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« La storia della peste......Il passato del batterio ... »

Le cause dell'epidemie di peste......

Post n°1549 pubblicato il 23 Gennaio 2018 da blogtecaolivelli

Fonte: Internet
24 febbraio 2015

Fu il clima in Asia a innescare le

epidemie di peste in Europa.

Fu il clima in Asia a innescare le epidemie di peste in Europa

I focolai di peste che continuarono a

colpire l'Europa fra il XIV e il XIX secolo

furono dovuti alla periodica reintroduzione

del batterio Yersinia pestis dall'Asia centrale.

Le oscillazioni del clima in quelle regioni

innescarono infatti brusche variazioni nelle

popolazioni locali di roditori, serbatoio permanente

di pulci infette, inducendo queste ultime a cercare

nuovi ospiti(red)

All'origine delle epidemie di peste in Europa ci furono

le fluttuazioni del clima in Asia centrale.

La riaccensione dei focolai di peste che hanno

continuato ad affliggere il continente dalla grande

pandemia della Morte Nera del 1347-1353 fino alle

soglie del XIX secolo non fu infatti dovuta alla soprav=

vivenza di serbatoi dell'infezione in Europa, ma alla

periodica reintroduzione della malattia dall'Asia, in

concomitanza con fluttuazioni climatiche che influirono

pesantemente sulle locali popolazioni di roditori. 

E' questa la conclusione a cui è giunto un ampio

studio condotto da ricercatori delle Università di

Oslo e di Berna, che firmano un articolo pubblicato

sui "Proceedings of the National Academy of Sciences"

Fu il clima in Asia a innescare le epidemie di peste in Europa

Cammelli della regione dell'Altai. Facilmente

infettabili, questi animali furono il principale

veicolo di diffusione della peste lungo le vie

carovaniere. (© Colin Monteath/ Hedgehog

House/Minden Pictures/Corbis) 
 La peste è causata dal batterio Yersinia pestis,

ed è veicolata dalle pulci infette che infestano i

roditori. Finora si è ritenuto che in seguito all'arrivo

della peste in Europa nel XIV secolo, che decimò

la popolazione del continente, si fossero creati

dei serbatoi del batterio nella fauna selvatica locale

o nei roditori urbani. Per cercare di identificare

questi serbatoi Nils Chr. Stenseth e colleghi hanno

esaminato i dati relativi a 7711 focolai storici di

peste confrontandoli con gli andamenti meteo-climatici

in Europa e in Asia, desunti dalle registrazioni

dendrocronologiche (la dendrocronologia studia le

correlazioni tra gli accrescimenti annuali degli alberi e

le condizioni climatiche vigenti in ciascun anno). 

Dall'analisi di questi dati è apparso che nulla indica

che si siano creati serbatoi persistenti della peste

fra i roditori dell'Europa, con l'eccezione di un'area

al suo confine orientale, vicino al Mar Caspio. E'

invece emersa una correlazione con le variazioni

nel regime monsonico in Asia, chiaramente registrato

nei tronchi degli alberi della regione del Karakorum,

 che hanno influenzato il clima dell'Asia centrale,

innescando un meccanismo di diffusione della peste. 

Questi eventi climatici in Asia hanno sempre preceduto

di circa 15 anni la comparsa di focolai di peste in Europa,

un arco di tempo necessario perché la malattia potesse

diffondersi attraverso le rotte commerciali, lungo le

quali i ricercatori hanno potuto seguire la progressiva

comparsa dei focolai. 

Fu il clima in Asia a innescare le epidemie di peste in Europa

Tempi di diffusione della peste dall'Asia centrale

all'Europa. (Cortesia B.V. Schmid/PNAS)Per quanto

riguarda più specificamente il meccanismo all'origine

del fenomeno, le primavere calde seguite da estati

umide favoriscono l'espansione delle popolazioni di

roditori, comprese quelle che sono i principali vettori

di pulci infettate dal bacillo della peste - il grande

gerbillo (Rhombomys Opimus) in Kazakhstan, lo scoiat=

tolo delle steppe (Spermophilus undulates) e la

marmotta grigia (Marmota baibacina) nella regione

dell'Altai. Quando le popolazioni di questi animali

crollano in risposta alle fluttuazioni climatiche, la

densità delle pulci per animale aumenta drammatica=

mente, facilitando la diffusione della peste fra quei

roditori, tanto da indurre le pulci a cercare ospiti

alternativi, fra cui gli animali domestici e in particolare

i cammelli. 

I cammelli, facilmente infettabili, sono stati infatti

il principale mezzo di diffusione della malattia lungo

le vie carovaniere fino ai porti del Mediterraneo e del

Mar Nero, dove il loro posto è preso dai ratti.

 
 
 
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