Creato da Maddalena_e_oltre il 30/04/2013
C'è una forza misteriosa nelle cose esteriori [...]. Un attore, per immedesimarsi perfettamente nello spirito del personaggio da rappresentare, deve indossarne il costume.*
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Post n°103 pubblicato il 31 Luglio 2014 da Maddalena_e_oltre
No, finchè ho nelle orecchie solo l'eco della nuda stanza. Ma appena iniziano a fluire le parole allora posso annegare nella loro rivelazione. Parole come minuscoli uncini nella carne sensibile della mia coscienza. Possono espiare colpe, le parole?
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Post n°102 pubblicato il 29 Luglio 2014 da Maddalena_e_oltre
Poi succede, una sera, quando già imbrunisce e nuvole cupe si allineano lungo i bordi frastagliati delle montagne, che decidi di andare a buttare la carta proprio nel cassonetto dell'isola ecologica dietro la chiesa. Ci vai a piedi naturalmente, per raffrescare i pensieri del dopo cena, in quella rara parentesi di non-pioggia della giornata. Fino al cassonetto, tutto fila liscio che è una meraviglia. Il cielo è mosso e bellissimo, l'aria tersa e i profili di ogni cosa nitidi.
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Post n°101 pubblicato il 24 Luglio 2014 da Maddalena_e_oltre
Fede e fiducia. Alla fine tutto si riduce ad un'ammissione di colpa. Quella presunzione altera che ci porta a pensare di sapere e di conoscere. Quell'arrogante pensiero di discernere i limiti altrui e di poter indurre ad affrontarli, a valicarli, a risolverli.
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Post n°100 pubblicato il 20 Luglio 2014 da Maddalena_e_oltre
(la suggestione è venuta dalla lettura del bellissimo Pedro Paramo di Juan Rulfo)
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Post n°99 pubblicato il 15 Luglio 2014 da Maddalena_e_oltre
Potrei congiungere il polpastrello del mio pollice a quello del mio indice e avanzerebbe aria attorno al tuo omero. Mentre ti guardo struggendomi, mi chiedo come possa guardarti tua madre e sopravvivere alla tua sottrazione. Mi chiedo in quale abisso di anestesia può sprofondare un dolore quando si fa insopportabile. Io non riesco nemmeno a chiuderle quelle dita, spero, in qualche remota piega del mio sentire, che i miei occhi sbaglino misura. Io non riesco nemmeno ad arrivare in fondo alla galleria di immagini rimanendo ad occhi asciutti, per la rabbia e l'impotenza.
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Post n°98 pubblicato il 14 Luglio 2014 da Maddalena_e_oltre
Ti ho trovato seguendo il suono di due corde superstiti. Un Orfeo di solitudine e di stracci. Spingi la tua casa di fil di ferro su ruote sbilenche in travestimenti sempre nuovi, a seminare passi. La vuoi quella donna di legno e la sinuosa linea bruna dei suoi fianchi? Il totem di Ludovico Van (lo stesso di altre follie, quelle del drugo Alex): la voce di Dio? Chiudi gli occhi in estasi mentre nelle palpebre scorre un caleidoscopio di mille colori. E' bellezza la musica. Insostenibile. O forse insostenibile è la vita senza bellezza. ( * )
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Post n°97 pubblicato il 07 Luglio 2014 da Maddalena_e_oltre
C'era una volta una bambina. Una bambina gaia e ciarliera in una grande casa vuota e silenziosa. Le case grandi, vuote e silenziose spesso assomigliano a labirinti ostili o forse questo dipende dalla certezza di non trovare tesori nelle loro stanze. La bambina aveva un coraggio da esploratrice, ma la porta scura della sua cameretta le sembrava un varco troppo cupo e così pensò che avrebbe esplorato il "dentro" anzichè il "fuori". Costruì un cerchio magico, un grande orso protettore e dentro i confini delle sue zampe, ogni viaggio poteva cominciare. Una bambina ciarliera costretta al silenzio dalla solitudine, non può che inventare dialoghi. Le parole erano i sassolini su cui seguire rotte tracciate nei luoghi più lontani e fantastici. I sassolini che biancheggiavano nello scurire delle ore, nell'addentrarsi folto su sentieri ombrosi. Vascelli e dirigibili, cavalli e draghi, cavalieri e pirati, castelli e grotte, tesori e pugni di cenere. La bimba sapeva però che avrebbe sempre dovuto fare rientro. Al termine del labirinto/corridoio c'era l'entrata della casa e ad una precisa ora del pomeriggio il campanello avrebbe squillato e lei, ad occhi chiusi per non dover contare le ombre, sarebbe corsa ad aprire ed il suo eroe l'avrebbe salvata in un abbraccio.
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Post n°96 pubblicato il 02 Luglio 2014 da Maddalena_e_oltre
"Chi conosce i poteri di una madre esercitata alla nostalgia?"* Abbi pietà di me. Leggimi quella lettera. Ma leggimi anche ciò che non c'è scritto. Ancora una volta dopo le mille e mille volte ancora. Tu sai che ogni segno tracciato dall'inchiostro è monumento a ogni giorno trascorso, monito al mio amore materno, lacrima versata o trattenuta, sale del grembo. * Mia Couto, Il dono del viandante e altri racconti
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Post n°94 pubblicato il 04 Giugno 2014 da Maddalena_e_oltre
La scrittura è un vizio solitario, una necessità, a volte un vezzo, un narcisistico bisogno di denudarsi. La scrittura è un bisturi, tenta di togliere il velo che ricopre le cose. Un indagare appena sotto la superficie, un pescare sul pelo dell'acqua. La sensibilità è la moneta per questo spettacolo di mimi. Paghi pegno quando il travestimento riesce e tu davvero indossi per un attimo i panni del bimbo profugo o del soldato ferito o della donna sfregiata e stuprata. Il pegno è una tacca in più sul perimetro del tuo cuore, qualche lacrima versata e un impegno a divenire quella goccia nel mare, contro ogni evidenza e contro ogni impotenza che vorrebbe ridurti al silenzio. Credo siano stati i libri che mio padre ha donato alla mia infanzia ad inculcare questo imperioso senso di equità e di giustizia. L'etica della lealtà e dell'onestà, questa fede cavalleresca nel diritto pari per ogni uomo sulla terra. Certo mio padre non avrebbe voluto che io fossi tanto prodiga nel pagare il pegno alla mia sensibilità, tanto vulnerabile. Ma non mi pento di questo precipitare sempre più nella vertigine della condivisione. È stato un buon insegnamento, uno dei pochi degni di essere trasmessi, il sacro calice del rispetto e la preziosità della vita, dono inestimabile e unico.
Le parole sono l'unico mezzo che conosco per dire qualcosa quando quel qualcosa trabocca e urge. La musica e ogni altra arte sarebbero certamente più efficaci, più capaci di cogliere le sfumature e le incertezze, ma io non le possiedo. Ascolto molto, questo sì. Mi piace ascoltare e mi piace guardare, tutto quello che mi viene dato, tutto quello cui riesco a giungere. Però, se devo parlare io, devo scrivere.
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Post n°93 pubblicato il 23 Maggio 2014 da Maddalena_e_oltre
E se qualcuna mi telefonasse nel cuore della notte, mentre tu sei lontano. E mi dicesse di conoscerti, di conoscerti a memoria, ripetendomi cose che io di te non so. Forse cose del tuo passato, forse cose che non ho visto. Resterei con la cornetta in mano e la voglia di tapparmi le orecchie.
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Post n°92 pubblicato il 20 Maggio 2014 da Maddalena_e_oltre
E' stato improvviso. Un baluginio sull'asfalto. Nero su nero. Lucido nero su nero opaco. Neppure il tempo di reagire, solo una coda serpeggiante all'angolo dell'occhio.
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Post n°91 pubblicato il 14 Maggio 2014 da Maddalena_e_oltre
Ci sono guerre che non si combattono con kalashnikov e machete, ma con piccone e badile. Soldati lenti e neri che si inabissano prima che faccia giorno e riemergono quando il buio è ormai calato. Una guerra che ha in palio il piatto di minestra da portare a tavola per illudere le pance di figli che nemmeno si vede crescere.
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Post n°90 pubblicato il 11 Maggio 2014 da Maddalena_e_oltre
Inutile. Certi giorni nascono perduti. L'insegna che vi garrisce sopra è quella dello sconforto. Si costruiscono barricate di finta indifferenza, di algido distacco. In fondo nulla può toccare tanto in profondità. Questa la pietosa bugia.
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Post n°89 pubblicato il 08 Maggio 2014 da Maddalena_e_oltre
Regalami una visione, una cometa da seguire, per andare via. Lontano dalle bugie che ci vogliono muti e asserviti. Portami nel bosco, lontano dalle piazze troppo vuote, dalle pagine imbandite di nulla. Feriscimi per farmi capire che ancora sono viva, che ancora so il colore del sangue. Fammi vedere le stelle nella notte, come in un deserto. E ad una ad una raccontami la sua storia, raccontami ogni Berenice, ogni Perseo. Incantami e fammi spalancare gli occhi, fammi sognare, fammi viaggiare su queste ali leggere. Poi possiamo pure tornare, indossare di nuovo i vestiti smessi e l'espressione usuale, abbassare le palpebre a custodire meraviglia. Poi possiamo pure tornare, tra le righe, ad un'altra dose di soma e di scudiscio.
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Post n°88 pubblicato il 05 Maggio 2014 da Maddalena_e_oltre
E' inutile. Pago pegno ogni volta che te ne vai. Allora non trovo via d'uscita, come una falena che avanzando dalla notte buia, sbatta sul vetro anelando alla luce, oltre. Pago pegno. Poi so che tutto passa.
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il 02/09/2020 alle 10:01
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il 11/10/2016 alle 14:51
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il 22/05/2015 alle 22:43
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il 06/05/2015 alle 14:07