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« Salman RushdieRobinson Crusoe »

Robinson Crusoe

Post n°1870 pubblicato il 02 Febbraio 2019 da blogtecaolivelli

La fortuna del romanzo

L'ispirazione

Il romanzo, che Defoe scrisse spinto dalla necessità di

finanziare il matrimonio di sua figlia, prende ispirazione

da un fatto vero accaduto al marinaio scozzese 

Alexander Selkirk che aveva trascorso quattro anni

e quattro mesi in solitudine su una delle Isole Juan Fernández.

La vicenda era stata narrata da Rogers e pubblicata qualche

anno prima. Sono molti i punti di contatto tra le due storie.

 L'isola su cui Selkirk visse, Más a Tierra, è stata poi

chiamata "Isola Robinson Crusoe".

Il canovaccio

Quando Defoe presentò, come era abitudine a quei tempi,

al libraio William Taylor, il canovaccio della trama, ne

ottenne la commissione per un romanzo di trecentocinquanta

pagine, redatto sotto forma di diario di un naufragio.

Il successo

Il libro totalmente inventato ottenne immediatamente

un grande successo e divenne il primo best seller in edizione

a basso costo[senza fonte]. Tra aprile e agosto uscirono quattro

 edizioni e, poco dopo, l'autore scrisse due seguiti con

The Further Adventures of Robinson Crusoe 

(Ulteriori avventure di Robinson Crusoe) e Serious Reflections 

(Riflessioni serie, 1720), accolti con entusiasmo anche

 maggiore sebbene giudicati di minor pregio artistico.

Jean-Jacques Rousseau ne fa un caposaldo nel suo ideale

di educazione tracciato nell'Émile: «Dal momento che abbiamo

assolutamente bisogno di libri, uno ne esiste che costituisce,

 a parer mio, il più felice trattato di educazione naturale.

Questo libro sarà il primo che il mio Emilio leggerà; per

lungo tempo formerà da solo tutta la sua biblioteca e sempre

 vi occuperà un posto di rilievo [...] Qual è dunque questo

meraviglioso libro? È Aristotele? È Plinio? È Pitagora?

No: è Robinson Crusoe»[; e ancora «Questo romanzo,

sbarazzato di ogni parte superflua, racchiuso tra il naufragio

 di Robinson presso la sua isola e l'arrivo del vascello

 liberatore, sarà per Emilio materia d'istruzione e insieme di

svago per tutta l'epoca di cui ci stiamo occupando [...]

Voglio che impari nei minuti particolari, e non dai libri ma

dalle cose stesse, ciò che bisogna fare in simili circostanze.

 Pensi di essere egli stesso Robinson e si veda vestito di

 pelli, con un gran berretto in testa, uno sciabolone al fianco

 e tutto il grottesco equipaggiamento del protagonista, a parte

 il parasole, di cui non avrà bisogno».

William Wordsworth e Samuel Taylor Coleridge, iniziatori

del movimento romantico inglese lo commentarono con

entusiasmo. Karl Marx profondamente critico delle divisioni

di classe e delle ineguaglianze generate dall'accumulazione

 del capitale, lo esaminò in chiave sociologica e la sua lettura

influenzò la stesura di Das Kapital (Il Capitale).

Il libro, che può essere considerato un capostipite del

 moderno romanzo d'avventura, oltre alla geniale struttura

 narrativa e alle interessanti tematiche sottintese, deve il suo

 successo anche al grande entusiasmo che tutto l'occidente

aveva all'epoca per immagini e racconti di ambientazione 

esotica. Non a caso negli anni successivi fu seguito da

 numerose storie di naufraghi, tanto che già nell'Ottocento 

si potevano annoverare tra gli scritti, oltre duecento "Robinson".

Secondo Walter Allen, uno dei maggiori critici inglesi e

 Mario Praz con lui, per quanto il pubblico e la critica

abbiano fatto giustizia alla grandezza dell'opera, "si nota

 frequentemente tra coloro che lo hanno criticato un certo

 sarcasmo; in essi le lodi sono sempre velate da riserve:

 in ciò si può soltanto constatare la presenza di

quell'antico disprezzo di classe espresso da Swift quando

 questi lo chiamò "quel tipo messo alla gogna, mi dimentico

come si chiama" (The English Novel). Un genere di parvenu

 arrivato al successo dalla completa oscurità, un fallito

 commerciante di stoffe venuto alla ribalta col giornalismo

d'assalto, avverso, come molti whig alla religione 

anglicana di stato e ribelle alla corona. Ma è incontestabile

che senza lo sviluppo di quelle tecniche giornalistiche che

Defoe apprese dalla vita di strada il moderno romanzo

 inglese avrebbe difficilmente visto la luce.

Per Robert Louis Stevenson, che se ne occupò nell'ambito

 delle sue indagini sul romanzo, «"Robinson Crusoe" è tanto

 realistico quanto romantico; entrambe le qualità sono spinte

all'estremo e nessuna delle due ne soffre».

Edgar Allan Poe ne ha invece lodato lo stile realistico

sottolineando inoltre come lo stato di perfetto isolamento

del protagonista sia un argomento intrinsecamente interessante[.

 

 

 
 
 
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