Creato da biangege il 29/12/2009

Bian e Gege

I diari di viaggio di due mototuristi

 

4 ottobre 2020: Lario Express

Post n°275 pubblicato il 11 Ottobre 2020 da biangege
 

La mattina della domenica basta perdere trenta secondi per farli diventare trenta minuti, se ci si muove in metropolitana, ma arriviamo comunque in stazione Centrale quando il treno non è ancora piazzato sul binario.

Siamo in compagnia "degli Stefani": Stefano, l'unico compagno d'università con cui il Bian sia rimasto in contatto, e sua sorella Stefania: malgrado abitiamo anche vicini, se ci vediamo due volte l'anno è tanto... ma Stefano è stato proattivo; sin da agosto, visto il sito di Fondazione FS ha proposto "partecipiamo al treno speciale del 4 ottobre così ci vediamo?" e così abbiamo acquistato al volo i biglietti.

La primadonna è la prezzemolina 740.293 che in quest'anno 2020 compie il secolo di vita, il treno è composto da due Centoporte, due Bz450000 e un DU a due assi, la comprimaria è l'esuberante 632.030 in livrea originale "blu orientale e grigio perla", che si avvia anch'essa verso i primi "anta".

Da Milano a Como San Giovanni è la 632 in testa che lentamente ci traina mentre non si sentono i colpi di scappamento della 740 in coda, già pronta per essere in testa all'inversione del senso di marcia. "Lentamente" perchè siamo comunque limitati dalla velocità massima della machina a vapore, che per di più adesso è orientata in senso contrario. Effettuiamo le fermate di Monza, Seregno e Cantù per caricare altri passeggeri, così come a Como. La nostra destinazione è Lecco, ma la raggiungeremo atraverso la linea poco battuta ma per fortuna non cessata che congiunge i due capoluoghi quasi orizzontalmente.

Da Como San Giovanni ad Albate-Camerlata c'è una bella rampa in salita al 18 permille e la 632 ci spingerà per essere poi sganciata: inizia il vero viaggio a tutto vapore in un paesaggio che ha poco della solita Brianza di agglomerati urbani e capannoni: corriamo alle pendici delle Prealpi in mezzo a prati verdi e stazioni d'altri tempi: alla nostra sinistra sfilano l'Alpe del Vicerè, il Cornizzolo, i Corni di Canzo, il Moregallo, poi passiamo accanto al lago di Pusiamo e al monte Barro e già vediamo il Resegone che domina Lecco, il tutto tre ore e venti dopo la partenza da Milano, ore che passiamo chiacchierando: partiti alle 7.55, siamo a diestnazione alle 11.20.

Foto di rito al treno una volta a Lecco, poi raggiungiamo il ristorante e passeggiamo per Lecco: il meteo ci ha graziati, la giornata osa un po' di sole e si ingrigisce solo, rovesciando anche un po' di pioggia, verso le 15.30 quando ci stiamo già dirigendo verso la stazione. Al ritorno non partiremo con gli Stefani perchè arriveremmo a casa troppo tardi, domani la Gegeniglia si alza alle 5.10: vediamo partire il convoglio storico alle 16.30 e prenderemo un RegioExpress alle 17 che sarà già in Centrale alle 17.40. Sapremo poi dagli Stefani che il treno storico soffrirà un po' le acclività della linea e accumulerà del ritardo: peccato non aver fatto il viaggio insieme, ma il tempo stringeva!

 

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12 settembre 2020: piovono Pietre!

Post n°274 pubblicato il 14 Settembre 2020 da biangege
 

L'Appennino Emiliano-Romagnolo è pieno di singolarità geologiche: la più famosa è sicuramente la Pietra di Bismantova, poi ci sono il Parco dei Gessi Bolognesi, le Salse di Nirano, il Sasso di San Zanobi e il Vulcanetto di Monte Busca... in provincia di Piacenza, le più vicine a Milano solo la Pietra Perduca e la Pietra Parcellara, due estrusioni di roccia serpentinica-magmatica completamente brulle che spiccano nel panorama di colline fertili: siccome Luca "Saudade" e Rita, conosciuti di persona un paio di mesi fa in Garfagnana con altri amici del forum di Mototurismo, avevano espresso il desiderio di andare in Val Trebbia, il Bian ci ha infilato queste due particolarità entrambe assai ben descritte sulla rete per via delle leggende ad esse legate, che qui non riporteremo...

... perchè vogliamo dedicare le prime righe di questo post a un consiglio di viaggio per i motociclisti: NON fidatevi sempre di Google Maps.

Lo ripetiamo: NON fidatevi sempre di Google Maps.

Click sull'immagine per ingrandirla

Se arrivate da Piacenza e volete girellare su stradine secondarie lasciando la SS45 agli smanettoni (che non smanettano più tanto), la cosa naturale sarebbe uscire dalla statale a Travo, andare verso Bobbiano e quindi Google Maps, al bivio A, vi dirà di andare a sinistra e poi al bivio B vi farà infilare un uno sterrato ancora ancora percorribile  da moto stradali con un minimo di cautela, in prima e col freno posteriore appena "pelato". Lascerete la moto al bivio C in un piccolo spiazzo perchè la discesa dopo è sconsigliata e arriverete in pochi minuti a piedi alla Pietra Perduca e all'Oratorio di Sant'Anna (chiuso con quattro catenacci purtroppo), con la Pietra Parcellara sullo sfondo. Al ritorno giustamente le vostre ragazze vi diranno "col cavolo che risaliamo con voi, noi andiamo al parcheggio laggiù e vi aspettiamo". Eh sì, perchè in effetti c'è un parcheggio. Peccato che il tratto da C al parcheggio sia una pietraia camuffata da tratturo in discesa dove Saudade si spiaggerà due volte sul terrapieno, in posizione scomoda ma per fortuna senza danni a parte una graffiata al paramotore mentre Bian, sceso per aiutarlo, sentirà per altrettante due volte lo schianto di Carpe Diem che, improditoriamente parcheggiata sul cavalletto laterale senza aver inserito la marcia, ben penserà di seguire le leggi della fisica scavalettandosi... alla fine, dopo una buona mezz'ora passata al sole a risollevare le bestie e un'altra passata all'ombra dell'area picnic del parcheggio, ci renderemo conto che tutto quel che ci è successo può essere guarito da un litro e mezzo di Malvasia. Dal parcheggio a E state certi che è tutto asfaltato tranne gli ultimi 500 metri prima del parcheggio stesso e riprenderete la SS45 in località Cori, presso Perino. A posteriori, ricontrollando Google Maps, non ci sentiamo di assicurare che nemmeno il tratto B-D (che avremmo percorso se fossimo tornati sui nostri passi) sia tutto asfaltato perchè non ci sono le street view e quindi la Google Car non ci è passata, quindi "a prenderla larga" il girello ideale sarebbe: Travo - Bobbiano - al bivio A girare a destra - passo della Caldarola - freddezza - bivio E, indicazioni per il parcheggio.

Ma comunque (scriverebbe Baricco), ma comunque alla Pietra Perduca siamo andati e ci siamo goduti il panorama delle colline, oltre che della pietra Parcellara: segnaliamo anche che c'è dovizia di fontanelle sia all'Oratorio che al parcheggio.


In una quarantina di minuti siamo a Bobbio e parcheggiamo nella piazza, in modo fortuito perchè è giorno di mercato. Andiamo a vedere il famoso Ponte Romano e viste l'ora, l'arietta e la stanchezzza ci accomodiamo nella terrazza coperta del ristorante Co' del Ponte, dove gnocco fritto e pisarei e fasò seguiti dal dolce verranno innaffiati da quel litro e mezzo di Malvasia di cui accennavamo prima e, se qualche purista opina che sarebbe stato meglio un Gutturnio, un Ortrugo o perlomeno un Bonarda, noi rispondiamo che la freschezza di un calice di Malvasia in quel momento era un autentico nettare degli Déi.

Poco dopo le 15.30 siamo di nuovo in sella per salire a Monte Penice, in un tornante un fotografo è appostato e vende le sue foto su internet a 10 € in formato digitale: i Saudade sono venuti benissimo, io mi accontento delle anteprime.

Link allo shop online

Al Passo non ci fermiamo neanche ma infiliamo la stradina (asfaltata!) che porta a Penice Vetta dove tira un po' d'aria fresca, peccato per la caligine che opacizza i panorami... e infine viene il momento del ritorno che avverrà via Varzi - Voghera. Ragazzi, venite ancora con noi? giuriamo che non facciamo più sterrati (anche perchè se no la Gege chiede il divorzio!)

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5-6 settembre 2020: sulle strade del Tour e del Rallye

Post n°273 pubblicato il 08 Settembre 2020 da biangege
 

Tour? de France!

Rallye? di Monte-Carlo!

 

Leggete il report sul sito facendo click QUI

 

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2 settembre 2020: addio Philippe, che chiarivi l'arte a tutti

Post n°272 pubblicato il 08 Settembre 2020 da biangege

Philippe Louis François Daverio, 1949 -2020

 
 
 

22 agosto 2020: in battello sul Naviglio Grande

Post n°271 pubblicato il 08 Settembre 2020 da biangege
 

Antefatto: 16 agosto, pigro e sonnacchioso. Di prendere la moto non c'è voglia, saliamo in auto e andimo ad Abbiategrasso che ha comunque un centro storico piccolo ma gradevole. E' uno di quei paesi a mezz'ora da Milano dove non si va mai, ma piuttosto che stare a casa davanti alla TV non potendo fare ferie va bene lo stesso.

Il centro è tuttavia deserto, tutti gli esercizi sono chiusi, come lo sono il Castello e la bella chiesa di Santa Maria Nuova (in foto) con il suo quadriportico e il pregevole ingresso affrescato. Ripegheremo s Vigevano che non delude mai, con la splendida piazza Ducale che ammiriamo sedti ai tavolini di un bar davanti a una coppa di gelato.


Sulla strada del ritorno, al Castelletto di Abbiategrasso dove il Naviglio si biforca notiamo un battello turistico, ci fermiamo e ci informiamo: per tutta l'estate il consorzio NavigareLAdda organizza mini-crociere su diversi tratti di fiumi e navigli: a Castelletto l'approdo è davanti a Palazzo Stampa e si navigherà verso Robecco ammirando diverse ville patrizie lungo il corso d'acqua, passando anche per la bella Cassinetta di Lugagnano... appena a casa prenotiamo via web la crocierina di sabato prossimo alle ore 19.

Sabato 22 agosto, eccoci all'imbarco dove ci accoglie il responsabile della ProLoco di Abbiategrasso... con una amara sorpresa: "Ma come, non vi hanno avvertiti? La navigazione si svolgerà verso Gaggiano perchè è iniziato in anticipo l'abbassamento del Naviglio e verso Robecco non c'è fondo sufficiente". Peccato che da Abbiategrasso a Gaggiano non ci sia assolutamente nulla se non due cascine diroccate, l'unico punto di vero interesse è Gaggiano stessa per il Santuario di Sant'Invenzio (in foto) e la Villa Marino, di cui peraltro dal naviglio si vede solo l'ingresso a esedra. Tutta la navigazione sarà commentata live (perlomeno non è una audioguida) dal responsabile che tra storia microstoria e aneddoti ci intratterrà per l'ora a seguire, ma al di là della delusione per il cambio di destinazione, muoviamo pollice verso al battello dal motore diesel troppo rumoroso e puzzolente, sarebbe stato meglio un bel battello elettrico...

Non crediamo rifaremo un giro con NavigareLadda, meglio allora prendere la bici, caricarla sul treno e farsi portare a Turbigo, scendere fino ad Abbiategrasso e tornare ancora in treno.

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