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Messaggi di Marzo 2009

Messaggio N° 2641 24-03-2009 - 10:43

Controinformazione


Foto di miladylady

 

Molte note multinazionali non sono solo i marchi più venduti al mondo, ma perfino le parole più globalmente note.

Una ricchezza e una notorietà che sono pagate a caro prezzo, spesso a danno dei lavoratori, dell’ambiente e degli stessi consumatori.

Lo sfruttamento delle persone più povere del pianeta, nonché i colossali danni all’ambiente che sempre più ci si stanno ritorcendo contro, dovrebbero suscitare indignazione. Eppure questi fatti sono abilmente celati da colossali e martellanti campagne pubblicitarie capaci di trasformare macchine del profitto in aziende amichevoli, accattivanti, perfino caritatevoli.

Le più note e potenti multinazionali infatti hanno la loro buona fondazione che aiuta orfanelli nel mondo: quale migliore pubblicità, quale migliore modesto investimento per far fronte, nell’opinione pubblica che muove i denari, alle critiche mosse da associazioni di consumatori informati?

Una delle multinazionali a cui si fa riferimento, è accusata in Colombia di violazione dei diritti umani per essere la mandante di 8 assassinii, oltre che di innumerevoli sequestri, false denuncie e intimidazioni nei confronti dei lavoratori.

Si pensi che tra tutti i sindacalisti fatti fuori nel mondo, l’80% viene assassinato in Colombia.

A partire dagli anni 90 il ricorso al terrore è finalizzato a espellere la popolazione da territori strategici ( risorse naturali, settore minerario, sfruttamento degli idrocarburi) e ad annientare qualsiasi forma di opposizione sociale a beneficio del profitto delle multinazionali.

La politica delle multinazionali è di assumere meno personale possibile, ricorrendo al lavoro di ditte appaltatrici. A queste impone pessime condizioni. Ad esempio il salario dei lavoratori, in Colombia il 90% dei quali sono interinali, è pari a 80 euro al mese.

Alla vigilia del campionato mondiale di Francia 98 il “Corriere della sera” ha rivelato che palloni distribuiti a scopo pubblicitario da una di queste multinazionali, erano cuciti a mano in India e Pakistan da bambini. Le foto di alcune bambine di 11 anni che incollavano e cucivano i palloni hanno fatto il giro del mondo.

Promuovendo la vendita di bevande in lattina e plastica, le multinazionali contribuiscono alla produzione di migliaia di tonnellate di rifiuti e stimola il consumo di alluminio che ha conseguenze devastanti nei luoghi di estrazione.

La produzione di una nota bevanda richiede inoltre molta acqua e il rilascio di sostanze inquinanti che finiscono poi nelle falde acquifere.

Nel 2002 la popolazione di Plachimada è insorta perché gli impianti di una multinazionale stavano prosciugando i pozzi e contaminando le falde acquifere della zona, nel dicembre dell’anno successivo il tribunale locale ha intimato l’azienda di fermarne l’abuso nel prelievo dell’acqua; l’azienda ha prodotto scarti, poi rivenduti ai contadini come fertilizzanti, che i test hanno dichiarato tossici, l’azienda vi ha posto rimedio solo dopo che le agenzie governative le hanno ordinato di farlo, nel frattempo i contadini della zona, destinatari degli scarti, hanno subito danni a lungo termine per la salute, e nel novembre 2002 la Corte Suprema Indiana aveva condannato la stessa azienda per aver deturpato le rocce dell’Himalaya con scritte pubblicitarie che hanno compromesso l’eco sistema.

E i danni alla salute del consumatore?

Le bevande di produzione industriale per lo più contengono coloranti e conservanti, zucchero saccarioso, aromi “naturali” e questa dicitura in Italia significa artificiali, ecc.

L’aspartame, sostanza utilizzata nei prodotti dietetici, può causare danni al cervello in particolare ai bambini, l’altro consumo di bevande gassate e zuccherate, indotto dalla pubblicità soprattutto negli adolescenti ma non solo, può favorire l’insorgere di diabete e obesità.

E se vi siete detti non sta succedendo niente…. se avete preso per buone
le "verità" della televisione…..
convinti che fosse un gioco a cui avremmo giocato poco
provate pure a credevi assolti siete lo stesso coinvolti.

( liberamente tratto da Canzone del maggio, De Andrè)


di: miladylady

Messaggio N° 2640 21-03-2009 - 14:41

Forum: che fatica essere uomini ... forse!

Qualcuno che si è preso la briga di “rovistare” nel mio profilo, già saprà che oltre a bisticciare con le parole (e soprattutto con la punteggiatura) su questo blog, mi occupo, in qualità di leader e “magna cum libidine”, di due forum: “Che fatica essere uomini…forse” e “Vita da Single.

 Non voglio prendermi tutti i “demeriti”. Del primo me ne occupo con perlina1972 e al secondo sono arrivato per dare una mano a romidgl.

 “Che fatica essere uomini…forse” nasce dopo la pubblicazione di uno spiritoso articolo di “sissunchi”, una leader storica della nostra community (la zia delle “bigbabol” per intenderci!! Come? Non conoscete il blog delle bigbabol? Ah, beh allora…continuiamo così…facciamoci del male...vi direbbe Nanni Moretti).

 E’ un forum che si propone di affrontare con toni ironici il, non sempre idilliaco, rapporto tra i sessi. Ogni tanto ci scappa l’intenzione, quasi seria, di affrontare i discorsi nell’ottica del “che fatica appartenere al genere umano”, anche se in buona sostanza il più delle volte le nostre discussioni finiscono a "tarallucci e vino"!!!

 Non siamo certo uno dei forum più frequentati della community. Non siamo neanche il meno frequentato, ad ogni modo. Credo, tuttavia, che una peculiare particolarità il nostro forum possa vantarla. Da quasi tre anni una discussione è sempre costantemente in cima alla “hit parade” vantando ben 276 interventi e 102.037 accessi.

 Titolo della discussione? “Ho finito gli spermatozoi”, ironicamente aperta, da uno dei più assidui frequentatori del forum: porfiriorubi.

 In uno dei 276 post, porfiriorubi spiega: "Eppoi eppoi eppoi questo lunghissimo post è qui perché il moderatore è un ragazzo vispo, allegro e comprensivo, ovvero ha capito perfettamente che un uomo della mia età non potrebbe reggere tutto questo appassionante lavoro!".

 Caro amico vuoi sapere la verità? Nel mio ufficio, le quarantenni non sposate, si lamentano da sempre dell'inersorabile calendario che sta facendo "scadere i loro ovuli"!!! Da quando hai pubblicato la tua discussione so bene cosa rispondere loro: "Signore, sto finendo gli spermatozoi"!!!

 Io non posso che augurarvi un felice we. Se ne avete voglia, veniteci a trovare e se non vi manca il coraggio (ed il tempo) provate a leggervi tutti i 276 msg della discussione.

scritto da Welch

Messaggio N° 2639 19-03-2009 - 15:14

Insieme per dire : Papà ti voglio bene !


Abbiamo unito il nostro amore perché possa diventare un abbraccio immenso per dire ai nostri Papà  “ti voglio bene”anche a quelli che non leggeranno, ma sono vivi nei pensieri di chi li ama, di chi li ricorda.


--------------------------------

Mio papà Gianni l'ho perso quando ero una bambina e dopo soli 2 anni dal rientro in Italia. Ad aprile compirebbe 85 anni.
Chissà come sarebbe stato ...

Ricordo un papà affettuoso che, lavoro e stanchezza permettendo, giocava con me, ci portava a fare i picnic, costruiva le altalene ogni volta che cambiavamo casa e spesso, molto spesso, mi difendeva dalla sgridate (meritate) per quanto avevo combinato.
Una delle ultime immagini che ho ben impresse nella mente è quando mi ha portata in giro vestita da spagnola per carnevale e, andando dal tabacchaio che gli ha chiesto chi fossi, con un sorriso a 78 denti e tutto orgoglioso ha risposto "Ma è la mia fidanzata !!". 
L'ultimissima è quando siamo andati a giocare a palle di neve, nell'inverno del 1972.
Ero felicissima, non avevo mai visto la neve. Anche in quella occasione è stato lui a condividere questa mia prima esperienza.
LADYPAM1
 

è il mio piu grande amico,
quello che mi consola quando ho bisogno,quello che mi capisce solo con
uno sguardo,ma soprattutto è il mio papà....e non lo cambierei per nulla al
mondo.....
FATA1979

Mi piace sorridere nel ricordare quando era giovane e si portava dietro me e mia sorella al negozio di materiali per idraulico, era un ragazzo giovane, quando gli chiedevano quanti anni avevamo lui non lo sapeva mai, ci chiedeva piano “  bambine che classe fate?” per non fare una pessima figura. Siamo ancora le sue bambine e ogni anno ci fa la
calza della Befana, va al bar e sceglie i soldi di cioccolata, le lecca lecca, le sigarette di gomma americana “ le calze
per le ragazze” dice tutto felice.
Mannaggia Papà ormai sono una vecchia babbiona e non sai ancora quanti anni ho?
Ti voglio bene per questo, perché sei rimasto quel ragazzo che cercava di fare l’uomo con una nazionale senza filtro in bocca, perché tu sarai sempre quello e io sarò sempre la tua bambina.
SISSUNCHI

Davvero non so cosa dire mio padre era mio padre molto più di un amico
riusciva a farmi star bene
ma senza mai farmi dimenticare che era mio padre e non un amico
c'era sempre quel sottile limite da non passare mai
e non era mai difficile rispettare un ' invisibile regola mai  dichiarata
mai sottolineata mai richiesta, semplicemente lasciata intendere
con semplici gesti o sguardi di dolcezza o di fermo richiamo
per il resto non c'è molto da aggiungere
era il vissuto quotidiano a renderlo speciale
tanto quanto mia madre, che si è rivelata altrettanto
se non ancor più "forte" di lui
UN FIGLIO
 

Mi fai tenerezza, quando affidi alla mia, la tua mano ancora forte; quella stessa mano che mi dava sicurezza, mentre ti trotterellavo intorno, curiosa di tutto quanto tu facessi, tanto che mi chiamavi "il mio bòcia".
La tua vita, ormai un diario dal quale una mano maligna ha strappato numerose pagine, lacerandone molte altre, ti ha lasciato ora impaurito e smarrito, ancor più dopo la tempesta che ha schiantato il bastone della tua vecchiaia, tingendo di fosche tinte il tuo incerto futuro.
Non so se mamma potrà ancora starti, starci accanto, ma di certo io ci sarò, e terrò stretta nella mia, la tua mano fiduciosa.
Ti adoro, papà caro.
"la tua figlia sgangherata..."
ZINGIBER

Oggi voglio ricordarti con le parole che siamo cresciuti, imparando da te con i tuoi comportamenti il significato.
La Vita : è amore. 
La Parola : vale piu’ di molte firme.
Il Rispetto : è tutto, lo devi dare se vuoi riceverlo.
Un abbraccio infinito Papà mi manchi molto!!!
La tua …. 
IOGLAM

Io mi sento 1 po' in colpa, xke' quando mio papa', con la sua malattia (sla) peggiorava di giorno in giorno sarei dovuta andare a trovarlo ma
continuavo a rimandare, 1 po' x la pigrizia di fare un viaggio di 3 ore, pensando ke gli altri muoiono ma non mio papa'! Nel contempo sapevo anke
ke se non mi fossi sbrigata ad andare da lui e sarebbe morto prima ke mi
decidessi, il senso di colpa non mi avrebbe mai lasciata, e in effetti
 e' stato cosi'..... non so proprio ke dire... ciao pa'! :-)
LUCY63

 

Messaggio N° 2638 15-03-2009 - 13:03

... come t'abbordo sul web ...

Non riuscivo a crederci, ma le mie “colleghe” (forum leaderin, alla tedesca) hanno proprio ragione!! Il 70% dei messaggi che gli uomini lasciano in privato alle donne per abbordarle somigliano ad effetti western: maldestri tentativi di atterrare un vitello col lazo!!!

 Partiamo da alcune considerazioni.

 Le donne sono prevenute, non posso darvi torto! Qualsiasi cosa scrivi loro in privato ha per definizione un doppio senso. Il fine ultimo, se non l’unico, del genere maschile sembra essere, per antonomasia, ruotare la donna per portarla in posizione orizzontale.

 E’ pur vero che molti uomini hanno dovuto aspettare tanto per conquistare una donna, non avendo potuto contare su esperienze adolescenziali (anche se diceva Mercedes Ruehl ad Amanda Plummer in “La leggenda del re pescatore”: non ti sei persa nulla, sono disgustose esperienze!!) però come asseriva Gene Wilder nei panni di Frederick Frankenstein: con pochissime eccezioni, un verme non è un essere umano!

 Detto questo, l’appello dell’anonima abbordatori è: signore, non facciamo di tutta l’erba un fascio!

Abbordare non è facile. Secondo uno studio condotto in Francia dallo psicologo “Nicolas Guéguen” un leggero contatto fisico (mi raccomando ragazzi, moderatevi!!!) può favorire una risposta femminile positiva in caso di “corteggiamento”. La cosa ci fa molto piacere, il caso vuole però che ci troviamo su internet e secondo stime presentate all’ultimo congresso della “Società italiana di Psicopatologia” le relazioni on line aumentano ogni anno di circa il 30%. Nell’arco dei prossimi due decenni  tre coppie su dieci, in occidente, si formeranno dopo aver avuto il primo approccio virtualmente.

 Il fatto che non siamo preparati a tutto questo (perché come scherzava un comico napoletano siamo ancora di quella generazione che le donne le abborda per strada: vedi una donna, l’avvicini per conoscerla, ti accorgi che somiglia ad una cozza, fuggi a gambe levate!!) non può assolutamente farvi credere di poter interagire con pinka_palla75 come se fosse l’essere più disinibito e sessualmente assatanato che si sia mai incontrato sulla faccia della terra!!!!

 “Ehi, piccola, vogliamo riprodurci?” e “Ciao, mi chiamo Ercole. Facciamo sesso?” non attaccano per niente nel 98% dei casi. Io capisco che per qualcuno c’è un ricco 2% che vada bene. Lasciatevi dire che siete comunque degli inguaribili ottimisti poiché, delle due persone che vi diranno di si, la prima è un uomo e la seconda somiglia a ciò che, noi partenopei, identifichiamo come un gustoso ma spinoso abitante marino: “lo scorfano”!!!    

 Per carità, non vantate proporzioni priapee da guinness dei primati. Prima di tutto qualcuna potrebbe rispondervi semplicemente “e tu, dove vorresti infilarlo quel coso?”. Secondo, non serve ostentare una Ferrari se non la si sa guidare! Terzo, davvero credete che il web sia popolato dalle pinke_palle75 di cui sopra?

 Può sembrarvi strano, amici miei cari, ma se è vero che il romanticismo tira ancora, bisogna saperlo dosare e tirar fuori al momento giusto. Non potete seppellire una donna sconosciuta, con cui non avete mai scambiato mezza parola, sotto “mezzo chilo” di rime appassionate di Neruda. Ho capito che da quando avete visto Jamie Lee Curtis (Un pesce di nome Wanda) impazzire al suono della lingua spagnola o russa, pensate che i miracoli esistono ma, credetemi, nessuna donna si butterà ai vostri piedi semplicemente perché le avete trascritto un sonetto di Shakespeare!

 Non voglio tediarvi oltre (e che nessuno tiri in ballo Checco Zalone e l’alternativa al tediare) e non è certo mia intenzione creare un piccolo vademecum per abbordare sul web. Se “tre coppie su dieci si formeranno dopo aver avuto il primo approccio virtualmente”, significa che ben sette si formeranno ancora nel modo più classico possibile. Il web è ancora eccezione e non regola. Chi è dall’altra parte, forse, ha solo voglia di scambiare due chiacchiere. Non è necessariamente un  sessualmente represso e sicuramente non una donna che aspettava voi, per scoprire di avere un’anima da pornodiva.

 p.s. Ah, se incontrate quella con l’animo da pornodiva (giovane, bella, disinibita e sessualmente disponibile) ehm, ricordate che il web è fatto per condividere la conoscenza con gli altri  

scritto da welch

Messaggio N° 2637 12-03-2009 - 10:54

Egon Schiele, Ritratto d'artista.

Egon Schiele, Ritratto di artista, SE, Milano, 1999

 

Per comprendere a fondo la poetica di uno dei più grandi pittori del '900, Egon Schiele (1890-1918), è necessario leggere questo libro che è una raccolta di suoi scritti: lettere, poesie, prose e un diario tenuto dall'aprile al maggio 1912, quando fu incarcerato. E' interessante anche per chi non è appassionato di pittura, perché le lettere, in particolare, rappresentano uno spaccato della Vienna dove contemporaneamente vissero Klimt, Kokoschka, Munch, ma anche Freud, Schnitzler, Loos, Schönberg, insomma la Vienna delle Secessioni e dell'Espressionismo in particolare, sia dal punto di vista artistico, musicale, architettonico, letterario, ma anche la Vienna che vide nascere la psicoanalisi.
Il tutore di Schiele scrive che era una Vienna che vedeva "la vita come una malattia che porta alla morte". Sicuramente questa descrizione ben rappresenta la breve esistenza del pittore.
Refrattario ad ogni insegnamento che non fosse pittorico, allievo di Klimt, amante dell'arte figurativa non accademica, non di maniera, ma concreta, quella che rappresenta i brutti, i malati, i pazzi, i corpi contorti, le dita deformi, le brutture del genere umano, i corpi nudi intrecciati fino allo spasimo, Schiele visse come dipingeva: sempre di corsa, sempre a caccia di denaro per avere anche un solo pezzo di tela sui cui dipingere, sempre ai limiti, fino ad arrivare all'arresto per aver convissuto in concubinato con la sua modella e non aver nascosto un disegno di nudo di fronte ad alcuni bambini che gli facevano da modelli.
La sua esistenza fu tragica fin dall'infanzia quando perse il padre e come tutore si ritrovò lo zio Leopold che fece di tutto per ostacolare la vena artistica del giovane Egon. Morì a soli 28 anni di febbre spagnola, tre giorni dopo l'amatissima moglie Edith, la quale era al sesto mese di gravidanza. Insomma tragedia nella tragedia: prima di morire dovette anche affrontare il dolore della perdita di moglie e figlio.


Il bello delle lettere è vedere il mondo con gli occhi di un artista ed è leggendole che ci si rende conto della differenza di percezione che c'è fra una persona mediamente "normale" e colui che ha il dono dell'arte. Schiele scrive che gli artisti fra di loro si esprimono con un linguaggio incomprensibile per gli altri ed è vero, i suoi scritti lo dimostrano. Dalle lettere trasuda l'urgenza del potersi "spiegare" pittoricamente al mondo, scrive a tutti chiedendo denaro su denaro per poter avere dei colori, delle matite, della carta e si arrabbia quando vende le sue opere, su cui egli ha tanto sudato e lavorato, per quattro soldi bucati.
La percezione che ha lui della natura, le sfumature di colore che descrive, gli umori della terra di cui sente gli effluvi, il sentirsi incarnato in un fiore, personalmente sono sensazioni che non ho mai provato, anche quando guardavo incantata un panorama meraviglioso. Schiele scrive che l'artista è un eletto perché Dio gli ha fornito il più raro e prezioso dei doni. Leggendo le sue righe, sono sincera, ho profondamente "invidiato" questo dono e questa compenetrazione fra sentimento, percezione e natura.


Messaggio N° 2636 08-03-2009 - 11:58

8 Marzo: Festa delle Donne

Oggi più che mai dobbiamo festeggiare.

Dobbiamo prendere le distanze da chi strumentalizza la donna per meri fini politici sfruttando in malo mado recenti e orribili accadimenti che hanno visto protagoniste giovani e belle creature

Non ci interessa la natura, il colore o la nazionalità di chi, come il più crudele dei rapaci, viola la natura stessa della felicità di una donna. Lo stupro non finisce mai ma continua tutta la vita e il dolore accompagna la donna fino all’ultimo suo respiro.

Non ci interessa solo la sofferenza, ma, anche e soprattutto, la voglia di lottare per un futuro migliore, per un domani che non sia di dolore ma, giornalmente, di gioia e serenità. Donne lo si è tutto l’anno non solo l’8 Marzo.

Oggi più che mai non ci servono slogan, non ci servono “piazzate” di chi urla “Basta!!”; ci servono fatti!!

Il nostro più sincero augurio a tutte le donne

Zizzola1 e il.corsaro.nero

Messaggio N° 2635 08-03-2009 - 11:31

8 marzo: festaggiamo la donna

Oggi 8 marzo abbiamo deciso di festeggiare la donna uscendo un po' dagli stereotipi abituali, che purtroppo ormai sfociano sempre più in operazioni commerciali o di facciata.
La festeggiamo con un articolo su una donna fuori dal comune, chiaramente poco conosciuta perché questo capita sempre quando un'esponente del gentil sesso mette a rischio i primati degli uomini, che riuscì ad abbattere con le sue gesta tutti i preconcetti misogini sull'inferiorità femminile.
Augurandoci che questa scelta vi risulti gradita, buona festa della donna a tutte e a tutti!
Monica


Amelia Mary Earhart


"Sappi che sono consapevole del rischio. Voglio farlo perché ne sono convinta. Le donne devono provare a fare le cose. Quando falliscono, il loro fallimento non deve essere che una sfida per gli altri." AMELIA EARHART in una lettera al marito prima del suo ultimo volo.

 

Amelia Earhart nasce nella casa dei nonni nel Kansas il 24 luglio 1897. Nel 1920, all'età di 23 anni, va insieme al padre ad un raduno aeronautico in California e, pagando un dollaro, per la prima volta sale a bordo di un biplano, per un giro turistico sopra Los Angeles.

È in quell'occasione che decide di imparare a volare. Comincia a frequentare le lezioni di volo e ad un anno di distanza, con l'aiuto della madre, acquista il suo primo biplano, con il quale stabilirà il primo dei suoi record femminili, salendo ad un'altitudine di 14.000 piedi.

Nell'aprile del 1928 il capitano Railey, le propone di essere la prima donna ad attraversare l'Atlantico e il 17 giugno, dopo diversi rinvii per le brutte condizioni del tempo, decolla a bordo di un Fokker F7, chiamato Friendship.

Nel 1929 organizza un'esibizione aerea per sole donne, da Los Angeles a Cleveland. Continua a superare records femminili a bordo del suo aereo e pubblica articoli su "Cosmopolitan" e altre riviste.

All'inizio del 1932 nessun altro pilota, a parte Lindbergh, ha compiuto la trasvolata in solitaria; ci riesce Lady Lindy, come viene soprannominata, impiegando quattordici ore e cinquantasei minuti per volare da Terranova a Burry Port nel Galles. Quando ritorna a New York il Presidente Hoover le conferisce una medaglia d'oro per conto della National Geographic Society. È il momento di maggior successo per Amelia che viene nominata donna dell'anno. Lei accetta il premio in nome di tutte le donne, rispondendo indirettamente ad una domanda al fondo di un articolo (su di lei) della stampa francese: "saprà fare i dolci?". "Io accetto questi premi non solo per conto di tutte quelle donne che sanno fare dolci, ma anche per le donne che sanno fare cose  più importanti e meno importanti che volare."

Il 24 agosto 1932 è la prima donna a volare attraverso gli Stati Uniti senza scalo partendo da Los Angeles a Newark (New Jersey). Sempre determinata e con l'intento di arrivare dove altri hanno fallito diventa la prima persona ad attraversare il Pacifico da Oakland in California ad Honolulu nelle Hawaii.

Nel 1937, è l'aviatrice più famosa al mondo, ha 40 anni, sente di essere pronta per la sfida finale: vuole essere la prima donna a fare il giro del mondo in aereo. Dopo un tentativo fallito, il 1° giugno dello stesso anno, insieme con il navigatore F. Noonan, parte da Miami e comincia la trasvolata di  29.000 miglia che la porterà a San Juan in Porto Rico e poi, seguendo la costa nord-orientale del Sud America, verso l'Africa e quindi in India. Il 29 giugno quando arrivano a Lae in Nuova Guinea, hanno fatto 22.000 miglia e ne mancano solo 7.000 ormai per arrivare alla conclusione del viaggio. Le mappe che Noonan ha a disposizione si sono rivelate poco accurate, ma ormai sono in prossimità dell'isola di Howland, dove è dislocata la guardia costiera con la quale sono in contatto radio. All'alba del 2 luglio Amelia Earhart chiama insistentemente alla radio: "Dobbiamo essere sopra di voi ma non riusciamo a vedervi. Il carburante sta finendo..." A nulla valgono i tentativi compiuti dalla guardia costiera per farsi notare. Probabilmente l'aeroplano si perde e precipita ad una distanza calcolabile fra 35 e 100 miglia dall'isola di Howland.

La notizia fa presto il giro del mondo, il Presidente Roosevelt autorizza le ricerche con l'impiego di navi e aerei che giungono sul luogo dopo cinque giorni. Le ricerche vengono interrotte il 18 luglio dopo aver cercato su una superficie di 250.000 miglia quadrate di oceano.

Le ricerche del velivolo, durate per due settimane, non diedero alcun risultato.  Non furono rinvenuti né i resti dell'aeroplano, né il pilota. Fu concluso che era morta. Ma da allora si scatenò una ridda di ipotesi, tra le quali che il velivolo non si fosse inabissato nell'oceano, e che l'aviatrice finì i suoi giorni su un'isola deserta, dopo un atterraggio di fortuna.

Ipotesi avvalorata dal ritrovamento, tre anni dopo la scomparsa, da parte di un funzionario britannico, di ossa umane accanto ad un accampamento di fortuna, nell'isola di Nikumaroro, a nord est dell'Australia.

 Nel 1997 alcuni esami confermarono che le ossa appartenevano ad una donna. Ma, mistero nel mistero, le ossa scomparvero.

di: miladylady


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