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I camuni

Post n°1298 pubblicato il 08 Marzo 2017 da blogtecaolivelli

Tracce di un contatto extra-Camuno nei petroglifi

a) la spiritualità

Un posto molto rilevante nella vita dei Camuni spettava alla religione. Il mondo spirituale preistorico o protostorico è difficilmente interpretabile, nei popoli della Valle, anche per una nota carenza di necropoli, che in genere aiutano a capire la spiritualità dei popoli antichi. Non si hanno elementi per poter pensare a un culto specifico dei morti.

Dalle incisioni rupestri si deduce che la sfera religiosa era fondamentale sia per l'organizzazione sociale che economica dei popoli della Valle. Questo fatto fu comune a tutte le popolazioni di matrice celtica che popolarono l'Europa nel periodo che abbiamo già menzionato.

Nella fase finale della loro storia è molto probabile che i Camuni siano stati soggetti all'influenza celtica e in ambito religioso si possono trovare riscontri, a partire dal fatto che alcuni autori latini, come Cesare e Lucano, ci parlano di feste religiose all'aperto celebrate dai Celti, attraverso danze sacre e processioni nei boschi e sui pendii della Valle, ma i Camuni del resto utilizzarono le rocce come santuari all'aperto, rocce che dovevano avere posizioni molto ricercate, favorite dall'orografia del territorio.

In alcune raffigurazioni camune il corpo del defunto è steso a terra, circondato da un gruppo di persone che gli depongono accanto armi e utensili che gli erano appartenuti; un personaggio più grande, probabilmente il sacerdote, sta di fronte a lui.

In alcune scene il defunto appare "sdoppiato", nel senso che una delle due figure ha delle enormi mani aperte e un organo genitale altrettanto evidenziato; l'altra figura non ha né mani né sesso. Ci potremmo trovare di fronte ad uno sdoppiamento simbolico (ritroviamo anche in scene diverse, non funebri, la rappresentazione di uomini dotati di mani e sesso enormi), in cui l'assenza di un'identità maschile o femminile farebbe ipotizzare una sorta di androginia, concetto che riconduce ad uno stato unitario dell'essere originario.

Il termine EDOLO, località in provincia di Brescia, potrebbe risalire al celtico IDUL, divinità onorata con svariati riti ancora in epoca alto medievale (resistette fino a quando il cristianesimo riuscì a sradicarne il culto). Il termine BORNO, altra località nella medesima provincia, potrebbe collegarsi alla divinità celtica BORMO, protettrice delle sorgenti e dio della medicina; a rafforzare tale ipotesi vi sarebbero varie sorgenti termali in zona, che erano frequentate fin dall'antichità.

Tra le figure animali più rappresentate nelle incisioni rupestri della Valcamonica vi sono gli uccelli, ai quali probabilmente si attribuiva significato divino, per la proprietà di potersi innalzare in volo, quindi considerati i mediatori tra il mondo terrestre e quello celeste. Questo era tipico anche nel mondo celtico, nel periodo dei Campi di Urne e nel periodo Halstattianodell'Europa  centrale.

Altra comunanza il culto del sole e il culto del cervo. Il culto solare è ubiquitario, presente nell'arte rupestre soprattutto in Scandinavia, Irlanda, Bretagna, Germania, Monte Bego (oggi nelle Alpi Marittime Francesi), nella regione spagnola dell'Andalusia e in Valcamonica. Si può accennare che in alcune incisioni qui presenti il disco solare a raggi è raffigurato in modo da assomigliare alle corna ramificate di un cervo; raffigurazioni di epoche diverse mostrano certi graffiti circondati da oranti e da danzatori sacri; in fase posteriore compaiono divinità costituite da una figura per metà uomo e per metà cervo con grandi corna ramificate; in epoca successiva è un dio cervo ormai completamente uomo, che però conserva le corna.

In località Zurla, un simile dio-cervo ha il corpo avvolto da un serpente, che ricorda quello presente su un vaso nordico, proveniente da Gunderstrup, di matrice celtica (questo ci ricorda il dio celtico CERNUNNOS). In Valcamonica sono stati rinvenuti 22 tipi diversi di simboli solari, tra cui quello rappresentato da un cerchio con un puntino al centro, tuttora di incerta decifrazione, ma è interessante notare come anche nell'antico Egitto il sole venisse rappresentato nel medesimo modo.

In alcune popolazioni orientali le parole che designano le corna degli animali (non esclusivamente cervi) e i raggi solari hanno una radice comune o sono addirittura identiche, mentre in ebraico il termine keren significa sia raggio che corna; in Medio Oriente il nome del dio Baal Karnaim significa letteralmente "signore delle corna", ma Baal è anche il dio del sole. Questo per indicare come il nesso sole-cervo affondi le proprie origini in tempi imprecisati, al di fuori dell'Europa e con significati più profondi di quelli dell'associazione con il semplice mondo agreste.

Per la particolarità dell'area Camuna, densa di vegetazione, di alture e vicina ai corsi d'acqua, viene spontaneo pensare che il popolo che vi si era stanziato avesse stabilito un contatto di privilegio con la Natura, in tutte le sue forme. Probabilmente esisteva un Pantheon arboreo e faunistico, sicuramente anche le pietre (lo si intuisce dalle rocce rupestri stesse) avevano un grande valore e sappiamo come una stessa roccia fosse ripetutamente riutilizzata proprio perché considerata "sacra" e così il sito dove essa si trovava.

Come vedremo, i Camuni erano riusciti anche ad acquisire una conoscenza astronomica rilevante. I Celti, quando giunsero nella Valle, devono aver assimilato piuttosto facilmente le tradizioni Camune, in molti aspetti molto simili alle loro.

Il culto dell'oggetto, che in epoca Camuna più arcaica viene ritenuto in qualche modo sacro, lascia progressivamente il posto al culto dell'eroe, cioè di colui che di quell'oggetto ha la completa padronanza. L'eroe viene deificato, esaltandone la forza, la Potenza e nel corso del primo millennio emerge una mitologia fantastica, caratterizzata da una quantità di riti magici, propiziatori, un nuovo stile artistico, che si traduce in incisioni sempre più complesse, più ricche di concetti, di forze soprannaturali e di riti iniziatici.

Nell'Età del Ferro si assiste ad una rivoluzione concettuale, capovolgimento di ideologie religiose, nuovo interesse per la vita, presa di coscienza di se stessi e delle proprie azioni; nascono le divinità antropomorfe, che l'uomo creò a propria immagine. La materia si anima di uno spirito e tutto quanto è in essa, montagne, sorgenti, boschi, tutta la natura si ammanta di divinità minori, di spiriti degli avi e degli eroi, di proprietà malefiche o benefiche, aprendo le porte a quel complesso mondo del soprannaturale che i Camuni hanno assorbito (ma anche scambiato) dalla cultura Celtica. La roccia continua ad  supporto sacro su cui eternare per sempre queste nuove concezioni.

 
 
 
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