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« DINO BUZZATIIL BARONE RAMPANTE »

Dino Buzzati

Post n°1760 pubblicato il 11 Dicembre 2018 da blogtecaolivelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Dino Buzzati, all'anagrafe Dino Buzzati

Traverso (San Pellegrino di Belluno

16 ottobre 1906 - Milano28 gennaio 1972), è stato

uno scrittoregiornalistapittore,drammaturgo,

 librettistascenografocostumista e poeta italiano.

Fin da quando era uno studente collaborò

al Corriere della Sera come cronistaredattore 

inviato speciale.

Egli è, insieme a Italo Calvino e Tommaso Landolfi,

uno dei più grandi scrittori fantastici del Novecento 

italiano, con all'attivo un grande numero di romanzi

e racconti surreali e realistico-magici (tanto da

esser stato a più riprese definito il "Kafka italiano").

Il suo capolavoro, Il deserto dei Tartari (1940),

è considerato dalla critica il vertice della 

narrativa esistenzialista italiana, insieme

alle opere di Alberto Moravia (che tuttavia

estrinsecano il genere in tutt'altra direzione).

Infanzia e studi

Dino Buzzati Traverso nacque presso la villa

di famiglia di San Pellegrino, una località alle

porte della città di Belluno, il 16 ottobre del 

1906. Il padre, Giulio Cesare Buzzati (1862-1920),

era un celebre giurista appartenente ad

un'illustre famiglia bellunese di remote

origini ungheresi, mentre la madre, Alba

Mantovani (1871-1961), veneziana, era

la figlia del medico Pietro Mantovani e

della nobildonna Matilde Badoer.

È il terzogenito di quattro fratelli: gli altri

sono Augusto (1903-?), che diverrà

ingegnere, Angelina (1904-2004) e

 Adriano (1913-1983), futuro biologo

genetista.

La famiglia Buzzati trascorre le estati

nella villa di Belluno e il resto dell'anno

Milano, dove il padre - docente di 

diritto internazionale - lavora alla neonata 

Università commerciale Luigi Bocconi,

dividendosi tra questa e l'insegnamento

alla più antica Università di Pavia.

La villa di famiglia e la biblioteca furono

fondamentali nella formazione dello scrittore.

Nei primi anni della sua infanzia lo scrittore

mostra una grande attenzione e sensibilità

per le arti figurative e per la musica,

imparando a suonare a dodici anni il pianoforte

 e il violino, abbandonando però in seguito

gli studi. Connaturato alla crescita di Buzzati

è anche l'amore per la montagna, che lo

porterà a scalare e a sognare le

montagne per tutta la vita.

Dopo i primi anni, e dopo la morte del padre,

a quattordici anni, Buzzati si iscrive al 

liceo Parini di Milano, dove conosce Arturo

Brambilla; i due stringono amicizia e si

cimentano anche in duelli di scrittura.

Con lui inizierà una fitta corrispondenza

che continuerà sino alla prematura morte

di Brambilla. In questi anni Buzzati scopre

l'interesse per la cultura egizia (nelle lettere

con Brambilla si firmerà a lungo Dinubis) e

per Arthur Rackham. Terminati gli studi

superiori Buzzati inizia a mostrare il desiderio

di scrivere un romanzo. Si iscrive a

giurisprudenza per assecondare la volontà

della famiglia e il 10 ottobre 1928 si laurea

con una tesi dal titolo La natura giuridica del Concordato.

Carriera giornalistica

Sempre nel 1928, a luglio, entra come praticante,

al Corriere della Sera, del quale diverrà in seguito

 redattore e infine inviato.

Il 27 marzo 1933 pubblica sul Corriere il suo

primo elzeviroVita e amori del cavalier rospo.

Il Falstaff della fauna, che non è gradito da

alcune grandi firme del giornale. Nonostante

ciò Buzzati continuerà per tutta la sua vita a

scrivere elzeviri originali e di alta qualità letteraria.

Tra il 1935 e il 1936 si occupa del supplemento

mensile La Lettura. Incomincia soprattutto in

questi anni a dedicarsi alla scrittura di racconti

brevi, pubblicati anche sulle pagine del Corriere.

Nel 1940, anno di uscita de Il deserto dei Tartari,

è inviato di guerra ad Addis Abeba per il Corriere.

Il giornalista è imbarcato su varie unità della

 Regia Marina italiana e scrive molte corrispondenze

di guerra, che verranno raccolte nel 1992 

nel volume Il buttafuoco: cronache di guerra sul mare.

Dal gennaio all'estate del 1942 Buzzati

soggiorna in incognito a Messina, come inviato

di guerra e operatore militare nella base della

Marina di Marisicilia, con il compito di compilare

un manuale tecnico "sulla nostra attuale guerra

navale", un lavoro di "grande responsabilità e

mole". L'opera non verrà mai portata a termine.

Aderisce alla Repubblica sociale italiana e il 26

aprile 1945 è casualmente suo l'editoriale di

commento all'inizio dellaLiberazione, avvenuto

il giorno precedente. L'articolo esce sulla prima

pagina del Corriere col titolo Cronaca di ore memorabili.

Dal 1945, dopo la caduta del Fascismo e la fine

della guerra, fino alla morte, scrive articoli di

cronaca nera, il settore giornalistico che predilige.

I numerosi pezzi giornalistici dedicati da

Buzzati agli omicidi e alle tragedie italiane

(e non solo) saranno raccolti da Lorenzo

Viganò e pubblicati nel 2002 in un cofanetto

di due volumi dal titolo La «nera» di Dino Buzzati.

Parallelamente alla cronaca nera si dedica alla

cronaca bianca, alla cronaca sportiva

(principalmente all'alpinismo e allo sci, come è

testimoniato dai pezzi raccolti nel libro postumo

 I fuorilegge della montagna) e soprattutto alla

 Terza pagina.

Nel 1949 è inviato dal Corriere al seguito del 

Giro d'Italia, all'epoca la manifestazione

sportiva più seguita nella penisola. Gli articoli

scritti in quell'occasione saranno pubblicati in

un libro postumo del 1981Dino Buzzati al Giro d'Italia.

Dal 1950 al 1963 è vicedirettore della

 Domenica del Corriere. In realtà è un direttore

ombra: è lui infatti a guidare i collaboratori del

periodico e a occuparsi dell'impaginazione, della

 grafica, dei titoli, degli argomenti da trattare

(sport, cinema, musica leggera, tv, politica).

Nelle sue mani il settimanale incrementa

eccezionalmente le vendite, sfiorando non

poche volte il milione di copie.

Nei primi anni sessanta è inviato del giornale

per brevi periodi in Giappone, a Gerusalemme,

New York e Washington, inIndia, a Praga.

Alcuni degli articoli scritti durante questi viaggi 

saranno inclusi in Cronache terrestri, una

raccolta di un centinaio di brani giornalistici

di vario genere (cronaca, sport, cultura,

società), pubblicata poco dopo la morte

dell'autore. Quelli scritti in occasione del

viaggio di Paolo VI a Gerusalemme verranno

raccolti invece in Con il papa in Terrasanta,

Henry Beyle, 2014.

Nello stesso periodo inizia a occuparsi

stabilmente d'arte, fino ad assumere nel 

1967 l'incarico di critico d'arte del Corriere

(anche se, per sua stessa ammissione,

le sue non sono vere e proprie critiche,

bensì resoconti sulle principali novità

artistiche, narrate con una lingua semplice

e priva di tecnicismi]).

Nel 1965 Buzzati scrive una serie di articoli

dal titolo In cerca dell'Italia misteriosa, nei

quali si occupa di eventi all'apparenza

paranormali, visioni, apparizioni e fatti di

spiritismo dell'Italia del dopoguerra. I dieci

articoli e altri scritti dello stesso genere

verranno raccolti nel volume I misteri d'Italia,

uscito postumo nel 1978.

L'attività giornalistica di Buzzati verrà

apprezzata soprattutto dopo la sua morte,

con la pubblicazione di numerose antologie

dedicate alle varie tipologie del suo

giornalismo. La principale caratteristica

dei suoi servizi ed elzeviri è sicuramente

quella di trasformare dei semplici fatti di

cronaca in racconti fantastici e poetici,

dando vita a un sapiente connubio tra

giornalismo e letteratura.

 

 
 
 
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