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Messaggi di Maggio 2005

Messaggio N° 1561 30-05-2005 - 10:59

Nuovi supporti informatici

Digiland vi segnala il Forum
"
Parlando di tecnologia"
per discutere di questo argomento!



La domanda di supporti per la memorizzazione di quantità sempre maggiori di dati digitali è in continuo aumento in tutto il mondo.
Questa evoluzione ha portato allo sviluppo dei dischi olografici, che in futuro offriranno una capacità 50 volte superiore a quella di un DVD e 460 volte superiore a quella di un CD. Come per i DVD, con le tecnologie olografiche si impiega il laser, che “scrive” le informazioni su un polimero fotosensibile; ma, diversamente dai DVD, l’olografia sfrutta per la memorizzazione dei dati l’intero volume del supporto e non solo la superficie. Nella memorizzazione olografica dei dati, il raggio laser viene diviso in un “fascio oggetto”, che porta i dati, e in un “fascio di riferimento”. Questi due fasci si incontrano all’interno del supporto polimerico e si genera una complessa figura d’interferenza che viene archiviata tridimensionalmente nel polimero. I dati vengono poi letti per mezzo di un raggio laser.
Una miscela di vetro e plastica è il materiale fotopolimerico che ha conservato alla perfezione le informazioni impresse per almeno sei mesi. La nuova miscela che fondamentalmente è vetro infarcito di buchi, può essere trasformata in una spessa pellicola, e non si restringe: due problemi che affliggevano i materiali precedentemente utilizzati per l’immagazzinamento olografico di dati.


Se per quanto riguarda la registrazione dei dati, la messa a punto dei supporti polimerici da applicare a questa tecnica è giunta a dei buoni risultati, nei sistemi di comunicazione visiva l'olografia ha già lasciato il suo segno.
Nelle vetrine dei negozi, nelle fiere o negli aeroporti gli schermi di proiezione trasparenti, ad esempio, attirano l’attenzione di passanti e visitatori con immagini nitide e colori brillanti. Ma non solo poichè, in futuro, nel campo dell’illuminazione e dell’ottica si potrebbero impiegare, ad esempio, materiali olografici nei display e nei sensori per l’interno di autovetture, nelle superfici di proiezione o nelle luci segnaletiche, aprendo dimensioni del tutto nuove.
La tecnologia olografica che permette di visualizzare immagini a due o tre dimensioni non è una novità assoluta, ma in coincidenza con l'apertura ai dispositivi portatili e all'elettronica di consumo, potrebbe puntare con maggiore decisione ai mercati di massa nel settore dei videoproiettori con supporto Wi-fi integrato per abilitare la connessione verso Pc portatili. In pratica entro due o tre anni, si prevede che la tecnologia olografica sbarcherà nei negozi con i micro-proiettori 2D, in attesa di vedere all'opera chip olografici.


Nati più di 30 anni fa dalla fantasia del premio Nobel per la fisica Dennis Gabor, che li aveva ideati per aumentare la risoluzione dei microscopi elettronici, gli ologrammi sembrano dotati di vita propria: basta ruotare di poco l'immagine per riuscire quasi a toccarli. Sono infatti realizzati in modo da inviarci la stessa luce riflessa da un oggetto fisico, a tre dimensioni, anche se questo non c'è più.
Per il momento gli ologrammi rivestono grande importanza in applicazioni per l'illuminazione degli uffici, su passaporti e su patenti di guida, dove contribuiscono da anni ad accrescere la sicurezza contro la contraffazione di tali documenti.


luc_30


Collabora con noi




Articolo pubblicato da: luc_30

Messaggio N° 1560 30-05-2005 - 10:40

Storia di... "Titina"

Premetto che "titina" non è una donna, ma un semplice nomignolo affettuoso regalatomi da un'utente partenopea (amica, è bene precisare, e nient'altro!). Naturalmente per ovvie motivazione di rispetto della privacy non ne citerò il nick!!!


Tutto cominciò un giorno in cui entrando alcuni utenti mi fecero notare che al posto dell'usuale faccina accanto al nick, il sottoscritto aveva una "matita" (in diminuitivo "matitina", quindi "titina"), segno che chi la possiede di tanto in tanto scrive per la redazione Di digiland come collaboratore editoriale.


Bene! Questo l'antefatto ed il fatto! Successivamente all'entrata in chat mi spostai all'interno della famosa stanza CHAT40 e lì incontrai la coniatrice del soprannome, che mi disse :"Prufessòòò (lei mi soprannomina prufessòòòò, alias professore... di che non lo so) ma che tieni accanto al nick? Che è quella cosa azzurra?"


Ed io le diedi una spiegazione del significato di quel simbolo!! E lei di rimando "Ahhhh ma allora oltre che prufessòòòò tieni anche la titina mò? E chi ti vuole fermare più adesso?" (ovviamente sempre in tono scherzoso e giocoso che caratterizza l'utente di cui in premessa)! Analogo comportamento l'ho riscontrato in un'altra room che abitualmente frequento, la 40bis. Anche lì scherzosamente un'altro utente mi disse: "okto preparati un registratore per le risposte ed assumi una segretaria... perché ti chiederanno continuamente il significato del simbolo e sarai costretto a rispondere sempre nella stessa maniera... A meno che non ti piaccia l'esaurimento nervoso ti consiglio di farlo" !! Per la segretaria ed il registratore... beh vedremo... ci sarà tempo, tanto tempo!!


Beh devo essere sincero, la coniazione del termine "titina" mi è rimasto molto affezionato!
Solo che quando racconto il significato di "titina" spesso non vengo compreso... quindi... ritengo opportuno segnalare agli utenti che chi possiede un simbolo diverso dalle faccine usuali non è un marziano, ma un comune mortale con la passione per la comunicazione scritta e quindi dedica parte del suo tempo a redigere parte degli articoli che vengono pubblicati sulle varie pagine d'ingresso della chat!


Quindi quando si vede un simbolo strano accanto a un nick, nella fattispecie di "titina" significa quello! Ecco svelato l'arcano mistero di "titina"!


Per coloro che fossero interessatati a diventare collaboratori di digiland sulla Home page d'ingresso (quella bianca, per capirci) trovate la scritta sulla sinistra "PARTECIPA", quindi successivamente cliccate su Magazine e vi appariranno le pubblicazioni del giorno! Cliccate su un contributo qualsiasi ed in fondo all'articolo che interessa o che si sta leggendo troverete la scritta "collabora con noi"!!


Cliccate sulla frase e vi appariranno una serie di istruzioni (si raccomanda di seguirle con attenzione nel caso foste interessati alla collaborazione eh) di facilissimo utilizzo!! Così chi ha voglia di "titina" potrà averla.


Nel caso invece foste interessati a consultare un autore di vostro particolare interesse seguite le stesse procedure per la visualizzazione degli articoli pubblicati su Magazine! Successivamente vi apparirà una pagina rossa. In fondo alla pagina troverete ricerca autore, inserite il nick che v'interessa e successivamente cliccate su "trova" e puf! Appariranno tutti gli articoli dell'autore di vostro gradimento!!


oktobered


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Articolo pubblicato da: oktobered

Messaggio N° 1559
Tag: Sport
30-05-2005 - 10:29

Gp d'Europa 2005

Digiland vi segnala il Forum
"
Parliamo di... Sport"
per discutere di questo argomento!



Olè il matador è tornato, sul circuito del Nurburgring Fernando Alonso vince il suo quarto gp stagionale all'ultimo giro, interrompendo la breve egemonia delle frecce d'argento.


Raikkonen è stato costretto a dare forfait a causa del cedimento della sospensione anteriore destra.


Il finlandese era in difficoltà a pochi giri dalla fine; causa un'abbondante escursione per prati verso metà gara, la sua gomma anteriore era letteralmente deformata e anche dal camera-car lo si vedeva bene, le vibrazioni che venivano trasmesse alla vettura alla fine hanno piegato la resistenza del carbonio ed è già tanto che non si sia fatto troppo male il pilota della McLaren.


La gara è stata comunque caratterizzata da innumerevoli errori dei piloti che hanno reso il tutto più interessante. Da segnalare il ritorno in gara delle due B.A.R. dopo l'esemplare squalifica di tre gare.
Non hanno comunque brillato, anzi.


Di Minardi e Jordan non sò più cosa scrivere sinceramente, sicuramente s'impegneranno ma commettono anche erroracci e forse è meglio pensare che mettendo dei piloti sempre molto giovani e inesperti le cose non migliorano, è proprio in squadre così che servirebbero top driver, oltre che budget migliori.


Montoya dopo un'ottima partenza viene tamponato da Webber che forse è distratto e sta già pensando ad andare a prendere Heidfeld (ottimo secondo al traguardo), fatto stà che l'australiano della Williams si ritira e come al solito mostra poco buon senso quando accusa Montoya dicendo che non doveva chiudere la porta così….ma come, non è stato lui ad arrivare lungo e tamponare la McLaren?
Frank Williams non ha bisogno di piloti così


Juan Pablo, arrivato settimo ha deluso ancora, la sua gara è stata incolore nonostante un sorpasso su Button, ma è apparso poco convinto e poco veloce, soprattutto rispetto a Raikkonen che ha dominato il gran premio e avrebbe certamente vinto senza il problema alla gomma.


Massa ha privato la Sauber di possibili punti, a causa di due escursioni fuori pista, chissà cosa cercava? Eppure non è tempo di funghi..mah…Villeneuve poi non rende certo la squadra più allegra, il canadese non è più quello di prima, non c'è niente da fare, le sue prestazioni non sono opache, ma peggio ancora, scurissime.


Le Ferrari? Stavolta non erano rosse di vergogna come nei due gp precedenti, Barrichello ha fatto un'ottima corsa e il terzo posto finale è il giusto premio al suo impegno.
Kaiser Schumacher si è classificato quinto, dopo una gara di livello sicuramente inferiore a quella del suo compagno di squadra (una volta tanto, anche la plebe esulta).
La squadra di Maranello sembra già migliorata, ma vista anche l'ottima prestazione isolata di Imola è presto per parlare di riscossa, anche perché complessivamente sono ben lontani da McLaren e Renault.


La Toyota ha fatto quel che poteva, con Trulli giunto ottavo anche a causa di una penalizzazione che lo ha retrocesso in posizioni di rincalzo ad inizio gara.
Ralf Schuamcher invece come gli capita nei periodi neri, ha fatto un'erroraccio ed è finito nella ghiaia, peccato.


Fisichella è stato autore di una buona gara ed è giunto sesto, portando punti importanti alla sua squadra, ma quanto è lontano l'inizio del campionato quando aveva addirittura ambizioni mondiali….difficili da avere per vari motivi, se il tuo compagno di squadra è spagnolo e si chiama Alonso.


Completa la lista dei piloti a punti il buon vecchio David Coulthard che con la Red Bull stà vivendo una seconda giovinezza.


Lo scozzese ha addirittura regalato alla sua squadra i primi giri in testa nel mondiale, il suo quarto posto dimostra che è un pilota ancora in grado di ottenere ottime prestazioni e di gestire al meglio la sua esperienza, bravo.
Il suo compagno di squadra Liuzzi invece pasticcia un pò troppo; Vitantonio dovrebbe cercare di essere meno impulsivo e di portare a termine le gare, perché le qualità le ha di sicuro, ma si sà, i padroni di team vogliono punti e risultati concreti, se l'italiano vuole strappare un contratto definitivo ai danni del suo sostituto Klien, deve fare così.


Insomma, la Renault ha dato una botta pesante alla McLaren guadagnando molti punti, ora Raikkonen è a 32 punti da Alonso e dopo 7 gare è un distacco abbastanza pesante, l'armata anglo-tedesca non deve più sbagliare se vuole recuperare, cercando nel contempo di mantenere la supremazia tecnica.


La cosa più bella è che almeno per noi appassionati i gran premi stanno sicuramente diventando più interessanti delle scorse stagioni e con il caldo estivo che avanza e che concilia il sonno è una cosa non da poco direi.


ReyMysterio619


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Articolo pubblicato da: ReyMysterio619

Messaggio N° 1558 28-05-2005 - 14:57

Ultimo - Un uomo dimenticato

Digiland vi segnala il Blog
"
Il Capitano Ultimo".


Era un uomo che ha donato l'intera vita alla giustizia... È ora un uomo messo alla mercè di coloro che lo vogliono morto... Obbligato a presenziare a viso scoperto al processo è stato reso bersaglio della mafia, anche se non di presenza, in video, ma sempre a viso scoperto!
Su di lui una taglia!


Davanti a fatti del genere viene da pensare solo una cosa: dove sono oggi gli "uomini di Stato"? Quelli che a Genova erano seduti a fianco dei nostri Carabinieri? Coloro che dopo Genova riempivano i muri con manifesti di solidarietà scrivendo "dalla parte dei Carabinieri sempre"?
Dove sono oggi? Perché non parlano? Oggi non parlano più, oggi nn si schierano più con un Carabiniere, perché?


Ultimo non è un Carabiniere per loro? C'è chi è arrivato a chiedere la verifica delle sue facoltà mentali! Oggi tacciono. Perché? Partendo dall'albero di Falcone, l'albero impiantato davanti la casa del grande Magistrato ucciso, che all'epoca del maxiprocesso contro la mafia fu insultato e vilipeso. Accusato come lo è oggi Ultimo. Il capitano che oggi è scomodo, il capitano che ha smosso acque troppo profonde, ora è lì dove dovrebbero essere altri, dove la mafia ha potere di vita e di morte, qual è il suo grave errore?


Il suo errore è stato solo quello di avere arrestato Riina!!!!!!!! Questo è solo l'inizio di una storia fatta al rovescio, ma che di sicuro avrà un seguito, il seguito siamo noi che ancora crediamo in una giustizia più grande! Ultimo è nei cuori di tutti coloro che sono puri, stiamogli vicino e lui vincerà.
Vincerà la giustizia, quella vera, quella di Ultimo che diceva "noi abbiamo il viso coperto solo perché noi rappresentiamo tutte le persone che credono nella vita".


lacryma0


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Articolo pubblicato da: lacryma0

Messaggio N° 1557 26-05-2005 - 21:24

Riflessione

Che giornata la mia giornata. Anche se tutto sommato molto divertente, tutto merito del mio buonumore, della gioia immensa di sorridere alla vita che ultimamente m'invade come un fiume in piena. Merito del colore azzurro. Sono stata avvolta da questa giocosa nube e me ne sono nutrita perché sentivo che era questo il mio benessere, già. (sorrido) Bella questa parola. BEN_ESSERE, stare bene. Ricercata all'inverosimile questa forma di... di armonia.


Capite? Era qui davanti ai miei occhi, dovevo solo guardare meglio e lasciarmi annegare da tutto questo, che è bellissimo, ti senti come una farfalla, che volteggia felice in un campo di fiori, senti e vedi questo colore azzurro, simbolo della serenità che fa le giravoltole con te. Senti fluire tutto questo nelle vene è rinascere a nuova vita, dove tutto quello che vedevi di distorto, peccaminoso, buio ti appare improvvisamente come qualcosa di celestiale.


Eccolo di nuovo questo colore azzurro. L'ho bramato poi respirato, è un amore, ma lo è: infatti è fare l'amore con tutto questo, solo che spesso non l'ho capito, non lo volevo capire. Torniamo alla giornata di oggi, tempo fa scrissi della mia disavventura con le lampade, non rivanghiamo, mi sento male al pensiero. Mi ha scritto una persona, "una delle tante pensavo io", mi ha profondamente colpita e lo sa. dovevo dirglielo, questa persona ha arricchito la mia giornata è bastato lasciarmi andare a quella sua dolce sensibilità, una come lei, perché vuole essere chiamata donna, lo è.


Ho voluto fargli capire, così profondamente, quanto quel suo cuore era in sintonia con questo mio colore azzurro, ancora una volta ho capito quanto le discriminazioni possano ferire fino a toglierti il respiro, che anche se impari a non farti trafiggere il cuore, c'è sempre quella sottile cattiveria che è tanto difficile da ignorare, perché l'ignoranza comunque è una brutta bestia, perché le persone sensibili sono sensibili e basta. Spero di avergli trasmesso i miei pensieri in maniera delicata e profonda, con tutto il rispetto che un essere umano, come tale desidera nella vita.


E tutto questo solo per dire che nonostante oggi mi sia trovata in mezzo alla strada, con una scarpa in mano, perché mi si era rotta, mi sentivo felice anche sotto gli sguardi curiosi della gente, perché rivedevo quel sorriso che oggi tanto mi ha fatto riflettere, perché basta così poco, perché basta pensare, perché lasciamo libera la mente di giocare con questo mondo con questa vita.


E perché a volte siamo così dannatamente soli che basterebbe mangiare quella piccola, saporita briciola che buttiamo a terra.


alilulla


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Articolo pubblicato da: alilulla

Messaggio N° 1556 26-05-2005 - 21:05

La terapia cognitiva nella depressione - 2^ parte

Il trattamento
Nel corso della TERAPIA COGNITIVA il paziente depresso viene gradualmente guidato a riconoscere quella che Beck definisce la triade cognitiva della depressione: con questo concetto si vuol indicare la visione negativa che i soggetti mostrano delle loro caratteristiche, degli eventi di cui sono partecipi e delle aspettative negative verso il futuro. Il percorso terapeutico si svolge attraverso le seguenti fasi:


  1. La fase di valutazione e la stipulazione del contratto

  2. L'esplorazione dell'origine del problema: come è iniziato e come si è organizzato

  3. L'insegnamento di strategie idonee a neutralizzare gli automatismi disadattivi e la prescrizione di esperimenti atti a validare o invalidare le ipotesi.

Le tecniche terapeutiche sono progettate per identificare, verificare e correggere le concettualizzazioni distorte e le credenze disfunzionali (schemi) che stanno sotto le cognizioni. Il paziente apprende a dominare problemi e situazioni che egli precedentemente considerava insuperabili, rivalutando e correggendo il suo pensiero. Il terapeuta cognitivo aiuta il paziente a pensare e ad agire più realisticamente e adattativamente, riducendo così i suoi problemi psicologici ed i suoi sintomi.

Questo approccio consiste nell'insegnare al paziente a:
  1. riconoscere i propri pensieri automatici negativi (cognizioni)

  2. riconoscere le connessioni tra cognizione, affetto, comportamento

  3. riconoscere le distorsioni cognitive

  4. esaminare l'evidenza pro e contro il pensiero automatico distorto

  5. sostituire interpretazioni orientate più realisticamente sulle cognizioni apprendere ad identificare e modificare le credenze disfunzionali che lo predispongono a distorcere le esperienze.

La terapia consiste, generalmente, in 15-25 sedute a cadenza settimanale. I pazienti depressi in modo grave o moderato, richiedono due sedute alla settimana per 4 o 5 settimane, e poi una seduta alla settimana per 10-15 settimane. In opposizione alla terapia psicoanalitica, il contenuto della terapia cognitiva è focalizzato sui problemi "qui ed ora". Poca attenzione è data alle esperienze dell'infanzia, se non nella misura in cui servono a chiarire le situazioni presenti. Non vengono effettuate interpretazioni dei fattori inconsci. Il terapeuta cognitivo collabora attivamente con il paziente nell'esplorare le sue esperienze psicologiche, nel predisporre schede di attività e nell'assegnare compiti a casa.
La TC si differenzia dalla terapia comportamentale per il fatto che dà molta enfasi alle esperienze interne del paziente, come i pensieri, i sentimenti, i desideri, i sogni quotidiani e le attitudini.
La strategia generale della TC può, inoltre, essere differenziata dalle altre scuole di terapia per l'enfasi sulla ricerca empirica dei pensieri automatici del paziente, delle inferenze, delle conclusioni e degli assunti di base.
La TC formula ipotesi concernenti le idee e le credenze disfunzionali del paziente su di sé, riguardo alle sue esperienze e al suo futuro, e tenta poi di verificare la validità di queste ipotesi in modo sistematico. Essa è orientata alla promozione di insight nella misura in cui promuove un riconoscimento delle distorsioni cognitive in relazione a determinati stati d'animo e situazioni, una consapevolezza dei processi cognitivi che sostengono il mantenimento delle distorsioni cognitive, una individuazione degli schemi cognitivi di base. Tale insight è rivolto a favorire le capacità di padroneggiare e fronteggiare adeguatamente sia le situazioni interpersonali, sia i fattori intrapsichici che giocano un ruolo importante nell'instaurarsi della sofferenza e del disagio mentale.


La relazione terapeutica
Come in tutte le terapie, la relazione terapeuta-paziente è importante poiché fornisce il mezzo per la progressione del processo di cura. Il terapeuta funziona come una guida, per permettere al paziente di acquisire la comprensione che gli consentirà di essere maggiormente in grado di affrontare i suoi problemi (scoperta guidata), e funge anche come catalizzatore riguardo alla promozione del tipo di extra-terapia correttiva delle esperienze, che aumenterà le capacità adattative del paziente. Il terapeuta cognitivo, come in altri approcci, manifesta un genuino calore e una accettazione non giudicante dei vissuti e delle convinzioni del paziente. In contrasto con la terapia rogersiana e con quella psicoanalitica però, il terapeuta gioca un ruolo attivo nell'aiutare a puntualizzare i problemi, a focalizzare aree importanti e a proporre e riesaminare tecniche comportamentali e cognitive specifiche. Molte delle espressioni verbali del terapeuta sono in forma di domande, riflettendo l'orientamento empirico di base e l'obiettivo prossimo di convertire il sistema chiuso di convinzioni del paziente in un sistema aperto. Il terapeuta impegna attivamente il paziente nella elaborazione della agenda per ogni seduta e nel fornire un feedback riguardante i suggerimenti del terapeuta e il suo comportamento durante la seduta. Mentre viene fatto un tentativo di fare mantenere un livello ottimale di "calore" e di rapporto durante la terapia, non è preclusa la scoperta delle reazioni negative e delle resistenze del paziente. Tali reazioni sono spesso la parte più preziosa della terapia, e le reazioni di transfert sono quindi utili al fine di evidenziare al paziente le distorsioni interpersonali. Similmente, le resistenze sono affrontate nei termini di credenze disfunzionali implicite (sottintese). Poiché la durata standard della TC della depressione è di 15 visite in un periodo di 12 settimane, vi è una considerevole pressione, sia sul paziente che sul terapeuta, ad utilizzare a fondo il tempo prezioso. Viene quindi effettuato uno sforzo sostanziale per indurre il paziente ad eseguire "compiti a casa", tesi a riconoscere e a rispondere a condizioni negative, impadronendosi delle pratiche cognitive e comportamentali apprese durante le sedute e verificando le ipotesi proposte. L'obiettivo successivo è quello di promuovere una ristrutturazione cognitiva. Ciò comporta la modificazione delle tendenze sistematiche del paziente nella interpretazione delle sue esperienze di vita e nel realizzare progetti futuri. In sintesi, la TC è un'esperienza di apprendimento in cui il terapeuta gioca un ruolo attivo nell'aiutare il paziente a scoprire e a modificare distorsioni cognitive e assunti disfunzionali.


Indicazioni alla terapia cognitiva in soggetti con depressione
Questa terapia è particolarmente indicata per i pazienti interessati più ad ottenere una comprensione e quindi un controllo sulle proprie distorsioni cognitive e sulle loro conseguenze, che ad esplorare le origini inconsce e lontane. Devono anche essere individui che hanno un desiderio e la capacità di assumere fin dall'inizio, con l'aiuto del terapeuta, un ruolo attivo nel modificare tendenze ed atteggiamenti passivizzanti e che percepiscono come base di un nuovo senso di sicurezza proprio il senso di dominio e padronanza che è legato al cambiamento proposto. Altro elemento importante da verificare è che il soggetto viva in modo positivo e non come un'aggressione, l'atteggiamento direttivo assunto esplicitamente dal terapeuta, e che in una fase successiva abbia una sufficiente capacità di identificarsi con tale atteggiamento per poter assumere in modo autonomo il ruolo precedentemente svolto dal curante.


Risultati ed esito
La TC è stata inizialmente utilizzata e provata nel trattamento dei pazienti depressi unipolari presso l'ambulatorio dell'Università della Pennsylvania.
Il primo studio sistematico sul trattamento della depressione ha indicato che la TC produceva la maggiore percentuale di miglioramento oltre le dodici settimane di trattamento nell'80% dei pazienti, percentuale superiore al gruppo di controllo trattato con imipramina. Questi risultati si riferiscono ad un anno di follow-up. Tre altri studi condotti nelle Università di Edimburgo, British Columbia e Pittsburg, hanno mostrato che i risultati della terapia cognitivo-comportamentale erano superiori a quelli ottenuti con i farmaci antidepressivi. Altri studi hanno mostrato che i risultati della TC erano equivalenti a quelli dei farmaci antidepressivi (Università del Minnesota, Università di Washington) e che la combinazione di entrambe era superiore a ciascuna delle due prescritte singolarmente. Altre prove cliniche controllate, riguardo al trattamento dei depressi, hanno ancora confermato l'efficacia della terapia cognitiva, paragonata ai trattamenti standard (Jonh Hopkins e Oxford University). E' stato dimostrato che certi tipi di depressione sono relativamente insensibili alla TC (depressione psicotica e melanconica).
Tuttavia un recente rapporto indica che tali depressioni, quando sono resistenti ai farmaci antidepressivi e alla terapia cognitiva prescritti singolarmente, possono rispondere a queste due terapie combinate.


<<<Leggi la 1^ parte


lucialyssasonoio


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Articolo pubblicato da: lucialyssasonoio

Messaggio N° 1555 26-05-2005 - 21:01

La terapia cognitiva nella depressione - 1^ parte

La terapia cognitiva (TC) è un approccio attivo, limitato nel tempo, strutturato, flessibile, orientato alla promozione di insight, umanistico, utilizzato per trattare una varietà di disturbi psichiatrici quali, ad esempio: depressione, ansietà, fobie, ossessioni.Il fine della TC è quello di risolvere i problemi individuati dal paziente attraverso un accordo tra terapeuta e cliente: è il cliente che ne definisce i limiti, è il terapeuta che sorveglia il corretto uso del metodo.


Alla base della concezione teorica della TC vi è la convinzione che l'affetto ed il comportamento dell'individuo sono largamente determinati dal modo in cui questi struttura la propria visione del mondo e di sé. Le cognizioni sono basate su attitudini o assunti di base (schemi), sviluppati attraverso precedenti esperienze che si organizzano gerarchicamente in costrutti relativamente stabili e funzionali. Ne consegue che ciò che viene oggi inteso per attività cognitiva è qualcosa di molto più ampio dell'attività di pensiero razionale e cosciente come è nell'accezione del senso comune. L'attività cognitiva è l'attività automatica e pervasiva di una struttura profonda generatrice di significato.


Fallimenti e invalidazioni sono presenti nella vita di ciascuno, non determinano necessariamente l'insorgenza di sintomi o disturbi, ma sono spesso l'occasione per lo sviluppo della complessità del Sé. Nei fenomeni psicopatologici invece la sofferenza si mantiene stabile nel tempo e si radica in un contesto di condotta coerente che sembra organizzarsi in modo da perpetuarla. È come se il sistema permanesse in uno stato di continua transizione senza che si produca un nuovo equilibrio. Nel "paradosso nevrotico" il cambiamento della visione sintomatica di sé si accompagnerebbe a intense emozioni (ansia, disperazione, rabbia…).


Prendiamo, ad esempio, una persona la cui costruzione di sé come "amato" sia strettamente e rigidamente correlata con la costruzione di sé come "efficiente, attivo e allegro". Supponiamo che questa persona subisca una perdita con conseguente tristezza e depressione. Quest'ultima invaliderà la costruzione di sé come efficiente, attivo e allegro, ma se questi schemi sono strettamente connessi con l'essere amato la loro invalidazione veicolerà anche il significato di "non amato". A questo punto egli prevederà la perdita dell'amore delle persone vicine, anticipazione che alimenterà nuova depressione e così via. Un altro esempio è quello di una persona che interpreta le sue esperienze in termini di competenza o adeguatezza, il suo pensiero può essere dominato dallo schema: "Se non faccio perfettamente ogni cosa, sono un fallimento". Conseguentemente, egli reagisce alle situazioni in termini di adeguatezza, anche quando esse non sono in rapporto al fatto di essere, o non essere competente.


Che cosa è la depressione dal punto di vista della terapia cognitiva
La persona che sviluppa un disturbo depressivo presenta frequentemente un'organizzazione di base caratteristica attraverso la quale costruisce un'immagine di sé, un proprio stile relazionale e delle aspettative nei confronti degli altri significativi che la portano ad un percorso di vita che si struttura su sentimenti di inadeguatezza personale e solitudine. Il soggetto si percepisce, con diversi gradi di consapevolezza, come incapace di avere amore e attenzione per i propri bisogni più intimi e personali, costretto ad ottenere attenzione ed accettazione solo attraverso prestazioni socialmente apprezzabili anche a costo di doversi impegnare con fatica in compiti e ruoli estranei ai propri desideri e alle proprie inclinazioni, destinato ad ottenere indifferenza o ostilità nel caso mostrasse la propria autentica natura.
Talvolta, soprattutto in relazione ad eventi di grande risonanza emotiva, percepiti come conferma del proprio destino infelice, si manifestano profonde crisi personali, che possono arrivare ad avere una rilevanza clinica.


Occorre rilevare che, sebbene l'organizzazione depressiva sia quella più frequentemente in gioco nel caso si manifesti un disturbo dell'umore, essa va distinta dalla sindrome depressiva.


L'organizzazione depressiva
Definisce un modo particolare di essere del soggetto che ordina stabilmente il flusso dell'esperienza, le attribuzioni di significato e le conoscenze personali in un modo che è vissuto in maniera sintona dal soggetto, vale a dire che egli lo vive come l'unico modo possibile e corretto di spiegarsi quanto avviene nella sua esistenza. Questo porta ad un equilibrio personale e ad una modalità di adattamento alla vita sociale particolari, che una volta raggiunti, non necessariamente si associano a sentimenti di intensa sofferenza.


La sindrome depressiva
Indica l'emersione, generalmente episodica, di intense emozioni legate a vissuti di colpa, vergogna o rabbia permeati da un pervasivo senso di tristezza e disperazione. Questi sentimenti negativi interferiscono pesantemente con la visione del mondo, della propria storia passata e del proprio futuro e con le capacità cognitive, operative e di relazione sociale. La crisi depressiva determina pertanto una rottura dell'equilibrio del soggetto che può evolvere verso un cambiamento che ha come esito l'assestamento su un equilibrio più funzionale (crisi utile) o verso il collasso della propria visione del mondo e del senso dell'esistenza.


I disturbi depressivi non vanno visti unicamente come vengono descritti dalle classificazioni cliniche più in voga, caratterizzati da una condizione di costante depressione del tono dell'umore, di perdita degli interessi, di rallentamento psicomotorio e di isolamento sociale. Vanno piuttosto intesi come un modo regolare di attribuire un senso negativo agli eventi della vita, basato su una peculiare visione di sé e del mondo, costituitasi a partire dalle proprie esperienze più significative a cominciare dai rapporti di attaccamento vissuti nell'infanzia.


Leggi la 2^ parte >>>


lucialyssasonoio


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Articolo pubblicato da: lucialyssasonoio

Messaggio N° 1554 25-05-2005 - 23:03

Il romanzo rosa: Come le palme al sole, sesta puntata



Digiland vi segnala il Forum
"
L'ultimo libro che ho letto..."
per discutere di questo argomento!


Il jet atterrò in un rosseggiante tramonto parigino che Anne-Sophie rimpianse di non potersi godere.
Terminate velocemente le operazioni di sbarco, Gustave si riattaccò al telefono: «Annabelle sono arrivato. Faccia venire subito l’auto. Ho fretta»
«Sì, Monsieur, avevo già provveduto. La sta aspettando all’uscita riservata.. Ah Monsieur le ho prenotato il solito tavolo a La Tour d’Argent e la suite al Ritz…»
«E’ impazzita forse?» si mise a urlare Gustave «Ma lo ha capito o no perché sono qui dopo che ci siamo salutati nemmeno sei ore fa? Annabelle io corro a salutare Charles per l’ultima volta e lei mi parla di ristoranti e di stanze?!» Stremato dalla conversazione e dall’ira, Gustave chiuse seccamente la comunicazione e fece segno ad Anne-Sophie di seguirlo.
La limousine li aspettava a pochi metri dall’uscita. Anne-Sophie venne letteralmente risucchiata dentro un altro salotto ma questa volta si trovò seduta ancora più vicino a Gustave.
«Dove stiamo andando?» azzardò timidamente. «Da Charles. Dal mio amico Charles. Stiamo andando a salutare un uomo che per me ha rappresentato ciò che un padre, una scuola, uno stuolo di amici non avrebbero mai potuto darmi. E ora è morto» concluse spegnendo qualsiasi ulteriore interrogativo.
Dopo un tragitto che le parve lunghissimo, Anne-Sophie fu di nuovo costretta ad affrontare una nuova situazione: si ritrovò dentro una clinica di lusso, circondata da un parco e si lasciò trascinare per ascensori e corridoi fino ad una porta chiusa.
Sperò di non dover essere costretta ad entrare, ma Gustave aprì la porta e la spinse dentro.
La camera era lussuosa, perfino profumata, cosa che raramente accade nei luoghi dove si curano le malattie. Ed era pietosamente in penombra, così che ad Anne-Sophie venne risparmiata la cruda visione di quello che era stato un uomo fondamentale per la vita di Gustave che ora si era trasformato in un corpo dentro un vestito blu sdraiato su un letto bianco.
Il peggio fu la reazione di Gustave. Anne-Sophie lo vide avanzare incerto verso il corpo di Charles mentre lacrime silenziose sgorgavano dai suoi occhi. Poi, vinto quel senso di paura che prende spesso i vivi, si avvicinò fino a toccargli le mani incrociate. Ascoltare i suoi singhiozzi fu una prova che Anne-Sophie non riuscì a sopportare. Si voltò di scatto ed uscì sul corridoio.
Venti minuti dopo Gustave la raggiunse. Anne-Sophie si meravigliò di non trovare più tracce di tanta disperazione sul suo viso: evidentemente il manager aveva ripreso il sopravvento.
La guidò velocemente verso il parcheggio della clinica.
Parigi si spalancò davanti agli occhi di Anne-Sophie: vasta, luminosa e incalzante.
«Gustave» azzardò, pensando che dopo tante ore insieme poteva permettersi una piccola confidenza con lui «ma cosa debbo fare qui? Io non mi sento a mio agio, non so dove andare, non riesco neppure a capire come parlano qui...»
«Io li capisco benissimo invece! Ora andremo in Hotel, tu ti cambierai d’abito e cercherai di non farmi fare una pessima figura al ristorante dove ti inviterò per non dover cenare da solo», fu la secca risposta.
La suite riservata di Gustave era al secondo piano del Ritz e aveva una vista strepitosa su Place Vendôme. Anne-Sophie vi entrò in punta di piedi sfiorando le tappezzerie damascate del salone, i mobili antichi, i tendaggi opulenti.
«Santo cielo, ragazza mia, vuoi metterti a tuo agio e darti una rinfrescata?»
«Gustave, la prego, cerchi di capirmi. Non sono pratica come lei di lunghi viaggi, grandi alberghi e toilette da cerimonia. E ripensandoci non ho nemmeno appetito.»
«Non ho tempo per le lamentele e le proteste..», e Gustave sparì dietro una porta decorata per gettare la giacca sul letto e recarsi verso la salle d’eau.
‘Migliaia di chilometri per ritrovarmi con un despota che mi sposta di qua e di là come un burattino?!?’ considerò Anne-Sophie debitamente rinfrancata dalla sua stessa indignazione. ‘Al suo ristorante ci vada da solo. Io da qui non mi muovo!’
Aperta la valigetta, ne rovesciò il contenuto sul divano e si mise a cercare una maglietta pulita. Poi, approfittando del fatto che Gustave era distante almeno due porte da lei, decise di togliersi di dosso i vestiti del viaggio ormai sgualciti.
Gettò il primo pezzo del twin set nocciola su una seggiola stile reggenza, il secondo sul tappeto Aubusson, sbottonò la gonna a tubino lasciandola scivolare a terra insieme alle calze…
«E adesso cosa stai facendo, di grazia?» tuonò una voce che usciva da un accappatoio bianco.

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Messaggio N° 1553 25-05-2005 - 22:44

Il romanzo rosa: Come le palme al sole, quinta puntata


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L'ultimo libro che ho letto..."
per discutere di questo argomento!


Gustave era un navigato uomo d'affari: un manager che possedeva tutte le risposte ed era in grado di gestire ogni imprevisto con consumata freddezza, ma in quel preciso istante venne assalito da un violento turbine di sensazioni, che tutta la sua esperienza e le sue capacità non furono in grado di fronteggiare.

L'acuto dolore per la perdita di Charles si aggiunse all'improvvisa percezione della stanchezza e della solitudine. Un brivido raggelante e sconosciuto gli attraversò il corpo e, con smarrimento, Gustave si rese conto di avere paura. "E adesso dovrò ritornare a Parigi" pensò con amarezza. "E risolvere anche questa situazione. Come se non bastasse tutto il resto..." Sentì le spalle abbassarsi sotto il peso dei suoi problemi e desiderò, per un momento almeno, di essere un altro uomo, in un altro luogo, e di avere una donna accanto a sè che potesse consolarlo e incoraggiarlo Avvertì un movimento alle sue spalle. Si alzò di scatto dalla poltrona e quasi cadde addosso ad Anne-Sophie che era entrata nello studio per aprire le finestre.

´E tu cosa diavolo ci fai qui?' ringhiò

´Ma... io non io credevo non ci fosse nessuno. La prego non si arrabbi, me ne vado subito!' rispose intimorita la ragazza indietreggiando sotto lo sguardo febbricitante del giovane. ´Giò, proprio tu, con quella faccina angelica che incanta tutti, dalla servit˘ fino a mia nonna' proseguì Gustave deciso a fare pagare ad Anne-Sophie tutte le sue preoccupazioni e la sua gelosia. ´Ma levati dai piedi e togliti quellíespressione affranta dalla faccia. Renditi utile una volta tanto: vai a controllare che Yassine riporti la mia valigia sullíaereo.'

´Certo, subito, ma lei deve ripartire Monsieur? Cosa è successo, cioè, mi scusi, non dovevo chiederglielo... ora vado.' Gustave stava per ribattere quando un'idea improvvisa attraversò le sue prospettive nerissime e, quasi senza rendersene conto, ascoltò la sua voce intimare ´Fermati! Sono troppo stanco per affrontare di nuovo un viaggio cosÏ lungo. Ho bisogno di compagnia e tu verrai con me!'

´Monsieur, ma cosa sta dicendo? Io non posso venire con lei e dove poi? Io debbo stare qui con madame sua nonna Non posso proprio E poi io non ho mai viaggiato più in là di Pointe St. Ferrat. No, lei non puÚ chiedermi questo!'

´E infatti non te lo sto chiedendo' puntualizzò Gustave. ´Ti sto dando un ordine. Ora ti leverai quella divisa, ti metterai addosso un vestito qualsiasi e salirai con me su quell'aereo. Per cena saremo a Parigi... sbrigati dunque! E con mia nonna me la vedrò io.' Gustave uscì, vuotando lo studio della sua presenza e lasciando la sbigottita Anne-Sophie in preda a un carosello di emozioni. ´Questo capita solo nei romanzi!' pensò la ragazza stropicciandosi le mani ´io e lui soli, a Parigi Cosa vorrà da me? Certe volte Gustave mi fa veramente paura... oh, ma Madame non mi lascerà certo partire!'

Invece un'ora dopo Anne-Sophie, pallidissima, era seduta con la sua piccola valigia sullíaereo che rullava sulla pista. ´Monsieur desidera qualcosa da bere? E Mademoiselle Anne-Sophie?' Yassine aveva un'espressione ironica che Gustave non si degnò di notare ma che fece sprofondare la ragazza nell'imbarazzo e nel mutismo più assoluto. Il viaggio fu lungo ma soprattutto silenzioso. Gustave manifestava chiaramente la sua stanchezza e il grande dolore che lo pervadeva. Tante volte gli era capitato di dover risalire su un aereo per concludere, avviare, risolvere una situazione grave ma ad ogni occasione corrispondeva una evoluzione, la soluzione ad un problema che un manager della sua esperienza era abituato ad affrontare.

Ma quella volta e quel momento non erano così. Seduto nella comoda poltrona, lo sguardo fisso davanti a sè, Gustave scorreva nella mente i suoi ricordi e avvertiva di aver chiuso per sempre un capitolo della sua vita: con la scomparsa di Charles aveva perso per sempre un affetto sincero, una preziosa umanità paterna e costante che aveva colmato i tanti vuoti affettivi delle fasi della sua crescita. SorseggiÚ distrattamente un whisky troppo freddo e permise alle sue emozioni di impadronirsi di tutto lo spazio riservato al cervello razionale. Gustave guardava davanti a sÈ durante quel lungo volo ma non riusciva a vedere, sulla poltrona di fronte, Anne-Sophie.

Intimidita, impaurita, sorpresa dalla mutevolezza delle espressioni che si susseguivano sul bel viso di Gustave, Anne restava in un totale silenzio attendendo da lui una parola, un minimo gesto che manifestasse un riconoscimento della sua presenza.

Il disagio di Anne-Sophie era palpabile tanto quanto le era inspiegabile la ragione per cui Gustave líaveva voluta così perentoriamente con sÈ.

Si rassegnò quindi a trascorrere le ore che la dividevano ancora da un futuro parigino assolutamente incerto, con il massimo della serenità che le continue, incalzanti telefonate di Gustave a collaboratori e dipendenti le potevano consentire. Si limitò a rispondere "no grazie" alle premure vagamente sarcastiche dello zelante Yassine.

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Messaggio N° 1552
Tag: Sport
23-05-2005 - 23:42

Gp di Monaco 2005

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Parliamo di... Sport"
per discutere di questo argomento!


Seconda vittoria e terza pole consecutiva per l'uomo di ghiaccio delle frecce d'argento; Kimi Raikkonen ha di nuovo stravinto come aveva fatto a Barcellona, su un tracciato completamente diverso da quello spagnolo, Montecarlo è a tutti gli effetti il circuito piu difficile per i piloti che devono mantenere una concentrazione altissima per quasi due ore e gestire una macchina da 900 cavalli su normali strade cittadine.

Il labirinto monegasco ha confermato che la McLaren tecnicamente è davanti a tutti ed è una seria pretendente al titolo mondiale sia piloti che costruttori, in quest'ultimo ormai la Renault non è molto lontana.

Alonso alla fine ha concluso quarto, vittima di due splendidi sorpassi delle due Williams che stavolta sono andate benissimo e hanno ottenuto un ottimo podio con Nick Heidfeld secondo e Mark Webber terzo. La colpa della Renault è stata quella di aver usurato eccessivamente le gomme posteriori, Alonso alla fine ha rischiato anche il sorpasso da Montoya, giunto quinto. Il colombiano è partito dalla sedicesima posizione a causa di una penalità forse eccessiva, per aver causato un'incidente multiplo nelle libere del sabato, ma ha disputato una buona gara, è ancora lontano pero' dal rendimento del compagno di squadra, deve svegliarsi.

Sesto posto per Ralf Schumacher che dopo aver sbattuto violentemente nelle qualifiche del sabato ha disputato una gara all'attacco, tenendo dietro il fratello maggiore, Michael Schumacher, giunto settimo per un soffio. Barrichello ottavo, era molto deluso dal comportamento di Schumy che lo ha sorpassato a sorpresa in fondo al tunnel, all'ultimo giro, ma sarebbe meglio pensare a come sta andando la Ferrari che in crisi lo è davvero, una crisi nera come le gomme Bridgestone.

Il miglior giro in gara del tedesco pluricampione, non deve ingannare, Raikkonen probabilmente poteva fare di molto meglio se voleva. La F-2005 è incostante nel rendimento e se le gomme non vanno in temperatura può anche essere colpa del telaio, che quest'anno non è stato progettato, bisogna ricordarlo, da Rory Byrne, ma da Aldo Costa.

La gara monegasca ha comunque offerto spettacolo, basti pensare ai sorpassi che si son visti, come quello kamikaze di Trulli su Fisichella, andato a buon fine... ma che ha poi costretto Jarno a una sosta ai box per un possibile danno alle sospensioni, dato che pur di passare il romano della Renault ha fatto saltare la sua Toyota su un marciapiede come se fosse una cavalletta. Che dire poi del sorpasso alla "ci passo a tutti i costi" di Villeneuve su Massa? E ancora, la fila che si è formata poco prima della curva del Grand Hotel perchè Albers era andato in testacoda con la sua Minardi? Bellissimo, tutti in fila ad aspettare, come nel normale traffico cittadino, ci mancava solo il vigile con la paletta. Tra l'altro qui Scumacher ha rotto l'alettone andando a tamponare Coulthard.

Liuzzi purtroppo si è ritirato per il cedimento del motore, speriamo che la Red Bull torni a utilizzatlo dopo le tre gare dove Klien prenderà il suo posto.

Insomma gara movimentata, con un dominatore assoluto, Raikkonen, chea questo punto è l'unico che può andare a prendere Alonso in vetta al mondiale, la Renault stia attenta e si metta al lavoro, le frecce d'argento la hanno nel mirino.

ReyMysterio619

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Messaggio N° 1551 20-05-2005 - 12:43

Allarme abbandoni

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Dalla parte degli animali"
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Con l’arrivo dell’estate torna alla ribalta il problema dell’abbandono degli animali, anche se in realtà il fenomeno è presente tutto l’anno e, anzi, si intensifica nel periodo di apertura della caccia (il numero crescente di cani da caccia presenti nei canili da Settembre in poi, conferma questa tendenza).


Gli animali che si abbandonano sono generalmente i cani e i gatti, anche se vengono "liberati" uccelli che moriranno perché non hanno mai imparato a volare; criceti e piccoli roditori che non sanno vivere in ampi spazi e non sanno procacciarsi il cibo; iguane e altre specie esotiche che avranno breve durata.


Oltre l'80% degli animali abbandonati morirà per varie cause. Molti di questi, dopo aver patito la fame e la sete, saranno investiti: ogni anno infatti vi sono circa oltre 4.000 incidenti stradali, con 400 feriti ed almeno 20 morti tra le persone.


Altri saranno vittime della malavita organizzata per l’addestramento dei cani da combattimento.


Altri ancora (i più sfortunati?) patiranno atroci sofferenze perché utilizzati nei laboratori di vivisezione.


Molti invece, saranno rinchiusi a vita nelle gabbie dei canili che spesso sono gestiti dai malavitosi. I giri d’affari sono enormi: attorno alla gestione dei canili circolano circa 100 milioni di euro all’anno; la zoomafia (combattimenti di cani, corse clandestine, traffico di animali esotici) fattura annualmente circa 3 miliardi di euro!


Ogni anno incredibilmente, si ha un aumento dell’abbandono di circa il 10%. Spesso si compra un animale per fare un regalo ai bambini, ma poi, in ritardo, si capisce che non è un giocattolo. Un animale ha bisogno di cura e dedizione e per molti è meglio sacrificare un essere vivente indifeso che una bella vacanza. Già l’anno scorso sono aumentate le spiagge, gli alberghi e gli agriturismo che accettano cani, ma è solo una goccia nel mare. Come sempre, la sensibilizzazione è il primo passo per tentare di risolvere questo problema, ma senza l’aiuto delle leggi e delle forze dell’ordine si può fare ben poco.


Innanzitutto si dovrebbe vietare la vendita degli animali ma, per prevenire l’abbandono e il randagismo ci sono già delle leggi che però non vengono sempre applicate. Per la prevenzione del randagismo e la tutela degli animali domestici, vi è la legge nazionale 281 del 1991 (che introduce l’istituzione del cane di quartiere, la riqualificazione dei canili sanitari e dei rifugi, la registrazione di cani e gatti nello stato di famiglia, alla defiscalizzazione degli acquisti e delle spese per chi adotta un randagio).


Vi è poi la Legge 189/04 che considera l’abbandono un reato punito con l'arresto fino ad un anno o ammenda da 1000 a 10000 Euro. Ognuno di noi ha la quindi la possibilità ed il dovere di denunciare alle Forze dell’Ordine chi abbandona e chi maltratta un animale.


Abbandonare un animale è soprattutto un reato morale, un gesto di profonda inciviltà e di cattiveria inaudita che non può passare in silenzio. Per questo tutti dovremmo denunciare questi reati e non chiudere gli occhi, per poter fermare coloro che ancora considerano un animale un oggetto da usare finché si vuole per poi buttarlo via quando non diverte più.


wynona_no_pvt


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Messaggio N° 1550 20-05-2005 - 12:34

Ma cos'è questo "Marketing"?

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Parliamo di... lavoro"
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Non so perché la parola marketing mi ha sempre fatto pensare al carrello della spesa, immagino il direttore del marketing di una azienda come un tipo che spinge perennemente un carrello del supermercato e corre per i corridoi dell’ufficio urlando "Sono stato colpito da un'idea fantastica" e dietro tutti gli impiegati con carrelli più piccoli che sussurrano "noi ancora no…noi ancora no".


Io che ho sempre lavorato in uffici pizza e fichi, sono stata letteralmente travolta e sconvolta dalla terminologia che viene usata in questi settori, quello che noi normalmente indichiamo con "annamose a piglià un caffè" loro lo chiamano coffe break, o se la riunione di lavoro di protrae fino all’ora di pranzo di si chiama Lunch break, i comuni mortali vanno in trattoria e continuano sommariamente a parlare di lavoro mentre si imbriacano pure leggermente e iniziano a raccontarsi barzellette sconce o delle corna dell’unico collega non presente, quelli della mega aziende con ufficio marketing spizzicano trionfi di frutta, tartine all’avocado, gelatine di gambero, e in completo doppio petto, anche le donne, tengono un atteggiamento fico mentre si muoiono di fame e parlano di strategie BRAIM STORMING, che sarebbe una specie di riunione dove in teoria puoi dire le tue idee, ma se lo fai ti cacciano.


Loro non hanno le cartelline, eh no… loro hanno gli organizer, che poi so sempre cartelline ma inglesi, non hanno cataloghi ma brochure, e mentre noi comuni mortali pensiamo che la cannibalizzazione sia quando una tribù se magna quell’altra, rimaniamo letteralmente inebetiti nello scoprire che si tratta di una strategia di marketing un attimino scorretta e che le tribù non c’entrano proprio niente.


Ma vorrei concentrarmi sulle persone, tutti assomigliano a Brad Pitt, belli altri magri e biondi, che dopo 23 ore di lavoro freschi come una rosa vanno a cena, no non si chiama cena, ma love meeting, con uno schianto di ragazzona, alla quale chiederanno la sua Royalty (fedeltà). Mentre le donne sono tutte bellissime, altissime, strafighissime… e ti fulminano se le guardi, c’hanno i razzi dentro agli occhi.


Sicuramente dipende dal fatto che io sono leggermente sfigata, ma l’unico direttore del marketing che ho conosciuto portava una t-shirt di Harry Potter e si strafogava una pizza ai peperoni e non era per niente uguale a Brad Pitt, però assomigliava vagamente a un mio cugino e cosa strana non spingeva nessun carrello, forse lo aveva lasciato parcheggiato fuori . Avendo saputo che si occupava di marketing nel web per farlo contento gli ho chiesto subito dove dovevo cliccare, se sul naso di Hanry Potter o sulla scritta dietro alla schiena, ma si è offeso… ma che strano!


Insomma lo scopo fondamentale di tutti questi trionfi di frutta è che tu compri qualcosa o che tu clicchi da qualche parte, anzi per meglio dire, che tu clicchi dove vogliono loro e compri quello che dicono loro, insomma sui loro sponsor, niente di male fanno il loro lavoro, poco importa se quando apri una pagina web vieni stravolto da un sibilo assordante e ti sia apre un paginone gigante che tu non capisci più esattamente dove sei, anzi lo capisci: sei dentro a un mega tubetto di crema per i capelli lampeggiante e non serve niente urlare: OKKKKKKKK LO COMPROOOOOO! "


D’altro canto se una mano lava l’altra tutte e due lavano il viso, quindi se tu clicchi, poi i clienti sono contenti, loro spingono i carrelli, alla cassa gli danno i soldi e loro ti danno i blog, lo spazio web, la chat…a nche se a volte verde ramarro, sono una specie di Indiana Jones vanno alla ricerca del click perduto, sono dei Cristoforo Colombo alla scoperta di nuove strategie di mercato, sono insomma dei rappresentati con le code di gambero in tasca, ehm forse questo no…


A pensarci bene magari si era portato l’avocado da casa…..


sissunchi


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Messaggio N° 1549 18-05-2005 - 17:44

Amicizie

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Chatta che ti passa!"
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Cos'è il sentimento dell'amicizia se non un puro sentimento fraterno, rivolto verso una persona simpatica o meglio che a nostro giudizio, è simpatica, ma non solo come si pone verso il mondo che lo circonda, ma soprattutto come si pone ai nostri occhi?


Grazie al sistema di comunicazione della chat abbiamo il sorgere di innumerevoli forme di stima, affetto, verso i nostri interlocutori! Ma quanti di questi possono essere considerati amici? Badate bene Amici (con la A maiuscola, frase forse ripetuta migliaia di volte e sentita altrettanto da tutti noi)!


Già... Amici!! Quelli che ti stanno a sentire fino alle tre di notte per liberarti dalle angosce che attanagliano la propria esistenza, quelli che ti ascoltano quando sei depresso, quelli che ti consigliano quando t'innamori e poi soffri per un lui o una lei qualsiasi! Sono questi gli amici? Sono quelle persone che sono sempre insieme a te, .quando le chiami sono sempre liberi, quando ne hai bisogno sono sempre lì?


Credo che la risposta sia univoca!! SÌ SONO LORO !!! Personalmente ho avuto la fortuna di conoscere tante persone, sia in chat che nella vita reale! Ma una cosa devo ammetterla: coloro che ho conosciuto in chat e con cui si è instaurato questo fortissimo sentimento fraterno le posso contare sulla punta delle dita! Sono pochi! Vero! Così come devono essere delle persone fidate, scelte, che hanno superato le innumerevoli prove a cui inconsciamente li ho sottoposti.


Ovvio, c'è un rapporto di fiducia reciproco. Non si può pretendere di mostrarsi in una certa maniera e poi dopo essere tutt'altro. Ma devo riconoscere una cosa: i miei amici sono sempre lì. Magari non ci si sente da tanto. Spesso non ci s'incontra affatto! A volte ci si chiama, ci si scambiano brevi messaggi di testo, a volte delle e-mail un po' scherzose o un po' tristi...


Vi è mai capitato però d'incontrare quelle persone in chat, che definirei "ambigue", "strane", che sembrano delle persone normali, ma in realtà sono dei falsi... falsi d'autore... amichevolmente parlando ovvio! Sono quelli che fanno finta di ascoltarti, che vogliono sapere esclusivamente i fatti tuoi per poi sparlare a destra e a manca solo per il gusto di farlo, quelli che ti prendono in giro o che sottilmente ti offendono, sono quelli che spesso ti chiamano nel cuore della notte quando hanno bisogno, per poi sparire alla prima occasione e quando tu hai bisogno di loro... PUFF, spariscono o ti schiacciano come una mosca fastidiosa! Sono quelli che ti cacciano quando hanno avuto la tua attenzione! E anche di più! Ce ne sono... e tanti!! Uomini e donne !!!


La nostra voglia di conoscere persone, d'interagire con il nostro prossimo, di mostrare al mondo intero che non siamo soli spesso ci fa confondere le idee!! A volte si elemosinano delle parole per poi scoprire che alle persone a cui abbiamo dato il nostro affetto, fatto le nostre le nostre confidenze sono degli impostori!! Beh... sembrerà strano!! Ma è vero, purtroppo !!! Ma che volete farci... ci si fida... e non sempre la fiducia è ben riposta!!


Non si tratta di solitudine, ma di curiosità come spesso accade! E la curiosità spesso danneggia!! Quindi stare attenti! Ribadisco il concetto già espresso più volte: la responsabilità non è della chat, è delle persone! Persone strane, squallide, profittatori, che si divertono in quella maniera, che ti succhiano l'anima, sia nella vita reale sia in quella virtuale, per poi scaricarti alla prima "stazione" o "deposito" delle loro vittime! E purtroppo non c'è netiquette che tenga in questi casi, ma solo la prudenza può fare in modo che non si caschi in certi errori! Quindi signori... okkio (con la kappa... forse è più chiaro che dite?)


A coloro che invece sono con me ed io con loro un abbraccio sincero ! Un grazie per esserci... grazie alla chat che ci ha fatto conoscere!


oktobered


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Messaggio N° 1548
Tag: Scienza
18-05-2005 - 11:24

Le fonti di energia pulita

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Dalla parte della natura "
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La produzione di energia elettrica a basso costo e minimo impatto ambientale è di grande interesse per il futuro. Affrontare il problema della produzione di energia elettrica significa impiegare in modo intelligente un gran numero di esperti ed ingegneri, nonchè produrre un bene di pubblico beneficio. Fino ad oggi lo sfruttamento delle risorse naturali come acqua, vento e sole, non risulta preponderante sull'utilizzo di tecnologie inquinanti come quelle delle centrali termoelettriche.


Attualmente in Italia le centrali idroelettriche producono circa il 20% dell'energia elettrica immessa in rete, ma in uno studio condotto dal CNR, assieme ad ENEA si afferma che mini e micro-idroelettrico possono far aumentare la potenza installata di centrali idroelettriche dagli attuali 20.000 MW a 30.000 MW , quindi l'aumento potenziale sarebbe di un 50% circa rispetto all'attuale (solo da impianti mini e micro- a bassissimo impatto ambientale).
Inoltre, per quanto concerne l'acqua, non è stata ancora presa in considerazione la possibilità di sfruttare l'energia delle onde del mare, delle maree, delle correnti marine e di marea e del gradiente termico tra fondale e superficie, quando in Italia ci sarebbe la concreta possibilità di sfruttamento delle correnti marine, sopratutto ma non solo nello Stretto di Messina.


Anche il vento che a sua volta causa le onde del mare, può essere utilizzato dalla turbine a pale posizionate sia sulla terra ferma sia in mare aperto.


I sistemi eolici off-shore che hanno un'ottimale collocazione in mare aperto dove ci siano fondali poco profondi, sia per un minor impatto ambientale-paesaggistico dato dalla minor incidenza dell'inquinamento acustico delle pale rotanti e sia per una migliore qualità e costanza del vento, avranno un notevole sviluppo anche a causa delle innovazioni tecnologiche introdotte. Le grandi torri con pale ad asse orizzontale, hanno un futuro roseo sia per la loro economicità sia per la disponibilità della fonte energetica ventosa. Difatti il costo dell'energia generata in siti con buona ventosità è già competitivo rispetto a quello dell'elettricità prodotta con impianti tradizionali che utilizzano combustibili fossili, anche senza tenere conto dei costi evitati, legati all'assenza di emissioni nocive.


In uno studio per quantificare le risorse d'energia eolica mondiali, titolato" Wind Force 12", la European Wind Energy Association e Greenpeace concludono che il potenziale mondiale d'energia generabile dal vento sarebbe addirittura il doppio della domanda d'elettricità mondiale prevista per il 2020.


Tutta l' energia che oggi utilizziamo ha origine dall'irradiamento solare, compresi i combustibili fossili, anche se gli unici metodi diretti di sfruttamento dell'energia solare risultano essere i sistemi termosolari e i sistemi fotovoltaici.


L'energia termica derivante dall' irraggiamento solare può essere "catturata" in molti modi e utilizzata per le varie necessità energetiche: come semplice energia termica utile alla produzione di acqua calda per usi sanitari e per riscaldamento e impiegata in impianti di cogenerazione per produzione di energia elettrica.


Come per altre fonti rinnovabili anche per l'energia solare uno dei limiti da superare è l' irregolarità dell'energia disponibile, per cui i sistemi di accumulo sono un'aspetto importante per l'evoluzione e la diffusione delle tecnologie sviluppate.


L’energia prodotta dagli impianti termosolari può non essere limitata alle sole ore di insolazione e alle fluttuazioni dei passaggi nuvolosi. A tale scopo, due tecniche sono state già largamente collaudate.


L'accumulo dell’energia termica in cui il calore prodotto viene usato per riscaldare un mezzo, dal quale, al momento opportuno, si estrae il calore per produrre l’energia elettrica è il metodo più utilizzato. Un secondo sistema per ovviare alla discontinuità della fonte solare è il suo utilizzo per la produzione di idrogeno tramite termolisi o fotolisi, che verrà utile soprattutto in futuro.


In Italia le località favorevoli all'installazione di impianti solari termoelettrici si trovano in Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata e Campania, dove vi sono terreni non coltivati, situati generalmente lungo i litorali e nell'immediato entroterra pianeggiante.


A tal proposito nel novembre 2003 con un accordo tra ENEA ed ENEL è stato deciso di installare l'impianto sperimentale, denominato Archimede, a Priolo Gargallo (Siracusa). L' entrata in esercizio è prevista per il 2007.


luc_30


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Messaggio N° 1547 17-05-2005 - 09:20

Il Ritorno di Sober

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Districarsi nella rete"
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Sober è un worm che ha fatto e continua, ahimè, a fare storia a causa dei continui danni ai vari Pc sparsi su internet.


Il “meccanismo” di infezione di Sober non è quello tradizionale orientato alle email, ma quello di utilizzare una porta del vostro Pc per infiltrarsi.


Una volta infiltratosi sul Pc inizia a veicolare una montagna di email a vostro nome prelevando i destinatari direttamente dal vostro indirizzario Outlook. Vi lascio immaginare il danno se tra queste email ci sono vostri clienti…


I messaggi inviati sembrano avere uno sfondo politico. Vengono inseriti link a riviste tedesche o a siti di riviste di estrema destra. Una vera e propria propaganda contro l’Unione Europea.


Sembra che la diffusione maggiore del virus sia stato in Germania ed India, ma in Italia è appena arrivato.


Il segreto è sempre lo stesso un buon antivirus ed molto buon senso. In questo caso il motto “non accettare mail dagli estranei” non serve in quanto le email arrivano da persone che conoscete. Ma fate molta attenzione all’Oggetto della email.


State in guardia …


webandnet


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Messaggio N° 1546 13-05-2005 - 18:11

Il romanzo rosa: Come le palme al sole, quarta puntata

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L'ultimo libro che ho letto..."
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Sapeva di essere di pessimo umore, peggio del solito, la sua guida era nervosa e scattante. Parcheggiò proprio di fronte alla casa e mentre estraeva il bagaglio dal baule, vide Boris uscito probabilmente dalla porta secondaria della cucina.
Fu come vedere materializzarsi i propri incubi! Proprio Boris e non era nemmeno arrivato! ‘Bene, inizia proprio al meglio la giornata!’ disse fra sé e sé.
Con la coda dell’occhio guardava i movimenti del russo e ancor più grande divenne il suo astio quando vide Anne-Sophie corrergli dietro. Parlottavano fra di loro, Gustave pensò immediatamente ad uno scambio amoroso infarcito di frasi sdolcinate. O era la gelosia a fargli trarre quelle conclusioni?
Cercò di infischiarsene, chiuse la portiera e si diresse verso la porta d’ingresso, consapevole che i due avevano smesso di parlare e lo stavano osservando.
Stava per aprire la porta che si trovò di fronte il cane del russo che gli si andò ad infilare proprio in mezzo ai piedi. ‘Ecco, ci mancava solo questa!’ rimuginò. ‘Nemmeno padrone di entrare a casa mia!’
Stava tentando strane ed impacciate circonvoluzioni per scavalcare la bestia, quando arrivò Boris di corsa e con un semplice fischio attirò il cane a sé.
«Mi spiace Gustave», il russo sembrava veramente contrito per questo episodio spiacevole.
«Non ti dispiacere Aristov, vattene e basta.»
«Nemmeno per me è un piacere rivederti Gustave.»
«Immagino. Ma sta di fatto che questa è la mia casa e ho tutti i diritti di starci, tu invece sei decisamente fuori zona. Mi stupisco che la nonna non ti abbia ancora impedito l’accesso.»
«Tua nonna è una persona più civile di te.»
«Certo, anche troppo. Più si diventa anziani e più si ha tendenza ad essere compassionevoli e comprensivi. Non è il mio caso Boris. Finché ci sono io qui, non ti voglio vedere e su questo non si discute, chiaro?»
Boris gli fece un ironico inchino, prese il cane per il collare e se ne andò.
«Buona giornata anche a te Gustave.»
«Altrettanto tavarish Boris.»
Il russo gli lanciò un’occhiata in tralice.
Gustave lo osservò allontanarsi, voleva vedere se andava a riferire tutto ad Anne-Sophie, ma così non fu.
‘Se lo racconteranno stasera, i due piccioncini!’ ed ora non ebbe dubbi: la gelosia lo fece diventare rosso fino alla radice dei capelli.
Raccattò la valigia ed entrò sbattendo la porta. Nulla infastidiva Gustave più di un inizio di giornata pessimo e capì dal viso intimorito e nel contempo rassegnato di Yassine, il maggiordomo pachistano che gli era venuto incontro, che anche gli altri avrebbero condiviso il suo pessimo umore.
«Dov’è mia nonna?»
«E’ in città, all’inaugurazione di una piccola mostra sui prodotti artigianali dei pescatori dell’isola, signore.»
«Sempre pesci e pescivendoli! Questo posto sta diventando terrificante! Fra un po’ avremo pesci appesi alle pareti, il caffé al pesce, le pareti tappezzate di ritratti di pesci...»
«Ha fatto buon viaggio signore?», a Gustave non sfuggì il lieve accento ironico della domanda. Yassine era un personaggio strano: zelante, efficiente, puntuale, preciso e ordinatissimo. Il maggiordomo perfetto. Alternava momenti di prostrazione assoluta e deferenza quasi imbarazzante verso il padrone, a momenti di silente ironia. Non sapeva mai come prenderlo.
«Ottimo viaggio caro Yassine, finché si resta nel mondo civile tutto è perfetto, poi si sbarca qui e sembra di piombare nell’isola dei pazzi.»
«E’ senz’altro così signore. Immagini per me che non conosco il mondo civile.»
Gustave non aveva voglia di capire dove volesse arrivare, tagliò corto dirigendosi verso lo studio.
«Le porto la valigia in camera signore?»
«Certo, grazie Yassine. Bevo un cognac e aspetto la nonna nello studio. Yassine, vorrei non essere disturbato, non faccia entrare nessuno, per favore.»
«Certamente signore.»
Gustave aprì la porta e si sprofondò subito in una poltrona. Cominciò a massaggiarsi le tempie per cercare di rilassarsi quando squillò il suo cellulare.
Si era dimenticato di spegnerlo e ora si pentiva amaramente di non averlo fatto.
Lo sfilò dal taschino e vide che era la sua segretaria che lo chiamava. Per un po’ rimase indeciso sul da farsi, poi la ragione ebbe la meglio sul suo mal di testa e rispose.
«Monsieur Gustave?»
«Sì, Annabelle, dica.»
«Scusi se la disturbo, è un po’ che tento di chiamarla, ma la linea era sempre intasata...»
«Sì, probabilmente era occupata da pesci e pescivendoli, è normale qui.»
«Prego?»
«Prosegua Annabelle, era una battuta di pessimo gusto, mi dica.»
«La chiamo per darle una brutta notizia Monsieur. Charles Pastoret, il direttore amministrativo della sede di Lione, è morto stanotte di infarto. Ha chiamato qui il figlio per avvisare ma lei era già in volo.»
«Cosa?! Sta scherzando spero?!»
«No, Monsieur, non la disturberei per uno scherzo mentre è a casa.»
«Ma se abbiamo cenato insieme mercoledì sera, dopo la riunione con tutti gli azionisti!»
«Non so cosa dirle Monsieur, le riferisco solo quello che mi ha comunicato il figlio in lacrime.»
Senza nemmeno accorgersene Gustave chiuse la comunicazione e ripensò all’amico Charles, uno dei fautori del suo successo quando appena laureato era arrivato alla direzione della ditta di famiglia: un pivellino in mezzo agli squali.
Richiamò immediatamente Annabelle.
«Avvisi l’aeroporto di Orly, riparto immediatamente, solo un’ora per rintracciare mia nonna e organizzare il viaggio» e riagganciò.


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Messaggio N° 1545 13-05-2005 - 11:13

Abbronzatura artificiale: la mia esperienza

Certo l'estate è alle porte, ma quanto siamo palliducci. "Che ne dici di farci un po' di lampade?" Bhe... per una come me contrarissima a questo genere di "fanatismo" non è domanda da fare... Eppure ho ceduto alle insistenze di quella "befana" della mia amica... sai che goduria... abbronzata già a maggio... è na mazzata di energia positiva per te stessa no? Eccerto...


Ma le avete mai fatte le lampade voi? Siete mai entrati in quella cabina che chiamano doccia? Prima ti spogli completamente nuda e cospargi il tuo corpo di latte solare, per 10 minuti ti torturi sotto un caldo massacrante, se ti vedessero appesa a quelle maniglie, mi fai tanto ridere, che posizione del piffero...


Morale della favola, i 10 minuti parevano 15 minuti, 30 minuti... ma quando smette? io esco... no resto devo abbronzarmi, ho troppo caldooooo aiuto che caldo, non ce la faccio più non resisto... Finalmente il fatidico suono....


... è finita...


Esco... mi guardo allo specchio... e barcollo, cosa ho fatto? Mi rivesto... il caldo però rimane... cerco di calmarmi, oddio no, sento uno strano ronzio nelle orecchie... chiamo la mia amica...


ODDIO SVENGO... che brutta sensazione, aiutami... sto svenendo, accidenti a te e le lampade. Mi stanno chiamando? Non capisco... cosa sono questi granelli in bocca? È sabbia? No scema è zucchero... ah... che sensazione di fresco... ovvio ti stanno buttando addosso un litro e mezzo di acqua...


Cos'è successo?
"Tranquilla sei solo svenuta". SOLO SVENUTA??????
Vado a casa mezza rincojonita e devo assolutamente fare qualcosa, ok, gatti fuori... e 10 minuti di training autogeno e mi lascio scivolare nel sonno...
È mattina e mi sento tutta indolenzita... mi sento una scimmia, più precisamente di quelle con il sederino rosso... HO LA SCHIENA E LA PANCIA USTIONATE.


Ho detto addio alle lampade... un rapporto tra me e loro già concluso in partenza.
Troppo dolore, troppo tutto!!!


alilulla


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Messaggio N° 1544 13-05-2005 - 10:42

Alcuni cenni sulla depressione - 2^ parte

Terapia
Il trattamento della d. si basa sulla psicoterapia, sulla psicanalisi e su terapie farmacologiche (che mirano a incrementare la quantità di neuro-trasmettitori utilizzabili dai recettori cerebrali, secondo l'ipotesi che un deficit di queste sostanze sia alla base della depressione).




La depressione è un disturbo sicuramente diffuso tra la popolazione generale e quindi molto ben conosciuto. Sembra, infatti, che ne soffra dal 10% al 15% della popolazione, con una diffusione maggiore tra le donne.
Generalmente chi ne soffre mostra un umore depresso, una marcata tristezza quasi quotidiana e tende a non riuscire più a provare lo stesso piacere nelle attività che provava prima. Le persone che soffrono di depressione, si sentono sempre giù, l’umore ed i pensieri sono sempre negativi. Sembra che presentino un vero e proprio dolore di vivere, che li porta non riuscire a godersi più nulla.
Oltre a questi sintomi primari, normalmente succede che le persone che soffrono di questo disturbo ne presentino altri, quali:


  • un appetito aumentato o diminuito;
  • un aumento o una diminuzione del sonno;
  • spesso un marcato rallentamento motorio o, al contrario, una marcata agitazione;
  • una marcata affaticabilità;
  • una ridotta capacità di concentrarsi;
  • una tendenza molto forte ad incolparsi, a svalutarsi;
  • pensare al suicidio.

Chi soffre di depressione può soffrirne in modo ACUTO (cioè presenta delle fasi di depressione molto acute ed improvvise, che magari tendono a scomparire da sole o con una terapia) oppure soffrirne costantemente, anche se in forma leggera, con alcuni improvvisi momenti di peggioramento. Spesso i parenti spronano chi ne soffre a reagire, a sforzarsi. Questo ovviamente in buona fede, senza rendersi conto che ciò tende a far sentire chi ne soffre ancora più in colpa.
L’atteggiamento migliore da tenere è quello di aiutare gradatamente chi ne soffre a riprendere le proprie attività, assumere un'adeguata terapia farmacologia.


Ansia, depressione, rabbia, colpa, vergogna, sono emozioni che proviamo quotidianamente. Quando le emozioni sono troppo intense o durature rispetto alla situazione nella quale ci troviamo, possiamo considerare l'eventualità di avere un problema emotivo.
Per esempio, se una discussione con qualcuno ci fa star male per alcuni giorni, se piccoli difetti nelle cose che facciamo ci fanno sentire delle nullità, se compiere attività quotidiane, come fare la spesa o parlare con i colleghi di lavoro, genera un'ansia intollerabile, siamo probabilmente di fronte ad un disagio psicologico che può richiedere un intervento professionale.


La Psicologia, fin dagli albori, si è occupata dei problemi emotivi con risultati non sempre entusiasmanti. Soltanto in questi ultimi anni possiamo realmente affermare di possedere una serie di procedure rigorose e scientificamente valutabili (e valutate!) per il loro trattamento. Un più efficace approccio alla gestione dei problemi emotivi coincide con la comparsa e la diffusione, nel mondo della psicologia, del modello cognitivo comportamentale negli anni Sessanta.


Tale modello postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, sottolineando come molti dei nostri problemi (tra i quali quelli emotivi) siano influenzati da ciò che facciamo e ciò che pensiamo nel presente, qui ed ora.


Questo vuol dire che agendo attivamente ed energicamente sui nostri pensieri e sui nostri comportamenti attuali, possiamo liberarci da molti dei problemi che ci affliggono da tempo.


La psicoterapia cognitivo comportamentale (PCC) sta quindi assumendo il ruolo di trattamento psicologico d’elezione per la stragrande maggioranza dei problemi emotivi e comportamentali.


Il Disturbo Depressivo è associato ad una elevata mortalità. Fino al 15% degli individui con un Disturbo Depressivo grave muore per suicidio. Altri disturbi mentali sono frequentemente presenti contemporaneamente al Disturbo Depressivo (per es., Disturbi Correlati a Sostanze, Disturbo di Panico, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Disturbo Borderline di Personalità). Fino al 20%-25% degli individui con certe condizioni mediche generali (per es., diabete, infarto del miocardio, carcinomi, ictus) svilupperanno il Disturbo Depressivo nel corso della loro condizione medica generale. D'altra parte, il trattamento della condizione medica generale è più complesso, e la prognosi è meno favorevole, se è presente il Disturbo Depressivo.


Il Disturbo Depressivo (Singolo o Ricorrente) è due volte più comune nelle femmine adolescenti e adulte che nei maschi adolescenti e adulti. Nei bambini prepuberi, maschi e femmine sono ugualmente affetti. Le frequenze negli uomini e nelle donne sono più elevate nel gruppo di età dai 25 ai 44 anni mentre le frequenze sono più basse sia per gli uomini che per le donne oltre i 65 anni.


Gli studi sul Disturbo Depressivo hanno riportato una vasta gamma di valori riguardo alla proporzione della popolazione adulta affetta dal disturbo. Il rischio nel corso della vita per il Disturbo Depressivo in campioni di comunità varia dal 10% al 25% per le donne, e dal 5% al 12% per gli uomini. Il tasso di malattia sembra non essere in relazione con l'etnia, l'educazione, il reddito o lo stato coniugale.
Il Disturbo Depressivo può esordire ad ogni età, con un'età media di esordio intorno ai 25 anni. Alcuni hanno episodi isolati seguiti da molti anni senza sintomi, mentre altri hanno gruppi di episodi, e altri ancora hanno episodi sempre più frequenti con l'aumentare dell'età.
Alcuni dati suggeriscono che i periodi di remissione generalmente durano più a lungo all'inizio del decorso del disturbo. Il numero di episodi precedenti predice la probabilità di sviluppare un successivo Episodio Depressivo. Gli Episodi del Disturbo Depressivo spesso seguono un grave evento psicosociale stressante, come la morte di una persona cara o il divorzio. Gli studi suggeriscono che gli eventi psicosociali (eventi stressanti) possono giocare un ruolo più significativo nel precipitare il primo o il secondo episodio del Disturbo Depressivo e avere meno importanza per l'esordio degli episodi successivi.


<<<Leggi la 1^ parte


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Messaggio N° 1543 13-05-2005 - 10:34

Alcuni cenni sulla depressione - 1^ parte

Depressione: Stato psicopatologico contrassegna-to da abbassamento del tono dell'umore, abbatti-mento, prostrazione fisica e psichica. Un certo grado di malinconia deve essere considerato un normale turbamento dell'umore, ma scade nella d. quando non è più possibile ripristinare un adeguato equilibrio affettivo. Esistono diverse forme di d., in parte differenziabili sulla base delle diverse possibili cause o concause (lesioni organiche, malattie gene-rali concomitanti, substrati biologici come deficit di neuromediatori, fattori genetici e psicodinamici).


Sintomi

Accanto alla tristezza, alla disistima, al disinteresse e alla scarsa capacità di iniziativa, sono spesso presenti nel depresso sentimenti di insicurezza, senso di indegnità, irrequietezza, ansia; quasi costanti l'insonnia (risvegli precoci), la diminuzione del desiderio sessuale, l'affaticabilità; frequenti i disturbi neurovegetativi (mal di testa, vertigini, turbe funzionali cardiovascolari). Spesso, specie nelle forme maggiori, si accompagna a fantasie autolesive che possono sfociare in tentativi di suicidio. Una classificazione delle d. permette di distinguere forme maggiori (d. endogena) e forme minori (d. nevrotiche e reattive). Le prime rientrano nell'ambito delle psicosi e sono caratterizzate da un andamento ad accessi, con episodi depressivi di durata variabile, che possono intercorrere più volte nella vita del paziente: l'angoscia di questi depressi è disperata, incomprensibile e non riconducibile a un evento esistenziale penoso (anche se talvolta esiste un fattore scatenante), sono presenti un senso di dolore e di vuoto interiore ineluttabile, coesistono convinzioni deliranti e autoaccusatorie, rimorso e bisogno di espiazione. Il rischio del suicidio in questi casi è molto elevato. Viceversa, le forme minori sono sempre riconducibili a conflittualità interiori del paziente, ovvero a difficoltà di adattamento a vicissitudini esistenziali: il malessere non raggiunge mai il livello psicotico di vera e propria alienazione, tutto appare ancorato a eventi della vita che rendono i sintomi della d. relativamente comprensibili; prevalgono scontento, irritabilità, lamentosità, pessimismo.


Diagnosi

Alcune condizioni si sono rivelate capaci di scatenare d. con una certa frequenza: il climaterio (probabilmente per una sorta di declino del proprio ruolo socio-familiare o delle proprie capacità di performance), l'età avanzata (almeno in parte per effetto dell'isolamento e della perdita di una finalità esistenziale identificata in un ruolo), la gravidanza o il periodo del puerperio e dell'allattamento (per una duplice componente biologica e psicologica). In tutte le forme gli analisti riconoscono un ruolo determinante alla «perdita», riferita a un vasto numero di oggetti di investimento affettivo (la perdita può dunque essere una separazione, una rottura di legami, una proibizione, ecc.): la psicanalisi sottolinea l'importanza di lutti inconsci infantili o precoci, la cui mancata elaborazione può costituire la premessa della d. adulta clinicamente manifesta.


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Messaggio N° 1542 12-05-2005 - 14:11

Viaggio tra le meraviglie del web con Perl come artista! Dai CMS agli application server con TWiki protagonista. [Terza Parte]

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Vantaggi e Svantaggi dei Wiki, CMS, AS, con un pizzico di storia

All'inizio era l'HTML...
Le prime pagine in circolazione sul web erano scritte con semplici editor di testo tramite un semplice linguaggio di programmazione detto appunto HTML (Hyper Text Markup Language). Nonostante la sua intrinseca facilità, nel momento in cui internet si espanse e, da fenomeno di nicchia diventò una realtà di massa, molte persone sentirono l'esigenza di manifestarsi sulla Grande Rete.
Nacquero così gli editor WYSIWYG (What You See Is What You Get) ovvero editor che permettevano visivamente l'editazione delle pagine HTML. L'utente, in altre parole utilizza l'editor senza preoccuparsi dell'HTML che ci sta dietro visualizzando immediatamente la pagina pronta per essere pubblicata. Un sito fatto in HTML però ha notevoli svantaggi.

  • E' statico. Se voglio modificare qualcosa devo farlo con un editor specifico e caricare nuovamente la pagina sul server (tpicamente via FTP).
  • E' limitato. Se devo apportare una modifica su molte pagine le devo modificare una per una; inoltre non prevede sistemi di collaborazione fra gruppi di persone di nessun tipo. Questo vuol dire che tutto il lavoro di gestione ricade su una persona e questo, per siti enormi, è oltre modo impossibile.

Un wiki risolve entrambi i problemi. Una volta installato il wiki su un server è possibile fornire a chiunque visiti il sito la possibilità di collaborare e, quindi, la capacità di interagire. Ciò fa in modo di evitare la sindrome da unico webmaster al gestore del sito e permette di saltare il passaggio modifica_pagina/caricamento_su_sito che è estremamente noioso.

Il passo successivo è il CMS. Questo sistema ha un'unica pagina di layout o visualizzazione (definita template) che comprende la definizione dei colori da utilizzare, il background e tutte le parti fisse come un eventuale indirizzo della azienda o il logo. Questa è sempre uguale (eventualmente possono esisterne diverse a seconda delle sezioni) ma all'interno vi sono i contenuti che cambiano e vengono aggiunti ed aggiornati da diverse persone tramite un sistema di Backend.
I vantaggi di questo sistema sono principalmente i seguenti:

  • Possibilità di dividere impostazione grafica del sito dai contenuti
  • Possibilità di modificare il sito o i suoi contenuti da qualsiasi parte del mondo tramite un browser (es. Firefox o Internet Explorer) e non programmi che generano codice HTML orrendo come Frontpage o simili.
  • I contenuti sono estremamente dinamici e non si mette mano al codice HTML che viene generato in automatico dal linguaggio di programmazione con cui è creato il CMS.
  • Supporta livelli di autenticazione diversi a seconda del livello di gestione del sito permesso al singolo utente: amministratore, editor, revisore...

Per contro un CMS necessita di un server che gestisca il linguaggio di programmazione con il quale è scritto (e quindi perl, php o asp) ed eventualmente anche un server sql. E' necessaria, inoltre anche una installazione che, nonostante nella maggior parte dei casi sia molto semplice è comunque un passaggio in più alla semplice creazione delle pagine web tradizionali.

L'Application Server è una evoluzione naturale dei CMS. Solitamente sono piuttosto complessi da gestire ma anche estremamente potenti e versatili. Tramite un AS il concetto di sito web viene stravolto per dare posto al concetto di applicazione via web. E' infatti possibile creare applicazioni che si interfaccino a basi dati differenti per controllare qualsiasi cosa e visualizzare il tutto principalmente su una pagina web. Anche questi sistemi permettono differenti livelli di autenticazione dell'utente e, di solito, sono usati da aziende o privati che vogliono andare ben oltre alla propria presenza sul web.

TWiki è un prodotto che ingloba in se tutti e tre questi aspetti. Oltre ad essere versatile e semplice da installare è un wiki, CMS e AS contemporaneamente e si presta ad una infinità di compiti...

Linguaggi e Basi Dati Utilizzati

I Wiki, i CMS e gli Application Server possono essere scritti in diversi linguaggi di programmazione quali PHP, Perl, Python, ASP o altri a seconda dei gusti personali e delle capacità dei programmatori che li inventano...
Le informazioni (testi immagini ed altro) che i vari utenti o l'amministratore del sito vogliono inserire, possono essere immagazzinati in semplici file o in motori di database semplicistici come Access fino ad andare a piattaforme più potenti come ad esempio MySQL, PostgreSQL o simili.
Non è facile dire cosa sia meglio tra questi tre metodi di gestione di siti, tra i linguaggi utilizzati e il sistema di archiviazione...
Tutto dipende da cosa di vuole gestire, da quanto si prevede sarà grande il sito, da quanti utenti lo si vuole fare gestire e da una marea di altri fattori. Se state pensando di crearvi una sito personale vi troverete di fronte all'imbarazzante scelta: CMS o HTML?
Bene il nostro consiglio è che se dovete creare un semplice Biglietto da visita Web ( Una sola pagina con qualche info ) vi basta un editor HTML, mentre se vorrete crearvi un sito Internet ricco di info ( CV, foto e quant'altro ) vi consigliamo di utilizzare un semplice wiki.
Se il sito deve prevedere diversi livelli di utenti, vi consigliamo decisamente un CMS. L'Application Server è utile se si ha una azienda che vuole portare tutto sul web o prevede una futura espansione dei servizi offerti via web...
Per quanto riguarda la base dati, evitando qualsiasi guerra di religione ritengo che i file di testo siano molto funzionali ma per siti estremamente grossi è meglio usare un server SQL o integrare le due tecnologie come fa, ad esempio, TWiki.
Per quanto riguarda il linguaggio di programmazione la questione si fa più spinosa. Essendo promotori dell'OpenSource vi consigliamo di escludere decisamente ASP e di buttarvi sul campo di tutti gli altri citati in precedenza. Ovviamente essendo gestori di un gruppo di programmatori Perl Torino.pm vi consigliamo decisamente questo linguaggio ma, ovviamente, riteniamo che PHP e Python lavorano in maniera altrettanto egregia...

webandnet | nathanvi

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