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ALAN SILLITOE IN "LA FIGLIA DEL RIGATTIERE" DI EINAUDI

Leggiamo nella PREFAZIONE "...Fra tanti modi possibili di divertirsi, la figlia del rigattiere e il suo ragazzo ne scelgono due; rubare nei negozi e fare all'amore. Un giovane piromane sogna di provocare un incendio così grandioso da provocare l'intervento dell'auto dei pompieri, con i suoi fragorosi scampanellii. Un altro bulletto, Alec, si scontra con il mondo indecifrabile della psicologia femminile... Sull'incerto crinale tra infanzia e adolescenza, e prima di integrarsi nella più grigia routine quotidiana, i personaggi di Sillitoe vivono l'epopea minima delle loro rivolte confuse e velleitarie contro la famiglia, il lavoro,le istituzioni, meditando grandiose rivincite, inseguendo aspirazioni che non superano il breve orizzonte delle periferie urbane, consumando in fretta amori di poche parole. Questi racconti si possono leggere come un nuovo capitolo di quella storia della condizione operaia e piccolo-borghese nell'Inghilterra moderna che Sillitoe è venuto scrivendo negli ultimi vent'anni. Qui siamo alla generazione cresciuta nel dopoguerra, sbilanciata tra le prime avvisaglie del benessere e un completo smarrimento morale. Sillitoe è sempre un maestro nel far parlare da sè i personaggi senza costringerli entro gabbie intellettualistiche ed estetiche prefissate. In queste pagine introduce un nuovo elemento: la coscienza ironica dell'ambiguità che accompagna la sua stessa attività di narratore."

NOTE SU ALAN SILLITOE

"Alan Sillitoe è nato nel 1928. A 14 anni ha lasciato la scuola per lavorare in una fabbrica di biciclette, come suo padre. Dopo aver prestato servizio nella Raf, ha vagabondato nel Mediterraneo, ed è infine tornato in Inghilterra, dove risiede tuttora. Si è rivelato nel 1958 con "Sabato sera", "Domenica mattina", cui ha fatto seguito "La solitudine del maratoneta". Di Sillitoe Einaudi ha tradotto anche il romanzo "Le chiavi di casa", che racconta il duro apprendistato di un ragazzo nell'Inghilterra industriale degli anni trenta".