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Messaggio N° 2582 07-06-2008 - 11:08

Tempi moderni.... Pregiudizi antichi

Il 26 Maggio 2008 a Palermo, un padre ha ucciso il proprio figlio perché gay; neppure 20 giorni prima una madre, al termine di una discussione, aveva tentato di uccidere la propria figlia che le aveva dichiarato l’amore per una persona dello stesso sesso. Aberrante, disumano per non dire disgustoso. Eppure siamo nel 2008, ormai è noto ai più che l’omosessualità non è più da considerarsi una malattia (DSM-IV, 2002) e che non vi sono particolari problemi annessi. Stiamo vivendo nel 21esimo secolo, il secolo della globalizzazione, dell’affermazione dei diritti umani e dell’accettazione della disuguaglianza e, per quanto concerne nello specifico l’omosessualità, sono, anzi dovrebbero essere, svaniti quei preconcetti e quei modi di fare ghettizzanti che, fino a poco tempo fa, emarginavano queste persone facendole sentire delle inabili o delle indegne….

Come è possibile, allora, che esistano ancora forme così radicate di discriminazione? E come è possibile che proprio colui che ti dà la vita e/o ti fa crescere donandoti tempo, amore ed energia possa arrivare a fare gesti così estremi??

A mio avviso la risposta è più semplice di quanto pensiamo: la diversità, qualsiasi forma essa abbia, spaventa e pure tanto. Al di là di tutti quei bei discorsi che si sentono sulla parificazione dei diritti sul “siamo tutti uguali” “vogliamoci tutti tanto bene”, i pregiudizi e le paure verso chi ha gusti o caratteristiche diversi da quelli tipici della maggioranza delle persone purtroppo persistono e sono ancora molto radicato nella nostra società.

Del resto poi, la spinta e/o desiderio al conformismo - inteso nel suo senso più ampio cioè come la tendenza ad uniformarci ai volori e ai comportamenti predominanti nella cultura di appartenenza - non è assolutamente venuta meno e il pregiudizio continua ad essere un fenomeno ordinario e quotidiano riscontrabile tra la gente comune (Brown, 1995). Inoltre se vero come è vero che tutti noi categorizziamo il nostro mondo sociale in “noi” versus “loro” (Moghaddam, 2002), altrettanto vero è che, a questi altri loro attribuiamo, il più delle volte, connotati negativi e squalificanti.

Ma tutto ciò può valere pure per un genitore?? premettendo che mai nessuno deve arrivare a toccare la vita di un'altra persona, non possiamo trascurare il fatto che quel genitore nel momento in cui ha scoperto la diversità della persona che di più ama al mondo, si è visto crollare tutti i sogni e i progetti fatti su di lui e su quella vita al meglio che ogni papà o ogni mamma auspicano per il proprio figlio. Freud avrebbe parlato di “ferita narcisistica”; in questi tempi moderni, molto più semplicemente e concretamente riflettendo, mi viene da supporre che quel genitore avrà pensato a tutti gli sguardi indiscreti, schernitori e discriminatori della gente, al fatto che gli altri avrebbero deriso umiliato e fatto vergognare quel suo figlio che, inoltre, a causa di quella diversità, avrebbe avuto tanti  problemi sul lavoro o negli studi….Una sofferenza, moderna, ma pur sempre una grande e devastante sofferenza!!!

Quindi tirando le somme e personalmente parlando anche io condanno ogni forma di discriminazione possibile. Credo nel libero arbitrio, nella libertà di espressione e nel rispetto incondizionato e reciproco ma disdegno pure le utopie e i troppo bei facili discorsi… Anche se mi auguro che un domani non debba più ascoltare notizie di genitori che uccidono i figli per “vergogna” mi viene da pensare anche che, se mai sarò mamma di un figlio anche solo minimamente “diverso”, forse prima di cominciare ad amarlo di più e a lottare con lui per la sua affermazione , una lacrimuccia di tristezza la lascerò cadere….

Scritto da:Zizzola1



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