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Il Venerdì lo spazio di commento dell'attualità

 DIARIO APERTO su questo blog, il Blogmondo

 

 
 

 

Attualità

Post n°4956 pubblicato il 18 Maggio 2011 da mondo.sereno

Viale del tramonto

Le ombre del tramonto si allungano su Berlusconi e Bossi. Il dato più crudele per il Premier è aver dimezzato le preferenze a Milano. Ancor più desolante per lui constatare che Lassini (quello del manifesto “via le Br dalla Procura”) si è fermato ad appena 872 preferenze: se questo doveva essere lo “zoccolo duro” degli ultras capitanati dalla Santanchè vuol proprio dire che il grande comunicatore ha sbagliato tutto. Patetico è poi il tentativo dei giornali amici di Silvio di scaricare il peso della sconfitta sulla debolezza della Moratti; se la candidatura era davvero così fragile e il giudizio sul primo mandato così negativo, perché mai allora ripresentarla in pompa magna?
Vi è certamente nel voto di Milano una voglia diffusa di ritorno alla legalità, di rifiuto dell’oltranzismo e di comportamenti sguaiati.
Quanto hanno pesato le feste di Arcore nel giudizio degli elettori? E non per moralismo o perbenismo, bensì per l’impietoso ritratto di un anziano gaudente che spende centinaia di migliaia di euro per le sue escort, mentre i suoi ministri impegnati a predicare ogni giorno sacrifici per il paese.
In quanto a Bossi è la prima volta che il gran maestro nel fiutare gli umori del suo popolo lumbard fa cilecca. Ad ascoltare gli sfoghi su Radio Padania verrebbe da dire che la responsabilità è tutta nell’aver supinamente assecondato il Premier sulle leggi ad personam. Ma vi è anche la sensazione che le tradizionali parole d’ordine della Lega (Roma ladrona, niente tasse, emigranti foera di ball) abbiano perso gran parte della loro suggestione e si siano logorate a fronte dei tatticismi portati avanti nella odiata capitale.
Ora, accomunati nello stesso destino, Berlusconi e Bossi, leaders dimezzati, devono soprattutto fare i conti col guaio più grosso, irreversibile: la perdita del carisma. E questo nessun artifizio potrà più restituirlo. L’assordante silenzio di ieri ne è la prima conferma.

(da Il Riformista.it)

 
 
 

Amministrative

Post n°4955 pubblicato il 16 Maggio 2011 da mondo.sereno

Torino: «Altro che antipolitica... questo è un voto tutta sostanza»

Dire che da queste parti ci sia una certa soddisfazione è minimizzare le cose. La soddisfazione piena e forte che si respira al comitato Fassino è più che palpabile, tanto che l’esultanza viene dedicata a Milano.

Ad un certo punto c’ è stato un forte applauso e tutti sono corsi nella sala principale pensando fosse arrivato il neo sindaco e invece si esultava per gli ultimi risultati di Milano. Anche nel suo discorso di saluto e ringraziamento Fassino ha avuto parole per Giuliano Pisapia, legando la sua vittoria al risultato del candidato milanese come importante segnale di cambiamento nel Nord.

Marta Levi, assessore uscente e candidata Pd in consiglio, fa la sua analisi mettendo a confronto il giudizio che gli elettori hanno dato alle più che decennali amministrazioni di centro destra a Milano e a quelle di centro sinistra a Torino.

Tornando a Torino. A esprimere chiaramente il sentimento di questa vittoria è Andrea Giorgis, capogruppo PD in consiglio comunale e coordinatore del programma: “La straordinaria fiducia data a Fassino, nonostante quanto paventato, è l’espressione del più tradizionale radicamento politico, altro che voglia di antipolitica. Un radicamento costruito non solo intorno alle persone ma alla sostanza della proposta politica e amministrativa di cui Torino è laboratorio da anni.” Ma il giovane dirigente torinese lancia anche un messaggio al suo partito: “Questo risultato è anche un segno importante di fiducia per il Pd e quindi Roma guardi ora a Torino con maggiore attenzione”.

“Ora mi aspetto che Fassino dia una visione di futuro alla città che ora non c’è e che la nuova giunta non sia autoreferenziale e abbia capacità di dialogo con l’esterno”. Ha commentato un’elettrice, Francesca Leon, riportando la discussione a quello che da domani aspetterà il nuovo sindaco: la prova di continuare ad andare oltre…

(Da l'Unità.it)

 
 
 

Elezioni amministrative

Post n°4954 pubblicato il 16 Maggio 2011 da mondo.sereno

Il punto sulle elezioni amministrative

dal sito del

Partito Democratico

http://beta.partitodemocratico.it/doc/208735/vinciamo-noi-e-perdono-loro.htm

 
 
 

Attualità

Post n°4953 pubblicato il 13 Maggio 2011 da mondo.sereno

"Quando non hai argomenti non ti resta che insultare". Anche se, purtroppo, il livello si abbassa. Mi viene in mente questo vecchio adagio per descrivere questi ultimi giorni di campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative. La cosa più grave è che gli insulti partono dalla maggioranza. La sensazione è che si tratti di strategie per cercare di distogliere l'attenzione dai problemi veri, quelli dei cittadini, di cui chi governa dovrebbe occuparsi.

 
 
 

Attualità

Post n°4952 pubblicato il 08 Maggio 2011 da mondo.sereno

Vendola: Berlusconi ha paura di perdere a Milano

Il video al link

http://video.corriere.it/vendola-milanoberlusconi-spaccia-ecoballe/ac1f43ae-79a5-11e0-a4a7-62dea3e056bc

 
 
 

Poltrone, non politica

Post n°4951 pubblicato il 05 Maggio 2011 da mondo.sereno

Berlusconi premia i cosiddetti

Responsabili.

La news tratta da IlFattoQuoidiano.it

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/05/governo-via-libera-a-nove-nuovi-sottosegretari/109143/

 
 
 

Governo: Nominati nove nuovi sottosegretari

Post n°4950 pubblicato il 05 Maggio 2011 da mondo.sereno

Tra i promossi da Berlusconi Responsabili e "pentiti" di Fli. Il Pd attacca: cambiale pagata

Alla fine l'atteso rimpasto è arrivato. Sarebbero nove i nuovi sottosegretari nominati nel corso del Consiglio dei ministri su proposta del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso della riunione a Palazzo Chigi.

A quanto si apprende da fonti governative Roberto Rosso andrebbe all’Agricoltura, Luca Bellotti al Welfare, Daniela Melchiorre allo Sviluppo Economico, Catia Polidori e Bruno Cesario all’Economia, Aurelio Misiti alle Infrastrutture, Riccardo Villari ai Beni Culturali e Antonio Gentile all’Ambiente. A questi si aggiungerebbe Giampiero Catone.

Resta vacante invece l’unica poltrona da ministro (Politiche europee) cui ambisce l’immarcescibile democristiano Enzo Scotti. Il Cavaliere ha deciso però di tenersela libera, casomai qualche finiano tornasse all’ovile.

La reazione del Pd è rabbiosa. «Spettacolo indecoroso, bastano numeri e nomi a confermare che questo governo si regge soltanto su cambiali pagate o da pagare», attacca Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati democratici. «Chiunque abbia dato - sottolinea - ha ricevuto un posto, ma non proprio tutti e quindi o si procederà a nuove nomine o cominceranno a mancare i voti in Aula. Una vergogna - sottolinea - perchè questo governo non rappresenta l’Italia, uno schiaffo in faccia ai cittadini che lavorano e investono, ai ragazzi senza prospettiva, a chi fa della dignità e del merito il proprio stile di vita».

(da Lastampa.it)

 
 
 

Primo Maggio

Post n°4949 pubblicato il 01 Maggio 2011 da mondo.sereno

Buon Primo Maggio a tutti!!

Ecco il link della canzone "Immunità"

http://tv.repubblica.it/copertina/marcore-barbarossa-cantano-l-immunita/67359?video=&ref=HRER1-1

 
 
 
 
 

Ritorna il processo breve

Post n°4947 pubblicato il 30 Marzo 2011 da mondo.sereno

L'Intervento

di Dario Franceschini

sul processo breve

 in Aula al link

http://www.youtube.com/watch?v=hIYLRFrO1iU

 
 
 

Telethon

Post n°4946 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da mondo.sereno

INVIA LA TUA DONAZIONE A TELETHON!!

Con un sms al 45505 puoi dare il tuo contributo alla ricerca con una donazione di 2 euro a Telethon da qualsiasi compagnia telefonica

 
 
 

Attualità

Post n°4945 pubblicato il 01 Dicembre 2010 da mondo.sereno

Il video della dichiarazione di voto

di Dario Franceschini

alla Camera ieri sera

al link

http://www.youtube.com/watch?v=nzFXwV7orTM

 
 
 

Attualità

Post n°4944 pubblicato il 27 Novembre 2010 da mondo.sereno

Susanna Camusso, neo

Segretaria della Cgil

canta "Bella ciao"

Guarda il video al link

http://video.unita.it/media/Cronaca/Camusso_canta_Bella_Ciao_1995.html

 
 
 

La sinistra si ritrova unita nella piazza di Susanna

Post n°4943 pubblicato il 27 Novembre 2010 da mondo.sereno

«Il Pd è presente ovunque si possa esprime la realtà vera del Paese». Pier Luigi Bersani sfila tra le bandiere rosse della Cgil verso piazza san Giovanni. Al suo fianco Rosy Bindi. Segretario e presidente insieme, a testimoniare che il Pd è con i lavoratori. Con tutti i lavoratori. Perchè «il lavoro è il problema centrale» in Italia e «mentre il governo continua a predicare che i cieli sono azzurri», sale «il disagio e anche la rabbia». Nessuna divisione interna al partito ha tenuto questa volta il segretario democratico lontano dalla piazza. E così, sotto il palco della neo-segretaria Susanna Camusso, si ritrova il centrosinistra. Da Nichi Vendola (Sel) che esalta «l'Italia migliore» che si oppone a Berlusconi, a Paolo Ferrero (Fds), che invoca lo sciopero generale.

«La situazione può dar luogo a tensioni pericolose», dice Bersani. Nessun allarmismo, da parte sua. Ma la presa d'atto della «sfiducia» e della «rabbia» che ci sono nel Paese di fronte a una situazione economica per la quale il segretario democratico condivide «le preoccupazioni di Napolitano». Questo è «un governo pericoloso, un governo dell'instabilità», dice Bersani. «Di pericoloso c'è solo una opposizione che ha rinunciato a fare proposte per abbracciare mani e piedi la demagogia e la propaganda dei massimalisti», replica il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto. Ma sotto il palco della Cgil il segretario del Pd sottolinea che tutt'altra è la sua ricetta: «Rispondere con speranza e fiducia». Per questo l'11 dicembre il Pd porterà proprio in piazza san Giovanni i suoi elettori per gridare «le sue proposte», senza limitarsi «a dire no a Berlusconi». Il segretario democratico, di fronte alla crisi politica e al «disagio della società» che incalzano, archivia dunque le divisioni interne al partito che lo hanno tenuto lontano dalla manifestazione della Fiom di ottobre e suggella con un abbraccio con la Camusso la vicinanza alla Cgil.

«Siamo qui - spiega Bindi - per chiedere all'Italia di fare ogni sforzo per l'unità del mondo del lavoro». Un appello a tutti sindacati perchè tornino a unire le forze. Una manifestazione Cgil-Cisl-Uil la invoca anche Vendola. Che esalta chi è sceso in piazza oggi come «l'espressione dell'Italia migliore, che chiede all'Italia peggiore che è barricata a Palazzo Chigi di sgombrare il campo, perchè ha fatto solo danni». Anche Antonio Di Pietro, che in piazza non c'è ma manda una delegazione Idv, torna a invocare la cacciata di Berlusconi, un premier «che ha avallato la precarietà». E mentre il verde Angelo Bonelli invita alla «rivolta morale», il leader del Prc Paolo Ferrero che auspica lo «sciopero generale». Con toni e accenti diversi, il centrosinistra si ritrova insomma unito in piazza. E, mentre Oliviero Diliberto invita Bersani ad aprire la manifestazione di dicembre «a tutte le opposizioni», il tema del lavoro riesce a mettere in sordina anche le questioni politiche. Bersani e Vendola si incontrano ai piedi del palco e si abbracciano calorosamente. È l'abbraccio tra il leader del Pd e lo sfidante per la leadership del centrosinistra, che torna anche oggi a invocare le primarie «non per cannibalizzarci, ma per stimolarci reciprocamente a ritrovare la nostra base».

(Da l'Unità.it)

 
 
 

Attualità

Post n°4942 pubblicato il 06 Ottobre 2010 da mondo.sereno

Il recordman d’incarichi si chiama De Siano: deputato e siede in tre enti locali

Domenico De Siano è consigliere alla Regione Campania, alla Provincia di Napoli e al Comune Lacco Ameno. e invia comunicati su carta intestata della Camera

Firma comunicati stampa in qualità di Consigliere regionale della Campania, su carta intestata della Camera dei Deputati. L’incompatibilità da esibire come una medaglia. E che diventa il tripudio del doppio, triplo, anzi, quadruplo incarico. Perché a dispetto di Costituzione, prassi e regolamenti, il pidiellino Domenico De Siano dal 22 settembre è contemporaneamente parlamentare, consigliere regionale, consigliere provinciale di Napoli e consigliere comunale di Lacco Ameno (isola d’Ischia), paese di cui in un passato non lontano è stato sindaco. De Siano è entrato alla Camera in sostituzione di Marcello Taglialatela, nominato dal Governatore Stefano Caldoro assessore regionale all’Urbanistica.

De Siano occupa quattro poltrone istituzionali. Mentre ci sono quattro politici che potrebbero prendere il suo posto e affrontare meglio un impegno per il quale lui riesce, giocoforza, a dedicare solo un briciolo di un’agenda ultrapiena. “Qual è il problema”? Così l’ex sindaco di Lacco Ameno risponde a chi garbatamente gli chiede come farà a stare appresso a tutto.

Il regolamento del Consiglio regionale gli regala qualche mese di tempo per optare tra Montecitorio e il grattacielo del Centro Direzionale, e lui avrebbe intenzione di sfruttarli tutti. Dietro c’è anche un problema politico. De Siano, che nella galassia del Pdl campano ruota molto vicino all’ex sottosegretario Nicola Cosentino, preferirebbe restare a Napoli. Ma in caso di dimissioni dalla Camera, farebbe subentrare l’ischitano Luigi Muro. Un finiano. Che andrebbe ad arricchire il gruppo degli ‘amici-nemici’ di Futuro e Libertà. Di qui la scelta di sfoderare calma e prudenza, aspettando istruzioni dal partito, che dipenderanno anche dall’evolversi delle beghe romane. E poi, in caso di elezioni anticipate, meglio non farsi sorprendere col cerino acceso in mano: in Regione c’è vita fino al 2015, prima di abbandonarla è bene riflettere un po’.

Va dato atto a De Siano che, da quando è stato eletto in Regione, ha rinunciato ai gettoni di presenza della Provincia di Napoli. Ha dovuto però ridurre le presenze in commissione e in aula. Dalle 38 di aprile, alle 14 di maggio, con una sola apparizione nel parlamentino provinciale. Rispetto alle zero presenze in commissione della collega di partito Francesca Pascale, che non ha problemi di incarichi multipli, sembra comunque uno stakanovista.
(da ilfattoquotidiano.it)

 
 
 

Televisione

Post n°4941 pubblicato il 22 Settembre 2010 da mondo.sereno

«Annozero» riparte con lo scontro Santoro: «Niente ingerenze»

Domani Annozero su Raidue riparte e la miccia è già accesa. Michele Santoro, in conferenza stampa alla Rai, parla di “mobbing” dell'azienda verso il programma e chiarisce che non metterà affatto in pratica la “direttiva Masi” sui talk show, ovvero sul controllo del pubblico e o degli interventi in scaletta. Il giornalista critica anche il presidente della Rai Garimberti: «Una volta definito che Annozero poteva cominciare il presidente Garimberti si è disinteressato». E poi c'è il “problema”, se vogliamo chiamarlo così, Travaglio. Il suo contratto va ancora firmato.

Lo scontro è dunque in corso. Il direttore generale Masi, colui che vuol mettere la museruola a programmi come questo, dirama una nota che dice: «Il problema chiaramente Travaglio sì Travaglio no, né il fatto che sull'eventuale contratto di Travaglio possono esistere problemi di natura giuridica. Il problema vero è la mancanza di contraddittorio e il pluralismo». Tradotto: per il dg è inaccettabile che qualcuno non replichi al giornalista e non difenda l'indifesa maggioranza o l'ancor più indifeso, anche mediaticamente, Berlusconi. Magari uno come Sgarbi: «Se una trasmissione esprime sempre e comunque una posizione “giustizialista” alla Travaglio dovrebbe essere in grado di esprimere anche una posizione “garantista”, alla Vittorio Sgarbi». Una difesa di cui Masi deve avvertire un gran bisogno anche in vista della prima puntata di questo autunno. Si intitola “I ribaltonisti”, in apertura il conduttore promette che dirà di non ammettere «ingerenze esterne» sul programma e avrà tra gli ospiti Italo Bocchino, capogruppo di Futuro e libertà alla Camera e uno dei più duri con il premier sul Pdl e sulla vicenda di Fini.

«Masi – insiste Santoro - deve prendersi le sue responsabilità e deve decidere, o dobbiamo solo dimostrare ad un padrone esterno che si fa qualcosa»? Dopo di che ha ricordato, a Masi o a chi si fosse distratto o non ricorda bene, come funziona Annozero: «Travaglio non è un opinionista, racconta fatti che altri non raccontano. «Non abbiamo avuto particolari problemi in passato con Travaglio, perché si è mosso sotto la mia responsabilità. Cosa che non ha esposto l'azienda a particolari condanne». D'altronde, puntualizza, «il contraddittorio nel nostro programma ci sarà sempre, anche a Travaglio. Solo alle vignette di Vauro non ci sarà replica, perché alla satira non si replica». « Detto questo – conclude - le scalette le mandiamo il giovedì e nessuno ci ha detto di fare diversamente».

(Da l'Unità.it)

 
 
 

Televisione

Post n°4940 pubblicato il 22 Settembre 2010 da mondo.sereno

Dandini: «In onda o stop? Rai decida»

Mentre Annozero riparte, Parla con me guidato da Serena Dandini è ancora in un limbo. E non c'è solo la censura dell'esilarante spot con satira su Minzolini. «Lo spot bloccato? Le dichiarazioni di Garimberti? Ogni giorno c'è un capitolo nuovo. Sul nostro programma si sta facendo un'inutile e sfibrante polemica da mesi. Ma la cosa è molto più semplice: la Rai ha tutto il diritto e la possibilità di non produrre un'altra stagione di Parla con me». Lo sottolinea Serena Dandini, a pochi giorni dal previsto esordio del nuovo ciclo (il 28 settembre su Raitre) e alla vigilia del cda che dovrebbe sbloccarne il contratto.

«Il programma – ricorda la conduttrice - è così da sette anni, ha il successo che ha avuto, non cambierà e non cambieremo. Ci sarà la satira su Minzolini, così come Noschese faceva satira su Zatterin, ci sarà la satira sulla Rai, così come facevano Tognazzi, Agus, Vianello. Ci saranno le interviste, ci sarà Ascanio Celestini, Zoro, Rivera, ci saranno novità ma, lo ripeto, il programma sarà quello che è sempre stato e che abbiamo concordato e costruito con Raitre. Se la Rai ritiene - come ha diritto ogni azienda editoriale - di fare un'altra cosa, sarà sua scelta, responsabilità, punto e basta. La cosa peggiore sarebbe lottare tutti i giorni per andare in onda contro un'azienda che ti sopporta». E dunque: «Non siamo dipendenti della Rai, in caso non volesse più la nostra collaborazione ha la piena facoltà e possibilità che ciò accada. Il Cda scelga quindi come è nel suo diritto/dovere. Certo è che se domani il contratto sarà approvato, sarà poi compito anche dello stesso cda, del presidente e del direttore generale garantire le migliori condizioni per farci fare liberamente il nostro lavoro come abbiamo sempre fatto».

E a proposito dello spot su Minzolini, il consigliere Rai Nino Rizzo Nervo ricorda quando non c'era questa censura preventiva: «Diciasette anni fa, era il 1993, il prof. Demattè non ebbe nulla da dire su uno spot di “Rosso e nero” che ironizzava su di lui che della Rai era il presidente e quello spot andò in onda senza problemi. Se lo spot di “Parla con me” non sarà trasmesso ci sarà la prova che in Rai è in atto un pericoloso tentativo di limitare fortemente la libertà di espressioni di artisti e giornalisti».

(Da l'Unità.it)

 
 
 

Televisione

Post n°4939 pubblicato il 22 Settembre 2010 da mondo.sereno

Vietato imitare Minzolini La Rai censura «Parla con me»

Alla Rai ormai fa paura persino l’imitazione di Augusto Minzolini. Il direttorissimo del Tg1, in crisi di ascolti dopo aver trasformato il suo Tg in una copia sbiadita del Giornale di Feltri, è entrato in una categoria di intoccabili: niente parodia. E dunque lo spot di “Parla con me” di Serena Dandini, che conteneva una delle splendide imitazioni di Max Paiella, è stato bloccato. «Inopportuno», hanno sentenziato il direttore della comunicazione, Guido Paglia, e da quello della promozione, Gianluca Veronesi. Che c’era di male? Un’anticipazione degli irresistibili duetti tra Serena Dandini e il finto «Minzo», che l’anno scorso reinterpretava grandi hit, da Margherita di Cocciante a We are the Champions dei Queen come inni a Berlusconi.

Gli spot di “Parla con me”, realizzati dalla Rai, sono già in onda da giorni. Quello con il finto Minzolini è l’unico che gli autori della Dandini hanno realizzato in proprio e proposto agli uffici competenti, che l’hanno subito bloccato. Il direttore generale Mauro Masi, che già nei mesi scorsi si era speso per tagliare “Parla con me” da quattro a una puntata a settimana, giura di essere innocente. E ha fatto sapere che vedrà lo spot contestato solo dopo che domani il cda avrà dato il via libera al contratto per la produzione del programma. Già, perché a meno di una settimana dalla messa in onda (martedì prossimo) il cda di Viale Mazzini non ha ancora dato il via libera. Lo farà domani, con tutta probabilità. Ma l’attesa nella redazione della Dandini è snervante, e infatti le bocche sono cucite anche dopo l’ennesimo sgarbo per la censura dello spot. Una censura che, si sussurra, potrebbe ripetersi ancora, anche col programma avviato. «Non sono contratti su cui ci sono conflitti, credo che assolutamente si possa fare», rassicura Giorgio Van Straten, consigliere Rai in quota Pd.

I PROGRAMMI SGRADITI AL PREMIER
All’appello mancano ancora i contratti di Vauro e Marco Travaglio per “Annozero”, che però non sono di competenza del cda. E il rischio è che, come già l’anno scorso, il giornalista vada in onda con Santoro domani sera senza contratto. Per non parlare degli spot di “Annozero”, trasmessi solo da lunedì sera, tre giorni prima della partenza del programma. Tecniche di guerriglia paradossali per un’azienda che dovrebbe promuovere i suoi programmi. «Tecniche dilatorie volte a complicare la vita all’azienda», protesta Van Straten. «Le circolari sulle scalette, sugli ospiti, ora gli spot: si perde solo tempo e si complica la vita a chi lavora», aggiunge. «Domani porterò la questione in Cda».
Le traversie di “Parla con me” non sono mai finite. «Come al solito, una trasmissione pagata con i soldi pubblici si diletta nell’avere come unico bersaglio il governo e si diverte ad aggredirlo», aveva tuonato il premier in Consiglio dei ministri ai primi di maggio. Pochi giorni dopo Masi aveva proposto di tagliare la Dandini da quattro a una puntata. Con tanto di dimissioni minacciate dell’allora direttore di Raitre Antonio Di Bella. Alla fine “Parla con me” riparte. E ai censori non resta che lo spot di Minzolini. Per ora.

(Da l'Unità.it)

 
 
 

Quanto ci costa la Camera... e si parla solo di affitti

Post n°4938 pubblicato il 22 Settembre 2010 da mondo.sereno

L'affitto d'oro della Camera
da 150mila euro al giorno

Ok al bilancio di Montecitorio: un milardo di spese. In un anno vengono spesi 54 milioni per la locazione degli uffici. Ogni onorevole costa 8mila euro al mese. Radicali e Pd: "Spese spropositate"

ROMA - La scoperta sa di acqua calda. Ma la cifra al dettaglio è una novità e soprattutto ha del clamoroso. I 630 deputati non costano solo i 14 mila e passa euro al mese tra indennità (ridotta di mille euro, sì, ma solo dal prossimo gennaio), diaria e rimborsi spese. Ma 22 mila euro. Non il doppio ma giù di lì.
E se la denuncia, confermata da tabelle e dati ufficiali, non ha suscitato clamore, è perché avvenuta in una sala di Montecitorio deserta, lunedì pomeriggio, quando solo una manciata di parlamentari si sono presentati in aula per discutere il bilancio interno 2010 della Camera. Come sempre un affare tra intimi, come sempre quando l'anno in esame sta quasi per terminare.

Che il re è nudo lo ha proclamato la radicale Rita Bernardini. E anche i deputati questori, guidati dal pidiellino Francesco Colucci, non hanno potuto fare altro che ammettere la debacle. "Vi rendete conto o no, colleghi, che tra palazzi e uffici, Montecitorio spende ormai in affitti 54 milioni di euro l'anno, ovvero 147mila euro al giorno? E sapete questo cosa vuol dire? Che ciascun onorevole, ciascuno di noi, costa 8 mila euro al mese. È evidente che qualsiasi italiano, con quella cifra in mano, si affitterebbe una stanza perfino più grande e comoda rispetto a quelle che concedono. E soprattutto si pagherebbe anche la segreteria". Già, la segreteria. Perché invece ai deputati, come ai senatori, viene pagata a parte, con tanto di voce mensile da 4 mila euro. Soldi com'è noto affidati direttamente all'onorevole che poi li gestisce a proprio piacimento.

Non l'ennesima trovata dei radicali, stavolta. Quando ieri pomeriggio il bilancio interno è stato approvato, è passato anche l'ordine del giorno del pidiellino napoletano Amedeo Labocetta che così lo ha commentato in aula: "Con l'approvazione dell'ordine del giorno si potrà finalmente porre fine allo scandalo che riguarda l'affitto degli immobili della Camera e che rende sempre più ricco l'imprenditore Sergio Scarpellini (titolare della società unica titolare della decina dei immobili affittati da Montecitorio, ndr). Che ha sin qui ricevuto negli anni, dalla presidenza Violante ad oggi, oltre trecento milioni di euro per immobili che valgono al massimo centocinquanta milioni senza che nessuno dei suoi successori, Casini, Bertinotti e Fini, intervenisse per porre fine a questo enorme sperpero di denaro pubblico". La sua tesi è che spendendo meno di un terzo di quanto oggi paga per l'affitto, la Camera potrebbe diventare proprietaria degli immobili. Ma che il vento fosse cambiato lo si è capito quando a prendere la parola è stato il questore (da più legislature) Colucci, anche lui espressione della maggioranza. "Può essere ancora valido il principio a suo tempo approvato secondo cui la Camera deve garantire un ufficio a ciascun deputato?" ha chiesto rivolto ai pochi colleghi in aula. Da qui, la rescissione dei contratti di affitto di palazzo Marini, tanto per cominciare. E a seguire gli altri. Ma per ottenere risparmi a sei zeri, bisognerà attendere anni. Mentre è stato bocciato ieri un altro ordine del giorno firmato Idv che prevedeva la cancellazione, tranchant, del vitalizio degli onorevoli.

Per il momento, il bilancio comunque virtuoso 2010 certifica risparmi da 315 milioni di euro consolidati nel periodo 2006-2011, che aumenteranno fino al 2013, quando si sentiranno gli effetti della "sforbiciatà" di 1.000 euro dalla busta paga dei deputati, e del 5% sulle retribuzioni dei dipendenti che guadagnano tra 90mila e 150mila euro, fino al 10% degli stipendi sopra i 150mila euro, oltre a un taglio delle spese non vincolate, per un totale di 60 milioni di euro. Nel 2010 la Camera costerà quasi un miliardo di euro, con un tasso di crescita della spesa dell'1,3%: il più basso negli ultimi 10 anni. Disco verde ieri anche ai conti di quest'anno del Senato, che il presidente Schifani ha definito "virtuosi". Tutto all'insegna dell'austerity anche lì. Scure sul ventre molle delle pensioni dei dipendenti. La pianta organica di Palazzo Madama sarà ridotta del 20% rispetto al limite massimo previsto, sarà bloccato il turnover per due anni e innalzato il limite per la pensione. Che finora consentiva, come alla Camera, scivoli shock già a 57 anni.

(Da Repubblica.it)

 
 
 

Attualità

Post n°4937 pubblicato il 22 Settembre 2010 da mondo.sereno

Il PD: serve salario minimo garantito

Al link

http://www.partitodemocratico.it/dettaglio/107558/serve_salario_minimo_garantito

 
 
 

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