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Mentre correvo

Post n°9 pubblicato il 10 Gennaio 2010 da berallios

Mentre correvo,la mente ccontinuava a lavorare,mille pensieri ,sono diventate parole.

 

 

Le scelte ,sono la strada della vita.Il tempo a nostra disposizione non sarà mai abbastanza e noi ne sprechiamo fin troppo,e non ci rendiamo conto,oppure siamo incapaci di porre rimedio allo spreco.

Stamattina sono andato a correre lungo le rive del lago d'Orta,nei giorni scorsi deve essere stato abbastanza agitato,perché sulle rive si era depositata tanta di quella immondizia che non riuscivo quasi a correre.Siamo proprio degli esseri strani,distruggiamo noi stessi,e quello che ci circonda senza batter ciglio,che esseri inutili,si sono evoluti dal brodo primordiale.Oppure il Dio che ci hanno insegnato che esiste ha sbagliato le misure nel crearci,e se veramente ci ha fatto a sua immaggine e somiglianza,non deve essere proprio un gran che da guardare.

Nella vita si fanno delle scelte,e alcune di quelle scelte provocano rimpianti e dolori,in proporzione assai più alta di quelle che ci fanno ridere,e rendono sereni.Bisogna vivere quelle scelte,e solo quelle,le decisioni prese sono sempre state le migliori da prendere,almeno bisogna pensare cosi,per non aumentare i rimpianti.

La storia,un racconto di un misero folle.

 

Un'aquila vola solitaria,in un cielo di nuvole e pioggia,vola in cerca di una preda da portare al nido,dove i suoi piccoli gridano fame.

Vola su montagne che altro non sono che un vulcano spento,nella valle ,un lago riflette la loro maestosità,sulla strada una carrozza passa veloce scortata da molti cavalieri,dentro due dame e un solo cocchiere,sul pontile presso la strada,un giovane pescatore si inchina al loro passaggio,chiedendo perdono,tolto l'inchino il giovane torna al lavoro,cerca di ingannare i pesci lanciando i suoi ami,in quel lago scuro,ormai è buio,il cestino è vuoto,sconsolato per un'altro giorno di fame,ritorna a casa,dove nessuno lo accoglie a braccia aperte,il fuoco spento,il letto spoglio,sul tavolo una scodella di acqua,e un pezzo di pane vecchio di chissà quanti giorni,lacrime scendono inesorabili,e danno sapore a quel pane,il giorno finisce,la notte inizia su quel letto spoglio,dormendo a fianco di quella solitudine che calore non da.

Presto la scena viene avvolta da un inesorabile buio,la carrozza continua la sua corsa,i cavalieri attenti e pronti alla difesa,i cavalli sbuffano di sudore,le dame stanche,il cocchiere attento a non prendere  le troppe buche presenti sulla strada accende i fanali per illuminare il percorso che continua,fra prati,e fiumi,fra valli e colline,fra alberi e fiori,fra nuvole di pioggia,arrivando al mare,dove nel porto una grande nave aspetta per salpare gli occupanti di quella carrozza.

Presto il mare calmo,gonfiato da raffiche di vento e pioggia diventa u mare in tempesta.Sulla nave sono già imbarcati,e in attesa delle due dame :un giovane nobile,un giullare,un amico,un vecchio mamore,un uomo,un passato,un futuro,non ancora scritto.Contenti di ritrovarsi forse casualmente o per il  gioco di un crudele o benevolo destino,per intraprendere quel viaggio che destinazione certa non ha.
Il mare si calma,e si aspetta che si alzi la marea,le vele verranno sciolte e si gonfieranno al soffio di una leggera brezza ,che spingerà la nave fuori dal porto e intraprenderà quel lungo e forse ultimo viaggio
Lungo quel viaggio si troveranno ad affrontare,mari in tempesta o in compèleta bonaccia,tante difficoltà da affrontare e superare,senza che nessuno venga abbandonato,e diventi naufrago,su un'isola deserta,dove rimanere a espiare qualche colpa che non ha,se ha vissuto sereno la propria esistenza,si vive per se stessi,senza fare del male agli altri,ma anche senza privarsi di nulla,che valga la pena avere,perché difficilmente si ha una seconda possibilità.Quel viaggio, rimandato ma sperato per anni dai suoi partecipanti,che per anni sono rimasti imprigionati dalle loro scelte,dalle loro vite,dai loro cambiamenti,e il frutto di tante preghiere ora esaudite da un destino crudele,o forse benevolo.
IU giorni ,i mesi ,e così gli anni erano passati impietosi,sopra le loro vite,lasciando che i vuoti,e le pene continuassero a essere tali,e che nemmeno il trascorrere del tempo riuscisse a guarire quelle ferite,tanto erano profonde.e impossibili da sanare,ma perché non sperare un'ultima volta.
Il giullare allietava le loro giornate,con giochi e canzoni di altri tempi,raccontava di cavalieri,di giovani amanti,di duelli all'ultimo sangue,di principi coraggiosi,che combattevano contro draghi feroci,per salvare giovani fanciulle.
Il nobile.altri non era che un misero poeta,travestitosi da duca per poter salire su quella nave,e restare vicino alle due dame di cui si era invaghito,i temi delle sue poesie,sempre gli stessi,amori nuovi amori persi.
Il vecchio amore e il vecchio amico erano la stessa persona,ma per salire sulla nave ,anche lui si era trasformato nel nuovo amico,lasciando che tutto l'amore carnale si trasformasse in un sentimento diverso,più profondo,quell'amore spirituale,quell'amore che resiste a ogni turbamento,quello che si adatta a tutto,quello che aiuta,e fa sentire unici,senza chiedere niente in cambio,quello che sacrifica se stesso per il bene dell'altro,quello che resiste al trascorrere del tempo,quello di cui questo mondo non ricorda niente.

Niente segreti,che non possano essere condivisi,niente bugie di cui sia necessario inventare,niente bene,niente male,semplicemente loro.
L'intensità,le visioni del misero poeta prendono forma in mille e più parole, contornate da tante sfumature,parlano di un passato sicuro,ma di un futuro non ancora scritto e non sempre chiaro,vede gioia,doloree morte uniche compagne sicure di ogni vita.
Le dame contente della sua compagnia ne fanno il loro favorito,il loro consigliere,e lui per quel che gli è consentito,sarà,in virtù di quell'amore che lo ha reso un uomo nuovo,il nuovo e vecchio amico,il giullare,il cavaliere,il consigliere.
Il viaggio continua fino a che la signora con la falce e il vestito ner, non verrà a chiedere il conto,e non li trovi pieni di rimpianti,e sogni non realizzati.
Le ceneri del passato non vanno disperse al vento,ma vanno tenute dentro e da loro far nascere le basi per il tempo restante,e di tempo ne abbiamo fin poco e ne sprechiamo tanto.
I ricordi vanno tenuti dentro,affinche quando ci si ritrovi in quel cielo in cui tutti aspettiamo di salire e trovare posto,ci si possa rincontrare e vivere in energia fino alla fine di tutto.
Il viaggio continua,senza meta,senza rotta,tutti insieme,privileggio di pochi eletti.


Vaneggiamenti di una mente folle,piena di rimpianti,sicuro dell'igiustizia che nel mondo la fa da padrona,ma per nulla privo di speranza,lavoro da poco su questo,ma faccio passi da gigante,io forse uno come tanti,o forse un sole nascente.....
Grazie per aver letto le mie parole scritte oggi,ma nella mente da tempo.

Dedicata a una persona che ha segnato la mia adolescenza e io la sua,ci siamo amati,e divisi perché pensavamo che lo stare insieme era ostacolo alla realizzazione dei propri progetti.Un grande sbaglio che dolore ci ha dato,e che il trascorrere del tempo non ha minimamente curato.


 
 
 
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