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LO SVILUPPO ECONOMICO DELLA CINA....

Post n°1529 pubblicato il 02 Gennaio 2018 da blogtecaolivelli

FONTE: DA INTERNET

Lo sviluppo economico della Cina.


Un nuovo studio ha calcolato l'impatto

 economico delle politiche di mitigazione

delle emissioni di gas serra in funzione di

diverse proiezioni delle Nazioni Unite dei

tassi d'incremento demografico dei prossimi

anni: i risultati dimostrano che il costo sociale

del cambiamento climatico dipende in larga

misura dalle diverse definizioni di benessere,

e quindi in definitiva dalle scelte etiche della società

(red)

Intervenire sulle città per ridurre il cambiamento

del clima


climasocietàeconomia
La crescita della popolazione mondiale e il

riscaldamento del clima sono due dei maggiori

problemi globali che l'umanità si trova attualmente

ad affrontare. Non si tratta però di questioni

scollegate tra loro: un tasso di crescita della

popolazione più elevato implica più emissioni di

gas serra e una maggiore percentuale di persone

esposte alle catastrofi naturali provocate dal

riscaldamento climatico.

Per stabilire le politiche di contenimento delle

emissioni di gas serra e di mitigazione del

riscaldamento è quindi fondamentale incrociare

le stime dell'incremento della popolazione fornite

dalle Nazioni Unite con i modelli teorici che tengono

conto dello sviluppo economico e delle possibili

scelte che si vorranno prendere: è quanto ha

concluso uno studio pubblicato sui "Proceeding

of the National Academy of Sciences" da Noah

Scovronich della Princeton University, e colleghi

di altri istituti statunitensi, che hanno analizzato

diversi possibili scenari futuri.

L'articolo si inserisce in una ricca letteratura che

negli ultimi anni ha cercato di stimare, sulla base

di alcuni modelli globali, il costo sociale dell'anidride

carbonica, un parametro che corrisponde al costo

economico, espresso in dollari, delle conseguenze

del cambiamento climatico per ogni tonnellata

aggiuntiva di emissioni di CO2 in atmosfera.

Il complesso intreccio tra crescita demografica

e cambiamento climatico


Tim Graham/AGF


Queste stime sono rese particolarmente ardue

dal fatto che l'effetto sul clima è molto ritardato

rispetto alle variazioni delle emissioni di gas

serra. Ciò implica che gli investimenti indirizzati

al contenimento delle emissioni colpiscono il

benessere della popolazione mondiale attuale,

mentre i danni sono tendenzialmente a discapito

del benessere delle generazioni future.

In questi modelli è quindi fondamentale definire

il concetto di benessere sociale. Secondo la corrente

filosofica dell'utilitarismo, esistono però due diverse

concezioni di benessere sociale: l'utilitarismo totale

e l'utilitarismo medio. Nel primo caso il benessere

sociale è il benessere complessivo della popolazione,

cioè la somma dei valori di benessere di tutti i cittadini,

mentre nel secondo caso è il benessere pro capite, 

indipendente quindi dalle dimensioni della popolazione.

In questo quadro teorico, le scelte politiche globali

sottendono una questione etica di fondo: l'obiettivo

ultimo è l'incremento del numero di persone che

sono felici o l'incremento del livello medio di

felicità delle persone?

Sembra una questione un po' fumosa, ma fa

una grande differenza quando si fanno i calcoli

economici. In entrambi gli approcci, con l'aumento

della popolazione il picco di temperatura atteso

diminuisce. Questo avviene - spiegano gli autori -

perché quanto più sarà alto il tasso di aumento

demografico, tanto più saranno drastiche, e

implementate prima, le misure di mitigazione

delle emissioni.

Il costo sociale dell'anidride carbonica invece

aumenta proporzionalmente alla popolazione,

ma con tassi diversi nelle due concezioni di

benessere: passando dalla previsione minima

a quella massima di incremento demografico al

2025, il costo sociale dell'anidride carbonica

aumenta dell'85 per cento nell'utilitarismo totale

e solo del 5 per cento nell'utilitarismo medio.

Gli autori hanno anche stimato il risparmio nei

costi di mitigazione del riscaldamento globale

che si avrebbe contenendo l'aumento demografico:

il maggiore risparmio sul breve termine, quantificabile

in miliardi di dollari all'anno, si ottiene nell'utilitarismo

totale, mentre quello nell'utilitarismo medio si ottiene

in un futuro più distante. In entrambi gli approcci,

il risparmio sarebbe maggiore della spesa per le

politiche di riduzione della fertilità.

 
 
 
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