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DINO BUZZATI

Post n°1758 pubblicato il 11 Dicembre 2018 da blogtecaolivelli

FONTE: WIKIPEDIA

Carriera artistica

Più che uno svago la pittura fu per

Dino Buzzati un secondo mestiere,

tanto che arrivò a dichiarare: «Sono

un pittore il quale, per hobby, durante

un periodo purtroppo alquanto prolungato,

ha fatto anche lo scrittore e il giornalista».

Le opere pittoriche di Buzzati sono

fortemente legate alle atmosfere e alle

situazioni dei suoi romanzi e dei suoi racconti:

lo stesso autore definì i suoi quadri

"storie dipinte", sottolineando con questa

espressione la forte carica narrativa delle

tele, che spesso presentano scritte 

fumettistiche o sono divise, proprio come

la pagina di un fumetto, in vari riquadri,

ognuno dei quali sta a rappresentare un

"momento" dell'azione.

Già da bambino Dino disegna molto,

soprattutto le sue amate montagne, ma

anche soggetti fantastici. Negli anni venti e

 trenta dipinge alcune tele (Romantica, 

Il lampione, Primo amore), ma l'occasione

di mostrare al pubblico le sue qualità di

disegnatore arriva solo nel 1945, quando

produce per il romanzo La famosa invasione

degli orsi in Sicilia numerosi disegni colorati.

È nel 1952 però che dipinge il suo quadro

più famoso, Piazza del Duomo di Milano,

nel quale il Duomo è raffigurato come una

montagna dolomitica con guglie e pinnacoli,

circondata da pascoli verdi.

L'attività pittorica di Buzzati diventa rilevante

a partire dal 1957, anno in cui inizia a produrre

con regolarità numerosi dipinti e disegni di

vario genere. Le tematiche dei suoi primi dipinti

sono quelle tipiche delle altre opere,

soprattutto dei racconti (il fantastico, il destino,

l'attesa, il mistero), e lo stile richiama al 

Simbolismo, alle illustrazioni di Arthur Rackham,

alla pittura metafisica di De Chirico e al Surrealismo

. A questa prima fase appartengono Una fine del mondo

Duello notturno (1957), Toc, toc (1957), 

Gli apriranno? (1958), Adieu (1958) e molti altri dipinti.

Negli anni sessanta Buzzati inizia a sostituire

le precedenti tematiche con nuovi argomenti,

come la sessualità e il delitto, e nuovi stili,

che ricordano il fumetto nero italiano e la 

pop art. A queste novità si rifanno dipinti

quali Il delitto di via Calumi(1962), 

La vampira (1965), Il circo Kroll (1965), 

Escalation (1966), Diabolik (1967), 

Laide (1967), L'urlo (1967), Un utile

indirizzo (1968) ecc. Buzzati tuttavia non

abbandona le precedenti tematiche:

opere come Miraggio (1966), Il Babau (

1967),Il vicario di Stinfeld (1967), 

Gli amici di mezzanotte (1967) ci mostrano

personaggi e creature fantastiche, colori

più freddi, che richiamano alle atmosfere

immaginarie tipiche delle prime opere

dello scrittore bellunese.

Le tematiche dell'erotismo, del delitto,

della morte e degli sfondi pop ritornano

nelle 208 tavole a colori del Poema a fumetti,

un'opera singolare che rielabora il mito di

Orfeo ed Euridice in chiave moderna.

Il volume, edito Mondadori, esce nel 1969,

vende benissimo e nel 1970 vince il premio 

Paese Sera. La critica, anziché dare un giudizio

netto, è piuttosto spaesata]: il connubio tra

letteratura e pittura che opera Buzzati,

il forte erotismo e lo stile moderno appaiono

ai più bizzarri e incompatibili con la precedente

produzione dello scrittore. L'opera è

considerata la prima graphic novel italiana

e tra le prime nel panorama mondiale.

L'ultimo libro pubblicato dall'autore è 

I miracoli di Val Morel (1971), una raccolta

di dipinti, accompagnati da brevi didascalie,

che raffigurano degli immaginari ex voto

compiuti nella finzione letteraria da Santa Rita.

I dipinti rappresentano la summa dell'intera

opera di Buzzati, poiché riprendono e ampliano

tutte le tematiche da lui affrontate nel corso

della carriera di romanziere e pittore: il destino,

il fantastico, l'ironia, l'amore, la perversione,

il delitto. L'opera verrà ristampata soltanto nel2012.

Tra le opere postume dell'autore dedicate

alla pittura il Catalogo dell'opera pittorica (2006)

a cura di Nicoletta Comar, il più completo catalogo

dei quadri di Buzzati, e Le storie dipinte (2013)

a cura di Lorenzo Viganò, che include la riproduzione

di cinquantatré dipinti narrativi, accompagnati

da brevi didascalie.

Altre attività

Accanto all'attività di scrittore, giornalista e pittore,

Buzzati si dedicò alla musica operistica,

dando vita a un sodalizio con il compositore

e direttore di orchestra Luciano Chailly,

per il quale scrisse quattro libretti. Curò

personalmente le scenografie delle sue

opere teatrali e dei drammi d'opera e l

avorò come scenografo e costumista

anche per opere non sue, come i balletti 

Jeu de cartes di Igor Stravinskij e Fantasmi

al Grand Hotel di Luciano Chailly. A questa

attività dello scrittore bellunese sono dedicati

i cataloghi Maccari e Buzzati al Teatro alla Scala,

mostra sesta a cura e con saggio di Giulio

Carlo Argan (1990) e Buzzati alla Scala (2006)

a cura di Vittoria Crespi Morbio.

Un'altra passione di Buzzati è stata quella

dell'alpinismo e in particolare delle scalate su roccia.

Molte sono le vie di roccia, anche difficili,

da lui percorse sulle Dolomiti, spesso

accompagnato da famose guide alpine

divenute nel tempo suoi intimi amici (come

Gabriele Franceschini). Le zone da lui più

frequentate erano le Pale di San Martino e la 

Croda da Lago, a cui era particolarmente

affezionato. Per quasi tutta la sua vita ha

dedicato a questa attività il mese di vacanza i

n settembre, che trascorreva nella casa di

famiglia a San Pellegrino di Belluno. Il suo

amore per le montagne e per le scalate era

tale che più volte ha raccontato e scritto che

quasi tutte le notti a Milano sognava di

arrampicare. Testimonianza della sua passione

per la montagna è il cofanetto di due volumi

 I fuorilegge della montagna, pubblicato nel

2010 a cura di Lorenzo Viganò, che raccoglie

articoli e racconti dedicati alle sue amate

Dolomiti, all'alpinismo, a famosi scalatori e allo sci.

Nel campo artistico Buzzati, oltre a cimentarsi

lui stesso nella produzione di dipinti, disegni

e bozzetti, si occupa, soprattutto nell'ultimo

decennio della sua vita, di critica e rassegna

artistica. Negli anni '60 viene nominato critico

d'arte del Corriere della Sera, testata sulla

quale pubblicherà centinaia di articoli, dedicati

a svariate mostre, correnti e artisti

(la pop art,BaconKlein). Alla tradizionale critica,

con la quale il critico d'arte si poneva in una

posizione di importanza e superiorità rispetto

al lettore e lanciava accuse di qua e di là,

Buzzati ne preferisce una più informale,

che presenta al lettore le novità artistiche

e le mostre pittoriche senza inserire negli

articoli pretenziosi giudizi.

Interessanti anche le esperienze come

sceneggiatore, che lo videro collaborare

con Federico Fellini alla stesura de 

Il Viaggio di G. Mastorna, il progetto che il

regista inseguì tutta la vita, e che non ebbe

mai luce.

Sceneggiò inoltre Il pianeta acciaio di 

Emilio Marsili (1962), raffinatissimo

documentario sull'Italsider.

Matrimonio e morte

Buzzati si sposa nel dicembre del 1966

con la giovane Almerina Antoniazzi.

Muore di tumore al pancreas alla clinica

"La Madonnina" di Milano il 28 gennaio 

1972 (ne era morto anche il padre nel 1920).

Nell'estate del 2010 le sue ceneri sono

state disperse sulla Croda da Lago, nelle amate Dolomiti.

 
 
 
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