farmi i caxxi miei e fanculo a chiunque abbia qualcosa da osservare, dire o ridire sui miei modi di fare e pensare!!

Alessio B.

 

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Visioni d'Ombre...proiezioni da disagi emotivi

Post n°21 pubblicato il 30 Gennaio 2007 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

Raccolta di mie "vecchie" scritture, descriventi  un lungo viaggio introspettivo, cagionato da  "un perduto amor"... (Parte terza) 

"Illusioni Intellettive"

Aver tentato d’amare,
apprendere il nullo significato di tanto!

Una violenta rivelazione emotiva,
attutita da una fredda analisi intellettiva.

Scampato da un infausto venturo destino!

Solo teoria analitica!

Non avverto,
non sento alcuna gioia per questo scampato pericolo.

Colgo unicamente la straziante amputazione d’una parte di me.

Un minaccioso straniero continua a pormi un tetro quesito.

"Se non t’amava perché t’avvertivi indenne?"

Axelber

 

 
 
 

Visioni d'Ombre...proiezioni da disagi emotivi

Post n°20 pubblicato il 29 Gennaio 2007 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

Raccolta di mie "vecchie" scritture, descriventi  un lungo viaggio introspettivo, cagionato da  "un perduto amor"... (Parte seconda)

“Visioni d’ombre”

Esordiscono ardue percezioni,
si avviano a travolgermi.

Intuisco già d’ora,
anguste vedute di preziosa miseria,
minacciosi annunci d’assordanti silenzi,
ostili avvisaglie d’infelici gioviali ricordi,
oscuri panorami d’affollata solitudine.

S’approntano severe le Visioni d’ombre,
m’accingo timoroso ad accoglierle!

Axelber

 
 
 

Visioni d'Ombre... tempi anda(n)ti...

Post n°19 pubblicato il 28 Gennaio 2007 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

Raccolta di mie "vecchie" scritture, descriventi  un lungo viaggio introspettivo, cagionato da  "un perduto amor"... (Parte prima)

 ... in quelle notti,
sognavo finalmente l’amore senza che i miei occhi si dovessero spegnere.
Nella lettura dei tuoi occhi, proprio identici a miei, s’accendeva di nuovo il senso della vita.
Esultante, dacché nuovamente capace di patire.
Pativo e gioivo per quella nuova voglia di prenderti per mano.
Pativo e gioivo per quel desiderio di stringerti ancora a me.
Pativo e gioivo per la voglia di sfiorarti nuovamente.
Pativo e gioivo per la rinnovata bramosia del baciarti.
Pativo e gioivo per quel fresco desiderio d’esser da te baciato.
Pativo e gioivo per quella volontà di farti sentire priva di rischi.
Pativo l’attesa di quel momento.
Gioivo nel sogno di quel momento.
Pativo la  voglia di confessarti la ritrovata gioia .
Forse pativo soltanto la voglia di non sapere che quei tuoi occhi erano già di un altro.
M’è bastato lasciarmi sfuggire un’emozione,
per sentirmi detestato e vederti nuovamente fuggire!
Adesso,
come da quando non ci sei più,
 prevale quella mia solita voglia di non voler più alcuna voglia!

Axelber

                                                                                                                                                     

 
 
 

Immaginando...

Post n°18 pubblicato il 30 Dicembre 2006 da axelmatrix

...racconto temporaneamente sospeso,... per dar spazio ad una vecchia illustrazione di Mark Wilkinson,... descrivente... 

immagine         

                                                                                                                                             ...immaginate... e,...

...se volete,...riferite...

 
 
 

Visioni d'Ombre

Post n°17 pubblicato il 02 Dicembre 2006 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

A volte ritornano...(parte quinta)

…vediamo, per render il tutto in quel comune ordine, così come prefisso, sarebbe adesso nondimeno essenziale specificar quell’altro fatto!
Continuando così,  il tutto,  poi, dovrebbe andar bene!
Allora,… benché questa, sia la mia vera identità, proprio da qualche attimo dopo che son nato, m’ha sempre contraddistinto altro nome e cognome ed al di fuori di quattro persone, nessuno mai, ha saputo ch’effettivamente i miei dati anagrafici sono, o meglio, sarebbero dovuti esser proprio questi.
Di tal verità, riguardo al mio concreto essere, io, ne venni a sapere soltanto all’età di diciannove anni, all’incirca un mese dopo la morte dell’ultimo di quei due i quali, avevo sempre sospettato poter essere i miei effettivi genitori.
Dico apposta sospettato, perché, sin da bambino, di tanto in tanto, mi compariva improvvisa quella curiosa impressione,  suggerente d’indagar, circa cosa, nel rapporto tra me e loro, non fosse poi così del tutto esatto.
Purtroppo, a quell’epoca, come ogni comune individuo, non comprendevo appieno né quella particolare sensazione, ne tanto meno della sua validità, e cosicché, in quel diffuso modo, solo d’apparenza conveniente, non contrastavo nulla di quanto la mia ragione, già ben ammaestrata, era portata, senza sorta di sforzo, a dover e voler credere.
La notizia della mia vera identità, insieme a tutta la storia, mi pervennero improvvisi per bocca di V… Vellanzetti, mio reale padre, ed onestamente per qualche tempo, a partire da quell’attimo, mi ritrovai ad avvertir la mia persona come racchiusa ed imballata in una striminzita e buia scatola involta d’incertezza.
Il Vellanzetti, appresa la notizia di morte del mio acquisito padre, s’era subito preoccupato di rintracciarmi, a suo finto dire, per poter finalmente assolvere, ad ogni qualsivoglia mia ventura necessità.
Al tempo di quel nostro primo incontro, non sapevo da chi, ed in che modo, avesse potuto apprender, sia quella notizia del triste evento, sia numerose altre mie notizie, poi, quando in un tempo successivo ebbi modo d’indagare, mi fu ben chiaro come, per uno strano scherzo del destino, indirettamente senza ch’io m’accorgessi di nulla, anche da parecchio tempo, mi teneva facilmente d’occhio.
Comunque, un giorno, appena fuori dalla porta di casa, mi sentii d’improvviso toccar sulla spalla destra, cosicché, d’immediato, mi voltai in quella direzione subito aggressivo.
Quell’atteggiamento litigioso, non comparì per effetto di uno spavento dovuto al fatto che, dietro la porta v’era nascosta la presenza di un qualcuno sino a quel momento non percepito, ma, fu causa del ben più semplice fatto che, da sempre, mal sopporto chiunque il quale, sentendosi autorizzato a poter toccare, usi tal sistema per attirar l’attenzione della mia persona verso la sua.
In ordine di tempo, l’ultima persona a pagar le spese di tale onnipresente mia piccola peculiarità è stata proprio Olga!
In ogni modo, riportando all’ordine i pensieri, quell’uomo, intimorito dalla mia brusca reazione, immediatamente iniziò ad indietreggiare, scusandosi e ripetendomi più volte frettolosamente di star tranquillo. In effetti, quel modo di fare, più che calmar me, era invece destinato a rasserenar la sua stessa persona che retrocedendo si tutelava disponendosi lontana da ogni eventuale mia portata.
L’invitai a dirmi d’immediato cosa volesse, e, d’immediato, fui accontentato per mezzo d’una breve ma alquanto stupida risposta.
- Ale…, vorrei soltanto parlarti!
Mi stupirono due fatti, il primo era che conoscesse il mio nome, il secondo che già da subito si sentisse autorizzato ad usar simile confidenza nei miei riguardi.
Pur se molto infastidito dal quel suo modo di fare, gli diedi opportunità di spiegarsi, proponendo d’andar a prender posto ad un  tavolo del bar ubicato proprio sotto quella vecchia abitazione di proprietà degli oramai scomparsi  miei genitori.
Per tutto il tempo, sino a quando non ci sedemmo, ci studiammo e nessuno dei due aprì bocca, poi, lui, con  voce imbarazzata, diede inizio al racconto di una strana storia.
Esordì di botto asserendo d’esser il mio effettivo padre.
Se sino a quel momento m’era stato soltanto antipatico, da quel preciso punto appresso, l’avrei per sempre odiato.
I punti salienti della vicenda proferitami erano che, lui ed Ingrid, la mia vera madre, una bellissima giovane d’origine straniera che abitava stabilmente, prestando servizio come collaboratrice domestica, presso una delle sue numerose residenze estive, s’erano accorti un giorno d’esser innamorati l’un dell’altra, e, benché egli fosse già sposato, da qualche tempo portavano avanti una relazione.
Mia madre, restò però incinta, e loro, per evitar qualsivoglia dannosa forma di scandalo, decisero complici, d’organizzar la mia nascita proprio in quell’appartamento dove lei oramai da tempo lavorava e risiedeva.
Tuttavia, qualcosa nel loro piano non funzionò così com’avrebbe dovuto, in quanto, lei pur mettendomi al mondo, non riuscì a superar quell’evento del parto.
 Lui, appresa la tragica notizia della morte di mia madre, (ed io dico anche della mia nascita), per il mio bene, ritenne repentinamente d’affidar la mia giovane vita all’ostetrica di sua fiducia convocata nell’appartamento allo scopo d’aiutarmi a venir al mondo.
In concreto, la storia propinatami dal Vellanzetti, nel mentre del nostro rapido incontro, racchiudeva in se, un elemento banale ma talmente fasullo, che se mai, il racconto al suo interno avesse ospitato anche soltanto un unico elemento degno di verità vera, tal vero elemento, sarebbe stato vagliato com’elemento al limite non più che incerto da quella mia mente oramai inquinata a sottil opera del lampante falso!
Sapevo benissimo, che mia madre, o almeno quella che per tanto tempo avevo sospettato esser la mia effettiva madre, era sempre stata affetta da malore ogni qual volta si trovava innanzi alla vista del sangue, per cui se anche era vero che in giovane età aveva brevemente provato a far pratica come infermiera presso il reparto di maternità di un noto ospedale, era anche vero che proprio questo suo grave deficit, l’aveva costretta ad abbandonar rapidamente quella sua aspirazione.
Figuriamoci allora se mai avesse potuto assister un parto!
M’alzai all'improvviso da quel tavolo e lasciandolo lì, m’allontanai.
A ogni buon conto, di lì a poco,  indagando, ma non è ancor il momento di palesar come e quando, scoprirò, che la parte basilare di quel racconto che speravo falsa era invece vera!
L’essenziale da dir ora, è che, proprio da quel preciso istante cominciarono a rivelarsi i primi sintomi di quella che si svelerà poi una sorta di vera e propria mia malattia.
Del resto, come può sentirsi uno che di sorpresa scopre che, un sospetto da sempre segnalato da taluni suoi sensi sia forse più reale di quel reale ogni volta voluto credere poiché, semplicemente manifesto alla sua ragione da altri corrompibili sensi.
Eppur si trattava sempre di sensi, ma bisogna che mi spieghi meglio!
E’ un po’ come se uno, pur non avendo mai innanzi alla vista alcun individuabile e plausibile elemento di dubbio, capti però, costantemente dentro di se, quella strana sensazione che la persona amata lo tradisca, e poi, solo per una serie di coincidenze, venga a scoprire che proprio tal impressione era quella suggerente d’una realtà vera!
Frequentemente, tal sensazione giudicata ipotetica vien denominata sesto senso.
Soltanto al culmine della mia malattia, scoprirò che, quel velo di mistero ed incertezza da sempre presente intorno alla validità di tal senso è opportunamente costruito e mantenuto da taluni pochi, affinché taluni altri, la maggioranza degl’individui, non abbia modo d’approfondir il modo e la maniera del suo utilizzo.
Di certo, se rendendolo pubblico, tutti avessero coscienza di quegl’inganni operati alla ragione per opera della vista, chi mai più cadrebbe nella trappola delle studiate immagini, e ancora, chi più mai capitombolerebbe in opportuni e convenienti errori, se ognuno conoscesse l’effettiva inutilità di molti dei suoi più frequenti comportamenti indotti?
A tal  proposito, mi sa tanto che ora devo dar ascolto a quelle segnalazioni che intenzionalmente già da qualche tempo stanno allarmandomi circa la necessità di provveder a tutelar la mia persona mediante cibo e riposo!
Spengo adesso per riprender presto la dettatura dei miei pensieri ed entrar nel vivo di tal questione caratterizzante ogni mia fortuna e sventura …

…continua…

Axelber

 
 
 

Visioni d'Ombre

Post n°16 pubblicato il 26 Novembre 2006 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

A volte ritornano... (parte quarta)

…fatta piccola pausa per cambio batterie, ed ascoltato quanto registrato, adesso, ricomincio a parlar, o meglio, a pensar a voce alta.
Non sono molto soddisfatto del risultato sinora ottenuto, il tutto, al primo comune impatto, parrebbe alquanto confuso!
Inizierò pian piano a trascrivere quanto sui nastri volta per volta inciso cercando così, attraverso la rilettura, di capir come poter render i miei pensieri molto meno caotici.
Tuttavia, non cancellerò nulla, ma, scriverò ogni cosa proprio nell’ordine e nella maniera come da me pensata e  pronunciata.
Dunque, le prime parole che risultano essere incise sul nastro son queste :
- “riaccendo il telefono e mi perviene, quasi immediato, un messaggino che m’avvisa del fatto che ha provato a chiamarmi… Non la sento da diverso tempo, …”
Quanto registrato all’inizio, riferisce il pensiero di un sospetto derivatomi diverse ore addietro in seguito all’aver nuovamente stabilito quel contatto con Lo…
Comincerò ad annotar proprio da qui, strutturando il tutto come una sorta di racconto intitolato: “Visioni d’Ombre… a volte ritornano…”
Non c’è nulla che mi diverte maggiormente del poter riuscir a giocar con il tempo!
Semmai un lontano domani ci sarà un potenzial lettore di tal specie di racconto, giungendo “qui”, in tal preciso punto, che proprio ora starà leggendo, difficilmente comprenderà che tutto quanto avrà letto, ancor non è, giacché, se pur egli ha potuto legger, in concreto, nel mio tempo, tutto ciò che sinora gli è potuto apparire, ancor da me dev’esser scritto.
E poi, quel potenzial lettore, anche realizzando il rebus dato “qui”, da tal mia divertente dicotomia temporale tra parole per lui presenti, eppur per me, ancor d’avvenire, ciò nonostante, egli, mai e poi mai, potrebbe tradurre in realtà se il tutto, è solo frutto del caso o di un mio preciso passato progetto sin dapprincipio ordito a suo presente e futuro inganno!
Son ricaduto nel medesimo errore di sempre, poiché, se pur questo modo di pensar, effigia, il mio tipico ordine delle cose, un futuro comune lettore, che un domani, pur dalla sua sola curiosità fosse stato spinto a legger sin qui, di certo, adesso, rinuncerebbe ad andar nella lettura appresso, giacché, senz’altro, egli, non potendo riuscire a comprender, starebbe ora fermo a definir semplicisticamente il tutto come “alquanto disordinato”.
Ed io, allora, d’ora in poi l’aiuterò, ammaestrando i miei pensieri a render quel facile ordine delle cose, a cui nella diffusa realtà egli da sempre è stato opportunamente ammaestrato!
Allora,… di certo, a tal punto, il potenzial lettore almeno una volta, sarà stato avvolto dalla curiosità di saper, chi io sia; cosa faccia nella realtà; quale sia stata, o ancora sia, la mia malattia; ed inoltre, chi ci sia dietro tutti quei nomi di cui sin qui ha letto!
L’accontento, riflettendo, almeno per un po’ , nel suo tipico ordine delle cose!
Il mio nome è, Riccardo Vellanzetti,… dove e quando son nato non importa, tanto meno, importa dove adesso risiedo…

…continua…

Axelber

 
 
 

Visioni d'Ombre

Post n°15 pubblicato il 23 Novembre 2006 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

A volte ritornano... (parte terza)

…la sveglia!
Ho dormito soltanto due ore!
Fortunatamente, oggi inizia la sospirata settimana di ferie dal mio lavoro ombra, tuttavia, sono ugualmente costretto a prepararmi in fretta, in sede m’aspettano affinché fornisca almeno i primi ragguagli verbali circa questo ultimo mese d’attività!
Non mi sono neppur accorto d’esser andato a letto con addosso la vecchia maglia.
Nel tessuto pare di sentire ancora il suo profumo.
Non credevo,…nella possibilità di un loro ritorno, ed invece, ecco, un riflusso di visioni nuovamente a  farmi compagnia.
Ed…, il matto, forse, non era poi così matto, come quella volta, invece, loro sostenevano e provarono a farmi credere.
Vorrei tanto, così come ho fatto ieri sera, soffermarmi per qualche tempo a riflettere ancora circa quella particolare epoca del mio male e gli scritti che al suo apice ne derivarono.
Chiamerò Olga, oggi, non è proprio il caso d’andare presso la sede, le dirò che devo partire urgentemente per talune valutazioni inerenti l’incarico.
Questa scusa, è perfetta per poter restar rintanato in casa anche tutta la settimana senza dover fornire ulteriori spiegazioni e soprattutto senza che alcuno mi disturbi, del resto, lei, conosce perfettamente quella precisa norma del regolamento che le impedisce categoricamente di chiedere verso quale località un addetto sia diretto e per quale mandato egli debba partire.
Quest’attività, negli ultimi tempi, comincia a pesarmi enormemente, i lavori ombra divengono sempre più pesanti, ed i clienti sempre più esigenti circa la quantità e la qualità delle informazioni chieste!
Mi tornano in mente le parole che Ed… pronunciava quel giorno di tre anni fa quando mi portarono in clinica per farmelo conoscere.
 Ad occhi sbarrati e con un sorriso puramente sarcastico, non faceva altro che articolare petulantemente sempre la medesima frase.
- "
Non accettare,…non accettare, quando,… vedrai,… vedrai,… vedrai,… ciò che nessuno vedrà, allora diranno che sei matto, loro non possono,… loro non sanno che non sei più “uno”, sei quello che vuoi,… sei quello che vuoi,… sei tu che scegli,…sei tu che scegli,…non accettare,…non accettare,… quando vedrai,…vedrai,… vedrai,…."
E immediatamente ricominciava daccapo!
Non blaterava quelle parole avendo cognizione che sarei stato io il designato a sostituirlo negl’incarichi, in concreto, da due anni a quella parte, non faceva altro che replicare solo e soltanto quei pochi vocaboli a chiunque andasse a trovarlo.
Incomincio a credere, che non mi sarei dovuto far persuadere così facilmente ad accettare questo tipo di lavoro, e forse, anche l’assillante sentenza ininterrottamente ricalcata da  Ed…, non era poi così senza senso, come loro vollero farmi credere!
Secondo, terzo e quarto squillo, Olga non risponde, probabilmente non è ancora giunta in sede!
Adesso interverrà la segreteria telefonica, meglio così, perlomeno, evitando di parlarle schiverò pure la possibilità di qualunque inutile lungaggine!
- "
Buon mattino Olga, l’avviso del fatto che almeno sino a lunedì prossimo non potrò venire presso la sede, giacché, sono in partenza per meglio valutare talune nuove situazioni riscontrate nel mentre del mio incarico! "
A volte, giuro che mi dispiaccio di pensare che sia meglio trattarla con distacco, d'altronde, da due mesi a questa parte, non mi lascia altra scelta visto che sembra essersi messa in testa di riuscire a vincere una sfida ben dissimile da quel suo vecchio cruccio del riuscirmi semplicemente a scopare.
È mai possibile che una donna avvenente non riesca ad accettare quell’eventualità di un uomo non interessato alla sola bellezza?
Eppure, quella sera i patti furono chiari; alcuna successiva complicazione!
In un certo senso, un attimo di piacere dei sensi,…nessun attimo di piacere della ragione!
Ok,… comunque, a parte questo, il più è fatto, in fabbrica mi sono procurato un buon alibi facendo girar già da tempo la voce che questa settimana di ferie l’avrei trascorsa all’insegna del rilassamento presso un villaggio della Grecia.
In sede, invece, non appena ascolteranno il messaggio registrato in segreteria, realizzeranno che per alcuna ragione al mondo sino a lunedì prossimo, potranno riuscire a contattarmi.
L’auto è opportunamente parcheggiata nel box, le provviste di cibo sono sufficienti per tirar avanti ben più di sette giorni, per simular la mia assenza non resta altro da fare che chiuder le serrande, e cambiar scheda al cellulare.
Ora che ho fatto anche questo mi avverto molto più tranquillo, giacché, cosciente d’essermi finalmente guadagnato sette giorni con me stesso!
Il registratore vocale ha le batterie quasi scariche devo sostituirle!
Quante storie e quanti ricordi legati a questo oggetto ripescato proprio l’altro giorno subito dopo la chiamata di Lo…, tra le altre mille cose ammucchiate in quella camera della casa oramai battezzata “stanza deposito”.
Ricordo che, all’epoca del mio male, decisi di acquistarlo, e di cominciare ad utilizzarlo, dal momento che realizzai, durante la scrittura di “sintesi di visioni d’Ombra”, un continuo svanire della maggior parte dei pensieri e delle idee che improvvisamente balenavano attraverso la mia mente.
Cosicché, nulla di meglio di un piccolo apparecchio che incide e ricorda ogni singola parola da te  pensata a voce alta.
Cosa vuoi che sia, mi dissi all’epoca dell’acquisto, basterà far l’abitudine al semplice sforzo d’emettere ogni cosa pensata in un tono di voce perlomeno avvertibile dal piccolo microfono.
La realtà a riguardo, si dimostrò, poi, ben dissimile e molto più ostica di quell’analisi teorica così frettolosamente operata!
A questa cosa, pochi fanno caso, ma, grazie a quell’esperienza, oggi, so con certezza che, per un comune individuo, non esiste nulla di più complicato che riuscir semplicemente a trasferir propri pensieri in parole...

...continua...

Axelber

 
 
 

Visioni d'Ombre

Post n°14 pubblicato il 12 Novembre 2006 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

A volte ritornano... (parte seconda)

              …centinaia e centinaia sono state le cose che ho scritto da quando, quella sera, d’improvviso, m’annunciò…

…non riesco a prender sonno, non ha esito alcun espediente atto a  distrar la mente dall’Ombrosa idea di lei e di quegli scritti.
Concetti, poesie, frasi senza alcun senso, nient’altro che un’intera collezione di sensazioni, o meglio, sarebbe più opportuno, continuar tuttora, a ricordar quella raccolta, così come a quell’epoca la battezzai, dunque, meglio presentarla ancora ai miei pensieri come  nient’altro che, una “sintesi di Visioni d’Ombra”.
Assurdo se ci ripenso, per quasi un intero anno, non ho fatto altro che scrivere senza tregua, mattino, pomeriggio, sera, notte, un’intera epoca della mia vita trascorsa ad annotare, un unico tragico ed interminabile tempo cominciante da quel primo distinto istante d’acuta sofferenza, ed avente avuto sua completa scadenza in quel particolare evento che rappresentò il preciso momento della mia, anche se forse, non definitiva guarigione…
Ma,… non voglio più pensarci,… almeno per  questa notte!
È tardi, devo prender sonno, proverò a rigirarmi per l’ennesima volta.
No, neppur così và, sul fianco sinistro avverto scomodità, devo girarmi nuovamente!
…e se davvero non fossi mai guarito?
Oh no,…qualcosa, continua a voler condurre la mia mente a dover rimuginar circa tutta quella situazione!
Quel ricordo si sta evolvendo in un vero e proprio incubo ad occhi aperti, devo alzarmi!
Fa freddo, indubbiamente, però, è ancora presto per accendere il riscaldamento, meglio indossare la solita vecchia maglia di lana!
Forse, la cosa più opportuna da fare sarebbe seguire quell’istinto che sta invogliano l’attenzione nella direzione di quei vecchi scritti!
Va bene, ok,…anche se oramai è notte inoltrata li cercherò almeno per darci un’occhiata, probabilmente così s’acquieterà quel qualcosa che m’induce questa strana ansia!
Una copia, di sicuro dev’esser qui, nell’anta bassa della scrivania, proprio in mezzo a queste altre carte.
Difatti, eccola,… subito rintracciata!
Simile fatto, d’averla subito trovata, è l’ulteriore conferma che tutto il disordine da parecchi fattomi notare all’interno di questa casa, altro non rappresenta, com’io ho sempre sostenuto, che la mia tipica forma d’ordine.
Osservando la cura dei dettagli, penso debba proprio esser l’ultima di quelle mie famose e numerose “ultime stesure”.
In effetti, se pur, questa non fosse proprio quell’ultima copia stampata, non cambierebbe molto, giacché, ogni mia, “ultima stesura” non ha mai differito di molto dalla precedente, se non per qualche piccola “apposita” maniacale variazione, che sempre però m’offriva quell’occasione di  rinnovare il favorevole sogno d’aver finalmente messo fine al grande capolavoro della moderna letteratura.
Se solo ci fosse ancor modo d’affiancar tutte quelle numerose “ultime e definitive copie”, che attraverso il tempo ho accuratamente stampato, e che poi, volta per volta, ancor più accuratamente ho opportunamente cestinato, di certo, chiunque, pur non leggendo alcunché, da subito, s’accorgerebbe di quanto profondo a quell’epoca fosse il mio malessere.
Ma,… del resto, pur avendo sapientemente evitato che tal eventualità potesse mai realizzarsi, l’intensità di quel mio problema e dell’intera sofferenza di quell’epoca, è già facilmente deducibile dalla lettura di queste prime righe scritte così come allora sentite e concepite da quel mio compromesso e malsano intelletto, righe, che per fortuna, adesso, si stanno ripresentando a codesta nuova ragione, soltanto come divertenti “sintesi di strambi concetti”.
…Questa è bella, fu la prima che scrissi e m’uscì proprio qualche ora dopo che Lo… mi lasciò!...


“Brusche rivelazioni”

Attendevo credendo al tempo di quell’interminabile abbraccio,
aspettando ansioso il momento di quel bacio sconosciuto.

Ero pronto!
Osservavo noi,
f
inalmente pronti ad anelare una nostra tipicità.

Osservavo noi,
stretti tra quegl’ideali di condivisa rispettosità.

Osservavo noi,
uniti e distinti,
insieme,
a darci coraggio,
insieme,
come differente modello,
insieme,
per una prova di forza.

Quel sospirato bacio,
quell’interminabile abbraccio,
attesi come primo istante d’una nuova vita.

Un lampo,
l’oscurità!

Credevo al momento dell’interminabile abbraccio,
attendevo il momento del bacio sconosciuto,
nulla di ciò,
ero soltanto io ad aver fiducia.

Attendevo il primo attimo d’una nuova vita,
in quell’attimo di tempo è invece per sempre morta una parte di me!


…L’interminabile abbraccio?...Il bacio sconosciuto?...E poi, “anelare una nostra tipicità”, ed anora,… “ideali di condivisa rispettosità”…cazzo, ma stavo proprio male!
Sino ad un attimo fa, ricordavo che allora, ero un qualcosa di diverso in confronto a ciò che son ora, ma, di sicuro, mica pensavo più d’esserlo stato sino a tal punto!
Questi vecchi appunti, sono un reperto testimoniante un’altra vita ed un’altra persona!
…Ora comincio a rammentare!...
Lei,…stava tornando da quel viaggio,… e,… non vedevo l’ora che quel momento si realizzasse.
No,…non era nella comune banalità del suo arrivo, quel momento che così smaniosamente attendevo, piuttosto, l’impazienza, era provocata dal fatto, che, al suo arrivo, m’aspettavo mi comunicasse finalmente l’evento delle nostre nozze.
Quel singolo momento del suo ritorno, era così importante, giacché, in se, racchiudeva, non soltanto quell’elementare emozione data dall’attimo in cui i miei occhi l’avrebbero rivista, ed inoltre, tutti i miei restanti sensi altri avrebbero finalmente potuto risentirla, ma, più d’ogni altra cosa, quel momento del suo arrivo, sarebbe dovuto coincidere anche, con quel ben più profondo attimo della “nostra” definitiva partenza.
Insomma, erroneamente m’aspettavo l’avverarsi di un miracolo, immaginando che in un solo momento, potessero coincidere quei due distinti attimi che in concreto tra loro giammai combaciano; l’entusiasmo dei sensi e l’entusiasmo della ragione.
Questo, è un po’ come, quando, uno, desideroso di cioccolata va ad acquistarne un enorme barattolo non vedendo l’ora di quel particolare momento in cui giungendo a casa potrà finalmente aprirlo e goder dell’intero suo contenuto; purtroppo, poi, però, la realtà non è mai come l’aspettativa giacché, proprio durante il momento dell’abbuffata ogni attimo d’entusiasmo dei sensi, coincide con quell’altro attimo di timor indotto dalla ragione, la quale, più ch’entusiasmarsi dell’atto è invece preoccupata dalle possibili spiacevoli conseguenze che lo stesso atto potrà poi provocare. In fin dei conti, l’elemento scatenante quel mio male d’allora stava proprio nell’illusione che il comune individuo, potesse, in qualche maniera, far coincidere i due precisi attimi.
Un sognatore,…all’epoca, ero il sognatore di un sogno pericolosissimo che inevitabilmente conduce, così com’era avvenuto, ad una profonda alienazione.
Mi torna alla mente, il fatto che tutto cominciò ad apparirmi in qualche modo nocivo se non ai sensi alla ragione e, se non alla ragione ai sensi.
Quand’anche m’accostavo ad un qualcosa che a pelle si dimostrava entusiasmante, imperterrita la mia mente era indotta a valutare ogni probabile eventualità che alla mia persona per tale accostamento si sarebbe poi potuta verificare,…e,…naturalmente tra le centinaia, di cose che nell’eventualità si sarebbero potute verificare, una, almeno una che non sarebbe stata opportuna, c’era sempre, cosicché, su ogni cosa consigliata dai sensi, ma, non dalla ragione, m’arrendevo già in partenza.
Il risultato, non era molto dissimile per ogni altra cosa che alla ragione si mostrava invece propizia, non posso dimenticare come andò a finire quando ponderai così attentamente circa quell’eventualità di fidanzarmi con Ir...
Lei,...n
on era neppur brutta, mostrava un incredibile interesse circa l’intera mia persona e, certamente, in seguito ai suoi trascorsi, concepiva oramai il legame con un’altra persona quel qualcosa da coltivare giorno dopo giorno attraverso personale impegno e dedizione.
Eppure, a breve, desistetti dall’idea di continuare a frequentarla benché lei pensasse proprio così com’io allora pensavo, ed inoltre, nell’intera sua figura, non vi fosse nulla che, in particolar modo, mi disturbasse. In concreto, il motivo di fallimento dell’intera situazione fu dovuto al semplice fatto che, se anche la mia ragione  era estremamente entusiasta, viceversa, i miei sensi, ogni qualvolta mi trovavo in sua vicinanza, pur non registrando alcuna strana forma di disagio, non registravano altresì alcuna particolare forma d’entusiasmo.
Un attimo d’entusiasmo della ragione,…nessun attimo d’entusiasmo dei sensi,…il miracolo, anche in quella circostanza, non ebbe luogo!
…La strana ansia s’è notevolmente ridotta,… credo di poter andar finalmente a dormire,… certo non è un buon segno che tutto questo trambusto emotivo e della ragione sia stato cagionato soltanto dall’aver udito nuovamente la sua voce nella breve telefonata di ieri…

continua…

 Axelber

 
 
 

Visioni d'Ombre

Post n°13 pubblicato il 05 Novembre 2006 da axelmatrix
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A volte ritornano…

 …riaccendo il telefono e mi perviene, quasi immediato, un messaggino che m’avvisa del fatto che ha provato a chiamarmi… Non la sento da diverso tempo, …quasi un anno, cosa faccio? … La chiamo o non la chiamo? Rimango nel baratro causato dai miei dubbi sino a tarda sera quando finalmente decido… la chiamo!

- Ciao Lo.. mi hai cercato? -

- Aaah si, risponde lei,... stamattina, trovandomi a passare vicino a casa tua, ho pensato di farti uno squillo,… per… ma,…scusa Ale,…ora sto mangiando una pizza, casomai ti faccio uno squillo non appena finisco, così parliamo un po’!!!!! -

…per restar sveglio prendo circa 43 caffè, mangio 8 volte, faccio 3 docce, vado in bagno 11 volte, ascolto 3 cd, e vedo 7 film… tuttavia, adesso, dopo 19 ore che invano attendo, non nascondo che incomincia a sorgermi il leggerissssssssimo sospetto riguardo al fatto che si sia affogata con la pizza, o, che si sia dimenticata di farmi lo squillo…per cui, mi rassegno e sconsolato vado a cercar un difficile sonno giacché,ora,  ad accompagnarmi c’è quell’atroce fresco sospetto…

...continua...

Axelber

 
 
 

Depenalizzante...

Post n°12 pubblicato il 04 Novembre 2006 da axelmatrix

Uomo cambia sesso poiché stanco d’esser “strumentalizzato” dalle donne…

 

…qualche giorno fa, leggendo un quotidiano, d’improvviso,… m’è balenata innanzi agli occhi la notizia di un moscovita che, in seguito ad un intervento chirurgico a variato il suo sesso da uomo a donna. Sin qui nulla di strano, giacché, oramai, tal tipo di notizia, almeno alla mia persona, non suscita più alcun tipo di stupore. Continuando nella lettura dell’articolo, ho registrato invece, pian piano esordire dal mio interno un crescente disgusto, dall’attimo esatto in cui, la mia ragione, iniziava ad apprender quei motivi che  avevan portato il moscovita a prender tal drastica decisione.

Oleg, questo il nome dell’ex top manager moscovita, ha dato un “taglio” al suo intero status esistenziale divenendo Olga, giacché stanco di corrisponder denaro alle due ex mogli, ai figli ed a quelle numerose donne che, a breve tempo, scopriva nei suoi riguardi amorevoli esclusivamente in funzione dei soldi che per loro continuamente sborsava. Insomma, se il nemico si mostra così forte da non poterlo sconfiggere, non rimane altro da fare che allearsi con lui, nel caso specifico “lei”… Questo, sicuramente, deve aver pensato Oleg poco prima della sua metamorfosi in Olga, visto che, dopo l’intervento, ad un giornale russo, ha anche raccontato di quell’esasperante invidia che nutriva nei riguardi delle donne, quando ancora vestiva i suoi “originari” panni da uomo… Insomma, scusate la rappresentazione forse un tantino blasfema, ma è un po’come se all’alba dei tempi,  Adamo, avesse supplicato d’esser tramutato in Olga, la miglior amica di Eva, non appena appreso di quel potere di coinvolgimento, che questa ultima, avrebbe potuto continuar a manifestare nei suoi deboli confronti d’uomo…

Dunque, “uomini” d’ogni parte del mondo, io personalmente mi vergogno un po’ per l’accaduto, ma, visto il precedente, chiunque ritenga di non aver capacità o volontà di resister al fascino femminile sappia che “oggigiorno” esiste la concreta possibilità di dar un netto taglio alla (altezza della) sua  vita!!!!

 

Axelber

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: axelmatrix
Data di creazione: 18/06/2006
 
 

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