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Messaggi del 11/10/2007

E SE NASCE UN AMORE IN CHAT??

Una domenica come tante. No. Oggi sono ospite da due amici; mi verrebbe da definirli una coppia speciale… ma no. Il fatto che la loro storia sia iniziata in una chat non li rende speciali…. semmai, se lo sono, è perché hanno avuto il coraggio e la voglia di continuare a vivere il loro amore oltre tutto quello che di virtuale li aveva in origine tenuti vicini. Non sono molti quelli che ci riescono!!

In una chat è facile dar vita a piacevoli conversazioni, molte persone appaiono pure straordinariamente interessanti…….L’intangibilità del messaggio elettronico - a cui fa seguito una perdità dell’immagine mentale dell’interlocutore e ad una deindividuazione (Bertani, et al., 1999) - e l’anonimato, sia visivo che d’identità, possono favorire un approccio molto più disinibito. La comunicazione è indiretta (c’è lo schermo a mediare uno scambio di informazioni solo apparentemente diretto) e priva di tutti gli elementi del non verbale; ciò facilita la trasmissione di certe informazioni, a discapito, magari, di quelle non sempre opportune che, di solito e soprattutto, comunichiamo con il nostro corpo.

Peccato però che ad una maggiore disinvoltura nell’approccio, nella maggioranza dei casi, non corrisponde molto altro di bello…

Anzi, proprio virtù delle suddette peculiari caratteristiche della comunicazione non vis a vis, oltre che per una notevole altra quantità di fattori di personalità, motivazionali, ecc…, succede frequentemente che certe persone finiscono per inventarsi un modo di esser diverso da quello che realmente sono al solo scopo di affascinare, concupire e “fregare” letteralmente la persona che diventa vittima di questi veri e propri “falsi d’autore”. Prendono vita così relazioni tra due donne convinte di avere iniziato una storia etero o viceversa: storie ilari e assurde nella loro drammaticità; purtroppo!!! L’utilizzo di una video/audio chat può impedire certi clamorosi equivoci e lenire molti dei limiti tipici di una conversazione puramente scritta. E’ evidentemente più facile stringere un certo tipo di rapporto con un’altra persona se puoi vederla (Argyle, 1996)!!! Bisogna però saper usare opportunamente questi strumenti tecnologici. Le differenze continuano ad esserci; nuovi e diversi problemi possono sorgere… E poi, finché non vi è contatto tra due, finché un pc si frappone, sempre “immateriale” è….

Anche se gli interessati hanno avuto modo di vedersi in cam e/o di sentirsi testando la propria e l’altrui sincerità, i problemi possono non mancare. Spesso sorgono al momento di dover concretizzare il rapporto. Da virtuale a reale il passo non è lungo, servono però molto coraggio e consapevolezza per farlo!!! Sarà per la lecita paura di incontrare una persona a cui, comunque non hai stretto la mano e di cui, magari, non conosci neppure il cognome, oppure perché il vivere solo virtualmente la relazione, apparentemente, diminuisce le responsabilità e soprattutto evita l’impegno di doversi incontrare pelle a pelle occhi negli occhi.…….Fatto sta che molti degli amori virtuali tali restano. Il rischio c’è. E se scopro che è un uomo e non la donna dei miei sogni?? E se mi accorgo che non mi piace?? E se io nn gli piaccio?? Gli “e se” si moltiplicano e ogni scusa diventa buona pur di non superare quel confine e quella protezione che uno schermo costruisce. Perché una chat non è solo un mezzo di comunicazione bensì una realtà strutturata e definita con precise regole e caratteristiche comportamentali oltre che comunicative!! In fin dei conti, poi, non dovrebbe essere difficile…. Se non si è mentito, se non si è giocato con l’interesse e i sentimenti dell’altra persona, problemi non dovrebbero essercene, anzi, continuerai ad usare il pc per fare due chiacchiere, ma avrai la consapevolezza che c’è qualcosa di “concreto” dell’altra parte e che quel tuo rapporto, come tutti gli altri, è andato avanti e si è sviluppato.

Il discorso non cambia se ad essere coinvolte in una virtual love sono persone sposate (che costituiscono una buona percentuale dei chatters presenti nella rete). Se si può tradire il/la proprio/a partner con quel/la tizio/a con cui scambi due parole tutte le mattine al bar mentre sorseggi il caffè, possibile è tradire con una persona “conosciuta” in una chat. Anche in questo caso ciò che succede dipende da come viene gestita la storia in tutte le altre realtà. Alcuni, mettendo in discussione tanto di ciò che erano e di ciò che avevano fatto, sono arrivati a lasciare il coniuge per rifarsi una vita con il nuovo amore. Altri rimangono a vita esclusivamente amanti virtuali. Dando per scontato l’utilizzo da parte di queste persone di una videocamera e, tralasciando quelle che sono tutti gli aspetti psicologici che entrano un gioco anche durante un rapporto virtuale (come ad es. desiderio di appagamento dell’altro/a, ricerca di un piacere condiviso, ecc…), il tipo di fisicità agita (di fatto, di masturbazione si tratta!!!) può far pensare che sia più facile mettere a tacere determinati sensi di colpa. I rimorsi possono apparire come un sacco di mattoni che si trasporta sulle spalle, non è reale ma virtuale, che alla prima occasione si scarica…Riassettati gli slip o il reggiseno, tutto, forse, può tornare con minori difficoltà uguale a prima.

In molti casi, gli amanti virtuali sono i più appassionati e coinvolti perché tenuti uniti da un’idealizzazione del possibile che difficilmente li farà allontanare ma sai che gusto doversi accontentare di ore e ore di chiacchiere e di immagini al vento…. come se poi tradire fosse solo una cosa fisica… Ma!!!

Per quel che mi riguarda non conta dove, quando e neppure come…. affetto, amore passione, single, coniugati, menzogneri o sinceri….l‘importante è vivere al meglio e fino in fondo; in tutti i modi e i luoghi che la parola vivere permette all’individuo ….

Scritto da: zizzola1

Messaggio N° 2383
Tag: cronaca
11-10-2007 - 11:23

Strage di Erba, 10 Ottobre 2007 

....peccato che non abbiamo completato il nostro piano, "mancava" Marzouk "....

Questo aveva dichiarato solo pochi giorni fa, Rosa Bazzi quando aveva chiesto di parlare con il Procuratore e raccontare tutto a distanza di dieci mesi dal delitto. Ebbene stamattina è iniziata l'udienza preliminare del processo a carico dei due coniugi rei confessi, udienza tanto attesa.

Ma...Rosa Bazzi non era presente in aula. Aveva però affidato ai suoi avvocati un memoriale difensivo in cui affermava che "non corrisponde a verità" quanto dichiarato da lei in precedenza rinviando alle prossime udienze i dettagli della nuova confessione. Peraltro, in apertura d'udienza, anche suo marito Olindo Romano ha cambiato versione ed ha sorpreso tutti con una dichiarazione spontanea: "Sono innocente". Lui che "non mostrò alcun pentimento nè alcuna emozione" all'interrogatorio di convalida dell'arresto, come scrisse allora il gip di Como, oggi invece ha cambiato strategia difensiva e respinge le tutte accuse. Eppure lo ammise subito: "Mia moglie ha partecipato con me fin dall'inizio dell'irruzione e in particolare ha commesso l'omicidio del bambino, l'incendio della cameretta e successivamente l'omicidio della Cherubini, al quale ho partecipato anch'io: io la spranga e lei il coltello", è scritto nero su bianco nell'interrogatorio.

Proprio stamattina prima dell'udienza, il padre del piccolo Youssef aveva chiesto la pena di morte per i coniugi, dichiarando che si sarebbe aspettato come minimo due ergastoli, pur non ritenendo tale pena comunque sufficiente. Vorrebbe la pena di morte, perchè ci sono quattro persone uccise e una si è salvata per miracolo...


La strage era stata tutta pianificata, una strage compiuta con premeditazione e non per un’impulso improvviso: una strage attentamente pianificata nei dettagli e perpetrata con crudeltà ed intenzioni precise. Questa diabolica coppia di assassini non aveva lasciato nulla al caso e forse, se non fosse stato per il ritrovamento delle tracce ematiche della donna, ci sarebbe voluto ancora molto tempo per scoprire gli autori dell’aberrante azione.
Fu lei a parlare come un fiume in piena ed a spiegare ai magistrati cosa accadde in realtà quella maledetta sera dell'11 Dicembre del 2006. Un racconto disgustoso che lasciò tutti, ma proprio tutti, a bocca aperta. Lessi e sentii i notiziari di quei giorni, ed immaginai la scena agghiacciante di quando lei, riconosciuta da uno Youssef piangente ed impaurito, venne salutata con gioia: sì, si era tranquillizzato, il bambino, perchè l'aveva riconosciuta come amica e l'aveva anche salutata con uno "ciao". Senza sapere che quella donna, come in un film dell'orrore, lo avrebbe preso per i capelli e una volta sollevato, gli avrebbe reciso freddamente la gola.

"Sì, l’ho sollevato per i capelli e l’ho sgozzato, gli ho piantato il coltello in gola, colpendolo dal basso verso l’alto, poi ho girato la lama. Youssef, mi aveva sempre dato fastidio, anche quella sera piangeva, non la smetteva di piangere,e io non ne potevo più"....

Racconta tutti i particolari quella donna. Donna? Beh, chiamiamola così….

Racconta l'agghiacciante freddezza e furia selvaggia avuta nel compiere la strage, l'ammucchiamento dei corpi uno sull'altro e l'intenzione di incenerire tutto per far sparire le prove..

Poi, gettato tutto in dei cassonetti, raccontò Rosa, i due mostri si allontanarono in auto, si recarono in un McDonald's, mangiarono senza particolari problemi, conservarono lo scontrino per crearsi un alibi e tornarono a casa. Tutto sembrò andato per il meglio, all’orrenda coppia.
Ma, nei giorni seguenti alla strage, le cimici ambientali dei Carabinieri, registrarono le loro parole:

"Si sta proprio bene, adesso si che possiamo dormire, senti che silenzio"....

Già, che "silenzio"....Il silenzio di una lucida, lucidissima follia assassina,  la stessa che adesso, in una fredda, isolata cella gli permette anche di ritrattare. O forse no, forse il parlare di follia può avere il significato di una scusante, in qualche modo: forse si trattò solo di un lucido, lucidissimo calcolo, di un progetto spaventoso e disumano.

Clo, disgustatissima......

Scritto da: carol042004


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