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LA STORIA DELLA FINLANDIA

Post n°908 pubblicato il 06 Aprile 2016 da blogtecaolivelli

L'unione con la RussiaDopo la pace di Tilsit stipulata tra Napoleone e Alessandro I di Russia, nel 1807, cambiarono le sorti della Finlandia: il re svedese si era rifiutato di aderire all'alleanza franco-russa contro l'Inghilterra e così, cominciata la guerra contro la Svezia, l'imperatore russo ottenne da Napoleone la promessa di favorire la separazione della Finlandia dalla Svezia a favore della Russia. Nel 1809, con la pace di Hamina (Frederikshavn), che seguiva alla sconfitta dell'esercito svedese, la Svezia cedeva tutta la Finlandia alla Russia e poneva così termine all'unione finno-svedese durata quasi sei secoli.

Quale Granducato unito alla Russia da un giuramento di fedeltà allo zar, la Finlandia si trovò a dover dipendere dalla Russia per tutte le decisioni riguardanti la politica estera e la difesa, ma lo zar si impegnò a rispettare le leggi e la religione dei finlandesi. A partire dal 1821 la città di Turku, quasi distrutta da un incendio, cessava di essere la capitale amministrativa in favore di Helsinki, che divenne anche capitale culturale del Paese, mentre lo svedese continuò a essere considerato la lingua ufficiale. Dal 1809 fino alla salita al trono dello zar Nicola II, avvenuta nel 1894, la Finlandia riuscì a godere di una certa indipendenza dalla Russia; lo zar era rappresentato nel Granducato da un governatore generale e ilSenato, l'organo più importante del governo di Helsinki, era composto esclusivamente da rappresentanti finlandesi.

Nella seconda metà dell'Ottocento furono realizzate grandi opere pubbliche, quali ferrovie e canali, che migliorarono in modo decisivo le comunicazioni. Venne inoltre istituito un sistema scolastico che riportò alla luce il problema della convivenza di tre lingue - finlandesesvedese e russo - sebbene la lingua ufficiale, lo svedese, fosse parlata da non più del 15% della popolazione e il russo da un'esigua minoranza. La questione della lingua fu riconosciuta come questione politica con la costituzione del Partito Finlandese nel 1863, anno che vide anche la pubblicazione di una tesi in difesa della lingua finlandese scritta da J.V. Snellman, favorevole alla parità dei diritti linguistici con lo svedese sia negli uffici amministrativi che nei tribunali.

Già a partire dal 1880 la Finlandia avvertì gli effetti di un nuovo orientamento della politica russa, che tendeva a considerare il Paese alla stregua degli altri domini dell'Impero Russo, ma la situazione si fece davvero critica con l'ascesa dello zar Nicola II, il quale avviò una politica panslavista che mirava al rigetto di ogni pretesa da parte finlandese. Nel febbraio 1899, Nicola II proclamò il passaggio di tutti i poteri legislativi nelle mani dello zar e del parlamento russo, e successivamente si rifiutò di prendere in considerazione le petizioni di protesta contro la sua decisione firmate da intellettuali finlandesi ed europei. La reazione fu violenta e portò all'assassinio del governatore russo Nikolaj Ivanovič Bobrikov nel 1904. Due anni dopo, in seguito a uno sciopero generale, lo zar iniziò a fare alcune concessioni e accordò alla Finlandia una nuova e più liberaleCostituzione, che portò alla formazione di un parlamento monocamerale eletto a suffragio popolare.

La Finlandia indipendente

Mappa della Finlandia nel 1932

Il 6 dicembre 1917, in seguito allarivoluzione bolscevica, la Finlandiariuscì a dichiarare la propria indipendenza, che fu riconosciuta l'anno seguente dalla Russia sovietica. Gli scontri politici alimentati dalla necessità di formare il primo governo indipendente nella storia della Finlandia portarono a una situazione vicina allaguerra civile: da un lato i Rossi, che con la maggioranza del Partito Socialdemocratico Finlandesesperavano di importare in Finlandia l'esperienza dei bolscevichi in Russia; dall'altro i Bianchi, sostenuti dalle forze di governo, che temevano un riassorbimento della Finlandia da parte della Russia.

Sotto la guida del generale Carl Gustaf Emil Mannerheim, e grazie all'intervento della Germania, i Bianchi fermarono i Rossi: era il mese di maggio 1918, e sei mesi più tardi il crollo della Germania avrebbe costretto la Finlandia ad abbandonare l'orientamento filo-tedesco e a rivolgersi verso gli alleati usciti vincitori dalla prima guerra mondiale. Proprio in quell'anno, la Finlandia istituì un regno indipendente retto dal tedesco Federico Carlo d'Assia-Kassel con il nome di Re Väinö I di Finlandia, cognato dell'Imperatore Guglielmo II, che ebbe però vita breve (due mesi) a causa della sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale, lasciando così spazio alla nascita di un sistema repubblicano vero e proprio.

Nella primavera del 1919 nacque la Repubblica di Finlandia, con Kaarlo Juho Ståhlberg come presidente, e l'anno seguente il Trattato di Dorpat, firmato con i sovietici, riconobbe ufficialmente alla Finlandia il diritto di esistere come nazione. Nel 1921si risolse infine la questione delle isole Åland, contese a lungo tra Finlandia e Svezia. La Società delle Nazioni attribuì alla Finlandia le isole, abitate da una popolazione di lingua svedese, anche se soltanto alla fine degli anni trenta, in seguito a episodi di violenza e ribellione, si raggiunse un compromesso rispetto alla questione linguistica con il riconoscimento della Finlandia come nazione bilingue.

La seconda guerra mondiale

Bambini ugro-finnici uccisi dai sovietici 1942Adolf Hitler insieme a Carl Gustaf Emil Mannerheim (a destra)

Dopo l'invasione delle repubbliche baltiche da parte dell'Unione Sovietica, quest'ultima il 29 settembre 1939 stipulava un patto segreto con la Germania, in cui tra le varie clausole la Finlandia venne assegnata alla zone facente parte della sfera d'influenza sovietica. Il 5 ottobre Stalin propose ad una delegazione finlandese un spostamento dei confini russo-finlandesi a 100 miglia di distanza da Leningrado, che avrebbe comportato l'inglobamento della città di Viipuri e della linea difensiva Mannerheim nella URSS e la cessione del porto diHanko e varie isole sul bordo occidentale del golfo di Finlandia come base navale, in cambio offriva la restituzione di territori economicamente arretrati della Karelia e di Petsamo, in passato finlandesi, proposta decisamente rigettata dal parlamento finlandese[1].

La tensione inizio' salire lungo il confine fino a fine novembre quando dei colpi di artiglieria caddero su un villaggio sovietico, evento che funse da Casus belli: Stalin intimo' alla Finlandia di arretrare verso l'interno le proprie truppe, disposte lungo il confine sull'istmo di Karelia, all'ultimatum la Finlandia rispose disponendo la mobilitazione generale, il 28 novembre Stalin rigetto' il trattato russo-finlandese di non aggressione e il giorno seguente, senza essere anticipato da una formale dichiarazione, inizio' la Guerra d'inverno; lo stesso giorno a Terijoki, in territorio finnico sul confine russo, venne creata la Repubblica Democratica Finlandeseguidata dal comunista Otto Kuusinen che il 2 dicembre siglo' con Molotov un accordo di mutuo aiuto e amicizia fra questa repubblica e l'unione sovietica[2].

Anche grazie ad aiuti provenienti da diversi Paesi europei, l'esercito finlandese offrì una coraggiosa resistenza agli attacchi del nemico, le forze sul campo erano di circa 150000 finlandesi e mezzo milione di russi [3] e si arrese solo nel marzo del 1940, quando fu firmato il Trattato di Mosca che prevedeva la cessione della Careliameridionale e di Viipuri (Vyborg in russo), seconda città della Finlandia, all'Unione Sovietica, con la conseguente formazione di una Repubblica socialista sovietica Carelo-Finlandese.

Il conflitto con l'URSS era però destinato a riprendere: quando la Germania attaccò l'Unione Sovietica; la Finlandia si alleò ai tedeschi dando così inizio alla cosiddetta guerra di continuazione, che sarebbe terminata solo nel 1944. L'alleanza con la Germania poggiava però su deboli fondamenta, come rivelò la riluttanza del generale Mannerheim, comandante delle truppe finlandesi, ad attaccare Leningrado in aiuto dei tedeschi. I finlandesi si trovarono inoltre a combattere contro i tedeschi, fino al 1945, nelle regioni settentrionali, oltre il Circolo polare, poiché l'esercito tedesco non era disposto a ritirarsi da questi territori volontariamente (guerra lappone).

L'abilità del generale Mannerheim, eletto presidente della Repubblica, consentì alla Finlandia di uscire da una pericolosa situazione conflittuale con entrambe le minacciose potenze militari. Il Trattato di Parigi del 1947 fissò le condizioni dell'armistizio di Mosca, in base al quale la frontiera orientale rientrava nei confini del 1940, l'area di Petsamo venne ceduta all'Unione Sovietica e la Finlandia dovette rinunciare allo sbocco sull'Artico e rifondere pesanti danni di guerra.

Nel 1946 Carl Gustaf Emil Mannerheim si dimise dalla carica di presidente della Repubblica a favore di J.K. Paasikivi, sotto il quale si affermò una nuova direzione in politica estera (la cosiddetta «linea Paasikivi»), favorevole all'indipendenza della Finlandia e nello stesso tempo a ottime relazioni con Mosca. Il successo di questa strategia fu confermato negli anni seguenti: nel 1948 la Finlandia firmò con l'Unione Sovietica un Trattato di Amicizia, Cooperazione e Assistenza Reciproca (annullato dopo gli eventi che hanno portato al crollo dell'URSS); nel 1952 Helsinki ospitò i Giochi olimpici (i primi con la partecipazione di atleti sovietici); nel 1955 la Finlandia entrò a far parte delle Nazioni Unite e del Consiglio Nordico.

 rafforzare la «linea Paasikivi» e, grazie anche al suo impegno a favore della neutralità in campo internazionale, la Finlandia poté ospitare nel 1975 la Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Il presidente Kekkonen rimase in carica fino al 1981, quando rassegnò le dimissioni per motivi di salute. Al nuovo presidente Mauno Koivisto, rieletto nel 1988, va il merito di aver sviluppato la politica che ha consentito alla Finlandia di agganciarsi all'Europa, con l'ingresso nel Consiglio d'Europa nel 1989 e nell'Unione europea nel1995.
 
 
 
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