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Messaggi di Settembre 2008

Messaggio N° 2619 26-09-2008 - 13:24

IL NOSTRO NO ALLA PEDOFILIA

Un’onda virtuale di speranza per tutti coloro che sono stati vittime di abusi, affinchè sappiano di non essere soli.

 unsoffiodivento

ALI SPEZZATE

Guarda gli occhi dei bambini.
Ti portano in un mondo fatato,
ti portano dove un tempo anche tu sei stato,
un mondo popolato da colori e suoni
che noi adulti non riusciamo più a vedere
non riusciamo più ad ascoltare.
Uccellini in un nido
che sbattono le ali per poterle poi spiegare
e volare verso la vita.
Ma ci sono bambini a cui hanno spento
i colori.
Bambini a cui i suoni glieli hanno trasformati
in urla.
Bambini che non sanno più piangere
perché non hanno più lacrime
che non sanno più ridere
perché gli hanno tolto il sorriso.
che non possono più sognare
perché gli hanno ucciso i sogni.
Gli hanno rubato l’innocenza,
negata l’infanzia
E la favola si è trasformata
in un incubo.
Questi bambini sono quegli uccellini
che volevano volare via dal Nido,
volare verso la vita che gli aspettava.
Non voleranno più
perché gli hanno spezzato le ali.
E tu uomo,
tu che hai osato profanare quell’innocenza,
tu che hai ucciso i loro sogni e le loro attese
tu che gli hai rubato il tempo magico
dell’infanzia
tu che gli hai negato lacrime e sorrisi
e che in cambio gli hai dato solo dolore,
disperazione, e urla che il tuo cuore
non ha voluto ascoltare.
Tu uomo
hai il coraggio di guardare
negli occhi di un bambino?

Messaggio N° 2618
Tag: chat, quiz
25-09-2008 - 15:47

Quiz e svago in chat

Per tutti gli amanti di quiz e karaoke e giochi, in chat si organizzano divertenti giochi a cui possono partecipare tutti

Il lunedì sera , dalle 22.45 in poi la stanza Chat30 organizza il Quizshow,( capitanato da Scilla5) un quiz basato su domande musicali, cinema, tv o teatro

Sul blog troverete tutti i dettagli del gioco

Il martedì sera e il giovedì sera nella stanza Mitica English si svolge il leggendario Squizzo (capitanato da welly) domande di cultura generale e il KrisQuiz domande folli per risposte (quasi ) normali

Tutto dalle 22.45 in poi

Trovate i dettagli sul sito

Il mercoledì nella stanza audio Chiacchiere e Canzoni si svolge La Corrida.Dilettanti allo sbaraglio

Chiunque abbia voglia di mettersi alla prova cantando, imitando , recitando poesie o suonare dal vivo puo’ collegarsi verso le 21.30 ed unirsi a tutti noi

Vi assicuro che il divertimento è assicurato!

Perché non passare una serata diversa all insegna della spensieratezza?

Partecipate numerosi!

Messaggio N° 2617 18-09-2008 - 12:20

Consiglio n. 8


I consigli che solleticano sempre la mia curiosità sono quelli che vogliono chiarirti le idee sul come conquistare una donna oppure un uomo. E’ impressionante come da una rivista ad un’altra trovi scritto “tutto” ed il suo esatto opposto.


 
Non me ne vorrete, ma mi concentrerò sui consigli per noi uomini.


 
In genere, con le dovute degradazioni, si passa dal “francamente me ne infischio” (Via col vento), per indicare quanto paga fare il duro strafottente, per raggiungere “l’ultima volta che sono entrato in una donna è stato quando ho visitato la statua della libertà” (Crimini e misfatti), per rivalutare la figura dell’imbranato.


 
Nella sostanza sembra che funzioni essere Clark Gable quanto Woody Allen.


 
La questione è che gli articoli sono solitamente monotematici, per cui ti consigliano o di comportarti da “bastardo”, dalla prima all’ultima parola, oppure ti invogliano a tirare fuori la crocerossina che è in lei.


 
Dov’è in definitiva la verità?


 
La verità è che non siamo automi ed ognuno sviluppa un proprio senso del “gusto” dovuto, non in ultimo, alle proprie esperienze di vita. La verità dunque non esiste come parametro assoluto. Il mondo è eterogeneo. Più della metà della popolazione mondiale è costituito da donne e per quanto la statistica ci possa aiutare a classificare i loro gusti in fatto di uomini, non ci aiuta di certo a stabilire chi è e quali sono i gusti della donna che abbiamo davanti.


 
Ora la probabilità che, tra le tante maschere che si possono indossare, si scelga quella più adatta all’occasione non dovrebbe discostarsi molto dalla probabilità di riuscire nello stesso intento semplicemente essendo se stessi che, tra le altre cose, è molto più semplice.  


 
Pur ammesso tuttavia che statistiche, consigli da riviste o sesto senso personale, ci illuminino su chi abbiamo davanti, quello che spesso non consideriamo è che per ogni rivista maschile in circolazione ce ne sono tre destinate all’universo femminile. E’ molto probabile, dunque, che davanti a voi ci sia una donna che abbia letto il manuale “come domare il bastardo che è in lui” oppure quello su “come ridurre al silenzio la crocerossina che è in voi”, con l’effetto ultimo che finirete comunque per chiedervi dove avete sbagliato.


 
Ora, tutti questi tatticismi, io posso anche capirli finché il vostro scopo è un’avventura da “una notte e via”. Mal che vada, ritirando ancora in ballo “Via col vento”, “dopotutto, domani è un altro giorno”. Quando però lo scopo del gioco è avvicinarsi ad una persona che c’interessa, vale davvero la pena un’affannosa, quanto probabilmente improduttiva, messa in scena?


 
Le tattiche sono conciliabili con l’amore?


 Recitare una parte, indossare una maschera che non ci appartiene, è un sotterfugio destinato a concludersi in modo anche poco felice. Pensate che nello scoprire la vostra vera natura, vi ritroverete davanti una Dorothy (Il mago di Oz) che, con aria ingenua e meravigliata, vi dirà “Toto, credo che non siamo più in Kansas”? 


 
Con i tempi che corrono, in cui sempre più rapporti entrano in crisi a causa della faticosa convivenza, credo che almeno iniziare con il piede giusto sia sacrosanto.


 
Apriamo però ora un nuovo discorso. “Amore significa non dover mai dire mi dispiace” (Love story), non sembra più una frase conciliabile col logorio a cui la coppia moderna è sottoposta.


 
Siamo davvero diventati così poco tolleranti rispetto, non dico ai nostri genitori ma, ai nostri nonni? Davvero la frase che dovremmo ripeterci la mattina per far funzionare un rapporto è “che la forza sia con te” (Guerre stellari)?

 Io continuo a credere, in maniera forse un po’ ingenua, che l’amore rappresenta ancora l’ultimo baluardo contro una logica contemporanea che tende a mercificare tutto. Nonostante questo, credo in definitiva che ci sia ancora tanta magia “in una semplice ragazza che sta di fronte ad un ragazzo e gli sta chiedendo di amarla” (Notting Hill) ed è una magia che, per esplodere in tutto il suo fragore, non ha bisogni né di trucchi, né dei consigli di riviste specializzate.   

scritto da welch

Messaggio N° 2616 17-09-2008 - 20:50

Ti affidiamo un bambino

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Ve lo avevo detto, che ne avrei parlato. Il quadro che ruota attorno alle adozioni non sarebbe completo, se non comprendesse anche l' "affidamento". Da quando ho cominciato ad interessarmi del problema nel suo complesso, ho pensato per molto tempo, che questa pratica fosse da considerare tra le più nobili e belle. E tutto sommato, lo penso ancora. Ammiro molto, chi riesce a portarla avanti. Dopo aver visto almeno un episodio da vicino, io non riuscirei a fare una cosa così.
I due miei amici di cui voglio raccontarvi l'esperienza, li chiameremo Manuela e Corrado.

*   *   *

Tutto cominciò un sabato pomeriggio. Come accadeva ogni week end, i due se ne erano andati nella loro casa di campagna. Erano molto affezionati, a quel posto: una piccola, deliziosa casetta, con un po' di giardino intorno che Corrado aveva costruito letteralmente da solo, quando aveva capito che se avesse aspettato di avere abbastanza denaro per farsela fare secondo la prassi consueta, quella dell'impiego di un'Impresa, probabilmente non sarebbe mai riuscito ad averla. Ed allora aveva deciso di rinunciare per un po' di tempo - un bel po' di tempo, bisogna dire, parecchio al di là delle sue previsioni - a vacanze, ferie e fine settimana al mare, per andare a scavare, realizzare fondamenta e cominciare poi a tirar su le mura.
Miope, distratto e fumatore di pipa com'era, perse occhiali ed oggetti da fumo in grande quantità, dentro i fori dei blocchetti, a beneficio degli archeologi futuri, che avrebbero certamente provveduto (provvederanno) ad estendere grossi tomi sui ritualismi sacrificali dei costruttori dell'ormai remoto ventesimo secolo. Poi, venne il giorno che la casa fu finita. E fu subito amore, di quelli che non finiscono più. Tutta la famiglia era felicissima di andarsene lassù, dopo una settimana di scuola e di lavoro. Tra l'altro, a due passi di distanza c'era la casa di amici fraterni, con i quali Corrado, Manuela e le loro figlie avevano una consuetudine di vita quotidiana.
La parte femminile dell'altra coppia, Medico Pediatra, ricopriva la carica di Direttrice della "Casa della Madre e del Fanciullo". Fu proprio lei che raccontò ai miei due amici di un bambino, Andrea, che il Tribunale dei Minori aveva ricoverato presso l'Istituto da alcuni mesi, dopo una vicenda davvero terribile. Andrea era figlio di una prostituta e di un suo ignoto cliente. I loro incontri avvenivano nella casa della donna, sotto l'occhio vigile del suo protettore che nel frattempo si applicava coscienziosamente all'esame dei programmi televisivi ed alla degustazione di vari liquori, mentre lei procacciva il pane a quello squallido simulacro di famiglia, col sudore della sua...fronte. Ma il suo meraviglioso compagno di vita non poteva veder limitata la sua libertà. Ed allora Andrea, da bravo bambino, stava seduto ai piedi del letto della madre, zitto, per non disturbare la concentrazione degli occasionali clienti. Solo nelle pause di lavoro della madre gli veniva permesso di giocare con le sue macchinine, sempre rigorosamente dentro le quattro mura di quella olezzante camera da letto. Ditelo, ai vostri figli, che ci sono al mondo dei bambini, e nemmeno così pochi, che vivono come Andrea.
Questo andazzo durò sin quando il bambino  compì i cinque anni. A quel punto non riusciva piùa stare fermo, come gli era stato imposto sino a quel momento, un po' con le buone, un po' con le cattive. Provava l'irresistibile bisogno di muoversi, Andrea, di correre, ed anche di fare chiasso. Queste sue necessità - strano, per un bambino di quell'età, vero? - portarono velocemente l'uomo di sua madre oltre un giustificatissimo limite di sopportazione. Per cui, questo fior di galantuomo prese un giorno Andrea per mano dicendogli che andavano a prendere delle caramelle. Invece lo portò al Tribunale Minorile. Spiegò ad un Assistente Sociale, che la sua donna, ma anche lui, non si sentivano più di accudire ad un bambino tanto colpevolmente irrequieto. L'Assistente tentò di convincerlo a rinunciare all'abbandono, anche con promesse di aiuto finanziario e blandizie. Ma il gentiluomo appariva irremovibile. I soldi, grazie alla sua donna erano l'ultima delle sue preoccupazioni. E per ciò che riguardava le blandizie, spiegò cortesemente alla Signora che gli stava davanti - peraltro, mi dicono, assai carina - quale sarebbe stata l'unica che avrebbe potuto convincerlo. Allora, l' A.S.  si arrese e portò l'uomo, assieme ad Andrea nello Studio del Presidente del Tribunale. Il bambino piangeva già disperato: non aveva mai conosciuto alcunchè di diverso dalla vita che gli era stata imposta sino a quel momento. E quindi pensava che quella fosse la vita, per definizione. E si chiedeva, stravolto, perchè le due persone alle quali aveva fatto riferimento sin dalla nascita, volessero abbandonarlo.
Il Presidente, per quanto col cuore piccolo come una nocciolina, tentò in tutti i modi che la sua esperienza gli suggeriva, di rimediare in qualche modo ad una situazione così terribile. Ma l'uomo non volle sentire ragioni. E ad un certo momento, semplicemente si alzò, dirigendosi verso la porta. Il Magistrato raccontò poi di un piccolino urlante, col visino coperto di lacrime, attaccato al pantalone destro di quella bestia che l'aveva portato sin lì, che continuava a camminare trascinandolo sul pavimento, dietro di sè.
Ci volle del bello e del buono per calmare Andrea, i cui occhi, tuttavia, restarono colmi di paura e di una tristezza infinita.
Il Tribunale decretò lo stato di adozione. Nell'attesa che le pratiche necessarie facessero il loro lunghissimo corso, il piccolo venne inviato all'Istituto, una sorta di orfanotrofio vero e proprio.
La Direttrice, fornita di un animo da Mamma meraviglioso, assieme alle sue Collaboratrici, fecero di tutto, per confortare Andrea. Ma il trauma era stato troppo violento: Andrea non familiarizzava, nè con gli adulti, nè con i piccoli. Trascorreva le sue giornate in uno stato di apatia totale, costantemente seduto in terra, in un angolo, senza comunicare minimamente. Sopratutto, rifiutava sistematicamente il cibo, per cui la Dottoressa Sabini (altro nome fittizio, naturalmente) cominciava ad essere seriamente preoccupata, dopo solo alcune settimane, per la  sopravvivenza stessa del piccolo.
Decise allora di ricorrere ad un tentativo non del tutto consueto. Previo il consenso del Magistrato, pensò di provare ad affidare Andrea ad una Famiglia già formata, per il tempo necessario per giungere all'adozione.
Quando fece la proposta a Manuela e Corrado, raccontando l'intera vicenda, i due reagirono d'istinto, senza neppure riflettere un solo momento: la loro risposta fu immediatamente affermativa. Per i due giorni successivi, prepararono adeguatamente le loro figlie, la più grande delle quali aveva undici anni. Concordarono con la loro amica che il piccolo sarebbe entrato nella loro famiglia il sabato, quando si fossero trovati tutti là, in campagna. Si auguravano tutti che un ambiente caldo, intimo, servisse per aiutare Andrea a sciogliere le proprie paure.
Il piccolo, sulle prime, reagì come di consueto: era abituato ad obbedire agli ordini che gli venivano impartiti in Istituto, per cui seguì Corrado, Manu e le bambine senza fare resistenza. Ma i suoi occhi erano opachi, terribilmente rassegnati e pieni, come sempre, di  quella infinita tristezza che aveva colpito chiunque avesse avuto contatti con lui, sin dal giorno di quella terribile scena in Tribunale. Le bambine provarono a riempirlo di coccole, ma senza alcun risultato. A volte Andrea sembrava cedere alle lacrime ma poi, in qualche modo, le ricacciava indietro, ciò che appariva, se possibile, ancora più tremendo.
Si era fatta l'ora di pranzo. La Famiglia si sedette attorno al tavolo rotondo, nella stanza che somigliava a quella di una baita, straordinariamente calda e confortevole. Manu riempì i piatti di tutti, con malloreddus dal profumo squisito. Andrea non toccò il cucchiaio. A turno, i cinque tentarono di convincerlo a mangiare, ma senza successo.
A quel punto avvenne una cosa straordinaria, simile quasi ad una favola.....

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Continua QUI    _e fine della storia  QUI

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Scritto da: magnum.3

Messaggio N° 2615 10-09-2008 - 18:18

Post N° 2615

Bambini, ancora

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Attenzione, non sempre un'adozione ha un esito tanto piacevole. In certi casi, non pochi, le difficoltà possono risultare assai pesanti. Dipende da tante cose. L'età del bambino, anzitutto: quelli più grandi, dagli undici anni in su hanno, quasi sempre, più difficoltà di inserimento nelle nuove realtà familiari. La loro psiche si è adattata al modo di vivere di un Istituto come quello dove hanno vissuto, per molto, moltissimo tempo.  Perfino sin dalla nascita. In esso, il bambino si è dovuto abituare, per necessità di sopravvivenza, ad una disciplina che tra le sue componenti non ha pressocchè nulla di ciò che ci si attende dal seno di una Famiglia. A meno che abbia trovato un'Assistente particolarmente attratta da lui/lei, il meccanismo fondamentale che ha conosciuto non lascia molto spazio ad alternative che non siano due: "faccio da cattivo, vengo punito; faccio da bravo, la vita procede normalmente." Non ci sono terze logiche, come quelle del premio, in quegli ambienti.
Poi, c'è la competizione giornaliera con gli altri piccoli ospiti, suoi compagni. Paolo, che cito in un commento che ho vergato poco fa, per alcuni mesi dopo che era stato adottato quando aveva appena quattro anni, rifiutò la vicinanza, anche solo la vicinanza, di altri bambini, sopratutto se di un paio d'anni più grandi. Là dove era, il bullismo esercitato dalle piccole generazioni ai danni delle generazioni minuscole, era la prassi. E che dire di Davide, adottato quando era undicenne e che non riusciva ad adattarsi alla sua nuova vita fatta di scuola e di una vita normale, secondo gli schemi considerati tali nel nostro contesto societario? Ci volle molto tempo, prima che i genitori riuscissero a capire che la sua costante, violenta ribellione era dovuta alla paura di perdere il Paradiso nel quale era capitato in modo tanto imprevedibile. Ecco, questa è una delle doti che i genitori adottivi debbono possedere in abbondanza, nutrita di enorme amore e senso della maternità o paternità: quella di un'attenzione costante a qualsiasi reazione "strana" del bambino adottato, quasi sempre radicata nel suo recente passato. Così come quella di Angela, nata da una ragazza tossicodipendente e sieropositiva, che "la dava via" in cambio del denaro che le serviva per pagarsi le dosi. Il padre era doverosamente scomparso quasi subito ed i suoi riferimenti familiari erano composti dalla madre e da un'unica nonna. Fortunato e Luisa (quelli che sto usando, è ovvio, sono tutti nomi di fantasia) l'avevanpo accolta a braccia spalancate, non solo aperte. E così aveva fatto anche la loro unica figlia sedicenne. Angela dovette essere disintossicata, "solo" disintossicata, perchè per sua fortuna (ma dimmi tu se si devono usare certi termini, in casi come questo!) l'HIV non aveva fatto in tempo ad attaccarla. Ma chiunque sa cosa significhi per un adulto liberarsi dal mostro, può capire a quali insopportabili torture - sia pure senza che lui ne abbia coscienza - deve essere sottoposto, allo stesso fine, un corpicino tanto piccolo; quali siano le strade dell'Inferno che quell'esserino è costretto a pecorrere prima di arrivare ad una sponda un po' più sicura.

Per un paio d'anni Angela - biondina, occhi azurri, lineamenti deliziosi - fu solo un uccellino cinguettante, legatissima alla sua nuova Famiglia, malgrado che una legge assurda, che assurdamente privilegia il legame del sangue per quanto corrotto, su quello dell'amore, pretendesse che la piccola dovesse stare una certa quantità di tempo in una casa, quella della madre, nella quale altro non v'era se non disperazione, indifferenza nei suoi confronti ed un orrendo odore di morte che aumentava progressivamente.
Angela assorbì tutti i traumi ricorrenti e di diverso tipo cui veniva sottoposta, compreso quello della morte di una madre che......

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Continua QUI

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Scritto da: magnum.3

Messaggio N° 2614 09-09-2008 - 18:55

MINORI IN CHAT



Nel periodo estivo ma non solo, per molti ragazzi si crea il  problema di come passare il tempo: si accende il pc, è facile, è come aprire un frigorifero, ma hanno 11/13/15 anni, a questa età li muove la curiosità verso mondi nuovi, verso il sesso, si tuffano nel mondo della chat, ingenuamente e spinti dal desiderio di conoscenza, sicuri di saper badare a se stessi, sicuri di essere in grado di schivare ogni insidia.

 

Eppure chi di noi, pur essendo maggiorenne, non si è lasciato affascinare da questo mondo bellissimo della chat, e almeno inizialmente con grande ingenuità si è fidato di chiunque, ma avevamo alle spalle un’esperienza di vita, che questi giovani non hanno, possono essere facilmente influenzati, con lusinghe, con proposte.

 

La chat è un mondo in piccolo, un concentrato di bene e di male, e nonostante siano state create delle stanza apposite in Digiland come spazio giovani, proprio per permettere a questi ragazzi di avere amicizie virtuali e non con dei coetanei, la curiosità li spinge verso altre stanze, stanze piccanti o stanze a tema particolare, assolutamente inadatte a minorenni, la cui mente potrebbe essere facilmente manipolata, inutile far finta che non esistono pedofili, persone che cercano sesso di gruppo, persone dedite a pratiche di sesso violento, che troverebbero terreno fertile, e non solo, potrebbero  incontrare sedicenti personaggi che potrebbero tentare di estorcergli soldi, o informazioni personali, numeri di telefono.

 

I moderatori, per loro responsabilità morale, cercano di vigilare su questi ragazzi, spiegando i vari pericoli in cui possono incorrere, a volte giungendo ad escluderli da alcune stanze, vigilando sul loro comportamento in pubblico, ma è troppo poco, non si può sapere cosa accade nei privati, non si può garantire un controllo 24 ore su 24, e sappiamo bene che vietare qualcosa porta specialmente i ragazzi ad insistere, ad intestardirsi nel loro intento.

 

Ho parlato di responsabilità morale, perché la responsabilità e la tutela dei minori spetta al genitore, il suo ruolo anche in questo è importantissimo, sta a loro invece che vietare spiegare le insidie, spiegare che il sesso è una delle cose belle della vita, ma non è questo il luogo dove iniziare a fare certe esperienze, vigilare durante il periodo che sono in chat, anche come momento di condivisione, una cosa da fare  insieme, consigliandoli e indirizzandoli nelle stanze a loro adatte, spiegando di non fornire dati personali, di non accettare incontri,  in questo modo il gusto del proibito perderà la sua importanza e rendersi conto effettivamente di quanto tempo dedicano a questo passatempo.

 

Non possiamo pretendere che la baby sitter del 2000 sia il computer, come prima lo era la tv, figli comunque parcheggiati davanti a un monitor, non si possono derogare ad altri le nostre responsabilità di genitori, e sperare che qualcuno mosso dalla propria coscienza, li tuteli come può, spesso ci viene da chiederci, quando un ragazzino di 13 anni sta in chat alle 11 di sera, i suoi genitori dove sono? E a vederli scrivere annunci disinvolti di ricerca di sesso, (forse un gioco) fa stringere il cuore e salire la rabbia, dettata dall’impotenza di non poter fare di più.

 

I genitori possono fare molto, possono fare in modo che questo passatempo non si trasformi in un esperienza negativa,in  un qualcosa che potrebbe precludere la serenità futura, che un gioco virtuale si trasformi in una triste realtà, inutile demonizzare il mezzo e dare ad esso la colpa…questa è chat….il resto è vita.

 

E ora ragazzi ci rivolgiamo direttamente a voi, non serve a niente chattare di nascosto, mentire sulla propria età, truccare i profili, cercate di fidarvi di chi vi sta intorno, dei moderatori di Digiland, dei vostri genitori, segnalate situazioni incresciose che possono capitarvi, o che state vivendo, mentire su questo è mentire a se stessi, dimostrate di essere grandi e responsabili, questo ci dite in chat,  bene vi stiamo dando fiducia, entrate nelle stanze a voi dedicate, parlate con ragazzi della vostra età, non date a nessuno il vostro recapito o il vostro nome, non incontrate sconosciuti.

Un piccolo consiglio da 2 vecchi babbioni moderatori, se cercate l’amore o di far battere forte il vostro cuore, di provare cosa è  questo benedetto sesso di cui tutti parlano, spengete il pc e scendete al muretto sotto casa, al giardinetto del quartiere, e offrite un gelato a quella ragazzina che vi guarda da un po’, anche lei ha spento il pc e sta aspettando di guardavi negli occhi, darvi una carezza vera, un bacio vero, la chat può attendere il paradiso no…anche se il titolo del film diceva il contrario…ma la vita non è film o forse si, ce lo racconterete tra qualche anno.

 

scritto da: sissunchi - attivo1

Messaggio N° 2613 04-09-2008 - 23:39
Bambini
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Un paio di giorni fa, stavo parlando con un mio Amico - ed uso la maiuscola per ottimi motivi -, un Amico che non potendo avere dei figli decise alcuni anni fa, assieme, è ovvio, a sua Moglie, di chiederne uno in adozione. Dal giorno in cui si mise in contatto con una delle Associazioni che si interessano di adozioni internazionali, passarono tre anni (si, tre anni: e non è il periodo di massima attesa) prima che lui e la Moglie potessero andare in Russia per portarsi a casa Mikhail, ora Michele, ma pur sempre noto con il diminutivo di Mika. Una bella creatura che sembra urlare momento per momento la propria felicità al cielo. Michele, tuttavia, non è arrivato da solo, a casa dei suoi nuovi genitori. Con lui è giunta anche una bambina di un paio d'anni più piccola. Volete sapere perchè?
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Non è stata una storia facile, quella vissuta dal mio Amico - che chiamerò Mario, per rispettare il suo pudore umano, ancorchè, secondo me, del tutto ingiustificato - ma degna di essere vissuta sino in fondo. Perchè la storia di Mario, di sua moglie Susanna, di Michele e di Tamara è una di quelle che ti riconciliano con la vita. Come vi ho detto, si è trattato di una lunga vicenda: Mario e Susanna si accorsero di non poter avere figli circa sette anni orsono. Aspettarono che ne arrivasse almeno uno, per un paio d'anni, e nel frattempo maturarono la saggia decisione di adottare un bambino rimasto solo. Ci furono poi lunghi momenti di pausa, durante i quali i due sposi si misero in cerca di informazioni di ogni genere, trovando spesso degli ostacoli sulla loro strada, anche di carattere familiare. Finalmente, circa tre anni e mezzo fa riuscirono a dare inizio alla loro lunga marcia verso un luogo sconosciuto dove, per quanto inconsapevole, un piccolino li stava aspettando. Non fu facile, arrivare alla meta. Gli Organi competenti dilazionavano di continuo, adducendo motivazioni tecniche o burocratiche troppo spesso incomprensibili. Le visite degli Assistenti Sociali erano più rare di quelle di George Bush a Pompu, provincia di Oristano.Malgrado che i miei Amici fossero decisamente benestanti ed avessero arredato splendidamente una stanza da quattro metri per quattro nella loro bella casa quasi in riva al mare - quella che avrebbe accolto Michele - , una delle Assistenti-Ispettrici, decretò, con aria di sufficienza, che "quella camera era inidonea perchè troppo piccola". Poi, finalmente, il buon senso e l'animo aperto, dei Giudici del Tribunale dei Minori di Cagliari, presero il sopravvento e cominciò la parte finale dell'iter definitivo.
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Occorsero ben tre viaggi fino in Russia. Mario e Susanna conobbero Mikhail, familiarizzarono con lui. Il tratto gentile di Mario, l'espressione già materna di Susanna conquistarono il bambino. E tuttavia, i due prossimi genitori percepivano che qualcosa non andava per il verso giusto. Mikhail era chiaramente contento, nè avrebbe potuto essere diversamente: l'Istituto nel quale viveva fin dalla nascita era del tutto simile ad un lager. I bambini mangiavano poco e male: patate, pane nero e poco più. Mario e Susanna si accorsero che non solo quello che ormai consideravano come il loro bambino, ma anche tutti gli altri, erano immersi nella sporcizia, privi di supporti che qui da noi sono considerati come roba di ordinarissima amministrazione. Andarono, allora, a comprare quello che sembrò loro una delle cose più indispensabili: dei pannolini igienici. Andarono a cercarli in un Supermarket, copia sbiadita dei nostri, i cui scaffali apparivano desolantemente vuoti. Quando chiesero dieci confezioni di pannolini, le commesse e le cassiere li guardarono chiaramente stravolte. Ci volle un po' per riuscire a capire che il motivo di tanto stupore stava nel fatto che quel negozio, così come la  generalità dei suoi confratelli, era abituato a vendere i pannolini di uno alla volta. In effetti, la situazione difficilissima dell'Istituto nel quale viveva Mikhail, così come tutte o quasi le Strutture consimili Russe (ma anche Ucraine, Bielorusse e via dicendo) non dipendeva tanto da una bieca volontà degli Assistenti, quanto da un'assoluta mancanza dei fondi necessari. In effetti, per una grande quantità di motivi comprensibili, per quanto non giustificabili, i nuovi ricchi dell'ex Unione Sovietica, non hanno un grande udito, quando si tratta di voci provenienti dalla parte diseredata della loro Nazione. E di quella più piccola di età, in particolare. Mosca vive su due livelli: uno è quello di superficie, difficile ma non impossibile; l'altro è la Mosca ipogea, quella delle fogne e degli anfratti. Là vivono frotte di bambini soli. Qualcuno, tra coloro che mi leggono, lo sapeva già. Altri no. Sino a qualche frase fa. Adesso lo sanno.
Come dicevo prima di cominciare a divagare -ma si tratta di divagazioni che mi sono sembrate opportune- Mikhail non sembrava del tutto a suo agio, nel corso dei due primi contatti con quelli che di lì a poco sarebbero stati i suoi genitori. Mario e Susanna, sulla via del ritorno, e durante le loro giornate qui, ci pensavano e ripensavano, ma senza riuscire tuttavia a capire il motivo del disagio del bambino. E ciò che è peggio, percepivano dei sensi di colpa tutt'altro che indifferenti. Pensavano di essere loro, a non riuscire a porgersi a Mikhail in maniera corretta. Dopo tutto, pensavano, le loro esperienze di bambini erano limitate a quelle fatte con i loro nipotini e con i figli di amici. Ma non è la stessa cosa, si dicevano. E supposero perfino di non essere adatti al ruolo che stavano per assumere.
Poi tutto si chiarì nel corso dell'ultima, definitiva visita, quella che preludeva al viaggio di Mikhail verso un posto ignoto chiamato Cagliari, del quale sapeva solo ciò che gli era stato raccontato da quelle due persone che sembravano carine, ma che, insomma, lui aveva conosciuto da non molto tempo, dopo tutto. Questa cosa, la sua partenza, sarebbe avvenuta irrevocabilmente dopo circa dieci giorni.
Mario e Susanna percepirono ancora una volta il disagio psicologico del bambino. Erano arrivati, tutti e tre, al momento delle decisioni irreversibili, quelle che avrebbero condizionato profondamente, in un modo od in un altro, la loro vita futura. Non potevano, si dissero i miei Amici, lasciare che quell'ombra continuasse ad incombere su di loro. Ed allora, evidentemente ispirati, scelsero la strada giusta: misero Mikhail alle strette. Malgrado i suoi timidi dinieghi, continuarono ad insistere con quelle poche, essenziali domande: "Perchè? Perchè sei triste? Hai paura di qualcosa?". Naturalmente non gli dissero delle frasi così scarne: quelle domande furono condite con enormi dosi di amore. Sinchè Mikhail cedette e sempre con quel suo fare timido e malinconico, mise una mano sotto il cuscino del suo lettino e......

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Continua QUI

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Scritto da: magnum.3

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Messaggio N° 2612
Tag: Noi&Voi
02-09-2008 - 17:52

Siti Personali: Fatti trovare dal motore di ricerca



1.    Funzionamento dei motori di ricerca



Ogni motore di ricerca utilizza algoritmi proprietari e quindi non documentati. Tuttavia si possono estrapolare alcuni punti fermi che sono alla base del loro funzionamento e che vi suggeriamo per far trovare il vostro sito personale a fronte di una ricerca sugli argomenti che esponete.

Il ciclo di funzionamento è composto da tre fasi: Spidering, Indexing e Querying.

 Le prime due vengono eseguite in tempi relativamente lunghi e servono per preparare la base dati su cui poi gli utenti effettuano le ricerche. La terza è costituita dal processo di estrazione dei dati e documenti rilevanti a fronte di una ricerca

1.1 Spidering

In questa fase il componente del search engine detto 'robot' visita tutte le pagine seguendo i vari collegamenti ipertestuali e raccoglie le informazioni necessarie alla costruzione degli indici.  

Dal punto di vista del web designer il robot può essere visto come un automa che visita una pagina web, ne memorizza il contenuto, e poi fa la stessa cosa su tutti i link che trova nella pagina.

Nella fase di design di una pagina web è necessario tener presente che il ‘robot’ usa un browser puramente testuale quando visita una pagina web. Questo significa che non tutte le informazioni contenute all’interno di javascript, immagini, applet o oggetti flash, vengono viste dai motori di ricerca e quindi non vengono indicizzate.

Nella fase di design di una pagina web è quindi necessario tenere conto delle esigenze del 'robot' e progettare le pagine in modo da rendere visibile al motore di ricerca tutte le informazioni in essa contenute.

1.2 Indexing

In questa fase i dati estratti dallo spidering vengono analizzati e vengono create le strutture dati necessarie ad eseguire la ricerca.

1.3 Queryng

Questa fase comprende il processo di estrazione delle url rilevanti a fronte di una ricerca. I campi che sicuramente Google tiene in considerazione, ad esempio, sono i seguenti (in ordine di importanza decrescente):

  •  PageRank Valore numerico basato sul numero di link provenienti da altre pagine e dalla loro autorevolezza
  • Anchor-Text Testo associato ailink provenienti da altre pagine
  • HTML-title Titolo della pagina HTML 
  • Body   Testo contenuto all'interno della pagina 

2. Design di una pagina web

Il PageRank è un valore associato ad una pagina che misura la sua "autorevolezza" e dipende sostanzialmente dal numero di pagine che hanno un link verso la pagina in questione. Tuttavia questa affermazione è riduttiva in quanto un link proveniente da e una pagina che a sua volta ha un PageRank alto conta di più di un link proveniente da una a basso PageRank.

E' molto conveniente per questo motivo sottomettere il sito all "Open Directory Project" ("www.dmoz.org"). In questo modo si acquista popolarità da tutti i siti che utilizzano il database della "Open Directory".

E’ importante notare che se una pagina contiene dei link all’interno di codice javascript oppure all’interno di oggetti flash o applet java questi link sono completamente ignorati da alcuni motori di ricerca,  E’ quindi necessario limitare il più possibile questi casi e utilizzare sempre il tag standard Anchor tex

Anche questo campo dipende fortemente da come il resto del web vede la nostra pagina piuttosto che dalla composizione di essa. L' Anchor-Text è definito come la concatenazione di tutte le keyword usate da altre pagine per puntare alla nostra.

A fronte di una query utente il motore assegna una rilevanza molto alta alle pagine che vengono linkate con le keyword cercate.

Anche in questo caso valgono le considerazioni fatte al paragrafo precedente. Se dobbiamo inserire un link è sempre preferibile utilizzando il tag anchor text e limitare l’utilizzo di menù javascript o flash.

Se si vuole inserire una immagine cliccabile conviene utilizzare sempre il tag ALT all’interno dell’immagine, in modo da associare comunque un anchor text al link in questione.

In questo modo il browser testuale (che non riconosce le immagini) userà il contenuto del campo ALT al posto dell’immagine e quindi il testo verrà correttamente indicizzato.

2.1 HTML Title

I motori di ricerca assegnano un peso maggiore al testo contenuto nel tag title rispetto al testo contenuto nel body. Per questo motivo conviene usare sempre un titolo significativo contenente le keyword per cui si è interessati a comparire in alto nella ricerca. Anche in questo caso è controproducente tentare di barare assegnando un titolo lunghissimo contenente molte keyword: oltre al rischio di essere messi in black list i motori di ricerca prendono sempre accorgimenti per evitare questo genere di cose, ad esempio prendendo in considerazione solo i primi n termini (dove n è di solito dell'ordine della decina) o dando un peso al titolo inversamente proporzionale al numero di keyword presenti.

2.2 Body

Questo campo consiste nell'insieme delle parole contenute all'interno del corpo del documento ed è quello più influenzabile dal design vero e proprio della pagina.  Lo spider dei motori di ricerca è assimilabile ad un browser di vecchia generazione. Non supporta javascript, ne frames, ne cookies, non conosce oggetti flash e non riconosce nemmeno le immagini. Per questi motivi il testo catturato dallo spider a volte può essere molto diverso da quello che un essere umano riconosce visitando la o pagina. Gli accorgimenti fondamentali sono i seguenti

  1.       La pagina deve superare i test di un qualsiasi validatore. Un html non corretto (ad es. la mancata chiusura di un tag) in molti casi può confondere lo spider e far sì che questo non catturi alcun testo.
  2.      Usare sempre i tag NOFRAMES e NOSCRIPT in caso di pagine con frames e javascript (i frames sarebbe sempre meglio evitarli se non in caso di assoluta necessità). In questo modo si può inserire del testo che poi viene correttamente indicizzato
  3.      Non usare mai gif se queste contengono solo scritte e possono essere sostituite da testo puro. L'utilizzo delle gif al posto del testo fa sì che tutta l'informazione in esse contenuta non sia disponibile al motore di ricerca. Nei casi in cui sia assolutamente necessario usare la gif allora è fondamentale utilizzare l'attributo alt del tag img.

3.    Consigli per un buon posizionamento

Riassumendo ecco i nostri consigli:

1.      Cercare di avere link al proprio sito da altri siti “autorevoli”

2.      Segnalare il sito a directory come Open directory Project

3.    Creare un sito con una gerarchia chiara e link testuali (no javascript, flash). Ogni pagina deve essere raggiungibile da almeno un link testuale.

4.     Per ciascuna pagina, pensare alle keywords che l’utente userà per cercare quella pagina e assicurarsi che la pagina contenga effettivamente quelle keywords. Ricordare che se le keywords sono contenute in una immagine senza attributo ALT o in un oggetto flash queste non vengono viste dal motore di ricerca.

5.     Fare in modo che tutti i tag TITLE e ALT siano descrittivi e accurati

6.     Fare in modo che tutte le pagine passino il test di un validatore w3c (vedi http://validator.w3.org/) con il minor numero possibile di errori e che questi non siano errori gravi

7.    Fare in modo che i link presenti su una pagina siano meno di 100. (se sono di più è altamente probabile che la pagina venga considerata come spam)

8.    Usare sempre i tag NOSCRIPT e NOFRAMES in presenza di javascript e frames.

9.   Evitare in ogni modo di cercare di aumentare artificiosamente il proprio posizionamento (ad es. riempiendo la pagine di keywords irrilevanti ).  I motori di ricerca utilizzano meccanismi molto sofisticati per prevenire lo spam e se un sito finisce in blacklist è molto difficile poi venire “riabilitati”.

4.    Non hai ancora un sito personale?



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