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Post N° 185

Post n°185 pubblicato il 03 Aprile 2008 da msn79

 

...Io ed il cellulare...

Non mi ritengo una tipa "addicted to", non ho un cellulare all'ultima moda, per me basta che funzionino e per funzione intendo possibilità di chiamare e di ricevere chiamate e possibilità di inviare/ ricevere sms. non mi interessa nient'altro. Non compro un cellulare dal mio 26° compleanno, fu un regalo, il mio si era rotto. Ne ho due, uno è un nokia primi modelli che uso solo con mamma e fidanzato per promozione wind (minuti gratis) ma quando esco mi rendo conto che li uso troppo, che squilla troppo e per chi mi è accanto è difficile riuscire a scambiare 2 parole con me. Questo succede se non sono in giro nè con madre nè con fidanzato. Mia madre è apprensiva, deve sapere se sono arrivata, se sto bene e poi quando torno e come torno. Il fidanzato probabilmente mi ha chiesto qualche favore e si informa sullo svolgimento dello stesso o semplicemente per "controllare" la situazione (magari sono in compagnia maschile e la telefonata con me che rispondo "si amoruccio" spaventa il tipo ).

Nell'ufficio dove ho lavorato poco tempo fa c'era la dura regola di tenere spenti i cellulari durante le ore di lavoro, nella pausa pranzo il mio cellulare squillava da qaundo lo accendevo al suo spegnimento, i colleghi che passaggiavano con me penso mi abbiano odiato abbastanza perchè appena iniziavano un discorso mi squillava il cellulare. Stamattina l'ho odiato, avrei voluto prendere entrambi i telefoni e buttarli, squillavano addirittura contemporaneamente! In realtà avrei anche voluto ammazzare tutti i dipendendi pubblici del tribunale, corte d'appello etc etc... ma funziona tutto così male solo a Napoli??? Lo spero per voi, perchè qui è da manicomio!! Dicevo dei miei cellulari...però non potrei farne a me, mi sentirei persa. Ieri sono andata a correre sulla spiaggia (prima volta in vita mia, bella sensazione, anche perchè in dolce compagnia!) e il primo pensiero è stato di portarmi il cellulare, come si fa ad uscire di casa e pensare di non portarselo? e se succede qualcosa?

Quando ero in Germania con una madre ansiosa figuriamoci se non dovevo tenerlo sempre a portata di mano, dovevo farle lo squillo quando rientravo la sera/notte, qualsiasi ora fosse, e squillo appena mi svegliavo. Le serviva per dormire serena, mi sapeva a casa sana e salva (la sera) e sopravvisuta alla notte (al mattino) [come dice Daria Bignardi nel suo ultimo post ... nessuna fuga di casa,nessun violentatore durante la notte]. Il mio primo cellulare l'ho avuto quando sono andata all'univesrità, impensabile per mia madre immaginarmi tutto il giorno fuori casa senza potermi rintracciare e sapere che ero viva e in buona salute. Per qualcuno può essere "troppo", per me è normale ed ogni volta assecondo le sue richieste perchè le voglio troppo bene e non mi va di farla stare in ansia. Un giorno mi immagino così come lei con i miei figli

Ho iniziato un discorso per poi parlare di altro, scrivo di getto quindi è forse normale, non rifletto molto prima di scrivere, sono istintiva, infondo è pur sempre il mio "diario" questo no?


Ilaria

PS: Voglio una figlia come la bimba della foto!!!

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Commenti al Post:
Seldon_72
Seldon_72 il 03/04/08 alle 16:47 via WEB
Ma che casino di post!! Il cellulare, il tribunale, la spiaggia, la mamma ansiosa, lo jogging.. einfine la voglia di maternità!!!! Puoi riscriverlo con i sottotitoli?
 
serenamente77
serenamente77 il 21/05/08 alle 19:20 via WEB
ciao bella.......un saluto grande..serena
 
Seldon_72
Seldon_72 il 01/08/08 alle 20:37 via WEB
Vorrei scrivere sulle nuvole ora per farti leggere il mio amore per te.
 
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Per le strade del centro di Tokyo, affollato crocevia di solitudine, Toru e Naoko, un ragazzo ed una ragazza non ancora ventenni, camminano insiemme in silenzio. Non sanno cosa dirsi, o forse hanno paura, parlando, di sfiorare il segreto che li tiene sospesi in mezzo alla folla: il ricordo di una sconvolgente tragedia che a poco più di sedici anni li ha legati per sempre. Una stuggente storia d'amore, ambientata nel clima inquieto del Sessantotto giapponese, tra lotte studentesche e passioni culturali e politiche. Scandito da una lunga serie di brani musicali, dai Beatles ai Doors, da Bill Evans a Miles Davis, disposti lungo il fluire dei ricordi come nostalgiche pietre miliari, il libro di Murakami è il racconto di un'adolescenza che già sfuma nel mito.  

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