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NOTIZIE DELL'ANTICO GENOMA UMANO....
Post n°1814 pubblicato il 10 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli
Una tecnica innovativa è riuscita a identificare DNA di specie umane estinte da sedimenti di siti archeologici in cui erano assenti resti fossili. Il risultato permetterà di individuare la presenza di antichi gruppi umani dove non è possibile stabilirla con le tecniche attuali(red DNA di uomini di Neanderthal e di Denisova è stato rinvenuto nei sedimenti di quattro siti archeologici contenenti reperti attribuibili a questi nostri antichi cugini, dei quali però non c'è traccia sotto forma di resti fossili. La scoperta è opera di ricercatori del Max-Planck-Institut per l'antropologia evolutiva a Lipsia in collaborazione con studiosi di altri centri di ricerca, ed è contengono strumenti e altri manufatti sono numerosi, tuttavia i resti scheletrici degli antichi umani sono rari, rendendo difficile e lacunosa la ricostruzione dei loro spostamenti e delle relazioni fra i diversi gruppi. L ricerca del DNA antico aiuterà quindi a completare la mappa degli insediamenti umani del remoto passato, e a identificare le regioni in cui le diverse specie umane possono avere convissuto, e interagito. Questa opportunità potrebbe essere particolarmente importante per l'uomo di Denisova, finora identificato in una sola grotta sui Monti Altai, nella Siberia meridionale, ma di cui persistono tracce genetiche in popolazioni odierne, suggerendo che un tempo questa specie fosse diffusa in molte regioni dell'Asia. Ma non si sa esattamente dove e quando. La capacità del DNA di resistere, almeno in tracce, nei sedimenti antichi è nota dal 2003, quando il genetista danese Eske Willerslev è riuscito a sequenziare parte dei genomi di antichi mammut, cavalli e piante rilevati in sedimenti prelevati non solo dal freddo permafrost, ma anche in grotte situate in regioni dal clima temperato. Finora tuttavia non si era riusciti a trovare il modo per distinguere le sequenze umane antiche dalle possibili contaminazioni dei campioni con materiale biologico umano moderno. Viviane Slon, Svante Pääbo, Matthias Meyer e colleghi sono riusciti a sviluppare una "sonda" genetica costruita su frammenti di DNA mitocondriale, ovvero il DNA che è presente solo negli organelli mitocondri delle cellule, che permette di filtrare i possibili contaminanti attribuibili a esseri umani odierni e isolare così i frammenti antichi. I ricercatori hanno quindi raccolto 85 campioni in sette siti archeologici in Belgio, Croazia, Francia, Russia e Spagna, che coprono un intervallo di tempo compreso fra 14.000 e 550.000 anni fa. Otto di questi campioni - provenienti dai quattro siti di Trou Al'Wesse in Belgio, El Sidrón in Spagna, Chagyrskaya in Russia e Denisova, sempre in Russia - contenevano DNA mitocondriale di uno o più Neanderthal, specie umana scomparsa circa 40.000 anni fa, mentre uno conteneva DNA dell'uomo di Denisova, vissuto tra 70.000 e 40.000 anni fa, per quel poco che ne sanno i ricercatori. "Ricavando il DNA dai sedimenti, possiamo individuare la presenza di gruppi di antichi umani nei siti e nelle aree in cui non è possibile stabilirla con altri metodi", ha detto Pääbo, coautore dello studio. "Questo dimostra che l 'analisi dei DNA dei sedimenti è una procedura archeologica molto utile, che in futuro potrà diventare di routine". 22 febbraio 2018 Una "valanga" di DNA antico chiarisce il popolamento dell'Europa Il più grande studio sul DNA antico finora realizzato, condotto su 625 genomi, getta nuova luce sulla storia del popolamento dell'Europa e testimonia gli enormi progressi di questa branca della genetica, che in appena otto anni è passata da un solo genoma sequenziato a un totale di oltre 1300(red archeologiageneticaantropologia Due grandi migrazioni attraverso l'Europa e un significativo rimescolamento fra le popolazioni autoctone di cacciatori-raccoglitori e i primi gruppi di agricoltori giunti sul continente sono state confermate da due studi archeologia genetica appena pubblicati su "Nature". degli enormi passi in avanti fatti negli ultimissimi anni nel campo dell'analisi del DNA antico. I n appena otto anni, infatti, si è passati da un unico genoma antico sequenziato a oltre 1300, 625 dei quali proprio in occasione degli studi ora pubblicati, che hanno visto impegnati più di cento archeologi e genetisti cooordinati da David Reich, della Harvard Medical School. Uno dei due studi ha dimostrato che circa 5300 anni fa le culture di cacciatori-raccoglitori che vivevano in Europa furono sostituite in molti luoghi da pastori nomadi, soprannominati Yamnaya, arrivati dalle steppe dell'Asia centrale, a nord del Mar Nero e del Caspio, e che riuscirono a espandersi rapidamente sfruttando i cavalli e la nuova invenzione del carrello.
utilizzate dai Yamnaya si erano poi diffuse in Europa, ma l'analisi del DNA antico ha dimostrato che che non fu solo un contagio culturale, ma il frutto di una vera migrazione. genomica dell'Europa sud-orientale rivelando un'ulteriore migrazione, avvenuta in due fasi. "L'evidenza archeologica mostra che quando i contadini si sono diffusi per la prima volta nell' Europa settentrionale, si sono fermati a una latitudine dove i loro raccolti non crescevano bene", ha detto Reich. "Di conseguenza, la separazione tra agricoltori e cacciatori-raccoglitori resistette per circa duemila anni". dinamica sociale o di potere le donne dei cacciatori-raccoglitori iniziarono a essere integrate nelle comunità degli agricoltori. In seguito, la tendenza si invertì e le donne contadine tendevano ad essere integrate in comunità di cacciatori-raccoglitori. sempre più l'opinione dei paleoantropologi che fin dalla più remota antichità le popolazioni umane si muovono e si mescolano in continuazione. |
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